Homo denisova

 

 Denisova, grotta dell'Altaji Denisova, grotta di Baishiya Karst              

 

Dente grotta dell'Altaji        Denisova,grotta dell'Altaji, ricostruzione volto di fanciulla        Denisova, grotta di Baishiva Karst, mandibola digitalizzata

 

Denisova è una grotta situata sulle montagne Altaji in Siberia. La grotta è stata abitata molte volte da quello che viene chiamato Homo Denisova e dal Neanderthal.

Nella grotta, nei vari strati di sedimentazione, che ammontano a venti, sono stati ritrovati, in più riprese due denti e un dito mignolo, tre denti, alcuni frammenti ossei, tra i quali un frammento di cranio. La datazione proposta è tra i 70.000 e 40.000 anni fa.

L’area geografica nella quale è situata la grotta era abitata principalmente dal Sapiens e in misura minore dal Neanderthal, già in difficoltà rispetto al Sapiens. I reperti fossili hanno però delineato un terzo filo Homo, che è stato denominato Homo Denisova. Questo risultato è dovuto all’acquisita capacità di estrarre dai fossili il mtDNA (mitocondriale), che si può conservare pur con frammentazioni e decadimenti per molti decenni. Si è ottenuta dal mignolo la sequenza completa del mtDNA con il risultato di definire un Homo distinto dal Neanderthal e dal Sapiens, più vicino al Neanderthal che al Sapiens. Un dente dei tre ritrovati, esaminato nel suo mtDNA, ha presentato un esito vicino a quello del mignolo. Un altro dente, però, ha presentato differenze.
Infatti, seguendo il sequenziamento del DNA nucleare - non ottenuto completo - del mignolo, si è visto che era di una ragazza, frutto di un incrocio tra una madre Neanderthal e un padre Denisova.
La possibilità di ricavare il mtDNA e il DNA nucleare – questo più difficile da ricostruire pienamente - ha dato la possibilità di cogliere i contatti genetici tra Homo. Ad esempio il mtDNA di Homo Heidelbergensisis di cui sono stati ritrovati fossili (datati a 400.000 anni fa) nella grotta di Sima de los Huesos nella Sierra di Atapuerca, in Spagna, era simile a quello Denisova.

Nel Tibet in una grotta carsica di Baishiya Karst, a 3280 metri di quota, nella Contea cinese di Xiahe, è stata rinvenuta da un monaco, nel 1980, una mandibola di un adolescente. La mandibola venne donata all’Università di Lanzhou.

La datazione del fossile è avvenuta attraverso una crosta di carbonato attaccata ad esso. Il risultato è di 160.000 anni fa.

Non è stato possibile ricavare dal fossile resti del DNA, ma si è avuta la possibilità di estrarre dal collagene della dentina di un molare varie proteine, delle quali una parte è specifica per ogni Homo. In tal modo si è vista la parentela con i Denisova siberiani.

In Cina sono stati rinvenuti fossili che presentano una vicinanza genetica con i Denisova.
Dal punto di vista della manifattura, i Denisova erano più abili dei Neanderthal nella produzione di utensili. Erano abili anche nella produzione di gioielli primitivi.

Il Denisova siberiano risulta imparentato con le popolazioni isolane del Sud-est asiatico. I Papua della nuova Guinea sono maggiormente imparentati con i reperti della grotta di Altaji. Meno vicine sono le popolazioni dell’area geografica che dall’Asia giunge all’Oceania.
Una cosa è chiara gli Homo sono fertili tra di loro, e questo è un dato a favore del pensiero biblico, che è quello del monogenismo.

È chiaro che Homo subì condizionamenti geografici (clima, altitudine, cibo, isolamento). Fuori dubbio che si ebbero dispersioni estese specie quando le aree geografiche furono libere, per poi giungere al confronto tra popolazioni diverse per il dominio dei territori. La storia di ieri non può essere stata dissimile da quella di ieri. Del resto gli evoluzionisti non possono aver nulla da obiettare con questo, dal momento che il darwinismo include la selezione, cioè il prevalere del più forte. A nessuno sfugge che il nazismo sia stato l’esempio più tragico dell’adozione ideologica del darwinismo.

Nel 2014 un gruppo dell’Università ebraica di Gerusalemme guidato dalla professoressa Liran Carmel ha tentato di valutare le proporzioni fisiche della fanciulla del mignolo, con la riserva di ottenere risultati generici più che specifici.

Il metodo elaborato si basa su di un ampio database (Human Phenotype Ontology) che connette i danni somatici alla presenza di geni mancanti o alterati. Altro punto è stato quello di esaminare la metilazione del DNA della fanciulla. La metilazione è un processo biochimico che silenzia i geni. La via di studio è stata la citosina, che col tempo si degrada in un prodotto finale specifico. Da ciò si è ricavata una mappa di metilazione, messa a confronto con quella del Neanderthal e del Sapiens, e anche dello scimpanzè. La metilazione funziona da silenziatore dei geni per cui si ha un’analogia con il database Human Phenotype Ontology. Da questi presupposti si è espressa la valutazione delle espressioni fenotipiche della fanciulla Denisova.

 

Il risultato è stato accolto come interessante, ma si è notata la lacuna della non pubblicazione dei procedimenti di calcolo. Ne segue che per dare una valutazione del risultato ingegnoso bisognerà aspettare la scoperta di altri fossili più somaticamente significativi.