Veronica nel soffrire viene privata di ogni consolazione da parte di Maria e dello Spirito Santo, che continuano la loro opera di trasformazione in Cristo, in Cristo Crocefisso, affinché trasformata in Lui, in Lui sia offerta gradita al Padre. Veronica è condotta al puro amore nel puro patire.

 

Figlia mia, sta attenta, nel patire si trova l’amore; coll’amore devi amare; fra pene si ama, con pene si trova l’amore e nei  tormenti si affina, si purifica l’anima” (D IV,422).

Io ti privai di ogni contentezza” (D IV,616).

Mi raccomandavo alla SS.ma Vergine, ma ella si era totalmente nascosta” (D IV,622).

Il divino amore mi ha spogliata in modo che anche nelle sue operazioni mi privava di Lui: sia ringraziato il volere di Dio” (D  IV,619).

Ora io dico che quell’operare è puro amore, e credo che lo stesso amore sia la guida dell’anima desolata, in abbandono” (D IV,617).

 

Così non è il dolore in se stesso che fa l’immolazione, ma l’amore che sa dire di sì ai patimenti, i quali sono via per più amare.

La molla dell’espiazione nasce dal vedere Dio infinitamente buono offeso, e dal desidero di amarlo per quelli che vivono in “offesa di Dio”. (D IV,542).

L’amore di Dio è presente nella Creazione e nella Redenzione e così Veronica contemplando la bellezza delle cose vi vede l’amore di Dio, che tutto ha fatto per l’uomo.

Così, con amore francescano, una notte fa guardare alla sua umanità, ribelle all’espiazione, le stelle, espressione stupenda dell’amore di Dio (D II,312):

 

Le facevo (alla sua umanità) mirare il cielo così bello e stellato e le dicevo: Non vedi, o pazza, che tutte quelle stelle ti invitano a patire?”.

 

Sempre nella stessa pagina, in parallelo col cantico di Daniele 3.57, domanda alle creature inanimate, ma obbedienti alle leggi di Dio, di essere voce per lei. Obbedire a Dio per Veronica è vivere l’itinerario sacrificale di Cristo.

 

Dicevo: o erbe, o piante, servitemi di voce, tutte voi e quante mai siete, in questo luogo e in tutto l’universo mondo. Io intendo, con tante voci, di chiedere più patire al mio Signore”.

 

E ancora in piena sintonia con S. Francesco, che “fu udito interpellare con grida e gemiti la bontà divina a favore dei peccatori”. (S. Bonaventura, Leggenda Maggiore: Fonti, p.921), in tali momenti si rivolgeva a Gesù con parole ardentissime:

 

Sì, sì, mio caro Sposo: vengo da voi come da vostra sposa; altra grazia non vi chiedo in questo punto, che di amarvi; e vorrei che convertiste tutto il mondo, acciò tutti e tutte si convertissero a voi, mio sommo unico Bene!” (D I,756).

 

Veronica sa che Maria vuole ciò che vuole Dio e nel suo orientamento a lei accetta in tutto la sua volontà:

 

Con Maria SS.ma mi protestai di volere sempre fare la sua volontà” (D IV,85).

Ho preso in me la volontà di Dio e Maria”.

 

La volontà di Dio e di Maria è quella di farle vivere la sua missione di “mezzana tra Dio e i peccatori”. Veronica si rivolge immancabilmente a Maria per avere aiuto in questo:

 

Mamma mia SS.ma eccomi pronta con il vostro aiuto a tutto: alla croce, alle pene, ed ai tormenti. Io come io, non posso niente, e sono polvere e cenere” (D III,963).

Ora, Madre SS.ma, sarò una cosa medesima con voi, perché ab eterno foste eletta Madre dei peccatori e mezzana fra Dio e i peccatori. Come vostra figlia lascio tutto il dominio a voi; ed in quanto alla conversione delle anime il patire resti in me, coll’aiuto vostro, colla grazia vostra accetto tutto” (D IV,383).

 

Veronica arriva a chiedere a Maria che accetti per lei e con lei la volontà di Dio:

 

Madre carissima, fate voi per me. Io voglio tutto quello che vuole Dio e voi. Ma voi che conoscete la volontà di Dio, accettate tutto per me con me” (D IV,421).

Io Veronica, per obbedire a voi Vergine SS.ma vi prometto fedeltà, e alla vostra volontà mi unisco per fare in tutto la volontà di Dio” (D IV,542).

 

E ancora fa dipendere tutta la sua opera da Maria, consegnandola a Lei:

 

Mia cara Mamma spero che voi mi otteniate il perdono di tutti i miei peccati. Vedete chi sono. Il vostro SS.mo Figlio, mio Sposo, Gesù, pare che mi voglia fare un dono di tutti  suoi meriti infiniti, acciò, con essi, io negozi la salute di questa (Veronica) e di tutte le anime. Io vi prego, Vergine SS.ma, che tutto negoziate voi. Stia tutto in mano vostra” (D III,406).

 

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