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Beato l'uomo
che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
É come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio
né i peccatori nell'assemblea dei giusti
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
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Il salterio
comincia con un salmo che presenta la beatitudine di chi rimane fermo nella
meditazione della legge e la mette in pratica. Ancorato all’osservanza della
Parola di Dio, non si perde il vero credente ad ascoltare il consiglio degli
empi, poiché la Parola è luce ai suoi passi. Egli medita la legge giorno e notte
per poter affrontare le varie vicende della vita con rettitudine. La meditazione
della Parola lo rende fecondo, al riparo dall’arsura e dai venti tempestosi
delle prove. Gli empi, che sono coloro che fanno ostacolo con la loro
sufficienza alla Parola, non avranno argomenti davanti al giudizio di Dio, e
quali colpevoli verranno dispersi finiranno nella tomba della storia. Per quanto
vorranno radicarsi all’interno dell’assemblea dei giusti per potere illudere gli
inesperti della Parola, andranno ugualmente in rovina davanti al giudizio di
Dio, poiché Dio nessuno lo può ingannare.
E’ un salmo che dona pace, invito alla perseveranza. Non andrà deluso chi medita
la legge d’amore nella quale si riflette Dio, che è Amore. E la legge è stata
portata a compimento da Cristo; e di più la nuova legge, che perfeziona
l’antica, si trova in Cristo, nella sua vita, nei suoi gesti, nelle sue parole.
Meditare la legge giorno e notte è meditare quanto ha fatto, detto Cristo; è
desiderio di vivere Cristo nell’imitazione di lui. Chi medita Cristo di fronte
ad un’azione da compiere non si pone precisamente la domanda: “Cosa farebbe
Cristo”, quasi che considerasse Cristo essendo “esterno” a Cristo, ma trova la
sua risposta da quello che ha fatto e detto Cristo, poiché egli è “in Cristo”.
In lui c’è ogni luce e tesoro di sapienza su come essere graditi al Padre e su
come essere aperti nella carità ai fratelli.
Meditare giorno e notte la legge non è opera di giurista, ma è l’opera d’amore
che avviene nella comunione con Cristo.
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