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(18,1-14) |
L'arresto di Gesù
18
1 Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.
2 Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli.
3 Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi.
4 Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: “Chi cercate?”.
5 Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù: “Sono io!”. Vi era con loro anche Giuda, il traditore.
6 Appena disse loro “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra.
7 Domandò loro di nuovo: “Chi cercate?”. Risposero: “Gesù, il Nazareno”.
8 Gesù replicò: “Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”,
9 perché si compisse la parola che egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato”.
10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
11 Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?”.
12 Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono
13 e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno.
14 Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: “È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo”.
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“Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli”.
Il Cedron (Qidron, oscuro) è un torrente ad est di Gerusalemme, lungo la valle che separa Gerusalemme dal monte degli Ulivi. Il giardino o orto è precisamente il Getsemani (Mt 26,36; Mc 14,32), ed era ai piedi del monte degli Ulivi (Lc 22,39). Getsemani significa: “frantoio per l’olio”. Con tutta probabilità era il luogo dove Gesù si ritirava di notte quando era a Gerusalemme (8,1; Lc 21,37). Giuda conosceva bene quel posto.
“Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi”. E’ difficile pensare a soldati romani anche se viene usato il termine coorte, perché una coorte era formata da 600 uomini (tale era quella della Torre Antonia), e se per
coorte si può intendere linguisticamente anche un manipolo, questo era di 200 uomini, veramente troppi. Il termine usato da Giovanni non conduce così necessariamente a soldati romani, che comporterebbe anche il grave problema dell’adesione della Torre Antonia ad un’azione congiunta con le guardie del tempio fuori dal tempio, e quindi non per l’ordine dentro il tempio. Matteo e Marco non parlano di coorte, ma di una folla con spade e bastoni, che è realtà diversa da un gruppo organizzato e disciplinato di armati. La lettura più giusta è quella di pensare a dei
miliziani (spade e bastoni) assoldati dal tempio per l’occasione, e a guardie del tempio. Chi guida il gruppo è Giuda non per il comando, ma perché sapeva dove trovare Gesù.
“‹Chi cercate?› Gli risposero: ‹Gesù, il Nazareno›. Disse loro Gesù: ‹Sono io!›. Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro ‹Sono io›, indietreggiarono e caddero a terra”. Gesù dà un saggio della sua potenza buttando a terra con una sola parola “Sono io” tutta quella soldataglia. E’ il segno che non sono loro ad avere potere su di lui, ma è lui che obbedisce al Padre per un combattimento contro il male da cui ne uscirà vittorioso con la forza dell’amore (19,11).
“Domandò loro di nuovo: ‹Chi cercate?›. Risposero: ‹Gesù, il Nazareno›. Gesù replicò: ‹Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano›, perché si compisse la parola che egli aveva detto: ‹Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato›”. Poteva avvenire che fossero arrestati anche gli apostoli, ma Gesù concentrando tutto si di sé allontana questo pericolo secondo quanto da lui detto (6,39; 17,12). La fede degli apostoli non era ancora corroborata dalla Pentecoste, e con ciò l’opera di Gesù si sarebbe dissolta.
“Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco”. Pietro crede che sia il momento dello scontro armato. Già aveva detto che avrebbe dato la vita per il Maestro (11,16; 13,37), e con lui gli altri apostoli (Mt 26,35), e ora da coraggioso ne dà la dimostrazione.
“Gesù allora disse a Pietro: ‹Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?›”. Pietro ha agito per legittima difesa, ma Gesù ritorna a parlare del calice che dovrà bere e che vuole bere (Mt 20,20; Mc 10,38).
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