Negli
sponsali Veronica si sente indegna in virtù di comunicazioni interiori e si
rivolge a Maria per essere gradita a Cristo che vuole celebrare lo sponsale con
lei; e Maria la abbellisce mediante la comunicazione delle sue virtù;
comunicazione visualizzata con gemme, con il prendere Maria la mano di Veronica
per porgerla al Figlio, con il prendere Maria in mano l’anello nuziale
ridandolo poi a Gesù, con il tenere Maria fin dall’inizio l’anello nelle sue
mani a significare che lo sponsale è stato ottenuto dalla sua intercessione e,
ancora, un abito bianco dato da Maria a Veronica insieme ad una piccola croce.
Nelle
operazioni sul cuore Maria agisce rendendolo gradito a Dio col purificarlo con
i meriti di Cristo, presentati nel segno di un calice pieno di sangue; con
l’abbellirlo dei suoi meriti, visualizzati in un calice pieno delle sue
lacrime; col comunicargli il nutrimento delle sue disposizioni, rappresentate
simbolicamente in un calice pieno di latte; con l’istruirlo con il contatto di
un sigillo, segno dei suoi dolori; con il vincolarlo amorosamente con
l’incastro misterioso di segni della Passione, e di lettere iniziali di virtù;
con il renderlo partecipe dei suoi dolori, e con il cambiarlo con il suo.
Nelle
stimmatizzazioni è presente quale modello di partecipazione alla Passione e
mediatrice di grazia per parteciparvi.
“Madre
di pietà, di misericordia, impetratemi questa grazia di essere crocefissa col
Crocefisso mio sposo. Ed ella, rivolta al suo Figlio, gli diceva: Su presto,
crocifiggete quest’anima” (D I,896s.).
Nella
Confessione dona a Veronica, che a lei si rivolge in preghiera, la grazia di un
intenso pentimento. “In quell’istante mi venne tale cognizione e dolore, che
parvemi mi volesse scoppiare il cuore; e mi durò in tutta la Confessione” (D
III,446). Nella Comunione le comunica le sue disposizioni, esaudendo le sue
preghiere. “Vergine SS.ma preparate quest’anima mia e questo cuore acciò
domattina Dio sacramentato possa operare a suo beneplacito” (D IV,592). Nella Messa le illustra il
valore del sacrificio e la stimola a patire per i peccatori (D V,335).
Nella
direzione spirituale del confessore è presente attraverso esso:
“Fa
tutto quello che ti comanda, perché esso è guidato da me; ed io, per mezzo suo,
ti comando, ti ordino e ti guido” (D III,1106).
“Figlia
mia ti faccio sapere che il vero modo di stare sotto il mio manto è lo stare
sotto la mia direzione, per mezzo del mio servo” (DIV,248).
Nella
vita quotidiana le è sempre accanto:
“Se
mi metto a lavorare, se vado a mensa, se vado a riposarmi, in tutte le opere
ella mi è guida e maestra. Parmi di sentirla sempre appresso a me, che, come
fedelissima Madre m’insegni il modo di operare in tutto. Ciò, qualche volta, mi
apporta grande timore e riverenza verso la medesima; e mi pare che, con gravità
ed amore insieme, ella ricordi a quest’anima mia tutto ciò che deve fare, per
fare in tutto la volontà di Dio; e con che purità d’intenzione e con che
fervore si deve operare. Perché queste opere hanno da comparire avanti
all’Altissimo, ella medesima le vuole in sue mani per farne offerta al suo
Figlio Ssmo e pare che m’insegni, in modo che, con facilità, mi tiene sempre
occupata colla mia mente in Dio; ed in un continuo esame di me stessa” (D III,386).
Svariatissimi
sono i punti di acceso nel Diario alla comprensione dell’agire intimo di Maria; tuttavia uno
lo facilita ed è costituito dal seguente passo, che, dopo aver illuminato
Veronica, illumina il lettore: “Questi fogli che ora scrivi… siano a te per
ricordo e testimonianza che io, tua coadiutrice alle operazioni di Dio in te,
sono anche cooperatrice con te” (D IV,489). Maria è “coadiutrice” alle operazioni di Dio
nell’assimilare Veronica a sé, per comunicare sé.
Così
l’anima, istruita dalla catechesi della Chiesa e dalla luce della grazia, dicendo
i suoi sì a Maria, obbedendo così a Cristo che dalla croce disse: “Figlio
ecco tua Madre”, vede diventare sempre più viva la sua unione con Lei,
nell’azione dello Spirito Santo, che è Spirito di vita e di comunione:
“In
quell’istante esso Amore unì te con me, ambedue le anime per unione si fecero
una sola” (D IV,667).
“In
quel mentre io ti feci riposare nel mio seno, avesti l’unione con l’anima mia” (D IV,901).
Maria vedendo l’anima unita a sé comunica, sempre
più, sé all’anima in modo che i suoi connotati interiori si stampino in essa.
Moltissimi testi del Diario fanno da guida a questo
pensiero:
“Figlia mia, sei guidata da me, sei mia figlia e ogni volta
che tu avrai l’unione con l’anima mia, sempre resterai adorna con le mie virtù,
con i miei meriti”
(D IV,599).
“Fu graziata quest’anima dell’anima mia e io le feci un
altro adornamento delle mie virtù e meriti, che restarono impresse in essa come
fa il sigillo con la cera” (D IV,621).
Tali passi dicono che la comunicazione delle virtù
è accompagnata dalla comunicazione dei meriti; cioè dalla confidenza, stampata
nel profondo della coscienza, nell’azione di mediatrice di grazia della Madre.
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