Zarathustra è il fondatore della religione Mazdaica; tra tutti i fondatori di una religione egli (Il nome deriva da
ustra, cammello; e da zarat, vecchio. Si avrebbe “Colui che possiede vecchi cammelli”, oppure “Il vecchio dai cammelli”. Il padre nell’Avesta recente è detto
Pourušaspa "l'uomo dai cavalli grigi". Si potrebbe tradurre, ma non felicemente perché ci si allontana dalla cultura nomade dove visse Zarathustra, con “luce dorata”:
zaraϑa - dorata - e uštra - luce -. Nella forma greca e latina è Zoroaster) è quello che dal punto di vista rigorosamente storico meno si conosce. La data della sua nascita ci è ignota, come ci è ignoto il secolo in cui visse, e gli studiosi si trovano costretti a presentare un arco di tempo che va dal X sec. al VII - VI sec. a.C.
Marijan Molè avverte nel suo
libro “Culte, mythe et cosmologie dans l'Iran ancienne. Le probleme
zoroastrien et la tradition mazdéenne”, Parigi, 1963: “Una biografia del
Profeta, basata sulle Gatha, è un'impresa disperata”.
Tutti i testi del Mazdeismo,
di cui ora disponiamo, risalgono al periodo che va dal IV o dal VI secolo d.C.,
ma si individuano parti di eco antiche. Le Gatha sono le parti più arcaiche
dell'Avesta, libro sacro del Mazdeismo.
Pur in presenza di tali
difficoltà gli autori riescono a comunicarci alcuni dati.
Innanzitutto Zarathustra è
un riformatore religioso. Egli si trovò di fronte ad una situazione religiosa
dominata da culti che facevano capo all'aristocrazia guerriera Iranica che dava
vita a numerosi sodalizi iniziatici. Le pratiche di questi sodalizi consistevano
in sacrifici di animali come il bue (gav) e l'uso di haoma, un
succo di carattere narcotico. I sodalizi raggiungevano, nelle loro pratiche, uno
stato di furore (aeshma) orgiastico paragonabile a quello del culto
dionisiaco.
La religione
pre-zoroastriana aveva alcuni tratti comuni a quella dell'India dei Veda, come
si vede dal confronto di varie parole, che attestano contatti con l'India Vedica.
Il sacrificio di animali (yaz) in sanscrito è (yajna). Si tratta
in particolare del toro, che si credeva fosse sede di una realtà divina, di nome
Geush Urvan, che significa “L'anima del toro”. La bevanda haoma
in sanscrito è soma.
Zarathustra, dai dati dell'Avesta,
appare nato nella regione dell'Azerbaigian, nell'Iran nord-occidentale, ma le
indicazioni tradizionale presentano l'Iran occidentale. Ma, si parla anche
dell'Iran orientale ipotizzando la Bactriana (corrispondente a una zona del
Khrasan odierno e a una zona del Turkestan afgano), la Sogliana (sulla riva
destra dell'Amu-Darya), il Khwarizim (nel corso inferiore dell'Amu-Darya), tutte
aree del dialetto gatico usato da Zarathustra; e il suo stesso nome porta agli
aspetti linguistici di quest'area. In queste aree vi erano presenze sciamaniche,
che farebbero da sfondo culturale alla vicenda di Zarathustra. Comunemente, si
giunge a dire che Zarathustra nacque a Bactra, l'attuale Balkh o Urmia.
Dando un generoso credito di
autenticità storica ai testi gathici, a quelli che costituiscono lo strato più
antico dei testi dell'Avesta, si ha che Zarathustra appartenne alla famiglia
degli Spitama, da cui l'appellativo di Spitamide. Perseguitato dai potenti (kavi)
e dai sacerdoti (karapan, usig) dell'antica religione dell'Iran, ebbe
protezione presso la dinastia reggente sposando una figlia di Frasaostra, un
potente presso il principe Vishtaspa, re di Chorasmia (Turkestan attuale).
Difficile dire qualcosa
sulla persona di Zarathustra che vada oltre il riconoscimento della capacità di
leadership, nonché di qualche interessamento alle arti sciamaniche, che gli
fecero da base credibile per la divulgazione del suo pensiero.
Zarathustra si oppose ai
sacrifici cruenti e all'uso dell'haoma, affermando anche un cambiamento
di tutto il pantheon divino; mantenne tuttavia il culto del fuoco. Nel suo
rifiuto dei sacrifici cruenti di animali giunse a fare una scelta di campo
difendendo gli allevatori di vacche dai nomadi. Zarathustra avrà una attenzione
per il bestiame procurando fieno nei momenti di carestia. Anche verso gli altri
animali Zarathustra ha premura. Vede una volta una cagna senza cibo con tre
cuccioli e così le porta del pane.
All'età di trent'anni ha una
svolta religiosa entrando in contatto con la divinità Ahura Mazda, come dice una
tradizione che non si trova nell'Avesta, ma presso Platone nel suo Alcibiade, e
nella letteratura medioevale mazdaica. Nell'VIII libro del Denkart si parla di
sette incontri in 10 anni. Questi incontri ripetuti sono derivati dalla visione
ciclica del mazdeismo secondo la quale nei cicli cosmici che si succederanno
appariranno altre guide di salvezza (usyatar, sasyant).
Zarathustra morì per mano
del malefico Bratrokres, che lo aveva insidiato di morte più volte. Il Karap
Bratrokres per riuscire nell'intento si sarebbe trasformato, secondo il mito, in
un lupo. Un testo di Teodoro bar Konay (VIII - IX sec. d. C.) presenta
Zarathustra ucciso da un branco di lupi.
La nascita
leggendaria di Zarathustra
Le Gatha,
presentano già livelli alti di superfetazione, non esenti da contraddizioni. In
esse entra in campo l'Anima del Toro, che si lamenta presso Ahura Mazda, e il
dio le presenta Zarathustra che dirà agli uomini di non bere il succo dell'haoma
e di non fare sacrifici cruenti: “La formula di libazione e darà loro il
latte”. Ma poi il succo dell'haoma viene presentato nella costituzione
dell'essere di Zarathustra.
E’ nel settimo
libro del Denkart (testo nel quale si trova un riassunto delle parti dell'Avesta
andate perdute) che è narrata la storia dei tre componenti che vengono a formare
Zarathustra, e ogni uomo. Il primo è il xvarrah (forza, energia
intellettiva), la fravahr o fravasi (l'anima individuale
preesistente), e il corpo.
Il xvarrah
è creato dalle luci infinite di Ahura Mazda e discende in forma di fuoco
brillante nel focolare della casa della madre di Zarathustra. La madre,
Frin-Duktav (Dugdo, Duktak) riceve quel fuoco nel proprio corpo che diventa
raggiante. I Kavi (veggenti, indovini) e i Karapan (sacerdoti)
prevedono che il figlio che nascerà dalla donna li annienterà, così che
l'accusano di stregoneria per poterla uccidere. La donna viene trasferita dai
genitori in un villaggio capeggiato da Pateraktarasp del clan degli Spitamidi,
padre di Purusasp che sposerà la giovane.
La fravasi
di Zarathustra è già creata, ma deve attendere la fine di un ciclo cosmico per
essere inviata da Ahura Mazda e dagli Amesha Spenta (gli Immortali benevoli) nel
gete (stato della creazione terrestre). Gli Amesha Spenta formano un
ramoscello di haoma e vi introducono la fravasi di Zarathustra. Il
ramoscello viene posto in un nido di uccelli, su di un albero. Lo sposo va a
prendere il ramoscello contenente la fravasi. La pianta si piega verso di
lui, che prende il ramoscello e lo porta alla moglie.
Il corpo di
Zarathustra, invece, scende sotto forma di pioggia da una nuvola. Lo sposo
Purusasp porta fuori dalla stalla due vacche che danno il latte nel quale è la
sostanza del corpo. La sposa, Duktav, munge le due giovenche e mescola il latte
con l'haoma ricavato dal ramoscello dove è presente la fravasi. Le
divinità demoniache (dev, daeva), che fanno capo a Angra Mainyu, e i
Karapan vogliono distruggere il preparato, ma i due sposi, Purusasp e
Duktav riescono a berlo, e poi compiono il coniugio, concependo così
Zarathustra.
Dal punto di
vita rituale “la corretta libazione” è quella del latte mescolato con l'haoma,
che libera dall'usanza dei sacrifici cruenti e soddisfa l'Anima del Toro.
Il giorno dopo
la nascita, Purusap chiama un karap (mago-sacerdote), perché esamini il
bambino, ma il karap vede il bambino in mezzo all'aureola del suo
xvarrah e diventa furioso tentando di schiacciare la testa del bambino; le
sue mani, però, gli diventano immediatamente secche, inutilizzabili e sospinte
all'indietro.
Monoteismo e
dualismo in simbiosi
La posizione teista di
Zarathustra è quella di un monoteismo unito ad un dualismo. Il dio supremo è
Ahura Mazda; “Ahura” in sanscrito è “asura” e vuol dire “dio,
signore”. Mazda vuol dire “il più grande”, ed è in
connessione linguistica con il greco “megistos”. Ahura Mazda viene
detto anche Ohrmazd, in lingua pahlavi (medio - persiano).
Ahura Mazda
(da qui il nome Mazdeismo) genera per emanazione due figli gemelli, Spenta
Mainyu (lo Spirito benefico) e Angra Mainyu (lo Spirito negatore,
detto anche Ahriman, in lingua pahlavi). I due gemelli devono scegliere
fra l'ordine della verità (asha) e l'ordine della malvagità (druj)
entrambi predisposti da Ahura Mazda. I due Mainyu hanno davanti a
loro non unicamente il bene, ma anche il male, come realtà precostituite da
Ahura Mazda. I due gemelli fanno scelte opposte e così si hanno due divinità
emanate da Ahura Mazda che sono in urto, in lotta.
Ahura Mazda ha sette
Amesha Spenta: Vohu Manah (Buon pensiero), Asha Vahishta
(Verità perfetta), Khshathra Vairyia (Signoria desiderabile), Spenta
Armaiti (Devozione benefica), Haurvatat (Pienezza) e Ameretat
(Immortalità); sono gli “Immortali benefici”, le sette virtù di Ahura
Mazda. Tali virtù devono essere presenti negli uomini che seguono
l'ordine della verità (asha).
Note
La differenza con il
cristianesimo è abissale perché Satana non si trovò di fronte al bene e al male,
ma produsse il male rifiutando il bene. L'impostazione manichea di Zarathustra è
chiara, così come è chiara la risposta cristiana: il male in sé e per sé non
esiste, esso è una diminuzione, fino a situazioni estreme, del bene. Solo il
bene esiste di per sé.
La situazione dell'uomo fu
diversa perché il male, sempre inteso come snervamento del bene, era già in atto
e Dio presentò così agli uomini il danno di seguire il male, Satana, che li
avrebbe tentati (Gn 2,16). Il male si è autoprodotto in Satana per la
disobbedienza al Bene.
In nessun modo la Bibbia è
debitrice a Zarathustra della presentazione della realtà di Satana. La Bibbia,
fin dalle sue prime righe, di tradizione molto antecedente a Zarathustra,
presenta già l'avversario di Dio e del genere umano; e mentre per Zarathustra
Angra Mainyu è un dio, Satana per la Bibbia, rigorosamente monoteista, è
solo una creatura, sottoposta alla sovranità di Dio, anche se ribelle a lui.
Il male non è entrato, e non
continua ad entrare, nella storia degli uomini come la conseguenza di una lotta
tra due divinità, perché l'accoglienza del male avviene nella violazione
dell'alleanza che Dio fin dall'inizio ha proposto all'uomo e che vieppiù ha
intensificato, prima con Noè, poi con Abramo, poi con Mosè e infine per mezzo
del suo Figlio, Gesù Cristo.
I sette Amesha Spenta
sono molto diversi dai sette angeli del libro di Tobia (12,15), i quali non sono
assolutamente delle divinità, ma delle realtà create. I sette angeli che stanno
davanti al trono di Dio hanno forse un più probabile riferimento ai sette
eunuchi che servivano alla presenza del re persiano Assuero (Est 1,10).
Israele venne liberato da
Babilonia (538 a.C.) dal re persiano Ciro, che adorava Ahura Mazda, e al
quale Israele proclamò il monoteismo, la sua fede in Jahvéh (Is 45,1-7).
L'escatologia
(nota)
L'escatologia mazdaica è
affidata a testi redatti attorno al IX sec. d.C. in lingua pahlavi, la
lingua ufficiale dell'impero Sasanide (224 - 636 d.C). Sulla scorta di questi
testi alcuni, come Rudolf Bultman (1884 - 1976), si sono affrettati a dire che
il cristianesimo vi avrebbe derivato la sua fede nella risurrezione. Ora tanta
fretta si è rivelata non provvida perché appare chiaro l'inverso. I testi in questione non hanno nessun’eco negli strati più antichi dell'Avesta (i 17 inni: Gatha). La risurrezione dei morti del mazdeismo non è altro che una derivazione da scritti giudaici e cristiani. Ioan Petru Culianu (1950 - 1991) noto studioso delle religioni ha affermato che non c'è posto negli strati antichi dell'Avesta (Gatha: 17 inni) per la risurrezione.
Secondo il Mazdeismo, l'uomo
che ha l'essere di verità (ashavan) giunge allo stato di maga
e diventa capace di giungere agli “Immortali benefici” formando un
tutt'uno con Spenta Mainyu. Egli deve percorrere nell'aldilà tre tappe:
le stelle (i buoni pensieri, humata), la luna (le buone parole, hukhta),
e il sole (le buone azioni, hvashta) e giungere così nel regno delle Luci
Infinite (Anagra raosha).
L'ufficializzazione del Mazdeismo
Fu Dario I (521 - 486) il
primo re Persiano che rese ufficiale il Mazdeismo, ma già Ciro aveva abbracciato
il Mazdeismo. Tuttavia Artaserse (464 - 424 a.C.) fuse la dottrina di Zarathusta
con il vecchio politeismo.
I sacerdoti avesti orientali
(athravan, in sans., atharvan) e in seguito i sacerdoti avesti
occidentali (magi), riportarono in vigore gli usi pre-zoroastriani, dell'haoma
e dei sacrifici cruenti. Trasformarono poi gli Amesha Spenta in divinità,
mentre prima erano solo attributi di Ahura Mazda.
La dinastia dei Sasanidi
proclamò il Mazdeismo, così trasformato in religione di Stato.
Oggi il Mazdeismo è
praticato da non più di 180.000 persone dislocate in Iran, India, Pakistan, Sri
Lanka e con minuscole presenze in Europa e in America.
L'interesse per
Zarathustra
L'interesse per Zarathustra
si sviluppò quando il mondo greco cominciò a guardare al di fuori dei suoi
confini per captare una saggezza lontana, primordiale, ritenuta esotericamente
importante. Così, mentre si guardava ai Persiani, ai Caldei, agli Egizi, agli
Indiani, ci si interessò di Zarathustra rivestendolo dei connotati desiderati.
Fu un Zarathustra trasformato. Secondo Ermodio Platonico egli era vissuto 5000
anni prima della guerra di Troia. Per Xanto di Lidia (V sec. a.C.), il primo a
fare il nome di Zarathustra, era vissuto 6000 anni prima del persiano Serse.
Eudosso e Aristotile lo pongono a 6000 anni prima di Platone.
Zarathustra venne poi
pensato discepolo di Abramo, il grande monoteista, che proveniva dalla
Mesopotamia.
Altri vollero che ricevesse
l'iniziazione dai Brahmani in India.
Altri ancora, nel IV sec. d.C. dissero che
Pitagora era stato discepolo di Zarathustra.
Negli Oracoli
Caldaici (II sec. d.C.) Zarathustra appare come il più celebre tra i magi.
Nel 900
Zarathustra appare come personaggio del libro “Così parlò Zarathustra” di
Friedrich Nietzsche, dove Zarathustra comprende l'errore della dottrina
dualistica (bene e male) per giungere a proclamare una visione oltre il bene e
il male, e ad affermare la dottrina del superuomo, dell'uomo che va oltre
l'uomo.
Bibliografia
Petazzoni Raffaele, “Gli insegnamenti di Zarathustra nella storia religiosa dell'Iran”, ed. MEB, Torino, 1997 (ed. Bologna 1920).
Marijan Molè, “Culte, mythe et cosmologie dans l'Iran ancienne. Le probleme zoroastrien et la tradition mazdéenne”, ed. Università, Parigi, 1963. “Enciclopedia delle Religioni”, ed. Vallecchi, Firenze, 1978.
Joan P. Culiano in collaborazione con H. S. Wiesner (dell'istituto lingue orientali Università di Chicago):
“Enciclopedia tematica aperta, volume Religioni”, ed. Jaca Book, Milano, 1992.
Gherardo Gnoli, “Le religioni dell'antico Iran e Zoroastro in Storia delle religioni” vol.1, Bari, Laterza, 1994.
Paul Du Breuil, “Zarathustra (Zoroastro) e la trasfigurazione del mondo”, ed. Ecig, Genova, 1998.
Mircea Eliade, “Zarathustra e la religione iranica in Storia delle credenze e delle idee religiose" vol. I, Milano, Rizzoli, 2006.
Arnaldo Alberti, “Avestā”, Torino, ed. UTET, 2008.
|