Australopiteco
(Australopithecus)
garhi (1996)
"Ghari" significa "sorpresa"; è
quella che ebbero gli scopritori di fronte al nuovo fossile che scompigliava le
loro idee. Il nuovo australopiteco aveva una dentatura massiccia come
l'Australopithecus robustus, ma con caratteristiche craniali che lo avvicinavano
all'Australopithecus gracilis, o Africanus. Per i ricercatori dei phylum verso
l'uomo, l'Australopithecus garhi prenderebbe il posto dell'Australopithecus afarensis. La ragione è che il femore dell'Australopithecus ghari è un pò più allungato di quello dell'Australopithecus afarensis, che aveva braccia lunghe e
gambe corte. Dai reperti posseduti si pensa che l'altezza fosse di 1,4 m., ma
con una taglia corporea più piccola rispetto all'Afarensis e al Boisei. La
maggior lunghezza del femore, e quindi degli arti inferiori, trova però
un'armonia con quelli superiori, poiché braccio e avambraccio sono simili a
quelli dello scimpanzé. La capacità cranica è stata stimata in 450 cc. La
faccia risulta prognata, come nelle scimmie.
Il reperto più importante è stato trovato a Bauri, un
villaggio nella regione dell'Awash, nell'Afar (Etiopia). Gli utensili litici
ritrovati in zona sono da attribuire all'Homo habilis e all'Homo ergaster, dei
quali sono stati trovati dei reperti nelle vicinanze. Ghari è
datato a 2,5 milioni di anni fa, in base allo strato del ritrovamento.
Si ha una mandibola, un femore, un avambraccio, un'ulna, un
corpo omerale, e altri frammenti.
|