Al maestro del
coro. Su “Non distruggere”. Di Davide. Miktam |
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Rendete veramente giustizia, o
potenti,
giudicate con equità gli uomini?
No! Voi commettete iniquità con il cuore,
sulla terra le vostre mani soppesano violenza.
Sono traviati i malvagi fin dal seno materno,
sono pervertiti dalla nascita i mentitori.
Sono velenosi come un serpente,
come una vipera sorda che si tura le orecchie,
che non segue la voce degli incantatori,
del mago abile nei sortilegi.
Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca,
rompi, o Signore, le zanne dei leoni.
Si dissolvano come acqua che scorre,
come erba calpestata inaridiscano.
Passino come bava di lumaca che si scioglie,
come aborto di donna non vedano il sole!
Prima che producano spine come il rovo,
siano bruciati vivi, la collera li travolga.
Il giusto godrà nel vedere la vendetta,
laverà i piedi nel sangue dei malvagi.
Gli uomini diranno: “C'è un guadagno per il giusto,
c'è un Dio che fa giustizia sulla terra!”. |
Commento
Questo salmo non trova
posto nella recitazione cristiana, per i suoi accenti di maledizione. Anche
il cristiano si trova spesso in situazioni di oppressione e di assenza di
protezione giuridica, ma non maledice, né ha astio, rimettendo, ad
imitazione di Cristo (Cf. Eb 2,23), la sua causa a Dio. Il salmo rimane
tuttavia una illustrazione drammatica della realtà interiore degli iniqui,
che tramano “iniquità con il cuore”.
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