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Il presepe di Porretta Terme (BO)
non esprime alcuna esitazione nel mettersi dalla parte dei semplici.
I costruttori del presepio non rincorrono gli esempi dei
presepi impegnati, intellettuali, dotti, li rispettano, li ammirano,
ma non li rincorrono. E' questa una scelta di campo che ha
consentito loro di incontrare i percorsi di una poetica figurativa
ricca di comunicazione. Poco importa se il visitatore noti che il lago di Genesareth
è stato collocato in Giudea e non nella Galilea. L'importante
è che in fondo alla città di Gerusalemme ci sia il mare. Il mare
assunto a segno dell'apertura al mondo
intero, “poiché da Gerusalemme uscirà la parola”. Che importa
se il visitatore nota che Gerico dovrebbe essere alla sinistra di
Gerusalemme e invece è alla destra di Betlemme? Poco importa perché
la comunicazione vuole presentare Gerico come simbolo del
potere di Erode: accanto a Betlemme, accanto al Portatore e Re del regno dei
cieli, è posto il cupo potere del primo persecutore del Principe
della pace. Poco importa se
Nazareth e la casa dell'Annunciazione e il laboratorio di Giuseppe
sono vicini a Gerusalemme, cioè nella Giudea e non nella
Galilea. Poco importa, perché l'Annunciazione viene prima di tutto. E' l'antecedente della Natività.
A destra, come ultimo quadro, ci sono le alture del Goland con il
grande Hermon ricoperto di neve. I monti
che sono segno del silenzio, delle ascensioni a Dio nella preghiera. Le prime
impressioni di un impianto geografico errato alla fine
cadono, perché non è errato sul piano della comunicazione.
Non ci sono scene di violenza nel presepe di Porretta, come
in nessun presepe. Tutto è pace, perché c'era pace in quella notte.
C'era pace nell'impero di Roma. Ma oltre la pax romana c'era la pace
dei giusti di Israele, e a livello ancora più alto, immensamente più
alto, c'era già una pace che voleva essere accolta, quella donata
dal Principe della pace, quella che viene dalla riconciliazione con
Dio, con gli uomini e tra gli uomini, con la natura; la pace di un
regno che viene da Dio e non dalle forze terra, la pace del regno
dei cieli. Su tutto il presepe, su tutti i presepi, si stende il
canto di pace degli angeli: “Gloria a Dio nell'alto dei cieli e
pace in terra agli uomini che egli ama”. Tutto è pace, ed ecco allora i pastori che hanno la pace data
dall'osservanza della legge e dall'attesa del Messia, sostare
davanti alla capanna. Ecco i re magi che, sapienti d'oriente, sono
giunti alla capanna avendo nel cuore la pace di chi è giusto, la
pace del dovere compiuto. Non c'è posto per i perversi in un
presepe, ma pur sono accennati. C'è il palazzo di Erode e questo
basta per evocare il male che avvolgeva il suo potere di re. C'è il
mercato, cosa necessaria, bella nella sua animazione di voci e di
scambi, ma tale mercato il presepe di Porretta lo pone in primo
piano, dando così uno spunto a considerare il dramma della
centralità della ricchezza, dell'avido guadagno, nella vita di
tanti. L'indifferenza è presentata nel cosiddetto “dormiglione”,
una figura costante nei presepi. E' un personaggio simbolico
preciso. Il Vangelo invita a restare svegli e lui dorme.
Il tempio è tracciato con imponenza, ma è assediato dal mercato e
così si dà spazio al pensiero delle ramificazioni del mercato dentro
al tempio, ramificazioni che sdegnarono Gesù. Il presepe lascia
vedere come la missione salvifica di Gesù sarà difficile. Quella
capanna, quella dura mangiatoia, quel pungente freddo, già parlano,
con voce sommessa, ma percepibile dell'inospitale cima del Calvario,
della durezza della croce, del gelo della futura morte. Il presepio
di Porretta Terme è più ricco di teologia di quello che
immediatamente possa sembrare. Sembrerebbe che prevalga la scena, la
preziosità dei particolari, la volontà di stupire, di creare
emozione, e invece genera riflessione.
In quella notte il Verbo venne tra di noi non con apparato
glorioso, scioccante, venne nel silenzio, nell'umiltà. Il regno del
cieli con il suo re venne con grande umiltà, senza apparato. Non
scosse con terremoto la terra, non abbacinò con segni nel cielo,
questo avverrà quando Gesù ritornerà alla fine del mondo a giudicare
i vivi e i morti. Cristo venne invece nella debolezza. E' il senso
della parabola del granellino di senapa, che più piccolo di tutti i
semi produce un bell'alberello attirando sotto l'ombra protettiva
dei suoi rami gli uccelli del cielo, cioè coloro che cercano di
salire in alto, lontano dal fango della terra, dal peccato. Si
librano in alto cercando riposo poi in un'oasi di pace, ed ecco
un'oasi di pace c'è, e li invita e dona loro la forza per salite ben
più alte, per librasi verso gli azzurri sempre più tersi e intensi.
Gli autori sono: Leonardo Antonelli e Francesco Mascagni. Il presepe
è aperto al pubblico ogni giorno del mese di Gennaio, e il
pomeriggio di ogni domenica successiva, fino alla fine di Agosto. |
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“Allora Isaia disse: <Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta
stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio
Dio? Pertanto il Signore stesso il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la
vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele>”
(Is 7, 14). |
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“Il
Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi
fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto” (Dt 18,
15).
“Poiché da
Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra molti popoli e arbitro fra genti potenti,
fino alle più lontane” (Mi 4, 2-3).
“Annuncerà
la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal
fiume fino ai confini della terra” (Zc 9, 10). |
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“In
quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse
il censimento di tutta la terra. Tutti andavano a farsi censire,
ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea,
dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide
chiamata Betlemme. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua
sposa, che era incinta. Mentre si trovavano il quel luogo, si
compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo
figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio” (Lc
2, 1. 4-7). |
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“C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando
all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro
gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del
Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore,
ma l'angelo disse loro: <Non temete: ecco, vi annuncio una
grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di
Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia. E subito apparve con l'angelo una
moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
<Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli
uomini, che egli ama” (Lc 2, 8-14).
“I
pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella
mangiatoia. E dopo averlo visto riferirono ciò che del bambino
era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono
delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua,
custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,
16-18).
“Ed
ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva,
finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il
bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si
prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli
offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2, 9-11). |
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“Un
germoglio uscirà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà
dalle sue radici. La giustizia sarà fascia ai suoi lombi e la
fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con
l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il
vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo li
guiderà. La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli
si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il
bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il
bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso” (Is 11,
5-8). |
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