Commento
Il salmo probabilmente è stato scritto nel periodo antecedente l’esilio, quando la giustizia lasciava molto a desiderare. Dio, supremo giudice, si “alza” in mezzo all’assemblea celeste - gli dei sono gli esseri angelici -, imponendo la sua maestà ai giudici della terra. La requisitoria esordisce in forma di domanda, e continua in forma d’esortazione: “Fino a quando emetterete sentenze ingiuste e sosterrete la parte dei malvagi? salmista in tal modo introduce nel salmo la sostanza delle riprensioni di Dio per mezzo dei profeti. Il salmista prosegue rivolgendosi a Dio con la desolata constatazione dell’impenitenza dei giudici iniqui: “Non capiscono, non vogliono intendere, camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra”. L’ingiustizia dei giudici scardina il vivere civile. Il salmista a sua volta interpella i giudici iniqui affermando la loro dignità, ma anche la loro realtà di uomini che passano: “Io ho detto: <Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo, ma certo morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti”. Sono “dei” perché chiamati ad amministrare la giustizia in conformità a quella contenuta nella parola di Dio. Infine il salmista si rivolge a Dio dicendo: "Alzati, o Dio, a giudicare la terra". Con ciò non invoca la fine del mondo, ma che egli intervenga quale giudice che punisce gli empi e libera da loro gli oppressi. Chi opererà questo sarà Cristo, che prima giudicherà in modo inedito - un giudizio non espresso e che coincide con la scelta del soggetto stesso: con Cristo o contro Cristo (Gv 3,18; 12, 48; At 13,46) -, e che poi giudicherà con la sentenza e la condanna finale alla sua seconda venuta (Mt 25,31s). Gesù ha usato il passo “voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” (Gv 10,34). |