|
|
Perché le genti
sono in tumulto
e i popoli cospirano invano?
Insorgono i re della terra
e i prìncipi congiurano insieme
contro il Signore e il suo consacrato:
“Spezziamo le loro catene,
gettiamo via da noi il loro giogo!”.
Ride colui che sta nei cieli,
il Signore si fa beffe di loro.
Egli parla nella sua ira,
li spaventa con la sua collera:
“Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna”.
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: “Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vaso di argilla le frantumerai”.
E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.
Imparate la disciplina,
perché non si adiri e voi perdiate la via:
in un attimo divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.
|
|
Di fronte ai
potenti della terra e alle genti che li seguono e appoggiano nella loro azione
di ribellione a Dio e al suo Messia, il salmista non si scompone, ma pieno di
fede e di speranza coglie la stoltezza, l’assurdità di una tale lotta contro
Dio.
Dio viene pensato dalle genti come un carceriere che toglie loro la libertà, e
combattono assurdamente il Cristo che è la vera libertà; quella offerta dal
Padre agli uomini: “Spezziamo le loro
catene, gettiamo via da noi il loro giogo!”.
Ma Dio non è impressionato dal loro tumultuare, dal loro organizzare in modi
sempre più astutamente avviluppati la loro ribellione. Dio non è zittito dal
cumulo delle loro astute negazioni, e parla loro con il linguaggio delle rovine
e delle devastazioni, causate dalla guerre delle discordie degli uomini e dalle
calamità naturali lasciate nel loro corso da Dio.
Il Cristo non potrà essere vinto da loro. Egli, da tutta l’eternità, è stato da
lui costituito sul monte Sion sovrano sulle genti; egli è il suo sovrano, poiché
posto da lui e a lui obbediente, e a lui devono sottomettersi tutti i re della
terra.
Il Cristo annunzierà alle genti il decreto di Dio che lo ha costituito sovrano
di tutte le genti e lo annunzierà perennemente con la presenza della Chiesa, sua
sposa e testimone di lui. Egli ha ricevuto una missione di vittoria che otterrà
nell’obbedienza e nell’amore al Padre: “Tu
sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò
in eredità le genti”.
“Ti ho generato”,
è la generazione dell’assunzione di una natura umana da parte del Verbo eterno.
Tale generazione di per sé lo costituisce il Cristo, ma ciò verrà pubblicamente
espresso al Giordano e poi sigillato nella risurrezione. Egli chiederà al Padre
la salvezza di tutte le genti affinché facciano parte del suo regno di pace e
d’amore. “Chiedimi”;
il Cristo non si appoggerà ai poteri della terra, non seguirà il consiglio del
Maligno che gli vorrà offrire, tentandolo, strada aperta su tutta la terra, ma
chiederà al Padre, nell’invocazione ardente e nel sacrificio, la conquista del
cuore degli uomini.
Egli avrà sulle genti un dominio inattaccabile e le genti ribelli a Dio e a lui
- il Figlio - saranno frantumate con la facilità con cui si frantuma un vaso
d’argilla.
Il salmista, con cuore aperto a tutti, passa all’esortazione dei sovrani, dei
giudici della terra, ad essere saggi e quindi ad accogliere l’istruzione della
parola di Dio, che è Cristo. Li esorta a servire il Signore con timore,
rifiutando la tentazione di usare del loro potere terreno contro Dio e il
Cristo, e al contrario accettino la signoria di Cristo. “Rallegratevi
con tremore”,
esorta il salmista; cioè esultate non con un’esultanza stolta che rifiuta, in
realtà, l’obbedienza per una ritualità vuota.
Non si può ingannare Dio con vuote feste, con vuote manifestazioni d’esultanza:
Dio rifiuterà tutto questo. Lo sdegno di Dio allora non tarderà a manifestarsi
lasciando gli uomini in preda al loro consiglio così che smarriranno vieppiù la
via della salvezza fino a precipitare nell’orrore delle loro azioni di
dissoluzione.
Ma dice il salmista con gioia: “Beato
chi in lui si rifugia”; chi fa di lui
la sua forza, la sua difesa, contro il male.
|