Homo longi o harbin

 

 Homo longi o harbin

 

Homo longi (Long significa in cinese “drago”). La denominazione deriva dalla provincia cinese di Heilonjiang - Fiume del Drago Nero -. Lo stesso fossile è chiamato anche Homo di Harbin, città cinese. Il fossile venne trovato nel 1933 durante la costruzione di un ponte sul fiume Songhua, sulle cui rive è presente la città di Harbin. Per evitare che il fossile fosse requisito dai giapponesi invasori venne nascosto in un pozzo in disuso. Il fossile è stato recuperato nel 2018 su indicazione di un anziano poco prima di morire. Il fossile risulta molto ben conservato.

 

La capacità cranica è notevole (1420 cm³) e i tratti lo avvicinano più al Sapiens che al Neanderthal. La datazione ottenuta con tecnica geochimica è di 146.000 anni fa, se non di più. Il cranio di Harbin è affine a un altro cranio ritrovato in Cina nel 1978. Confrontato poi con altri 95 crani si è visto che esisteva una linea umana precisa.

Alcuni collegano Homo di Harbin a Homo denisova (località sulle montagne Altaji in Siberia), di cui però si sa molto poco, se non che estese la sua influenza dalla Siberia fino all’altopiano del Tibet.

La linea Homo harbin ha avuto contatti con il neanderthal e il sapiens, anche con incroci.

La possibilità di utilizzare frammenti di DNA presenti nel tessuto osseo, porta sempre più a vedere collegamenti tra linee razziali. Nei reperti ossei il DNA nucleare e mitocondriale si trova conservato non intatto, ma in frammenti, con sufficiente conservazione. Tali frammenti, uniti a frammenti di più reperti hanno portato a una ricostruzione del genoma del neanderthal, e questo ha permesso di vedere le affinità genetiche dentro un quadro di Homo.

È da rilevare che le differenze tra il Neanderthal, l’Harbin, il Denisova e il Sapiens asiatico non oltrepassano le differenze dell’odierna umanità distribuita nei vari continenti.