Commento
Composto nel tardo postesilio questo salmo utilizza frammenti di altri salmi, ma non manca di una sua bellezza. Rivolto ai pellegrini presenti nel santuario (“Voi che state nella casa del Signore”), comincia con un invito alla lode: “Lodate il nome del Signore...”. A questo invito segue una laudante professione di fede rivolta a comporre il cuore dei presenti. Tale professione tocca i temi di Dio creatore e sovrano di tutte le cose, liberatore del suo popolo dall'Egitto e condottiero nella conquista della terra di Cànaan: “Sicon, re degli Amorrei, Og re di Basan e tutti i regni di Cànaan” (Cf.Nm 21,21s). Segue in riposta una professione collettiva di fede: “Signore, il tuo nome è per sempre...”, che prosegue, utilizzando il salmo (113 B), col rigetto di ogni tentazione di rivolgersi agli idoli. La particolarità che ha il doppione è che “la casa di Aronne”, viene distinta dalla “casa di Levi”; cioè viene distinto il sacerdozio, dai leviti che servivano nel tempio. Quest'ultima parte del salmo non è utilizzata dall'Ufficio delle Ore. Noi ci raduniamo nelle “case del Signore”, innanzitutto per la celebrazione Eucaristica, nella quale facciamo memoria di una liberazione ben più alta di quella dall'Egitto, che ne è una figura; e di un ingresso ben più alto di quello nella terra promessa, figura dell'ingresso all'intima unione con Dio, nella vittoria contro Sicon e Og, cioè il peccato e il vizio. |