Il presepe dei Cappuccini di Porretta Terme (BO)

 

Il presepe di Greccio voluto da san Francesco fu una vera sacra rappresentazione. Il Bambinello era un vero neonato, ma - non c'è da dubitarlo - ben coperto pur deposto in una greppia. Veri Maria e Giuseppe, così il bue e il somarello. Il genio artistico di san Francesco, mosso dallo Spirito santo, diede così origine non solo alla tradizione dei presepi, ma anche a quella diffusissima delle care rappresentazioni.

Prima i Francescani, poi i Domenicani e i Gesuiti operarono un'ampia diffusione dei presepi in tutta l'Europa centrale. I presepi erano anche stabili, grandi, e non mancavano di figure mobili. Il presepe diventò un patrimonio comune a tutta la Chiesa.

Il presepe più antico che ci resta è quello sottostante la Cappella Sistina in Santa Maria Maggiore a Roma, le cui figure furono modellate attorno al 1280 da Arnolfo di Cambio. Abbiamo poi i resti del presepio di Giovanni e Pietro Alamanno (1478/1484) in San Giovanni a Carbonara a Napoli. In Sicilia, a Sicli (1535), si ha un presepio nella chiesa di san Bartolomeo. Nel duomo di Modena si ha quello del Begatelli. A Varallo, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie si ha il presepe di Gaudenzio Ferrari. Un altro al Sacro Monte di Varese. In epoca rinascimentale e barocca il presepe ebbe magnifiche espressioni: molto noto è il presepio di Santa Maria Aracoeli a Roma. Si hanno esempi bellissimi di presepi Liguri - in particolare a Genova - e Altoatesini. Ma fu a Napoli, sul finire del 600 e per tutto il 700, che il presepe assunse vertici compositivi, e massima diffusione. Nel XIX e XX secolo molti di questi numerosissimi presepi vennero distrutti. Rimangono quelli della collezione Catello e del Museo San Martino di Napoli. Resta il presepe Cuciniello nella reggia di Caserta. Molto belli anche i presepi Siciliani; va ricordato quello di Giovanni Antonio Matera, detto "Mastru Giuvanni lu pasturaru".

L'Angelicum di Milano possiede l'unica importatante fototeca dei presepi di tutto il mondo.

Recentemente il presepe, per iniziativa del cappuccino padre Sebastiano Bernardini, ha assunto la forma itinerante, mediante un Turbo Tech opportunamente attrezzato. Il presepe itinerante ha percorso le strade dell'ex Jugoslavia, dpo aver ricevuto l'augurio di Giovanni Paolo II (16 Dicembre 1992): "...Un pensiero particolarmente affettuoso desidero rivolgere al gruppo formato dai padri Cappuccini di Reggio Emilia e dai loro collaboratori e amici, i quali, accompagnati da padre Sebastiano Bernardini, hanno realizzato la costruzione dell'interessante "Presepe itinerante", in favore delle popolazioni Balcaniche provate dal terribile flagello della guerra. Con la vostra iniziativa, carissimi fratelli e sorelle, che prende luce e stimolo dal mistero del Natale, mistero di amore e di fraternità, voi intendete recare un concreto sostegno a quanti sono vittime del grave conflitto tuttora in atto e coinvolgere in così importante azione umanitaria la gente che incontrate lungo l'itinerario percorso della vostra carovana della speranza".

 
 

 

 
 

Da cinque anni il presepe dei Cappuccini di Porretta Terme, già tradizionalmente fatto in chiesa, ha assunto un’importanza notevole per opera dei signori Francesco Mascagni e Leonardo Antonelli, che l’hanno costruito nell’ampio interrato sottostante il piano chiesa.

Il presepe di anno in anno si è rinnovato ed esteso di superficie fino ad occupare attualmente 200 mq. La presenza dei visitatori si prolunga da Natale fino ad Agosto, e ora sarà facilitata anche per i disabili essendo stato installato un servoscala per giungere al presepe. Ogni anno la presenza dei visitatori va oltre le 5.000 persone come risulta dalle firme, ma indubbiamente più di un terzo di essi trascura di registrare la propria presenza. Il presepe ha una vasta risonanza, per la quale i due costruttori sono stati invitati a Mosca per costruirne uno.

Il presepe di Francesco e di Leonardo è certamente di tipo tradizionale, cioè non si focalizza solo sulla Natività, sulla capanna col Bambinello, come ama fare una rilettura moderna della composizione dei presepi.

Benché tanti siano gli episodi di vita quotidiana che il presepe presenta non si ha una divisione tra l'evento Natività e il resto, ma anzi tutto concorre a dare significato al centro del presepe: la Natività.

Così il presepe presenta l'irrompere silenzioso di Dio nella storia, nel ritmo della quotidianità della gente; non mancando di presentare i grandi poteri di Erode e del tempio, luogo sacro dove allora non mancavano gravi deviazioni circa l’alleanza con Dio.

Il Verbo eterno della gloria è entrato nella storia silenziosamente circondato solo dal discreto e musicale osanna angelico, udito solo dagli umili pastori.

Il presepe di Francesco e Leonardo non è preoccupato di presentare un convergere massiccio verso la capanna, presenta invece volentieri gente che è del tutto ignara dell'evento della Nascita: c'è chi spacca la legna, chi rimescola la polenta, chi ferra il somarello, chi vende al mercato, chi fa vasellame, ecc; eppure tutto è unitario, tutto poggia sul mistero della Natività. Le navi che solcano il lago, l'uomo che taglia la legna, il soldato romano con la sua armatura, il “dormiglione” stesso, sono all'ombra della Provvidenza, che ha come centro e fonte il mistero di Cristo.

Anche gli ignari, anche i piegati alla terra dai loro egoismi, rientrano nella misericordia di Dio.

Il Potente, fattosi debole per amor nostro, ha di fronte a sé una realtà immensa e difficile da conquistare e si presenta armato del suo solo amore: ha di fronte il potere politico; ha di fronte il tempio, che dovrebbe aspettarlo, ma che si figura un Messia molto diverso da lui.

Il presepio di Francesco e Leonardo si articola con una configurazione territoriale di grande libertà rispetto alla geografia reale della Palestina, per presentare una scansione di tre grandi prospettive: la prima, a destra di chi entra, riguarda il paesello di Nazareth, del quale viene presentata la borgata e la vita quotidiana, ai piedi di montagne. La prospettiva centrale riguarda Betlemme, dominata a sinistra dal palazzo di Erode, mentre a destra, lontano, si ha un tempio pagano segno del culto idolatrico dei dominatori romani. Nella prospettiva a sinistra, l'ultima, si ha la città di Gerusalemme, con le mura e il tempio; nello sfondo il mare di Galilea solcato da navi. Tra lo scorcio di Betlemme e quello di Gerusalemme è collocata la capanna della Natività.

La scansione, come è facile capire, segue l'ordine degli avvenimenti: innanzitutto Nazareth, luogo dell'annunciazione, poi Betlemme, terra della nascita di Gesù, infine Gerusalemme e il lago Tiberiade, luoghi forti della vita di Gesù.

Tutto è presente: il potere di Erode servo fedele dell'impero di Roma; il potere religioso del tempio di Gerusalemme; la vita quotidiana; la Natività nella capanna.

Il presepe di Leonardo e di Francesco, nella sua freschezza compositiva, è ricco di narrativa e di sapienza, a cui fa da supporto un insieme elettronico imponente che determina il susseguirsi degli effetti legati all'alba, al giorno, alla sera e alla notte. Decine e decine di funzioni vengono regolate da un computer: l'attività di lavoro, l'illuminazione notturna, il temporale, i tuoni, i fulmini, la neve, la cometa, le stelle, l'arcobaleno, il pianto del Bambinello, la musica delle zampogne, i movimenti delle statuette, ecc. 

 

(Il servizio fotografico è stato offerto dal Centro Visione di Porretta Terme)

 
         

 

 

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