|
Al
maestro del coro. Su "I torchi". Salmo. Di Davide
|
|
O Signore,
Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! |
|
Commento
L’orante esprime
il suo stupore verso Dio. Ogni cosa sulla terra manifesta la sua potenza e
grandezza - “il suo nome” -. Egli è tanto potente che può abbattere i suoi
avversari anche solo con la bocca dei bimbi e dei lattanti, proclamanti la sua
maestà, che gli empi vorrebbero oscurare.
Lo spettacolo della volta stellata fa sentire l’orante piccolo, poca cosa, e
quindi realtà trascurabile da Dio, ma non è affatto così. L’uomo - afferma
l’orante – è fatto poco meno degli angeli, capace di dominio sulle cose create
da Dio. Gli angeli sono puri spiriti e come tali hanno una natura superiore a
quella dell’uomo, che apprende le cose in concomitanza con i sensi, mentre
l’angelo è semplice intellezione. Tuttavia gli angeli non procreano,
collaboratori di Dio, una carne, che è animata da un’anima creata all’istante da
Dio per la formazione di un nuovo uomo o di una nuova donna. Poi nessun angelo
ha una carne contro la quale lottare, e con la quale giungere a testimoniare il
suo amore a Dio fino a sacrificare la vita.
L’orante termina il salmo con le stesse parole di stupore con il quale l’aveva
cominciato.
|