Convegno GRIS: Contraffazioni sulle figure di padre Pio e padre Guglielmo Gattiani
 
 

I santi non basta riconoscerli e portarli agli onori degli altari, bisogna anche tutelarne l'autenticità di fronte alle indebite appropriazioni dei male intenzionati. Infatti si danno casi dove all'ombra della notorietà del santo vengono fatti passare per autentici prodotti falsi e altamente inquinanti.

Il santo ha un'autorità di ortodossia riconosciuta dalla Chiesa e dunque il sistema di far risalire ad esso l'approvazione delle falsità crea una situazione devastante.

 

Esamino il caso di Luigi Gaspari riguardo a padre Pio.

 

Caso Luigi Gaspari

 

 

 

Luigi Gaspari è nato a San Felice sul Panaro il 9 aprile 1926 ed è morto a Cesenatico il 15 marzo 1940. Scorrendo con attenzione la storia degli incontri che Luigi Gaspari ebbe con padre Pio la si vede divisa in due tronconi: gli incontri effettivamente avvenuti a S. Giovanni Rotondo e quelli invece avuti a Decima a Chianciano con padre Pio in apparizione.

 

Il suo primo incontro effettivo con padre Pio Luigi Gaspari lo ebbe da ragazzo il 15 marzo 1940. In quella data padre Pio lo cacciò ma poi lo prese quale figlio spirituale: “Sì, ti accetto come figlio spirituale, e tu portati bene”. Un mese e mezzo dopo (5 maggio 1940) Olimpia Pia Cristallini che aveva ospitato il ragazzo a S. Giovanni gli scrive dicendogli che padre Pio non era contento di lui quanto allo studio e al poco fervore nel fare la comunione.

Questa lettera Luigi Gaspari la perse e la ritrovò nel settembre del 1954 nella soffitta. Il ritrovamento fece si che Luigi Gaspari ritornasse a S. Giovanni Rotondo: “Figlio mio, sei qui finalmente. Perché hai pianto? Lo sai che non mi piacciono i pianti”.

Da questo momento i viaggi di Luigi Gaspari a S. Giovanni diventano frequenti.

Il 6 giugno 1956 incontrò padre Pio in sagrestia: “Che fai qui? Non perdere tempo, vai a casa subito”. La ragione è che la madre stava morendo.

Dopo la morte della madre Luigi Gaspari ritornò a S. Giovanni.

Tra la fine del 1967 e l'inizio del 1968 si confessò nuovamente da padre Pio. Luigi Gaspari riferisce queste parole senza fornire il contesto generale del discorso: “Nell'anno 1968 dovremo lavorare molto. Non abbiamo tempo da perdere”. Queste parole hanno l'ovvia interpretazione dei sani propositi di fine d'anno, ma Luigi Gaspari vi vide qualcosa di misterioso.

Agli inizi di aprile Luigi Gaspari cominciò ad udire una voce, che interpretò come ispirazione di padre Pio, probabilmente perché padre Pio in visione lo iniziò ad udire una voce che nella lettera è quella di Cristo.

Alla fine d'aprile fu pronto un manoscritto e una copia dello stesso che venne inviata a padre Pio. Luigi Gaspari non presenta nessuna lettera di approvazione da S. Giovanni Rotondo, ma dice che padre Pio definì il quaderno “Testamento promessa di grazia”: “Mi raccomandò di pubblicarlo al più presto e di farlo giungere al santo Padre, alla gerarchia ecclesiastica e al mondo”. “Il papa capirà tutto”, aggiunse. Non essendoci nessuna visita a S. Giovanni Rotondo si deve concludere che padre Pio apparve in visione.

Il 25 maggio si doveva celebrare a St. Louis negli USA la festa del Sacro Cuore e padre Pio, anche qui non vi è nessun viaggio a S. Giovanni Rotondo, chiese che vi fosse inviato il Quaderno, ma la cosa non ebbe seguito. Padre Pio, riferisce Gaspari “ne fu molto addolorato”. Si noti subito la contraddizione da una parte si fa riferimento alla gerarchia ecclesiastica e dall'altra la si scavalca completamente non attendendone il giudizio.

 

Nel giugno 1968 si ebbe la prima edizione a stampa a cura di Michele Famiglietti di Roma. Luigi Gaspari dice che “Nel frattempo avevo insistito presso padre Pio di togliere alcune parole e stampare il testo in anonimo: <Non devi togliere parola alcuna e poi perché stampare anonimo? Devi stampare a tuo nome, mettere le fotografie e la prefazione>”.

 

Nell'agosto 1968 uscì una nuova edizione presso le arti grafiche di Rovigo, a cura di Primo Capponcelli di Decima di S. Giovanni in Persiceto (Bo). Padre Pio lo avrebbe sollecitato nel maggio del 1968 a pubblicare il libretto, ma anche qui la mancanza della menzione di una visita a S. Giovanni Rotondo fa ritenere che tutto sia in visione. Già si sta formando un gruppo attorno a Luigi Gaspari.

Primo Capponcelli andò a S. Giovanni Rotondo sicuro del fatto suo e cominciò a divulgare il volumetto, ma la distribuzione gli venne bloccata e gli venne impedito di parlarne. In questa azione di fermo del volumetto compaiono come si vedrà subito nientemeno che i figli spirituali di padre Pio, il che lascia pensare ad una direttiva proveniente direttamente da padre Pio.

Contemporaneamente a questo fatto Luigi Gaspari si trovava a Chianciano Terme e il 20 settembre, nelle terme di sant'Elena alle ore 18 gli “apparve” padre Pio: “Devo anticipare la mia partenza al Cielo per salvare il salvabile. Qui sulla terra non mi ascoltano più, neppure molti che si proclamano a me fedelissimi. Non piangere! Io ti seguirò dal Cielo; la fede non c'è stata nelle parole a te date, parole che io ti dissi di chiamare “Testamento promessa di grazia”. Quello che si poteva salvare per mezzo del “Testamento Promessa” nel mese di giugno, ora non si può più salvare. Gli scritti serviranno ugualmente a beneficio dei singoli”.

 

Il 22 settembre verso le 17 un sogno definito “profetico”. “Nel sogno mi apparve padre Pio in mezzo ad un esercito di angeli bellissimi. Egli era tutto splendente di luce e di amore. Si avvicinò e mi abbracciò affettuosamente dicendo: Figlio, figlio, figlio mio! Non devi piangere per la mia morte che ti ho annunciato ieri, rimani forte e coraggioso e sereno nella mia gioia: io metterò a disposizione il mio esercito di angeli, essi ti obbediranno in tutto! Io, padre Pio, sarò sempre vicino a te, ti dirò quello che dovrai fare e dire per il bene tuo e di tutti coloro che vorranno accogliere le parole tue e mie. Porterò in cielo il pensiero tuo, lascerò in terra il pensiero mio! Nel dire queste ultime parole, mi strinse forte la testa fra le mani avvicinandola alla sua; a quel contatto il mio cervello sembrò svuotarsi per riempirsi di una sostanza nuova”.

Nottetempo: “Sentivo nel mio cuore la voce dolcissima del Padre che mi chiedeva di leggergli il Quaderno ed io lo lessi e lo rilessi fino all'alba”. Verso le sette mi chiamarono da Roma per dirmi che il grande cuore di padre Pio aveva cessato di battere”.

 

Il 17 ottobre 1968 Luigi Gaspari cercò di far giungere a Paolo VI il Quaderno usando di mons. V. D'Andrea. Dieci giorni dopo il monsignore gli disse che Paolo VI gli avrebbe detto: “E' alta mistica. Che bello questo incontro tra Padre e figlio. Non c'è nessuna parola da togliere”. Nessuna lettera da parte di Paolo VI, e le parole a lui attribuite indicano chiaramente che mons. D'Andrea aveva risolto con una fiction i quesiti di Luigi Gaspari, senza leggere il quaderno. Infatti nel Quaderno non c'è dialogo tra padre Pio e Luigi Gaspari, ma dettati che sarebbero di Cristo. Paolo VI, prima di esprimere un giudizio, non poteva tralasciare di sottoporre alla competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede il testo.

 

Il volumetto è stato tradotto in francese, tedesco, spagnolo, inglese, polacco, russo, portoghese, greco, croato, rumeno, arabo, braille, fiammingo, cinese, albanese, ungherese, armeno e olandese.

 

Quello che emerge da questo excursus è che Luigi Gaspari dalla fine del 1967 non andò più a S. Giovanni Rotondo avendo comunicazioni via apparizione con padre Pio (ma era tutt'altro che padre Pio).

 

L'ESAME DEL TESTO

 

 

 

Il procedere del discorso appare immediatamente un torciglione di cose, per cui è necessario estrarre di volta in volta singoli punti, ma basterà estrarne solo alcuni per formulare il giudizio di difformità dalla dottrina cattolica. Il libretto è saturo di errori.

 

Da punto di vista del linguaggio è costante il ricorso al passaggio, in uno stesso discorso, dal linguaggio mistico a quello che traccia cose fisiche.

(pag. 20-21)

Il vostro cuore non è mai tutto per me. Una parte lo date spesso a me, ma ne tenete di riserva per le vostre brame, per le vostre ricerche al di fuori di me (...) In quell'angolo che mi serbate io spesso mi nascondo. Sto a guardare. Che vedo? Vi vedo affamati, stanchi delusi e scontenti (...) io vi guardo e aspetto un segnale da voi, un richiamo per uscire dal mio nascondiglio dove mi avete collocato voi. Sono presente se mi chiamate, ma ancora più quando mi amate”.

 

Si ha confusione tra il concetto di onnipotenza divina e quello di energia fisica, e confusione tra calore mistico e calore fisico.

(pag. 24)

La vita non sarebbe senza il mio calore. Il calore mio supplisce al gelo dei vostri cuori aridi. Ogni cuore vostro dovrebbe tenere in vita una particella del creato. Quando il vostro cuore è arido, spento, quella parte del creato dovrebbe scomparire, perché è l'amore del cuore che regge tutto. E io che faccio? Io col mio calore riscaldo per voi. Supplisco col mio Cuore l'aridità del vostro. Vi mantengo e mantengo la vita col calore del mio Cuore (...). io sono la riserva di energia che interviene a evitare il disastro dovuto allo spreco fatto dalla vostra, di quello che vi diedi”.

 

L'unione nella carità presuppone la libertà, ma tale unione viene fatta diventare un diritto sugli altri che hanno aderito, un diritto da difendere.

(pag. 27)

Io difendo i vostri diritti su coloro che avete amato e tentano di sfuggirvi”.

 

L'amicizia non è incontro di carità reciproca tra due persone libere, ma è coartazione di una libertà di fronte ad un altra.

(pag. 31)

Ritorno al ricordo di chi non mi fu amico. Ora che ho l'amicizia sua, sento in me la certezza di ottenere le amicizie che voglio. Le otterrò certamente tutte; tutte quelle che vorrò per dividerle con lui (...). e' lui che guida ogni passo e non vorrà più che quelli che lui scelse per sé, scappino col pretesto di allontanarsi da me. Sarà un ritorno di tutti coloro che lui chiamò. Ora ci sarà l'appello e guai a chi non risponde”.

 

Si trova chiuso in un cerchio di massima difensiva. Nessuno potrà emettere  giudizio alcuno. Il giudizio della Chiesa viene oscurato.

(pag. 37)

Non permetterò a nessuno di giudicare quello che farai. Già è venuto il momento di parlare chiaro con autorità. E' necessario che io ti renda autorevole”.

 

L'onnipotenza divina non si esprime con la potenza della Parola, ma per mezzo di energia di emanazione.

(pag. 44)

L'energia mia ha formato la carne che è servita a dare un volto al vostro spirito”.

 

Si professa la preesistenza dell'anima alla formazione del corpo.

(pag. 44)

Il vostro spirito era prima che si rivestisse della vostra carne”.

 

Si professa l'esistenza di un'anima universale comune a tutti gli uomini (Averroè) trasmessa per generazione (traducianesimo).

(pag. 44)

Il vostro essere è lo spirito mio infuso nel primo uomo; è quello stesso spirito mio che dando vita ad Adamo, per canali diversi è giunto a voi. Sono i canali che hanno contaminato lo spirito che era mio”.

 

Si confonde la presenza per immensità e la presenza per inabitazione.

(pag. 60)

Io sono già presente negli atei, sono là ad attendere voi, attendo la preghiera vostra di unione. Sarà questa la preghiera che vi farà scoprire la mia costante presenza, laddove si nega la mia esistenza. Sono io che mi nascondo proprio in quegli uomini”.

 

 

San Giovanni Rotondo, 18/19 aprile 2009