Medjugorje: ragionando a margine della Nota “Regina pacis” |
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Non discuto sul nihil obstat sulle presunte apparizioni di Medjugorje. È un atto del Dicastero per la dottrina della Fede, approvato dal Pontefice e contiene giuste ragioni pastorali che sono diventate impellenti dato il lungo procedere del tempo circa il caso Medjugorje.
Voglio solo trarre un quadro teologico da ciò che viene detto nella nota “Regina Pacis” (19 settembre 2024).
Il primo punto è contenuto in questa frase: “È importante chiarire sin dall’inizio che le conclusioni di questa Nota non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti. D’altra parte, si deve ricordare che, quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene del Popolo di Dio “in mezzo a” un’esperienza spirituale dalle sue origini fino ad oggi, i doni carismatici (gratiae gratis datae) - che possano essere collegati ad essa - non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”.
Perfettamente d’accordo nel non dare un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti, giudica il Signore. È il supporto teologico fornito
in astratto che crea difficoltà. Infatti, è verissimo che i doni
gratis datae possono essere dati a chiunque anche in stato di non santità sviluppata (non esigono necessariamente la perfezione morale), ed è verissimo che sono dati per il bene della Chiesa e quindi sono orientati ai frutti che si devono avere. Ora
chi ha ricevuto questi doni, essendo Chiesa, è tenuto a corrispondere a tali doni portando frutto, ad avere un innalzamento della sua vita spirituale: non dico santità clamorosa. La corrispondenza ai doni è di obbligo e perciò la vita del soggetto favorito non può che entrare in un cammino di cambiamento, altrimenti il dono, reso commisto a
interessi terreni e non impegnato per gli interessi di Dio, gli verrà tolto. La Commissione Ruini non parla di
influsso diabolico oltre le prime sette presunte apparizioni valutabili come
soprannaturali, ma di differenza molto netta, frutto di pesanti condizionamenti, mentre è riconosciuta la salute psichica dei
presunti veggenti. Contrarissimo al giudizio della Commissione Ruini (mai rese pubbliche, ma pur note) circa le prime sette
presunte apparizioni è stato invece il vescovo di Mostar, Ratko Peric, che ora le vede livellate alle altre dalla Nota del Dicastero per la dottrina della fede.
A questo punto si pone la domanda, senza volere dare, ripeto, un giudizio morale sui presunti veggenti: C’è stato un innalzamento di vita spirituale che sia valutabile nell’ordine dell’imitazione di Cristo, pur considerando il quadro di una vita familiare? Intervistatori
diretti (Diritto e Rovescio: 20 giugno 2019; Le Jene: 26 marzo 2021) hanno detto di una casa albergo (120 camere, con condizionamento e wi-fi) di proprietà di persona
presunta veggente, e di case da agiati benestanti di presunti veggenti, con contrasto netto con quelle povere della zona, dove ovviamente abitano famiglie; come pure di negozi di articoli religiosi, che
Le Jene assegnano a proprietà di presunti veggenti.
La relazione della commissione Ruini (segreta, ma non troppo) riferisce: “Hanno ora effettivamente un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro, però, più che situarsi sul versante dell’immoralità, si situa nel versante della struttura personale, spesso priva di un solido discernimento e di un coerente orientamento”.
Altra proposizione rilasciata in un’intervista dal Cardinale prefetto del Dicastero per la dottrina della fede nel Convegno all’Antonianum sulle Apparizioni mariane (23 settembre 2024; fonte Vatican News): “Il nulla osta per il culto pubblico al santuario di Medjugorje vuol dire che c’è qualcosa di soprannaturale, che lo Spirito Santo opera in quel luogo, come alla Rosa Mistica di Montichiari, anche se non si dichiara l’autenticità soprannaturale delle apparizioni.
Alcuni messaggi della Madonna possono essere soprannaturali, mescolati ad altri che non lo sono. Non diciamo che lo Spirito opera attraverso di, perché sarebbe affermare la soprannaturalità, ma in mezzo a; e questo significa già un’azione speciale dello Spirito in quel luogo”.
In “in mezzo a” è un concetto chiave che si ritrova anche nella nota
Regina Pacis.
Dal discorso del Cardinale si deduce che gli scritti (quelli pubblicati da Radio Maria; restando in ombra tanti altri messaggi, che si esamineranno), rientrano nel fenomeno di Medjugorje, ma non vanno considerati
soprannaturalmente diretti (Cioè in connessione con Maria, ma semplicemente in connessione con l’azione dello Spirito Santo. In tal modo l’ipotesi della Commissione Ruini di pensare
soprannaturali le presunte prime sette apparizioni, cade del
tutto: “Le Jene: 26 marzo 2021): “Può essere riconosciuto nelle prime sette presunte apparizioni […]. Gli eventi successivi alle prime sette [presunte] apparizioni costituiscono un vero problema”).
Tale interpretazione, che colloca le presunte apparizioni nell’azione dello Spirito Santo a Medjugorje, porta però a pensare a
meditazioni, dove circa il soggetto diretto (La Madonna) si doveva accuratamente dire: “La Madonna vuole, desidera…"
Ma, invece si ha: “Cari figli”; “Io mi sono presentata…; ecc.”.
La cosa si complica quando non si può neppure parlare - per spiegare questo - di
genere letterario, visto che i presunti veggenti in estasi alzano gli occhi in alto, sorridono, aprono la bocca a parole non udibili. Qui non c’è affatto il rimando a un
genere letterario.
Con tutto ciò, poiché i frutti ci sono, bisogna affermare che sono ben distinti dal fenomeno
presunti veggenti. Va aggiunto, però, che tra i frutti positivi, ci sono pure diverse criticità a livello di singoli pellegrini.
Altro punto del fenomeno Medjugorje è che la gente ha pensato e ancora pensa che la Madonna appaia, anche se molti hanno abbracciato la prudenza della Chiesa nel distinguere i frutti dalle apparizioni, permettendo i pellegrinaggi.
Ma se le apparizioni non sono al livello di soprannaturalità cosa resta del concorso della gente? Resta la buona fede, e resta pure il forte sentire comunitario dei pellegrini. Detto questo, non si vede come gente che prega con devozione, credendo in buona fede nelle apparizioni, non venga esaudita da Dio. Non dire questo è negare che Cristo sia morto per tutti gli uomini e che in ogni religione, dove riconosciamo errori ma pure tracce di luce, non mancano gli aiuti di Dio.
Seguendo la scaletta dei gradi di approvazione delle regole del 4 maggio 2024, che oltre il
nihil obstat presentano la possibilità di dichiarazione di soprannaturalità riservata al Pontefice, qualora lo volesse, si potrebbe pensare a un futuro dove il Pontefice potrebbe dare una dichiarazione di
soprannaturalità, ma il concetto di “In mezzo a” e non “per mezzo di”
(cioè per mezzo dei presunti veggenti), è molto decisivo, come pure il fatto che i messaggi proprio
non possono essere oggetto di considerazione di soprannaturalità. Resta inteso che il Pontefice quando esprimesse una dichiarazione di
soprannaturalità non si porrebbe sul piano dell’infallibilità.
Con ciò va detto che un pronunciamento di soprannaturalità di un’apparizione non richiede la
fede divina, come in un pronunciamento dogmatico, ma solo fede umana, nel senso del credito che deve essere dato ad un’indagine competente della Chiesa.
Ma intanto papa Francesco da tempo ha approvato la distinzione tra presunte visioni che da anni i
presunti veggenti credono di avere a una determinata ora e anche tutti i giorni, anche se sono in America o altrove, e i
frutti dello Spirito (Intervista in aereo: 14 maggio 2017).
Per telefono e per lettera sono stati contattati, come ha detto Il Cardinale, i
presunti veggenti, ma non sappiamo nulla di quanto è stato loro detto. Resta che si possono avvicinare, ma che
non è consigliato farlo (dichiarazioni in sala stampa del Cardinale Victor Fernandez; 19 settembre), e ogni messaggio dovrà passare tra le mani del visitatore apostolico, compresi quelli ancora non pubblicati.
Il fenomeno Medjugorje da punto di vista dei frutti non fa problemi teologici, ma in chiave pastorale il problema, al vertice di ogni problema, sono i
presunti veggenti; persone in carne e ossa che per anni non hanno avuto un’assistenza spirituale di valore. La Commissione Ruini così si esprime: “È mancata loro una attendibile e continuativa guida spirituale, nel corso di questi trent’anni. Vi sono, semmai, molti indizi di protagonismi spirituali esibiti e di relazioni pastorali mancate”.
I presunti veggenti per anni sono stati fonte di quello che nelle
presunte apparizioni udivano o credevano di udire o non udivano affatto, e ora, dopo la Nota del Dicastero per la dottrina della Fede, sono chiamati a modificare la visione della loro esperienza. Questo è oggi il problema maggiore di Medjugorje, come ne è stato a suo tempo il primo. Cosa faranno i presunti veggenti? Come accetteranno tutto questo? A nessuno può sfuggire che loro hanno bisogno di tanta premurosa assistenza e preghiera.
Inserito il 1° Ottobre 2024 |
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