Homo neanderthalensis

 

                    

 

Homo neanderthalensis è vissuto tra circa 250 a 30 mila anni fa. Di lui sono stati ritrovati fossili in Europa, in Africa e in Asia. La prima scoperta avvenne nel 1856 in una grotta di Feldhofer nella valle di Neander in Germania, poco distante da Dusseldorf. Altre scoperte erano avvenute in Belgio nel 1829 e a Gibilterra nel 1848. Seguirono nel 1886 altri rinvenimenti in Belgio. Nel 1899 si ebbero rinvenimenti in Croazia, poi nel 1908 in Francia, a La Chappelle aux Saint, venne trovato il fossile di un uomo anziano, risalente a 50 mila anni fa, con la capacità cranica di 1620 cc. Va detto qui che l'indice di intelligenza non sta tanto nel volume dell'encefalo, quanto nella finezza della sua struttura neuronica. La rozzezza di Neanderthal lo distacca in negativo dal Sapiens arcaicus, a ancor più dall'Antecessor.

Resti di Neanderthal, datati a 70-40 mila anni fa, vennero ritrovati tra il 1953 e il 1960 nella gotta di Shanidar in Irak. Nel 1979, nel villaggio di Saint Césaire (Francia), venne trovato uno scheletro completo, datato a 35 mila anni fa. Il Neanderthal è stato ritrovato nell'Uzbekistan, nell'Ucraina, in Polonia, in Portogallo e anche nel Galles.

L'Homo neanderthalensis aveva una struttura molto robusta. Arti corti, ma spessi con attacchi adatti ad una forte muscolatura. I maschi pesavano circa 84 kg.. con 1,6 m. di altezza, mentre le femmine pesavano circa 75 kg. con 1,5 m. di altezza. La capacità cranica media è di 1450 cc., ma si va fino a 1800 cc. e più. La mascella è sporgente, con mento di pochissimo rilievo. La fronte è sfuggente, con presenza di arcate (torus) sovraorbitarie. Naso poco sporgente. Cranio basso, ma allungato. Il Neanderthal si incrociò con altri tipi umani come dimostrano reperti in Palestina, dove 100 mila anni fa vivevano uomini con crani ibridi neandertaliani-moderni.

Nel giacimento di Saccopastore sulla via Nomentana, nella periferia nord orientale di Roma, sono stati rinvenuti, nel 1824 e nel 1935, due crani, datati a 120 mila anni fa, con particolarità proprie, ma anche con tratti neandertaliani. In territorio Italiano si ha la presenza del Neanderthal nel Paleolitico medio (120-35 mila anni fa). Un tipico Neanderthal è stato ritrovato in una grotta del promontorio del Circeo, sul Tirreno, tra Anzio e Gaeta; il fossile risale a 60 mila anni fa.

Il Neanderthal aveva sviluppato una socialità ricca, ma chiusa agli influssi esterni: un culto della razza. La sua industria litica è evoluta e viene denominata Musteriana, da Le Moustier, nella Dordogna (Francia). Anzi in “Le Scienze” dell'Agosto 2006 si parla di manufatti che prima sono stati attribuiti al Sapiens, ma che in realtà erano del Neanderthal. Lo scontro di civiltà tra il Sapiens e il Neanderthal sembra non esserci stato, ma anzi si segnalano casi di convivenza per migliaia di anni come a Gibilterra. Il Neanderthal dovette la sua estinzione a condizioni climatiche nuove, alla fine dell'ultimo ritiro dei ghiacciai, con alluvioni, cambiamento del territorio. Di fronte a ciò non seppe organizzarsi. La sua cultura chiusa, anche se avanzata, come si vede nella sepoltura dei defunti, nelle pitture rupestri, non seppe riorganizzarsi per quel cambio che lo avrebbe salvato. Lo stesso culto razziale, che troppo spesso lo isolò geneticamente, alla fine si rivelò la sua debolezza fatale.