La preghiera

 

 

Le verità principali della fede cristiana

 

I due misteri principali: 1   Unità e Trinità di Dio.
2   Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

 

I sette Sacramenti: 1   Battesimo
2   Cresima
3   Eucaristia
4   Penitenza o Confessione
5   Unzione degli infermi
6   Ordine sacro
7   Matrimonio

 

I sette doni dello Spirito Santo: 1   Sapienza 
2   Intelletto
3   Consiglio
4   Fortezza
5   Scienza
6   Pietà
7   Timor di Dio

 

Le tre virtù teologali: 1   Fede
2   Speranza
3   Carità

 

Le quattro virtù cardinali: 1   Prudenza
2   Giustizia
3   Fortezza
4   Temperanza

 

I quattro Novissimi:  1   Morte
2   Giudizio
3   Inferno
4   Purgatorio e Paradiso

 

Norme fondamentali di vita cristiana

 

Decalogo Io sono il Signore Dio tuo:
Non avrai altro Dio fuori di me
2   Non nominare il nome di Dio invano
3   Ricordati di santificare le feste
4   Onora il padre e la madre
5   Non uccidere
6   Non commettere atti impuri
7   Non rubare
8   Non dire falsa testimonianza
9   Non desiderare la donna d'alti
10 Non desiderare la roba d'altri

 

I due comandamenti della carità: 1   Amerai il Signore di tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze
2   Amerai il prossimo tuo come te stesso

 

I cinque precetti generali della Chiesa: 1   Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate
2   Santificare i giorni di penitenza, secondo le disposizioni della Chiesa
3   Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi almeno a Pasqua
4   Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi o le usanze
5   Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti

 

Le sette opere di misericordia corporale: 1   Dar da mangiare agli affamati
2   Dar da bere agli assetati
3   Vestire gli ignudi
4   Alloggiare i pellegrini
5   Visitare gli infermi
6   Visitare i carcerati
7   Seppellire i morti

 

Le sette opere di misericordia spirituale: 1   Consigliare i dubbiosi
2   Insegnare agli ignari 
3   Ammonire i peccatori
4   Consolare gli afflitti
5   Perdonare le offese
6   Sopportare pazientemente le persone moleste
7   Pregare Dio per i vivi e per i morti
I sette vizi capitali: 1   Superbia
2   Avarizia
3   Lussuria
4   Ira
5   Gola
6   Invidia
7   Accidia
I sei peccati contro lo Spirito Santo: 1   Disperazione della salvezza 
2   Presunzione di salvarsi senza meriti
3   Impugnare la verità conosciuta
4   Invidia della grazia altrui
5   Ostinazione nei peccati
6   Impenitenza finale

 

I quattro peccati che gridano vendetta al
cospetto di Dio: 1   Omicidio volontario
2   Peccato impuro contro natura
3   Oppressione dei poveri
4   Frode nella mercede degli operai

 

Punti generali della preghiera

Accogliere Cristo significa entrare in un cammino di conversione nel quale si riconosce la propria radicale incapacità a vivere il Vangelo senza l’aiuto di Dio. Senza l’umiltà non si ha dunque la preghiera.

 

La preghiera ha come fondamento l’unione con Dio nella fede, nella speranza e nella carità.

 

Dio ha una volontà infinita di esaudirci, perciò la preghiera fatta con fede, speranza e carità, è sempre esaudita.

 

Quando la preghiera non è esaudita è perché è viziata nella fede o nella domanda, cioè quando si domandano cose che sono contro la volontà di Dio, cioè sono animate da egoismo o, addirittura, da anticarità; oppure quando, pur essendo giusta la domanda, la grazia sarebbe controproducente per chi la riceve, vista la sua situazione concreta di vita; Dio, in questo caso, esaudisce certamente la preghiera, ma concede altra grazia, secondo il nostro vero bene.

Dio è provvidente e previdente.

 

Pregare non significa solo avere dei momenti di preghiera, ma è essere preghiera, cioè avere nel cuore una continua azione d’amore a Dio.

 

La preghiera è adorazione a Dio “in spirito e verità”, e si esprime nella lode, nel ringraziamento, nell’invocazione, nell’intercessione.

 

L’adorazione a Dio è amore a lui Creatore e implica, quindi, il riconoscimento della creatura di essere relativa a lui.

 

La preghiera trova la sua identità cristiana nell’apertura al Padre, nell’unione con il Figlio, nell’accoglienza del dono dello Spirito Santo, e nell’appartenenza alla Chiesa.

 

Si loda Dio considerando i benefici ricevuti (“Tu, Signore, mi hai salvato. Ero nel buio e tu mi hai illuminato. Ero nella prova e tu mi hai soccorso.”) e considerandolo in se stesso. San Francesco ci ha lasciato queste lodi a Dio Altissimo:

 

Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.

Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei re onnipotente, Tu Padre santo, re del cielo e della terra.

Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei, Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero.

Tu sei amore e carità, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.

Tu sei gaudio e letizia, Tu sei nostra speranza, Tu sei giustizia, Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.

Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.

Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore, Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.

Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità.

Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

                        

Il ringraziamento è il doveroso atto d’amore di chi riconosce i benefici ricevuti.

 

La domanda è la richiesta orante di aiuto.

La domanda per le cose materiali è certo legittima, ma innanzitutto bisogna domandare la crescita nell’amore di Dio.

Così san Francesco nella “Preghiera davanti al Crocifisso”:

 

                            Altissimo glorioso Signore,

                            illumina le tenebre de lo core mio.

                            Et dame fede dricta,

                            speranza certa e carità perfecta,

                            senno e cognoscemento,

                            Signore,

                            che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

 

La preghiera di intercessione è una richiesta per gli altri.

 

I quattro tipi di preghiera non stanno assolutamente in compartimenti stagni. Chi loda il Signore non può non avere nel cuore il ringraziamento e anche la domanda di crescere nell’amore verso di lui. Chi ama lui e il prossimo, non può non domandare per gli altri.

 

Nella preghiera del Padre Nostro sono presenti tutte le quattro note. La lode: “Che sei nei cieli; sia santificato il tuo nome”; il ringraziamento: “Padre Nostro”, infatti è per la sua iniziativa che noi siamo in Cristo figli suoi e perciò possiamo rivolgerci a lui, l’Eterno, chiamandolo “Padre”; la domanda: “Sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno; ecc.”. ; l’intercessione, poiché tutto domandiamo al plurale.

 

La verità della preghiera non è disgiunta dalla verità della propria vita. Chi prega e non vive Cristo, la sua preghiera è farisaica.

 

La preghiera è realtà interiore

La preghiera vocale è la preghiera per eccellenza delle folle, ma essa non può avere assente il cuore. La preghiera vocale può essere anche del singolo, ma non deve essere un vuoto borbottio.

La preghiera senza la voce è quella che si compie nel segreto del cuore, nella “cella interiore”. Qui valgono molto le espressioni brevi (giaculatorie) dette con amore e ripetute: “Gesù, io ti amo”; “Signore Gesù Cristo abbi pietà di me”; “Gesù, tu sei la mia vita”; ecc. L’anima ben presto arriverà ad un incessante atto d’amore; usando un’immagine, manderà continue scintille d’amore.

La preghiera “nel segreto”, come dice Gesù nel Vangelo, trova nel momento della Comunione Eucaristica il suo accendersi più forte. Infatti ricevendo il Corpo del Signore (dalla bocca al cuore, come dicono i padri della Chiesa), si ama il Signore presente nel cuore, che è il “centro” di noi stessi. Ricevuto Cristo nel cuore, con tutto noi stessi lo amiamo, lo lodiamo, lo ringraziamo, lo supplichiamo. Non si deve, però, partecipare alla Messa solo per fare la comunione, perché se non si partecipa bene alla Messa non si farà mai una buona comunione.

Quando cessa la presenza Eucaristica, non si deve pensare che non si abbia più Dio in noi, egli infatti, se siamo in stato di grazia, inabita in noi. Cessa la presenza sacramentale, ma rimane quella per inabitazione, quella che si è stabilita per il Battesimo e che dopo un peccato mortale viene ristabilita dal sacramento della Riconciliazione.

 

La preghiera coinvolge tutto l’uomo

L’uomo è un’unità composta di anima e corpo, così nella preghiera viene ad essere coinvolto il corpo: a mani giunte, o a braccia levate; in piedi o in ginocchio; con gli occhi levati verso il cielo o bassi; fermo o in cammino.

Anche il luogo ha la sua importanza. A volte si cercherà la cima di un monte; altra volta un luogo deserto e aspro; altra volta si sosterà a lungo in un santuario, luogo forte della preghiera; a volte si rimarrà sulla riva del mare, e così via. Certo situazione altissima - non facoltativa - è l’assemblea eucaristica.

 

Tutte e tre le Persone divine vanno amate

Chi ama il Figlio non può non amare il Padre, che lo ha mandato e dato per la vita del mondo; non può non amare lo Spirito Santo, che lo ha reso visibile nell’incarnazione e ce lo illumina.

Chi ama il Padre non può non amare il Figlio, perché solo nel Figlio il Padre ci viene rivelato e solo per mezzo del Figlio si è a lui graditi; non può non amare lo Spirito Santo, perché è solo nella sua azione che si può, nel Figlio, amare il Padre.

Chi ama lo Spirito Santo non può non amare il Figlio, poiché lo Spirito ci è stato meritato da Cristo sulla croce; non può non amare il Padre, che per il merito del Figlio, lo ha inviato alla Chiesa.

Chi poi volesse dimenticare la croce di Cristo non potrebbe amare nessuna delle tre Persone, perché rifiuterebbe l’evento nel quale è avvenuta, come da fonte, l’insondabile comunicazione d’amore delle tre Persone divine a noi.

 

La preghiera è desiderio di Dio

San Francesco mosso dal desiderio di Dio recitava questa preghiera, detta “Absorbeat”:

 

 Rapisca, ti prego, o Signore

 l’ardente e dolce forza del tuo amore

 la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,

 perché io muoia per amore dell’amor tuo,

 come tu ti sei degnato di morire

 per amore dell'amore mio.

 

La preghiera vuole il cuore puro

L’amore vuole il cuore puro, e il cuore puro è una realtà che bisogna incessantemente conservare e fare crescere.

Il cuore puro si ha quando si cerca di piacere a Dio, obbedendogli; non si ha quando si ama Dio solo perché si vuole “molto da lui ” e non si vuole lui, la grazia per fare sempre la sua volontà, che è volontà d’amore; non si ha quando si ricerca dagli altri il proprio tornaconto e ci si inalbera nel caso di ingratitudini.

Il cuore è paragonabile ad una macina, che macina sempre. Se nella “macina” mettiamo semi di curiosità, di lussuria, di invidia, di vanità, ecc., il cuore “macina” quelli e ne esce fuori una immonda farina che non nutre, ma intossica l’anima. Se invece nella macina del cuore mettiamo il buon frumento della parola di Dio, ne esce la farina di una meditazione che nutre e fa crescere nella vita spirituale.

 

I momenti dell’aridità

Se si macina una triste farina l’anima si sente debilitata, priva del dolce incontro con Dio. Non le resta che l’umiltà di ammettere il proprio sbaglio e la pazienza di attendere orante il momento in cui Dio la disintossicherà.

Ma a volte accade che l’anima pur rimanendo fedele si trova in uno stato di aridità, lontana dalla dolce devozione a Dio. Allora l’anima si esamina e si vede non colpevole e così conclude che è Dio ad avere ritirato la dolce devozione affinché lei cresca nell’amore a lui. Facile è sopportare difficoltà quando siamo toccati dalla dolce consolazione sensibile, difficile quando questa non viene data, ma è in questa situazione che l’anima fa passi da gigante nell’unione con Dio e nell’apertura ai fratelli di fede e a tutti gli uomini.

 

I vertici della preghiera

La preghiera nei suoi vertici più alti è “amare pur non essendo amati”, come dice una preghiera di ispirazione francescana; ciò avviene quando Dio non comunica la devozione sensibile. Chi cerca nella preghiera gusti e consolazioni finisce per amare le consolazioni di Dio e non il Dio delle consolazioni e si espone agli inganni delle suggestioni e anche del Maligno, che ben presto paralizzerà l’anima dandole le sue velenose consolazioni.

 

La preghiera vuole l’amore di fusione, che si ha quando l’anima si sigilla tutta nei suoi sentimenti a Dio, non per questo restando bloccata o alienata dalla realtà. La preghiera rende presenti positivamente nella storia: “nel mondo, ma non del mondo”.

L’amore di fusione sale poi all’amore di compartecipazione, dove l’anima amante di Cristo “vive”, nella contemplazione,  i dolori di Cristo, che lo Spirito Santo le illumina. Così l’anima desidera patire con lui e per lui, per la salvezza delle anime.

L’amore di compartecipazione si nutre di ogni soffrire sostenuto per Cristo, in Cristo, con Cristo, per le anime.

 

Chi ama soffre nel vedere l’amato colpito, misconosciuto; così nel vedere Dio offeso, l’innamorato di lui soffre e offre il suo amore in riparazione delle offese. E pure soffre nel vedere i fratelli nella morte del peccato e fa penitenza per quelli che, nei peccati mortali, non la vogliono fare, affinché abbiano la vita in Cristo.

 

La preghiera a Maria

La devozione a Maria non si distingue essenzialmente da quella per i santi, ma tuttavia, possiede una sua specificità eminente poiché Maria è la madre di Cristo e della Chiesa e quindi ha un ruolo unico, singolare.

La preghiera a Maria è quindi, rigorosamente, a livello di venerazione e non di adorazione.

 

Cristo è il Centro della vita spirituale, il Maestro, lo Sposo, l’unico Mediatore presso il Padre, la via che conduce al Padre, ma chi può dire che la sua preghiera a Dio sia perfetta e non bisognosa dell’aiuto dell’intercessione di Maria, la madre di Cristo?

 

Pregare Maria non è delegare a Maria la nostra vita di unione con Dio, ma è chiedere aiuto a Maria perché la nostra unione con Dio cresca sempre più.

 

La preghiera a Maria può essere vocale o interiore e avvalersi di giaculatorie.

 

Maria non ci allontana da Cristo, ma al contrario ha il solo obiettivo di conformarci a lui.

 

Lo Spirito Santo, quando vede che accogliamo Maria nella nostra vita, agisce potentemente in noi perché vede in noi i tratti della sua Immacolata e sempre Vergine Sposa, e così lo Spirito di santificazione ci trasforma potentemente in Cristo Gesù.

 

Accogliendo Maria, noi viviamo l’imitazione integrale di Cristo. Cristo, infatti, ha associato sempre a sé Maria. Associare a sé Maria significa farla entrare nella nostra esistenza. Maria comunicherà se stessa a noi; questo avviene per una speciale grazia attuale prodotta dalla potenza di Dio, che avendo voluto Maria nostra Madre vuole che gli impulsi materni del suo Cuore Immacolato ci raggiungano. Si ha così nell’anima una presenza di Maria, che non è altro che una marianizzazione; presenza ovviamente da non confondere né assimilare a quella di inabitazione di Dio in noi.

 

Ecco la bellissima preghiera a Maria composta da san Francesco:

 

Ave, Signora, santa regina,

santa Madre di Dio, Maria,

che sei vergine fatta Chiesa

ed eletta dal santissimo Padre celeste,

che ti ha consacrata

insieme con santissimo suo Figlio diletto

e con lo Spirito Santo Paraclito;

tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia

e ogni bene.

Ave, suo palazzo,

ave, suo tabernacolo,

ave, sua Madre.

E saluto voi tutte, sante virtù,

che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo

venite infuse nei cuori dei fedeli,

perché da infedeli

fedeli a Dio li rendiate.

 

La comunione con Maria

Nel messale romano, tra le preghiere di rendimento di grazie dopo la Messa, c’è questa preghiera:

 

O Maria, Vergine e Madre santissima, ecco che ho ricevuto il tuo dilettissimo Figlio, che concepisti nel tuo immacolato seno; che generasti e allattasti e stringesti con soavissimi abbracci.

Ecco, quello stesso, del cui aspetto ti allietavi e ti riempivi di ogni delizia, a te con umiltà e amore lo presento e offro. Stringilo con le tue braccia, amalo col tuo cuore e offrilo alla santissima Trinità in supremo culto di adorazione, per il tuo stesso onore e gloria e per le necessità mie e di tutto il mondo.

Ti prego, piissima Madre, ottienimi il perdono dei miei peccati, grazia abbondante per servirlo fedelmente, e pure la grazia finale, affinché io lo possa lodare con te per tutti i secoli dei secoli. Amen.