Medjugorje: ragionando a margine della Nota “Regina pacis”
    Cruzeiro
Presunti veggenti di Medjugojie, Regina della pace
Non discuto sul nihil obstat sulle presunte apparizioni di Medjugorje. È un atto del Dicastero per la dottrina della Fede (28 agosto 2024), approvato dal Pontefice e contiene giuste ragioni pastorali che sono diventate impellenti dato il lungo procedere del tempo circa il caso Medjugorje.
Voglio solo trarre un quadro teologico da ciò che viene detto nella nota “Regina Pacis” (19 settembre 2024).

Il primo punto è contenuto in questa frase: “È importante chiarire sin dall’inizio che le conclusioni di questa Nota non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti. D’altra parte, si deve ricordare che, quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene del Popolo di Dio “in mezzo a” un’esperienza spirituale dalle sue origini fino ad oggi, i doni carismatici (gratiae gratis datae) - che possano essere collegati ad essa - non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”.

Perfettamente d’accordo nel non dare un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti, giudica il Signore. È il supporto teologico fornito in astratto che crea difficoltà. Infatti, è verissimo che i doni gratis datae possono essere dati a chiunque anche in stato di non santità sviluppata (non esigono necessariamente la perfezione morale), ed è verissimo che sono dati per il bene della Chiesa e quindi sono orientati ai frutti che si devono avere. Ora chi ha ricevuto questi doni, essendo Chiesa, è tenuto a corrispondere a tali doni portando frutto, ad avere un innalzamento della sua vita spirituale: non dico santità clamorosa. La corrispondenza ai doni è di obbligo e perciò la vita del soggetto favorito non può che entrare in un cammino di cambiamento, altrimenti il dono, reso commisto a interessi terreni e non impegnato per gli interessi di Dio, gli verrà tolto. La Commissione Ruini ha ritenuto le prime sette presunte apparizioni siano valutabili come soprannaturali, ma non parla di influsso diabolico per le altre, pur rimarcando una differenza, frutto, sempre secondo la Commissione, di pesanti condizionamenti, sottolineando tuttavia la riconosciuta salute psichica dei presunti veggenti. Contrarissimo al giudizio della Commissione Ruini (mai resa pubblica, ma pur nota) circa le prime sette presunte apparizioni è stato invece il vescovo di Mostar, Ratko Peric, che ora le vede livellate alle altre dalla Nota del Dicastero per la dottrina della fede.

A questo punto si pone la domanda, senza volere dare, ripeto, un giudizio morale sui presunti veggenti: C’è stato un innalzamento di vita spirituale che sia valutabile nell’ordine dell’imitazione di Cristo, pur considerando il quadro di una vita familiare? Intervistatori diretti (Diritto e Rovescio: 20 giugno 2019; Le Jene: 26 marzo 2021) hanno detto di una casa albergo (120 camere, con condizionamento e wi-fi) di proprietà di persona presunta veggente, e di case da agiati benestanti di presunti veggenti, con contrasto netto con quelle povere della zona, dove ovviamente abitano famiglie; come pure di negozi di articoli religiosi, che Le Jene assegnano a proprietà di presunti veggenti.

La relazione della Commissione Ruini (ripeto segreta, ma non troppo) riferisce: “Hanno ora effettivamente un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro, però, più che situarsi sul versante dell’immoralità, si situa nel versante della struttura personale, spesso priva di un solido discernimento e di un coerente orientamento”. Parole di comprensione queste della Commissione, da ammirare per la loro moderazione, ma si può sempre obiettare che le apparizioni se reali non potevano non indirizzare le scelte personali dei presunti veggenti.

Altra proposizione rilasciata in un’intervista dal Cardinale prefetto del Dicastero per la dottrina della fede nel Convegno all’Antonianum sulle Apparizioni mariane (23 settembre 2024; fonte Vatican News): “Il nulla osta per il culto pubblico al santuario di Medjugorje vuol dire che c’è qualcosa di soprannaturale, che lo Spirito Santo opera in quel luogo, come alla Rosa Mistica di Montichiari, anche se non si dichiara l’autenticità soprannaturale delle apparizioni.
Alcuni messaggi della Madonna possono essere soprannaturali, mescolati ad altri che non lo sono. Non diciamo che lo Spirito opera attraverso di, perché sarebbe affermare la soprannaturalità, ma in mezzo a; e questo significa già un’azione speciale dello Spirito in quel luogo”.
In “in mezzo a” è un concetto chiave che si ritrova anche nella nota Regina Pacis.
Dal discorso del Cardinale si deduce che gli scritti (quelli pubblicati da Radio Maria; restando in ombra tanti altri messaggi, che si esamineranno), rientrano nel fenomeno di Medjugorje, ma non vanno considerati soprannaturalmente diretti (Cioè in connessione con Maria, ma semplicemente in connessione con l’azione dello Spirito Santo. In tal modo l’ipotesi della Commissione Ruini di pensare soprannaturali le presunte prime sette apparizioni, cade del tutto: “Le Jene: 26 marzo 2021), a conoscenza delle indicazioni della Commissione Ruini riferiscono testualmente: “Può essere riconosciuto nelle prime sette presunte apparizioni […]. Gli eventi successivi alle prime sette [presunte] apparizioni costituiscono un vero problema”).
Tale interpretazione, che colloca le presunte apparizioni nell’azione dello Spirito Santo a Medjugorje, porta però a pensare a meditazioni, dove circa il soggetto diretto (La Madonna) si doveva accuratamente esplicitare diversamente, cioè: “La Madonna vuole, desidera…" Ma, invece si ha: “Cari figli”; “Io mi sono presentata…; ecc.”.
La cosa si complica quando non si può neppure parlare - per spiegare questo - di genere letterario, visto che i presunti veggenti in estasi alzano gli occhi in alto, sorridono, aprono la bocca a parole non udibili. Qui non c’è affatto il rimando a un genere letterario.

Con tutto ciò, poiché i frutti ci sono, è evidente che bisogna affermare che sono ben distinti dal fenomeno presunte apparizioni, ovvero presunti veggenti.
Va aggiunto, però, che tra i frutti positivi, ci sono pure diverse criticità a livello di singoli pellegrini.

Altro punto del fenomeno Medjugorje è che la gente ha pensato e ancora pensa che la Madonna appaia, anche se molti, i più riflessivi, hanno abbracciato la prudenza della Chiesa nel distinguere i frutti dal presunto evento delle apparizioni, permettendo i pellegrinaggi.
Ma se le apparizioni non sono al livello di soprannaturalità cosa resta del concorso popolare della gente? Resta la buona fede, e resta pure il forte sentire comunitario dei pellegrini. Detto questo, non si vede come gente che prega con devozione, credendo in buona fede nelle apparizioni, non venga esaudita da Dio. Non dire questo è negare che Cristo sia morto per tutti gli uomini e che in ogni religione, dove riconosciamo errori ma pure tracce di luce, vi siano aiuti di Dio.
Seguendo la scaletta dei gradi di approvazione delle regole del 4 maggio 2024, che oltre il livello di nihil obstat presenta la possibilità di dichiarazione di soprannaturalità riservata al Pontefice, qualora lo volesse, si potrebbe pensare a un futuro dove il Pontefice potrebbe dare una dichiarazione di soprannaturalità, ma il concetto di “In mezzo a” e non “per mezzo di” (cioè per mezzo dei presunti veggenti), è molto soppesato, come pure il fatto che i messaggi non raggiungono il livello di considerazione di soprannaturalità. Resta inteso che il Pontefice quando esprimesse una dichiarazione di soprannaturalità non si porrebbe sul piano dell’infallibilità.
Con ciò va detto che un pronunciamento di soprannaturalità di un’apparizione non richiede la fede divina, come in un pronunciamento dogmatico, ma solo fede umana, nel senso del credito che deve essere dato ad un’indagine competente della Chiesa. Ma intanto, ha un forte peso, che papa Francesco da tempo abbia stabilito la distinzione tra presunte visioni, che da anni i presunti veggenti credono di avere a una determinata ora e anche tutti i giorni, anche se sono in America o altrove, e i frutti dello Spirito (Intervista in aereo: 14 maggio 2017).

Per telefono e per lettera sono stati contattati, come ha detto Il Cardinale, i presunti veggenti, ma non sappiamo nulla di quanto è stato loro detto. Resta che si possono avvicinare, ma che non è consigliato farlo (dichiarazioni in sala stampa del Cardinale Victor Fernandez; 19 settembre), e ogni messaggio ulteriore dei presunti veggenti dovrà passare tra le mani del Visitatore apostolico.

Il fenomeno Medjugorje ha in chiave pastorale il problema, al vertice di ogni problema, dei presunti veggenti; persone in carne e ossa che per anni non hanno avuto un’assistenza spirituale di valore, e i cui messaggi sono nella sostanza parecchio ripetitivi. La Commissione Ruini così si esprime: “È mancata loro una attendibile e continuativa guida spirituale, nel corso di questi trent’anni. Vi sono, semmai, molti indizi di protagonismi spirituali esibiti e di relazioni pastorali mancate”.

I presunti veggenti per anni sono stati i veicolatori di quello che nelle presunte apparizioni udivano o credevano di udire o non udivano affatto, e ora, dopo la Nota del Dicastero per la dottrina della Fede, sono chiamati a modificare la visione della loro esperienza. Questo è oggi il problema maggiore di Medjugorje, come ne è stato a suo tempo il primo. Cosa faranno i presunti veggenti? Come accetteranno tutto questo? A nessuno può sfuggire che loro hanno bisogno di tanta premurosa assistenza e preghiera.

I pellegrinaggi permessi già prima della Nota, hanno segnato la presenza di cardinali e vescovi nei Festival dei giovani (Il 35° festival: 1-6 agosto 2024; con 50.000 giovani), dove ci si è focalizzati sull’esperienza Medjugorje, non sulle apparizioni.

Ma i presunti veggenti - questo è il punto - accetteranno o stanno accettando tutto questo, o lo rifiutano affermando che la Madonna appare? I messaggi dei presunti veggenti continuano ad esserci e nello stesso stile letterario, e ciò vuol dire che si procede esattamente come prima, con la differenza che il Visitatore apostolico, il vescovo Aldo Cavalli, li legge ne dà l’approvazione ecclesiastica, che è un lasciapassare che non si estende oltre il contenuto ortodosso dei messaggi. Di apparizioni ufficialmente non si parla, ma può passare come convinzione privata, personale, del resto come prima. Evidentemente chi non ha questa convinzione non potrà più essere interpellato, sulla base dei frutti, per crederci, vista la Nota del Dicastero.

La Nota del Dicastero per la dottrina della Fede è un intervento pastorale, più che teologico, perché non ha risolto la questione delle apparizioni, se non facendo rientrare tutto nell’azione dello Spirito Santo, in quella terra di Croazia. Non si può tuttavia negare che le apparizioni sono in concreto il fulcro generatore, popolare, di Medjugorje. Chiaro che un fenomeno di grazia in un territorio, che di per sé non è che un territorio, è molto labile, poiché ci sono frutti buoni con la singolarità - bisogna sottolineare - che mancherebbe la presenza di un albero.
Il solo buon senso dice che senza un nucleo originante (Ad esempio un santo di santità clamorosa o anche meno, un’apparizione o un evento ritenuto miracoloso, come il ritrovamento di una statua della Vergine già buttata via per dispregio), un luogo in sé stesso non produce nulla di diverso da qualsiasi altro luogo. Proprio per questo buon senso comune non può essere soppressa l’attesa popolare di un giudizio finale della Chiesa sulla soprannaturalità dei messaggi e quindi dell’esistenza di un’apparizione; dichiarazione di esistenza che con la Nota può avvenire solo per l’iniziativa diretta del Pontefice. Dunque nessuna meraviglia se i più presi cerchino il rilancio della speranza di una dichiarazione di soprannaturalità delle apparizioni di Medjugorje.

Un rilancio dell’attesa della dichiarazione di soprannaturalità, pur senza esprimersi in tal modo, lo ha dato il Visitatore apostolico a Medjugorje, il Vescovo emerito Aldo Cavalli, in una intervista televisiva.
L’argomentazione del Visitatore apostolico è che non si è arrivati a dire se non presunti messaggi per i problemi di comunicazione. La lingua croata - da lui non conosciuta - presente nei messaggi è già frutto di un ascolto dei presunti veggenti, che possono non avere inteso e riportato poi imperfettamente quanto udito, e poi ci sarebbe l’ostacolo della traduzione dei messaggi in italiano, nel caso del Vescovo emerito Aldo Cavalli. Tutti passaggi che determinerebbero delle difficoltà circa una sua posizione di orientamento verso la soprannaturalità delle apparizioni, e quindi del rimarcare l’uso del termine presunti messaggi. Ma il termine presunti messaggi secondo la Nota non è fatto risalire a problemi di comunicazione, ma al non potere accedere, dato l’esame dei messaggi, a una dichiarazione di soprannaturalità. Curioso l’argomento comunicazione del Visitatore apostolico; curioso perché non è affatto nella storia delle apparizioni approvate, pur mettendo in preventivo delle difficoltà a livello comunicativo, ben superabili da traduzioni corrette, a cui si aggiunga una lettura di fede, orante nello Spirito Santo.
Compito del Visitatore era, è, e rimane quello di esaminare dal punto di vista dell’ortodossia i messaggi e dare l’approvazione ecclesiastica. L’intervista lo ha posto il Visitatore, pur con l’oculata prudenza dell’esposizione, quale promotore dell’attesa della dichiarazione di soprannaturalità; ma l’essere oculato non l’ha sottratto alla contraddizione che, con la sua osservazione circa la comunicazione, non potrà mai darvi un fondamento, per le ragioni della stessa comunicazione.

Una delle prove della soprannaturalità - sempre è stato così - è data dalla vita dei veggenti, che deve, in primis, far parte dei frutti. Il Visitatore apostolico non tocca l’uso equivoco del denaro, rilevato dalla Commissione Ruini, e parla dei presunti veggenti come di persone buone, semplici, ma semplici non più di tanto perché non si ha una proporzione esemplare, pur considerando il loro status di sposati con figli, tra il dono e la vita nelle realtà temporali, che per loro va bene, anzi in modo agiato a partire dalle stesse presunte apparizioni, che durano da più di quaranta anni, e non da una professione lavorativa, che abbia determinato un tale innalzamento economico, come emerge da varie inchieste giornalistiche. Andrebbe ricordata l’esemplarità di san Paolo che lavorava al telaio per guadagnarsi il pane e non voleva nulla a partire dal ministero che aveva (1Cor 9,15). E se per san Paolo si trattava di ministero, qui si tratta di molto meno, di apparizioni, il cui peso Paolo sosteneva con ogni umiltà per non entrare in superbia (2Cor 12,7). Si, doni “gratis datae”, ma quanta umiltà e sofferenza per non trasformali in occasione di male.

Cosa dire a conclusione? Va detto che la Nota è stata, ed è, validissima per porre dei paletti comportamentali a ciò che il lungo tempo trascorso, la complicazione delle competenze tra il Vescovo di Mostar e la Conferenza episcopale dell’ex Jugoslavia, a cui si aggiunge l’imponenza degli attuali mezzi di comunicazione odierni, hanno prodotto. Questo valore della Nota è innegabile, ma rimane il problema di fondo, cioè se le apparizioni ci sono o non ci sono; e con tutta probabilità la Santa Sede, come in altre situazioni di presunte apparizioni, non respinte e neppure approvate, non si pronuncerà mai, lasciando tutto al livello di Nihil obstat secondo la classificazione della Nota.

L’intervista del Visitatore apostolico su Vatican News del 15 gennaio 2025 non cambia le cose, ma le complica circa la sua sottaciuta speranza di una dichiarazione di soprannaturalità sulle presunte apparizioni di Medjugorje, del resto in contraddizione col fatto che i problemi di comunicazione gli fanno dire, in buona sostanza, che ci sono, ma che non si può dire che ci siano. Proprio un capolavoro di contraddizione.

Oltre i problemi di comunicazione, che non sono mai un fatto frequente in un testo buono, può avvenire, ed è stato constatato in comunicazioni pseudomistiche, che uno scritto abbia sì gli elementi dell’ortodossia, ma abbia anche in sé un disordine nocivo. È come se si avesse una strada dove ci sono tutte le pietre occorrenti, ma una punta in alto, un’altra a destra, un’altra in basso e così via. Un teologo dogmatico da tavolino e non da inginocchiatoio può semplicemente vedere che le pietre ci sono, ma non gli dovrebbe sfuggire che esse non hanno un assetto piano, lineare, pacificante nel profondo, come la Verità dà sempre. Qui la lettera agli Ebrei (4,12) ci è maestra, come pure, ad esempio, “Il dialogo della Divina Provvidenza” di Santa Caterina da Siena. Così sarebbe molto dannoso confondere il caso di queste comunicazioni pseudomistiche con semplici problemi di comunicazione.
(https://www.perfettaletizia.it/archivio/infomazione/visioni_apparizioni.htm).

Inserito il 1° Ottobre 2024

Aggiornato al 2 febbraio 2025