VIII Stazione: Gesù incontra
le donne di Gerusalemme
V/. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi
R/.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum
La Parola
(Mt 24,15-20; Lc 23,28-31): "Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l'abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele - chi legge, comprenda -, allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo non torni indietro prendere il suo mantello”. “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: ‹Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato›”. |
Signore Gesù, le donne di Gerusalemme ti compassionarono con lamenti
funebri, come se la tua morte segnasse un addio definitivo. Anche
noi ti compassioniamo, ma con animo diverso. Tu Signore ci hai amato
nei patimenti; tu, da morti che eravamo, ci hai dato vita. Tu ci hai
resi capaci di considerare l'immisurabile amore col quale ci hai
amati. Noi, Signore, volgendo lo sguardo verso di te, povero umile e
crocifisso, ti adoriamo, ti benediciamo, ti lodiamo, ti ringraziamo,
ti compassioniamo.
Tui Nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
pœnas mecum divide.
|