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(1,43-51)
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Dalla Giudea alla Galilea
43 Il giorno
dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”.
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Filippo era di Betsaida, la città di Andrea e di Pietro.
45 Filippo trovò Natanaele e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth”. 46
Natanaele gli disse: “Da Nazareth può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. 47
Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”.
48 Natanaele gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. 49
Gli replicò Natanaele: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”.
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Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. 51 Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. |
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“Il giorno dopo”, segna la
partenza. L'arrivo in Galilea dalla Giudea richiedeva parecchi giorni di
cammino. Betsaida di Galilea (Gv 12,21) era chiamata così alla pari di
Giuda di Galilea , che si chiamava anche Giuda di Gamala, come riferisce
Giuseppe Flavio, comandante della Galilea (Ant. 18, 1, 6). Lo storico
chiarisce che Giuda di Gamala faceva parte della Gaulanitis (BJ, 2, 20,
6). Se Giuda di Gamala, ancora più lontana dalla riva orientale del lago
di Tiberiade di Betsaida, poteva essere detta Giuda di Galilea, a
maggior ragione lo poteva Betsaida. Con tutta probabilità il termine di
Betsaida di Galilea era perché la Gaulanitis era aggiunta alla
giurisdizione sulla Galilea. Betsaida di Galilea doveva essere di
necessità vicina al lago poiché residenza di pescatori.
L'attenzione attuale degli archeologi è per il sito archeologico di El-Tell, che secondo congetture doveva in antico corrispondere alla capitale del regno di Ghesur (2Sam 3,3). Si è identificata Betsaida di Galilea con Betsaida Giulia, così chiamata in onore della figlia di Augusto, e corrisponde all'attuale Khiebet el-Arag, situata presso lo sbocco del Giordano nel lago di Tiberiade a 2 km ad est. Questa identificazione ha goduto e gode di molto favore, ma le proposte abbondano e si parla del sito archeologico di El-Meydiah, di El Mesadiyeh, di Et-Tellawiyeh, di Ain et Tahigha. La cosa certa è che Betsaida di Galilea è esistita e si trovava nella zona orientale del lago di Tiberiade, non distante dal lago. “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Bellissimo questo particolare che fa intendere a Natanaele, e lo colpisce, che Gesù lo vedeva anche quando era solo e non visto da nessuno, mentre pensava sotto il fico, con tutta probabilità di casa sua, a Cana di Galilea.
“Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Questa professione di fede nella divinità di Cristo
in Natanaele
procede da Giovanni Battista e dallo Spirito. Filippo di Betsaida che gli diede la notizia che avevano trovato il Messia dice meno: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth”.
“In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Queste parole indicano come sia Gesù il mediatore tra il cielo e la terra. La speculazione rabbinica aveva visto quali mediatori gli angeli attribuendo ad essi la consegna della Legge a Mosè (At 7,38.53; Gal 3,19; Eb 2,2). Ma il mediatore che fa sì che gli angeli scendano in terra in missione e risalgano poi in cielo è Cristo. Questo sarà chiaro a tutti quando Gesù risorgerà glorioso e salirà al cielo. Il riferimento all'immagine della scala vista da Giacobbe (Gn 28,12) sulla quale scendevano e salivano gli angeli, significava Cristo: lui è la scala che congiunge il cielo con la terra e la terra con il cielo.
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