Commento
Il salmo comincia con la proclamazione della regalità attiva di Dio. Tutta la terra è invitata all'esultanza, come pure le isole lontane (i lidi) del Mediterraneo (Cf. Ps 71,10; Is 42,4.10.12: 66,19). Dio è visto in un trono sulle nubi, che in tempesta trasvolano i territori delle nazioni; egli è Dio dell'universo. Il tema di Dio che avanza nella tempesta è già noto al salterio (Ps 17; 28). La sua avanzata è irresistibile, possente, niente può resistere, la sua potenza è al servizio del suo diritto di sovrano e alla sua giustizia: “Un fuoco cammina davanti a lui e brucia tutt'intorno i suoi nemici. Le sue folgori rischiarano il mondo: vede e frema la terra. I monti...”. La tempesta, gloria del Signore che trasvola sovrana i territori, smentisce gli adoratori di statue, che si rivolgono a pietre scolpite: Dio è vivo, unico, ed è sovrano di tutto. Il salmista con impeto invoca che "si vergognino tutti gli doratori di statue e chi si vanta del nulla degli idoli”; e con l'immagine poderosa degli dei che si prostrano a Dio chiede che i culti idolatrici si liberino dalle loro menzogne e si indirizzino al vero ed unico Dio: “A lui si prostrino tutti gli dei!”. “Perché tu, Signore, sei l'Altissimo su tutta la terra, eccelso su tutti gli dei” afferma il salmista, volendo dire che i demoni che agiscono all'ombra degli idoli, sono i bassissimi, davanti a colui che è l'Eccelso, l'Altissimo. Dio è potente e i suoi fedeli saranno strappati dalle mani degli empi che impongono i loro idoli, cioè dagli Assiri e dagli Egiziani, che operavano nell'area Palestinese: “Egli custodisce la vita dei suoi fedeli, li libererà dalle mani dei malvagi”. La battaglia contro gli idoli adorati dai malvagi è condotta da Dio per mezzo di un re che è punto di riferimento per i giusti: “una luce è spuntata per il giusto”. Questa luce è identificabile con il re di Gerusalemme Giosia (640-609 a.C.), che condusse in Israele una decisa campagna contro l'idolatria (2Re 22,1s). Egli è una figura di Cristo. Noi, Chiesa, non abbiamo solo di fronte genti che adorano idoli di pietra o legno o metallo; noi abbiamo in occidente anche idoli-uomo, che vengono adorati dale folle. Questi falsi dei in carne e ossa “si prostrino a Dio”. Rallegriamoci, noi, che siamo in Cristo, che apparteniamo alla Chiesa, di cui Sion è una figura. Amiamo Gesù Cristo, “egli custodisce la vita dei suoi fedeli”; egli ci libera “dalle mani dei malvagi”; lui, che regna e che viene sulle nubi del cielo (Cf. Mt 24,30; 26,64) a vincer per mezzo della Chiesa le fortezze del peccato, per poi un giorno venire lui stesso a porre fine agli empi della terra con la fine del mondo (Cf. Gl 2,1s; Sof ,1-3; Ap 1,14). |