Salmo 55 (56)  Fiducia nella parola di Dio

 

Al maestro del coro. Su “Colomba dei terebinti lontani”. Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero a Gat
 
Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita,
un aggressore tutto il giorno mi opprime.

Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici,
numerosi sono quelli che dall'alto mi combattono.

Nell'ora della paura
io in te confido.

In Dio, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un essere di carne?

Travisano tutto il giorno le mie parole,
ogni loro progetto su di me è per il male.

Congiurano, tendono insidie,
spiano i miei passi, per attentare alla mia vita.

Ripagali per tanta cattiveria!
Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio.

I passi del mio vagare tu li hai contati,
nel tuo otre raccogli le mie lacrime:
non sono forse scritte nel tuo libro?

Allora si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato;
questo io so: che Dio è per me.

In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola,

in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?

Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto
ti renderò azioni di grazie,

perché hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei piedi dalla caduta,
per camminare davanti a Dio
nella luce dei viventi.

Commento

 

Il giusto che il salmo presenta si rivolge a Dio chiedendo ripetutamente pietà. Egli sente gravare su di sé la mano degli empi e gli pare che Dio lo abbia lasciato a se stesso. Egli è al limite delle forze, ma non cessa di confidare in Dio. Egli sa che Dio è fedele e le sue parole non mutano: “Lodo la parola”.

L’attacco alla sua persona è astuto poiché per diffamarlo e rendere vana la sua testimonianza sulla parola di Dio travisano le sue parole. Essi coinvolgono la gente fino a creare contese sulla parola di Dio. Gli empi tendono insidie al giusto del salmo per accusarlo con le sue stesse parole, e osservano i suoi orari, i suoi percorsi, per giungere a prenderlo e ucciderlo. Per questo il giusto del salmo è costretto a nascondersi, a vagare di qua e di là. Tutto ciò rende profonda la sua fede in Dio; egli è convinto di Dio. Egli ha fatto dei voti e ora, a salvezza ottenuta, propone di assolverli in un ardente rendimento di grazie, e non in una semplice esecuzione formale. Egli riconosce che tutto è stato un cammino di purificazione: “Per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi”. La “luce dei viventi” è la parola di Dio. Essa, nel suo vertice più alto, é Cristo stesso, parola suprema.