IX Stazione: Gesù cade per la
terza volta
V/. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi
R/.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum
La Parola
(Ps 68): "Chi spera in te, per colpa mia non
sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; per causa mia non si
vergogni chi ti cerca, Dio d’Israele. Per te io sopporto
l'insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono diventato un
estraneo ai miei fratelli, uno straniero per i figli di mia
madre. Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di
chi ti insulta ricadono su di me. (…) Ma io rivolgo a te la mia
preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza. (…) Liberami dal
fango, perché io non affondi, che io sia liberato dai miei nemici
e dalle acque profonde. Non mi travolga la corrente, l’abisso non
mi sommerga, la fossa non chiuda su di me la sua bocca.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me
nella tua grande tenerezza”.
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Signore Gesù, essere sfiniti a pochi passi dall'apogeo dei
dolori ci porta allo sgomento, ma tu aiutaci a procedere. Aiutaci a
procedere anche se il Padre ci “abbandona”, ritirando da noi le sue
consolazioni, per farci, in unione a te, in dipendenza da te, dei
piccoli corredentori. Ma tu, Signore Gesù mai ci abbandoni, come ci
hai promesso, e come sperimentiamo, poiché nel centro più centro del
nostro cuore avvertiamo la pace e la forza della tua presenza, anche
se la spada del dolore ci colpisce.
Eia mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
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