Il
mistero dell’adombramento (Lc
1,35): “Lo spirito Santo scenderà su di te,
su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”, che lega Maria allo Spirito Santo, non si
è esaurito nel Cristo, ma continua, per la soddisfazione della croce, in tutti
i secoli, operando la trasformazione dei credenti in Cristo Gesù. Tale mistero
ci dice, innanzi tutto che tutte le operazioni di Dio, in ordine alla nostra
salvezza, hanno atteso prima il sì liberissimo di Maria: il Salvatore nasce per il sì di Maria; entra nella vita pubblica, alle
nozze di Cana, per il sì di
Maria; si fa vittima espiatrice, attendendo il sì di Maria; il cenacolo si riempie
dell’ineffabile presenza dello Spirito Santo, essendovi presente il sì di Maria. Per tale sì, opera della libertà di lei e della mozione
dello Spirito Santo, la fede ci dice che Maria è mediatrice di tutti i doni e
le grazie dello Spirito di Dio. Si legge nella “Mediator Dei”: “Ella
ci comunica tutte le virtù, ci dà il suo Figlio e con lui tutti gli aiuti che
ci sono necessari, poiché Dio ha voluto che tutto noi avessimo per Maria”. L’arguto S. Bernardino da Siena,
pienamente convinto di questa verità, non esita a dire: (sermo in Nativ. B.V.: art. un.,
cap. VII) “Tutti i
doni, le virtù e le grazie dello Spirito Santo sono distribuiti dalle mani di
Maria a chi vuole, quando vuole, come vuole e quanto vuole”. Tale mediazione, che non è altro che
l’esercizio del suo mandato di Madre di tutti, Maria lo compie nell’unico
Mediatore, al quale ha sempre aderito: prima della nascita in Betlemme,
attraverso le figure del Vecchio Testamento annunzianti lui; poi, in umiltà
profondissima, unendo ai sentimenti di Madre quelli di discepola. Solo lei ha
potuto dire: Figlio mio e mio Dio.
Maria fa parte
dell’umanità redenta, e perciò è stata piena della “gratia Christi”, e non più della “gratia Dei”, concessa ai due progenitori dell’umanità:
la sua Immacolata Concezione è una singolarissima “gratia Christi”.
La luce che esce
dal sì di Maria è densa
ancora di un fatto essenziale per noi; infatti ella, prima di tutti i Santi ci
dice quello che noi dobbiamo essere e fare nei confronti di Cristo.
E’ in questa
luce, che vede nel sì di
lei, oltre il suo costituirsi Madre, la densità vitale dell’imitazione, che
vanno lette e meditate tutte le espressioni dei suoi innamorati. Le loro pagine
le troveremo intessute di imitazione di lei e di esortazioni ad accostarsi a
Gesù Cristo, non con le sole disposizioni personali, ma per il tramite di
Maria. S. Anselmo così si esprime: (cant. Oratio, 54, PL. 158,960-961) “Per te, o gloriosissima Vergine,
noi diverremo degni di salire al tuo Figlio Gesù, il quale si è degnato di
scendere a noi per il tuo tramite. Per te, Beata Vergine, noi possiamo arrivare
alla magnificenza di lui, che, per te, è venuto nella nostra miseria”. Essi presuppongono sempre il mistero
dello Spirito Santo in Maria, ma accentuano asceticamente ciò che li fa
rimanere in lei e operare con lei. Dice Paolo VI, a proposito delle espressioni
dei padri orientali: (Lett. al congresso mariano internazionale, 13 maggio
1975) “Le loro affermazioni, per quanto sorprendenti, non dovrebbero
turbare alcuno, poiché in esse è sottintesa, e talvolta chiaramente accennata,
la dipendenza fontale dell’azione mediatrice della Vergine da quella dello
Spirito Santo”.
Questa umiltà,
che nasce dal nostro riconoscerci peccatori e quindi bisognosi di aiuti presso
l’Unico Mediatore, impedisce ogni tentativo di trattare alla pari con lui e
mette in primo piano la parola del rinnegamento evangelico. Le loro pagine
testimonino, poi, un’effettiva ed efficace presenza di Maria tra i suoi figli e
nella loro via interiore (S. Germano di Costantinopoli, sermo 1, in Dormit.
III, PG 98,344D, cf. 354A e 345C): “ Come
avete abitato corporalmente con quelli del tempo passato, così vivete con noi
in spirito; la potente protezione di cui ci coprite è un segno della vostra
presenza in mezzo a noi”.
Senza questa
presenza, ella non potrebbe essere la compagna indissolubile dello Spirito
Santo nella formazione del Corpo mistico. Tale azione è subordinata a quella
onnipossente dello Spirito ed è resa possibile dalla potenza dell’Altissimo,
che realizza nei credenti gli impulsi materni di Maria. Ella così esercita la
sua maternità universale non solo con l’intercessione, ma, unitamente ad essa e
fondato su di essa, con un contatto vivo e palpitante.
Il richiamo
insistente, negli scritti di S. Bernardo da Chiaravalle e di S. Bernardino da
Siena, alle “mani” di
Maria ci dice che essi ebbero chiaro il misterioso e delicatissimo influsso di
lei. S. Bernardo: “Perciò, se abbiamo qualche dono salutare, sappiamo
questo sgorga dalle sue mani” (De
Aquaeductu n. 6), poiché nessuna grazia giunge dal cielo alla terra
che non passi per le mani di Maria”
(sermo 3, in Nativ.). S. Bernardino: “Perciò tutti i doni, le virtù e
le grazie a chi vuole, quando vuole e come vuole, vengono distribuite per le
sue mani” (Dict. Serm. 6).
L’azione di
Maria, in nulla rivaleggiando con quella di Dio, appare come un
particolarissimo flusso di grazia, che rientra in quella che in teologia è
chiamata “grazia attuale”,
il cui scopo è muovere e preparare a ricevere, con piena efficacia, la mozione
dello Spirito di Dio, e realizza in noi una presenza, i cui presupposti sono:
l’influsso celeste di Maria, la nostra imitazione delle sue virtù, l’abito
interiore che ci formiamo di ricorrere sempre a lei. Tale presenza è totalmente
ancella a quella di Cristo, che ha come presupposto l’Incarnazione, la
Redenzione e la Inabitazione divina in noi.
Maria permea così
l’intimo dei suoi figli “marianizzandoli”, in modo che lo Spirito d’Amore inabitante in essi, trovandoli (Pio
XII: Quando lasciate: Discor. e radiom, Roma, Tip. Poilg. Vat., anno 15, 502) “ripieni
dell’incanto che promana dalla Vergine Immacolata”, opera con lei, per lei e in lei, la loro trasformazione in Cristo.
S. Pier Damiani (Sermo de Annunt., Migne, PL, CXLIV, 558): “Per lei,
in lei, da lei, con lei, si stabilisce che tutto questo si debba fare”.
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(Paolo VI “Insegnamenti”, vol. IX, 1971, pag.679): “Maria è la Madre che introduce Cristo nel mondo. Essa è al centro, è al vertice delle sorti dell’umanità. E’ lei che rende, per virtù dello Spirito Santo, Cristo nostro fratello”. |
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Il lavoro di s.
Luigi Grignon de Montfort, collegato solidamente a tutta la tradizione, si
presenta efficace e provvidenziale per guidare l’approfondimento di quel che
Maria è per noi. Riporto, perciò, una sintesi del suo Trattato, usando delle
sue stesse espressioni.
“Gesù
Cristo è venuto al mondo per mezzo della sua ss. Vergine, e anche per mezzo suo
egli deve regnare nel mondo”. “Il
Padre ha dato e dà il suo Figlio solo per mezzo suo, nell’unione con lo Spirito
Santo; e, solo per mezzo suo, comunica i suoi meriti e le sue virtù; Lo Spirito
Santo ha formato Gesù Cristo solo per mezzo suo; forma le membra del suo Corpo
mistico e dispensa i suoi doni e i suoi favori solo per mezzo suo”. ”A Maria solo Dio ha dato le
chiavi delle dispense (cfr.
Cantico dei cantici) del divino Amore, e il potere di entrare nelle
vie più sublimi e più segrete e farvi entrare gli altri”. “Quando il suo Sposo, lo Spirito Santo, l’ha
trovata in un’anima, Egli vi vola, vi entra pienamente e si comunica a questa
anima abbondantemente e nella misura del posto che vi occupa la sua Sposa”.
“Non credo che
nessuno possa acquistare una intima unione con Nostro Signore senza una
grandissima unione alla santissima Vergine e senza una grande dipendenza dal
suo soccorso”.
La Santa Vergine è il mezzo del quale Nostro Signore si è
servito per venire a noi; ed è anche il mezzo di cui noi ci dobbiamo servire
per andare a lui, poiché ella non è come le altre creature che, se noi ci
attacchiamo ad esse, potrebbero allontanarci da Dio.
“La nostra purezza è
abbastanza grande per unirci da soli e direttamente a lui? Non è egli Dio,
uguale in ogni cosa a suo Padre?”. “Quando
presentiamo qualche cosa a Gesù, da soli e appoggiati unicamente alla nostra
capacità e disposizione, Gesù esamina il dono, e spesso lo respinge a causa del
sudiciume che gli ha comunicato l’amor proprio: come in antico respinse i
sacrifici dei Giudei che non avevano rinunciato alla loro volontà. Ecco il gran
consiglio che dava san Bernardo a coloro che egli conduceva alla perfezione:
Quando vorrete offrire qualche cosa a Dio, abbiate cura di offrirla attraverso
le mani gentilissime e purissime di Maria, a meno che non vogliate essere
respinti”.
“Prendi nota, per
favore: io dico che i santi sono modellati in Maria. Sant’ Agostino chiama la
Santa Vergine <Forma Dei>: lo stampo di Dio; lo stampo adatto a formare
degli dei”. “Colui che è gettato in
questo stampo divino è, ben presto, formato e modellato in Gesù Cristo, e Gesù
Cristo in lui”. “Ricordati però che
nello stampo si getta solamente ciò che è fuso e liquido: vale a dire che
bisogna distruggere e fondere in te il vecchio Adamo, per divenire il nuovo in
Maria”. “Bisogna perdersi e
abbandonarsi in lei come una pietra che si getta in mare: questo si fa in modo
semplice e in un momento, con una sola occhiata dello spirito, con un piccolo
moto della volontà, o verbalmente, dicendo, per esempio: Io rinuncio a me
stesso, mi do a te, mia cara Madre. Benché non si avverta nessuna dolcezza
sensibile in questo atto di unione, non perciò è meno vero, non essendo affatto
necessario, in cosa così spirituale, provare sensibilmente una realtà
soprannaturale”. “La ss. Vergine che
è Madre di dolcezza e di misericordia, e che non si lascia mai vincere in amore
e in liberalità, vedendo che ci diamo interamente a lei per onorarla e
servirla, si dà per intero e in modo ineffabile a colui che le dà ogni cosa.
Ella lo fa inghiottire dall’abisso delle sue grazie; lo arma dei suoi meriti;
l’appoggia con la sua potenza; lo rischiara con la sua luce; lo accende del suo
amore; gli comunica le sue virtù, la sua umiltà, la sua fede, la sua purezza,
ecc. In poco tempo di sottomissione e di dipendenza a Maria, si avanza più che
in anni interi di propria volontà e di appoggio su se stessi”. “Questa Madre della bella dilezione toglierà
dal tuo cuore ogni scrupolo ed ogni timore servile e sregolato: ella lo aprirà
e lo allargherà, per andare incontro ai comandamenti del suo Figlio; con la
santa libertà dei figli di Dio”. “Io
credo che chi vuol essere devoto e vivere pienamente in Gesù Cristo, e, per
conseguenza, soffrire le persecuzioni e portare quotidianamente la propria
croce, senza una tenera devozione alla santa Vergine, dolcezza delle croci, non
potrà mai reggere al peso delle grandi croci, portarle giocondamente, né
portarle fino alla fine”.
“Poiché la buona
Madre, tutta piena di grazia e dell’unzione dello Spirito Santo, condisce le
croci (che sono le grazie più grandi e i più grandi favori del cielo) nello
zucchero della sua dolcezza materna e nell’unzione del puro Amore: di modo che
essi le sopportino con gioia, come noci candite, benché, di per se stesse,
siano molto amare”.
“Tu non pensi mai a
Maria, senza che ella, per te, non pensi a Dio; tu non lodi e non onori mai
Maria senza che ella, con te, non lodi ed onori Dio. Se tu dici: Maria, ella
dice: Dio”. “Questa devozione non
sarà però compresa da tutti in modo uguale, poiché l’essenziale di questa
devozione consiste nell’interiore che essa deve formare. Alcuni si fermeranno a
ciò che essa ha di esteriore, e non andranno oltre: e questi saranno i più;
altri, in piccolo numero, entreranno nel suo interiore, ma vi saliranno un solo
gradino. Chi salirà il secondo? Chi il terzo e chi infine sarà colui che ne
formerà il proprio stato? Solamente colui al quale lo Spirito di Gesù Cristo
rivelerà questo segreto, ed egli stesso condurrà questa anima fedelissima per
avanzare di virtù in virtù, di grazia in grazia, di lume in lume, per arrivare
fino alla trasformazione di se stesso in Gesù Cristo, e alla pienezza della sua
età sulla terra e della sua gloria nel cielo”.
La misericordia della Vergine santissima ha una
manifestazione particolare nel ricondurre i peccatori a Dio e nel guidarli lungo
i passi della conversione. Ella infatti è la dolce stella che fa evitare gli
scogli acuminati dello scoraggiamento, del ricordo mortificante delle colpe e
dei fervori imprudenti, insegnando ai suoi ritrovati figli che (2 Cor 7,10) “la tristezza secondo
Dio produce un pentimento stabile, che porta alla salvezza, mentre la tristezza
del mondo produce la morte”; (Rm 8,28) “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”;
(2 Tm 2,5) “non
riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole”.
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