Come agiscono le droghe?

Le droghe agiscono a livello dell’area limbica del sistema nervoso centrale, (S.N.C.) bloccando e/o aumentando la produzione di sostanze  neurotrasmettitrici  atte  a regolare le emozioni e/o a bloccare gli stimoli che arrivano al cervello.

Le sostanze neurotrasmettitrici  di primaria importanza sono numerose; sono particolarmente importanti la serotonina e la dopamina.

In regime naturale le sostanze neurotrasmettitrici sono prodotte in funzione degli stimoli: es. se lo stimolo è molto stressante verrà prodotta molta serotonina,  se  invece  è  il contrario viene  prodotta  dopamina.

Con l'assunzione di sostanze d'abuso viene profondamente modificata la regolazione fisiologica e biologica di queste sostanze sul sistema nervoso centrale, in quanto le sostanze d'abuso agiscono  rallentando o favorendo la produzione di serotonina, dopamina e di molti altri neurotrasmettitori, provocando  conseguentemente un distacco dalla realtà nel drogato, verso un mondo di gratificazioni vuote e con conseguente immissione nella realtà segnata da una peggiore frustrazione di prima; il soggetto si indebolisce ancora di più di fronte ai suoi problemi.

L’azione delle droghe  avviene in fasi diverse:

dapprima il soggetto, che fa uso di sostanze,  prende atto della percezione di rinforzo positivo. Maggiore è il rinforzo, maggiore è l'invito ad assumere ancora la sostanza e da questo consegue una dipendenza più o meno spiccata, che compare anche in un consumo saltuario.  

Quando il soggetto riesce a rientrare in possesso della sostanza narcotica spesso ne fa un uso smodato (“craving”), con più incidenza tossica della sostanza.

In una fase successiva, continuando l’uso della sostanza, la persona diventa incapace di controllare l’assunzione del narcotico,  che viene ad assumere un ruolo preponderante nella sua vita.

In quest’ultima fase il soggetto può ancora essere recuperato se si mettono in atto validi interventi psicoterapeutici e counselling, cercando di attuare comportamenti basati sulla concretezza, e agendo per rimuovere le motivazioni che  favoriscono l’uso delle sostanze narcotiche. E’ importante anche allontanare il soggetto dall’ambiente in cui abitualmente assume droga. Le comunità terapeutiche sono la vera soluzione del problema recupero.

Fin dalla prima assunzione di droga si avverte una gratificazione esagerata, un senso di potenza, di sicurezza, immediatamente dopo l’assunzione della sostanza, con un effetto  più o meno prolungato a seconda della sostanza assunta (il “flash” dell’eroina dura circa 40 secondi, l’effetto dei cannabinoidi può prolungarsi per alcune decine di minuti).

 

Dipendenza dalle sostanze narcotiche

La dipendenza può essere fisica e/o  psichica e ci può essere una tolleranza acquisita.

Dipendenza fisica si ha quando il tasso della concentrazione della sostanza a livello ematico scende al di sotto di determinati valori o concentrazioni, così non si ha più il beneficio desiderato, ma un corteo di disturbi specifico per ciascuna sostanza. La dipendenza fisica può contribuire ad abusare della sostanza per evitare la comparsa dei sintomi spiacevoli  dovuti all’astinenza. La tolleranza acquisita è  un fattore di dipendenza, perché consiste nella necessità di aumentare le dosi di sostanza per avere lo stesso effetto. 

La dipendenza psichica consiste nella paura di rimanere sprovvisto e scoperto della sostanza, non è accompagnato  da  manifestazioni organiche, ma provoca disturbi di tipo nevrotico, (ansia, irrequietezza, aggressività, depressione, svogliatezza, ecc); quindi si ha un desiderio incontrollato della sostanza, che induce all’uso continuo.

Si aggiunge la frustrazione di non vedersi capace da solo, con le sole proprie forze, di ridurre o controllare l'uso della sostanza, con tentativi di accettazione della dipendenza che aggravano la stessa.

Si ha poi il disordine morale, come la chiusura egoistica, vissuta come giusta posizione da mantenere, verso gli altri. Inoltre riduzione dell'attività lavorativa, addirittura sospensione, nonché ricerca di espedienti per ottenere la sostanza narcotica. Caduta di responsabilità di fronte ai doveri familiari, sociali.

Tutte le sostanze stupefacenti agiscono negativamente sulla fertilità in modo più o meno reversibile. A volte causano anche impotenza.

Tutte le droghe che vengono assunte per via endovenosa sono a  rischio per il soggetto in questione, per la  possibile trasmissione di malattie virali quali: epatite B, ed epatite C, virus dell’H.I.V, se non vengono rispettate le norme igenico-sanitarie atte a prevenire ed evitare l’eventuale contagio da persona a persona (scambio della siringa).

Nella donna in stato di gravidanza tutte le sostanze d’abuso o droghe, provocano un’alterazione dello sviluppo cerebrale del nascituro. Il neonato di una donna in stato di tossicodipendenza alla nascita presenta sindrome da astinenza, con manifestazioni anche gravi, che richiedono rianimazione neonatale e disassuefazione. L’azione delle droghe sul cervello fetale può compromettere lo sviluppo neurobiologico del nascituro in modo irreversibile, può essere causa di anomalie congenite, di parti prematuri  e basso peso del neonato alla nascita.

 

Criteri di classificazioni delle droghe

Le classificazioni per le droghe o sostanze d’abuso vengono fatte in base a dei criteri.

Criteri giuridici; a seconda che siano droghe legali o illegali. Legali: tabacco, alcool, caffè, ecc, illegali: cocaina, oppiacei, cannabinoidi, allucinogeni, ecc.

Criteri di pericolosità; droghe  leggere o pesanti

Criteri di preparazione; droghe naturali, sintetiche o semisintetiche

Criteri su basi chimiche o farmacologiche; in base a caratteristiche chimiche e farmacologiche.

Criteri sintomatologici;  in base alle alterazioni psicofisiche che producono.

 

Classificazioni delle droghe in base ai criteri sintomatologici

Vengono fatte classificazioni in base ai sintomi che esse provocano: possono essere sintomi deprimenti il sistema nervoso centrale, stimolanti il sistema nervoso centrale,  allucinogeni.

Deprimenti; cioè rallentano la trasmissione degli impulsi nervosi con conseguente rallentamento delle funzioni dell’organismo. Appartengono a questa  classificazione:

i Sedativi: alcool, barbiturici, tranquillanti e sonniferi, fuori dose medica. (Paradossalmente i barbiturici, usati come sedativi o ipnotici, a forti dosi sono altamente eccitanti).

gli Oppiacei: oppio, morfina, codeina, eroina, metadone.

gli Anestetici generali.

Stimolanti; cioè stimolano la trasmissione degli impulsi nervosi accelerando le funzioni dell’organismo.

Appartengono a questa classificazione:

le Anfetamine

la Cocaina

la Nicotina

la Caffeina

la Metamfetamina- Designer Drugs (ecstasy)

Allucinogeni; cioè le sostanze che alterano la trasmissione degli impulsi nervosi, alterando lo stato di coscienza  e provocando la distorsione della realtà.

Appartengono a questi:

l'acido lisergico L.S.D

la Mescalina

le sostanze: DMT; STP; PCP (polvere degli angeli)

la Canapa indiana: marijuana, hashish

le Metamfetamine-Designer Drugs (droghe prodotte con una modificazione nella struttura chimica di un farmaco esistente).

 

Le droghe leggere

 

Cannabinoidi o derivati dalla canapa indiana

 

Sono le sostanze derivate dalla canapa indiana, anche se la canapa è coltivata in diversi Stati, e secondo la provenienza ha concentrazioni diverse di sostanza.

I derivati della canapa hanno un costo di acquisto contenuto.

I cannabinoidi comprendono in sé 60 componenti attivi; i più importanti sono: il tetraidrocannabinolo (THC), il cannabidiolo (CBD), il cannabinolo (CBN).

I derivati della cannabis sono tre: marijuana, hashish, olio di hashish, sono sostanze che vengono fumate sotto forma di spinelli. La marijuana è una mistura di foglie secche pressate chiamata in gergo “erba”,  l’hashish  è una pasta resinosa  ottenuta dalle foglie e i fiori  della canapa, la sua azione è superiore a quella della marijuana, dall’hashish si può estrarre l’olio di hashish, si ottiene  mediante l’uso di solventi, contiene sostanze con effetti e concentrazioni superiori a quelle dell'hashish. L’uso dei derivati  della canapa,  hashish e marijuana, è illegale. Chi inizia l'uso di quelle sostanze passa facilmente all’uso di eroina e altre sostanze; questo può essere facilitato dagli spacciatori che tagliano marijuana, hashish, olio di hashish, con eroina o cocaina, per avviare il consumatore alla dipendenza di queste sostanze che allo spacciatore rendono economicamente molto di più.

I derivati della canapa, marijuana, hashish, olio di hashis, hanno un’azione sul sistema nervoso centrale aumentando la produzione di serotonina e provocando problemi acuti se l’uso è protratto.  

Queste sostanze producono alterazione psichica, modificando lo stato di coscienza con moderata euforia, senso di “pace”. Alla cessazione dell'effetto seguono alterazioni comportamentali, come alimentarsi in modo abbondante, ascoltare musica a forte volume, avere riso incontrollato, logorrea, alterazione della percezione del senso del tempo e dello spazio (guidare l'auto in stato di droga è pericolosissimo, e anche giuridicamente colposo), alterazioni dell’udito, ansia, panico, paranoia, aumento della frequenza cardiaca, sbalzi di pressione arteriosa; essa si innalza o si abbassa fino ad arrivare a collassi cardiocircolatori, iperemia congiuntivale, midriasi (pupille dilatate), decadenza dei valori morali e di conseguenza dell’ordine sociale stesso.

La cannabis ha una tossicità letale bassa; non vi sono casi precisi di morte. Sono documentati però tantissimi incidenti stradali, sul lavoro, ecc., con esiti mortali.

Hashish e marijana sono in genere assunti in forma di sigarette o con  pipe (chillums) unitamente a tabacco.

La sostanza attiva (THC: Tetraidrocannabinolo, delta-9-Tetraidrocannabinolo, delta-9-THC) si distribuisce nell'organismo; penetra nell'encefalo, superando la barriera emato-encefalica. Elettivamente si deposita nei tessuti grassi e la sua presenza è rintracciabile a molti mesi di distanza dall'ultima assunzione.

I livelli di THC calano dopo un'ora a bassi livelli, a causa della solubilità del THC nei grassi dell'organismo. Il metabolismo del THC è di circa 30 giorni, e non di pochi giorni come sostenuto da alcuni. In una seconda assunzione, la sostanza è già presente nell'organismo e questo spiega perché chi fa uso continuo dei cannabinoidi raggiunga prima l'effetto desiderato.

La massima recettività dei cannabinoidi è stata rilevata, con appositi procedimenti di marcatura con sostanze radioattive, nei gangli della base e nel cervelletto; con minore densità nel tronco encefalico, nei nuclei talamici, nell'ipotalamo e nel corpo calloso; con ancora minore densità in altre parti delle strutture celebrali.

L'uso della cannabis non è così innocuo come qualcuno vuole far credere. Si ha infatti l'acquisizione di dipendenza psicologica con rischio di perdita del contatto con la realtà.

Si hanno poi danni a livello dei cromosomi, del bilancio ormonale e del metabolismo ormonale, con conseguenti casi di impotenza, di sterilità temporanea, attività di crescita delle ghiandole mammarie nell'uomo; poi danni ai polmoni e alle vie respiratorie.

 

Da oltre due anni (2010) è in circolazione una variazione transgenica della cannabis; la dorga che se ne ricava si chiama "Skung" (puzzola) ed è conosciuta come "superspinello" con effetti paragonabili all'LDS. La droga "Skung", che sta diffondendosi ampiamente, risulta 5 volte più potente degli stupefacenti della cannabis ordinaria e quindi è molto più dannosa.