Maskil. Di Asaf |
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O Dio, perché
ci respingi per sempre,
fumante di collera
contro il gregge del tuo pascolo?
Ricòrdati della comunità
che ti sei acquistata nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tua proprietà,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel santuario.
Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea,
issarono le loro bandiere come insegna.
Come gente che s'apre un varco verso l'alto
con la scure nel folto della selva,
con l'ascia e con le mazze
frantumavano le sue porte.
Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
pensavano: "Distruggiamoli tutti".
Hanno incendiato nel paese tutte le dimore di Dio.
Non vediamo più le nostre bandiere,
non ci sono più profeti
e tra noi nessuno sa fino a quando.
Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario?
Il nemico disprezzerà per sempre il tuo nome?
Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la tua destra?
Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
Tu con potenza hai diviso il mare,
hai spezzato la testa dei draghi sulle acque.
Tu hai frantumato le teste di Leviatàn,
lo hai dato in pasto a un branco di belve.
Tu hai fatto scaturire fonti e torrenti,
tu hai inaridito fiumi perenni.
Tuo è il giorno e tua è la notte,
tu hai fissato la luna e il sole;
tu hai stabilito i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai plasmati.
Ricòrdati di questo:
il nemico ha insultato il Signore,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
Non abbandonare ai rapaci la vita della tua tortora,
non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
Volgi lo sguardo alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
L'oppresso non ritorni confuso,:
il povero e il misero lodino il tuo nome.
Alzati, o Dio, difendi la mia causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
Non dimenticare il clamore dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine. |
Commento
Il salmo è stato composto dopo
la distruzione del tempio ad opera dei Babilonesi (2Re 25,9; 2Cr 6,19). (Non
è accettabile l’ipotesi che il salmo si riferisca al tempo di Antioco
Epifane, il quale profanò e saccheggiò il tempio, ma non lo diede alle
fiamme (1Mac 1,20; 2Mac 5,15s), poiché lo dedicò a Giove Olimpio (2Mac 6,2).
Inoltre il salmo presenta la distruzione di tutti luoghi di culto di
Israele, che infatti erano rimasti nonostante la forte centralizzazione
operata a favore del tempio di Gerusalemme).
Il salmista è un pio giudeo non deportato (2Re 25,12) che ha visto il furore
dei Babilonesi contro il tempio del quale rimangono solo “rovine
eterne”; “eterne”
perché totali, senza alcuna possibilità di restauri. Sconcertato, il pio
giudeo innalza a Dio il suo lamento, ma non con disperazione. Egli esordisce
con un interrogativo desolato: “O
Dio, perché ci respingi per sempre, fumante di collera contro il gregge del
tuo pascolo?”. A
questo interrogativo fa seguire subito quanto Dio ha fatto “nei
tempi antichi” per il
suo popolo: “Hai
riscattato la tribù che è tua proprietà, il monte Sion, dove hai preso
dimora”.
Il pio giudeo non si preoccupa del resto della città dove i palazzi dei
ricchi e dei potenti sono stati incendiati e le mura abbattute, geme per la
distruzione del tempio, e innalza la sua preghiera a partire dalla vista di
quelle rovine. Egli presenta a Dio l’azione blasfema dei nemici contro il
santuario, chiamandolo così in causa, poiché egli è il grande offeso, e
invocando che ritorni a sostenere Sion: “Volgi
i tuoi passi a queste rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel
santuario(…). Hanno dato alle fiamme il tuo santuario, hanno profanato e
demolito la dimora del tuo nome”.
La profanazione avvenne con la loro presenza di pagani nel tempio, con lo
spargimento di sangue di quanti erano a servizio del tempio, con
l’innalzamento degli stendardi militari e religiosi (Nm2,2; 1Nac 1,45s)
babilonesi, in segno di supremazia dei loro dei su Dio. La loro azione
contro Dio abbracciò tutti i luoghi di culto a Dio: “Distruggiamoli
tutti”.
Le insegne di Gerusalemme presenti nel frontone del tempio furono bruciate e
sostituite, e ora il pio giudeo sente la pressione dei vincitori Mancano
anche profeti che possano dare una parola di luce, e nessuno dei superstiti
di Gerusalemme è capace di azzardare una data. Geremia aveva fatto la
profezia di 70 anni di esilio (Ger 25,11; 29,10), ma di questa il pio giudeo
del salmo non ne sapeva nulla, perché le parole di Geremia erano state
bloccate (Cf. Ger 36,23).
Il pio giudeo continua a pregare facendo appello a quanto in passato ha
fatto per Israele per liberarlo dall’Egitto: “Tu
con potenza hai diviso il mare, hai spezzato la testa dei draghi sulle acque”,
“I draghi”
sono i coccodrilli del Nilo, simboleggianti i carri da guerra dell’esercito
egizio; essi sono stati schiacciati mentre si avventavano come coccodrilli
sull’inerme Israele.
“Il Leviatàn”
era un serpente gigantesco a sette teste della mitologia Cananea, il
salmista lo prende a simbolo dell’Egitto vinto al mar Rosso. Il “branco
di belve” sono gli
squali del mar Rosso”. “Tu
hai fatto scaturire fonti e torrenti”;
si allude al miracolo dell’acqua
che sgorga dalla roccia durante il percorso nel deserto. “Tu
hai inaridito fiumi perenni”;
allude ai tempi di siccità coi quali ha colpito gli uomini. Dio è dunque
sovrano di ogni cosa, niente a lui può opporsi: “Tuo
è il giorno e tua è la notte, tu hai fissato la luna e il sole; tu hai
stabilito i confini della terra, l’estate e l’inverno tu li hai plasmati”.
Dopo avere ricordato le grandi opere di Dio, la sua sovranità su tutto, il
salmista ritorna a presentare a Dio l’insulto che ha subito da parte dei
suoi avversari, affinché intervenga in favore del suo polo umiliato: “Ricòrdati
di questo: il nemico ha insultato il Signore, un popolo stolto ha
disprezzato il tuo nome”;
“Alzati, o Dio,
difendi la mia causa, ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno. Non
dimenticare il clamore dei tuoi nemici; il tumulto dei tuoi avversari”.
Ma innanzi tutto il salmista fa appello all’alleanza: "Volgi
lo sguardo alla tua alleanza".
La Chiesa ha visto e vedrà l’odio profanare e demolire le sue chiese, ma
essa, tempio del Dio vivente, non sarà mai vinta in virtù della nuova ed
eterna alleanza stabilita nel sangue di Cristo.
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