Commento
Il salmo fa parte dei quindici salmi (119-133) detti “delle ascensioni”, perché usati nei pellegrinaggi a Gerusalemme a cui si giungeva con un percorso in salita. Usato a tale scopo, non sembra tuttavia essere stato composto per un pellegrinaggio. Il salmo infatti potrebbe riferirsi a una situazione diversa, considerando che i monti (“Alzo gli occhi verso i monti”) non siano quelli dove sorgeva Gerusalemme e il tempio, ma i monti (alture) dove erano presenti i culti idolatrici (1Re 11,7; 12,31; ecc.). Una tentazione che il salmista rigetta. Guardare verso l’alto è istintivo per l’uomo, poiché di sua natura tende verso l’alto: Dio. Il salmista non ne ricava però pace poiché vede le alture profanate dagli idoli. Tutto nel salmo indica non la provvisorietà di un pellegrinaggio, ma una stato di continuità di vita. “Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra”. Da questa professione di fiducia in Dio procede tutto il salmo. “Non lascerà vacillare il tuo piede”, cioè ti impedirà di fare mosse false, compromettenti. Dio è “è la tua ombra", nel senso che è ristoro nel dardeggiare delle difficoltà e nello stesso tempo è forza che “sta alla tua destra”. “Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte”, cioè Dio impedirà che venga ridotto a prigioniero condotto via senza alcun riguardo. “Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri”, cioè in tutte le situazioni di vita. |