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La legge Fini-Giovanardi prevedeva il tetto del possesso in 500 milligrammi di cannabis (15-20 spinelli) per non essere oggetto di punizione nella presunzione di spaccio di droga, ora secondo Livia Turco e Paolo Ferrero ministro della Solidarietà sociale, che recentemente ha lanciato la provocazione che vengano istituite “stanze pubbliche (shoting room) per bucarsi”, determinando così la “droga di Stato”, si può prospettare un 40 spinelli come base non punibile. La Turco darà il via a questa prospettiva con un atto amministrativo, senza quindi dibattito in Parlamento, ma è un atto che va contro l'indirizzo dell'UE, che si sta movendo verso una politica di scoraggiamento dell'uso di tutte le droghe, e va anche contro il monito dell'Ufficio per le droghe e il crimine dell'ONU, che censura i paesi i Paesi Europei che non varano leggi severe sugli spinelli (cannabis, marijuana), non meno nocivi delle droghe pesanti. La Turco afferma pure che per le droghe leggere non si può usare la stessa misura punitiva prevista per le pesanti, il che vuol dire bocciare la legge Fini-Giovanardi. Ma un ministro della Salute non deve partire dal punto di vista degli effetti estatici di una droga, o dal suo costo, ma dagli effetti sulla salute, e qui è il punto, chiaro da almeno dieci anni: le droghe leggere hanno un impatto sulla salute grave come quelle pesanti. Sembrerebbe vero il contrario, ma non è così; infatti il tempo di permanenza nel corpo delle droghe leggere è maggiore di quelle pesanti e da qui il loro aspetto devastante. Voci di sostegno alla Livia Turco non sono mancate, tra le quali Giovanna Melandri, ministro per le Politiche giovanili. C'è da preoccuparsi di queste preoccupazioni tanto solerti, specie dal momento che i sindacati dicono di sentirsi privi di attenzione.

Ma altro che liberalizzazione ci vuole! Qui ci vuole un'educazione a non drogarsi. La droga, quella non ufficiale si trova ovunque. Il DMX, sedativo per la tosse ha effetti di droga e viene usato dai giovani. Viene usato il GHB, una sostanza regolatrice del metabolismo, che si trova nell'organismo dei mammiferi. Viene usta la Ketamina, un anestetico in possesso di qualsiasi veterinario. Vengono usati i manoinibitori, antidepressivi che si aggiungono all'ecstasy. Viene usato il PCP, un analgesico potente. Poi lo sniffing con sostanze volatili provenienti da colle, carburanti, diluenti, solventi, prodotti vari per la pulizia. Poi il Popper, un vasodilatatore usato per gli infarti. Poi le anfetamine, LSD. Tutte queste sostanze sono a portata di mano, liberamente reperibili. Altro che liberalizzazione della droga; solo degli antichi ideologi possono parlare ancora di liberalizzazione della droga, e non di freni alla droga, e di educazione a non drogarsi, ma non in termini blandi e quasi invitanti a farlo, ma facendone rilevare il micidiale potenziale distruttore della persona e della società.

Qualcosa di rasserenante ci viene dalla recente iniziativa governativa di impedire ai minori di 18 anni l'uso dell'alcool e sulle autostrade a tutti indistintamente e in ogni ora. Come è noto l'alcool etilico ufficialmente non fa parte delle “droghe pesanti”, ma in concreto vi rientra, se assunto in dosi elevate. Si pensi ai danni su strada, dove il 40% degli incidenti avviene per soggetti in stato d'ebbrezza, tra i quali il 66% sono bevitori occasionali. Il ministro Livia Turco si sente soddisfatta di questo provvedimento e speriamo che questo valga ad essere saggi per le droghe leggere che la Livia Turco pensa di liberalizzare.

Ma (5 ottobre 2006), purtroppo, dopo pochi giorni da queste buone notizie, il provvedimento di divieto dell'alcool ai minori di 18 anni non è più sul tavolo dei ministri: misterioso dietrofront! Rimane il divieto di vendita degli alcolici nelle autostrade.

Attualmente il ministro ha disposto l’uso della cannabis per la terapia del dolore, su prescrizione medica. Questo fa sperare che la liberalizzazione della cannabis sia un progetto che è stato rimosso.

Ora purtroppo - 13 novembre 2006 - è giunto il decreto annunciato. Da 20 spinelli come minimo per non essere accusati di spaccio si è passati a 40 spinelli di cannabis; francamente bastava e avanzava la dose minima di 20 spinelli per non essere penalizzati.

Data la contestazione di 51 parlamentari il decreto viene giudicato solo un intervento-spot: speriamo.

Purtroppo il dibattito parlamentare ha trovato l'attuale maggioranza rivolta a sostenere il decreto della Livia Turco (20/11/2006).

Il ministro Livia Turco ha dichiarato di aver voluto il decreto, non per legittimare la cannabis che considera nociva, ma per evitare il procedimento penale nei confronti di chi è in possesso di una quantità superiore a mezzo grammo, innalzandola quindi a un grammo. Tuttavia, è facile considerare che se prima il flusso di circolazione della cannabis, tra spacciatori e consumatori, in una unità di tempo (giorno, settimana, mese...), era di uno, ora sarà il doppio. Si dovrebbe pensare ad un rallentamento del tempo di circolazione per avere la stessa quantità di prima, ma ciò non sarà; si avrà, invece, un raddoppiamento con la conseguente creazione di nuovi consumatori.

Fortunatamente un ordine del giorno votato dalla maggioranza unitamente all'opposizione, la Commissione Sanità di Palazzo Madama (29 Novembre 2006), ha di fatto cassato il provvedimento di Livia Turco sul raddoppio della dose di cannabis.

La ragionevolezza ha prevalso.

Ma il decreto Turco è poi andato avanti. Ora (15 marzo 2007) il TAR (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio, dopo istanza del Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli utenti e dei Consumatori) e di alcune associazioni per i diritti del malato,  ha sospeso il decreto Turco riportando la quantità massima di cannabis a 500 milligrammi. La ragione avanzata è che l'innalzamento a 1000 milligrammi non è “supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro”. Così il TAR del Lazio giudica l'intervento Turco solo una decisione politica che “contrasta con la normativa vigente”, cioè la legge Fini-Giovannardi. La cosa non doveva essere condotta dal potere diretto del governo, ma andava invece affidata ad un'istruttoria di esperti. Contro la Turco si espressero a suo tempo non solo le senatrici Paola Binetti ed Emanuela Baio Dossi (Margherita), ma anche la senatrice Anna Serafini, moglie di Piero Fassino.

E' notevole che il giornale inglese l'Indipendent alcuni giorni fa, correggendo quanto disse nel 1996 in una campagna di normalizzazione della cannabis, abbia affermato che la cannabis danneggia il cervello.

Medici hanno esaminato 22 mila persone in terapia di disintossicazione e sono giunti alla conclusione che la cannabis può essere dannosa come la cocaina e l'eroina, inducendo anche stati psicotici negli adolescenti (14-16 anni). La sentenza del Tar del Lazio è veramente importante perché denuncia la carenza di informazione scientifica del decreto Turco e la sua valenza ideologica, infatti, oltretutto, la cannabis ora in circolazione contiene 25 volte di più il principio attivo drogante di quella spacciata 10 anni fa.

Dopo la sospensione del provvedimento Turco, il Tar del Lazio è passato (21/03/2007) ad annullarlo. Il provvedimento Turco del 4 Agosto 2006 è stato giudicato privo di base scientifica. Si sottolinea che il principio attivo della cannabis, è in realtà più potente di quello che si vuol far credere, cosicché deve essere abolita la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti: esistono solo le droghe. In questa vicenda ha avuto un ruolo importante don Luigi Larizza, che gestisce “Il Risorto”, una comunità terapeutica non distante da Martina Franca (Ta). Don Luigi Larizza si era rivolto al Tar del Lazio unitamente a Codacons. Il caso Turco dovrebbe essere così concluso.