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Preghiera. Di Davide
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Ascolta,
Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t'invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l'orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all'ombra delle tue ali nascondimi,
di fronte ai malvagi che mi opprimono,
ai nemici mortali che mi accerchiano.
Il loro animo è insensibile,
le loro bocche parlano con arroganza.
Eccoli: avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per gettarmi a terra,
simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada liberami dal malvagio,
con la tua mano, Signore, dai mortali,
dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre,
se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini.
Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine. |
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Commento
L’orante del salmo
è accusato d’empietà; una calunnia dei suoi nemici lo vuole mettere a morte.
Ma egli presenta la sua causa a Dio, certo di non avere mancato. Egli chiede a
Dio, quale giudice, di essere saggiato, scrutato nella notte, quando è solo con
se stesso e riflette sul suo agire.
Egli ha seguito la parola del Signore e ha evitato per questo “i
sentieri del violento”; non è entrato
in collisione con loro. Ora, tuttavia, essi lo insidiano per distruggerlo.
I suoi nemici hanno il cuore indurito ad ogni luce di verità, e parlano con
arroganza, quasi potessero accampare ragioni contro di lui: “Il
loro animo è insensibile, le loro bocche parlano con arroganza”.
C’è un persecutore, che ha coinvolto altri, e l’orante chiede al Signore che con
la sua spada (la sua Parola) lo abbatta, così da essere liberato dai malvagi: “con
la tua spada liberami dal malvagio, con la tua mano, Signore, dai mortali”. Ma dopo avere domandato questo, cambia modo di porsi dinanzi ai suoi
persecutori; ora domanda a Dio che sazi “il loro ventre”, e ne avanzi per i loro
figli e nipoti. “Ne avanzi”,
perché essi nel loro egoismo pensano solo a se stessi e solo quando c’è
abbondanza ne danno anche a figli e nipoti.
Il salmista invoca per loro ogni bene materiale. Per lui, invece, la contemplazione del volto di Dio, cioè della sua potenza e misericordia, per mezzo della pratica della giustizia, che è amare Dio e il prossimo. Per lui nel risveglio, nella vittoria dell’alba sul buio della notte, la contemplazione del Santuario dove è presente la gloria di Dio: “della tua immagine”. L’immagine è nel significato plenior Cristo. Nel giorno della felice aurora dell’avvento messianico, il giusto si sazierà della presenza del Verbo incarnato, immagine del Padre (Gv 12,45; 2Cor 4,4; Col 1,15)..
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