Commento
Il salmo è stato molto probabilmente scritto prima della caduta di Ninive (612 a.C.) capitale dell'impero Assiro. Il salmista presenta Israele accerchiato da nemici, che volendo cancellare dalla terra Israele sono in lotta contro Dio; anzi sono direttamente in lotta contro Dio, di cui Israele è testimone nella storia. Il salmista fa un elenco di questi nemici che si sono alleati su di un punto: abbattere Israele in quanto popolo di Dio. Il salmista li vede tutti concordi in questo proposito tanto che dice che hanno concluso contro Dio un'alleanza. L'accerchiamento è completo: a sud c'è Edom, Amalek, e le tribù arabe di Gebal, degli Agareni discendenti da Agar (Gn 16,3) e gli Ismaeliti discendenti di Ismaele (Gn 21,18); ad est c'è Moab e Ammon, figli di Lot (Gn 19,37); a sud-ovest ci sono i Filistei (la Palestina meridionale in riva al Mediterraneo; a nord-ovest Tiro; a nord-est gli Assiri, che agiscono d'intesa con i figli di Lot). Il salmista inizia con una invocazione-lamentazione: “Dio, non startene muto, non restare in silenzio e inerte, o Dio”. Il salmista chiede che tanti nemici vengano dispersi, come già un giorno Dio fece contro i Madianiti (Cf. Gdc 7-8); contro Sisara e Iabin (Gdc 4-5). Oreb e Zeb sono principi Madianiti (Gdc 7,25), come pure Zebee e Sàlmana (Cf. Zebach e Zalmunna: Gdc 8,5). Il salmista ha toni molto forti, crudi, ma considera che dall'umiliazione dei nemici di Dio ne possa nascere la conversione a Dio: “Copri di vergogna i loro volti perché cerchino il tuo nome, Signore”. Questo salmo non entra nella recitazione cristiana proprio per i toni duri, di richiesta di distruzione come via alla conversione. |