 |

 |
 |
(13,18-30) |
Giuda traditore
18 Non parlo di tutti voi, io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno (Ps 40/41,10).
19 Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
20 In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.
21 Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: “In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà”.
22 I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse.
23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
24 Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava.
25 Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”.
26 Rispose Gesù: “È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò”. E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.
27 Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: “Quello che vuoi fare, fallo presto”.
28 Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo;
29 alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: “Compra quello che ci occorre per la festa”, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
30 Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
|
|
“Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”.
Calcagno come disprezzo. La citazione della Scrittura vale perché gli apostoli non siano smarriti di fronte a quel tradimento che sembrerà far trionfare il tempio e gettare un'ombra su tutti loro.
“Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono”. L’annuncio del traditore, non nominato, è velato nella citazione del salmo.
Quando vedranno il tradimento e il traditore, non dovranno rimanere disorientati, ma credere ancora nel suo essere il Figlio di Dio: “Io sono”.
Gli apostoli sarebbero stati sprovveduti di fronte al pensiero che Gesù avesse scelto tra i suoi uno che sapeva che lo avrebbe tradito. Gesù lo dice in anticipo, lo sa, egli è il Figlio di Dio.
Gesù sapeva quello che avrebbe fatto Giuda liberamente e con sua terribile responsabilità, non fatalisticamente.
Gesù non poteva impedire che Satana arrivasse a quel punto con Giuda, dal momento che Giuda si era dato a lui. Impedire, di potenza divina, a Satana di entrare in Giuda significava fuggire quell’ora. Satana doveva essere sgretolato con l’obbedienza d’amore alla volontà del Padre. Doveva essere vinto secondo la carità salvifica del Figlio dell’uomo venuto per liberare gli uomini dalle catene del peccato. Se Gesù avesse arrestato l’opera di Satana su di lui avrebbe fatto naufragare l’opera della salvezza e quindi avrebbe dovuto ricorrere alla giustizia mettendo fine alla storia del genere umano. Ma Gesù non ha fatto questo: è stato obbediente al Padre fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2,8).
Ci si domanda: “Ma se Giuda non avesse tradito Gesù egli non avrebbe versato il suo sangue e non ci avrebbe salvati?”. La riposta è che il mondo avrebbe colpito prima o poi il Cristo e in qualche modo (spada, lapidazione?), poiché il mondo odia l’Amore.
“In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. Il traditore e il tradimento non getteranno ombra sugli apostoli. Non devono temere; la loro dignità di apostoli nessuno la potrà intaccare poiché stabilita sul fatto che chi li accoglie, accoglie lui, e chi accoglie lui accoglie il Padre.
“Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: ‹In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà›. I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse”. Gesù esplicitamente dice che uno di loro lo tradirà. E’ il dramma, ognuno si esamina: forse potrebbe essere lui il traditore.
“Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: ‹Signore, chi è?›. Rispose Gesù: ‹È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò›”. Simon Pietro non regge e domanda a Giovanni di informarsi. Dare un boccone era un atto di grande cortesia. Un ultimo appello al cuore di Giuda. Giuda mangia ma interpreta malvagiamente quel boccone come un atto di debolezza, di paura.
“E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui”. Già Satana aveva messo in cuore a Giuda di tradire Gesù (13,2), ora si compie l’epilogo.
“Satana entrò in lui”. Giuda non diventa un indemoniato da esorcizzare, che Gesù lo avrebbe fatto, ma è posseduto spirituale, in modo orribilmente estremo.
“Gli disse dunque Gesù: ‹Quello che vuoi fare, fallo presto›”. Ancora un appello: Gesù non fuggirà davanti al tradimento, di fronte all’ora tragica che incombe e alla quale Giuda ha tanta parte.
“Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; 29 alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: ‹Compra quello che ci occorre per la festa›, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri”. La misericordia di Gesù gli ha impedito di additare Giuda davanti a tutti.
|
|