Il mito di Osiride ed Iside
lo si può definire il mito nazionale dell'Egitto, che poi venne esteso nell'area
mediterranea con l'avvento dell'ellenismo.
E' importante vederne
l'originale entità, prima che prendesse i rivestimenti dell'ellenismo nei
misteri osiridici e isidici, perché le fonti ci informano che in essi si
conserva la lingua egizia, e quindi intendevano riferirsi alle origini del mito.
Considerando i “Testi
delle piramidi”, cioè i testi scritti nelle pareti delle celle funerarie,
Osiride ed Iside sono due divinità generate da Nut (dea del cielo) e Geb (dio
della terra). Osiride è la prima figura maschile e Iside è la prima figura
femminile. Sono i primogeniti dei due sessi, diventano sposi, in tal modo la
primogenitura della potenza di Nut e Geb viene preservata da ogni dissipazione.
Osiride è un dio sovrano in terra che introduce la civiltà tra gli uomini
primitivi e la espande oltre i confini dell'Egitto. Seth, suo fratello, è pieno
di invidia e concepisce il pensiero di ucciderlo, ma Iside la moglie-sorella
vigila su Osiride. Seth, secondo figlio maschio di Nut e Geb, avvalendosi del
consiglio del dio Thot, altro fratello di Osiride, tende un tranello a Osiride,
lo colpisce, lo lega e lo uccide, facendo infine a pezzi il cadavere,
disperdendoli nelle acque del Nilo. L'intento di Seth è quello che ad Osiride
non si possa compiere il rituale di mummificazione, e quindi che lo spirito di
Osiride possa venire in possesso del suo corpo mummificato. Iside cerca lo
sposo, ma non lo trova e con Nefti (Nephthys), sua sorella, si mette a gridare
nel pianto e gli dei vedendo quel dolore si lacerano le carni, ma Seth e Thot
non partecipano al dolore.
Nut recupera nell'acqua le
membra del cadavere di colore verde e nero (la vegetazione e il limo), e le
ricompone lasciando il corpo sulle acque dove Iside lo raccoglie. Gli dei si
prendono cura del cadavere. Il dio Ra (Re), il Sole, gli sostiene la testa e gli
dice in un speciale rituale di imbalsamazione: “non imputridire, non marcire,
non sia cattivo il tuo odore”. Iside si trasforma in falco e si pone sul
marito ventilandolo con le ali. La mummia ha un segno di vita nei genitali, come
si ritrova nei “Testi delle Piramidi”, e così la dea rimane incinta del
dio Horus, che nascerà con corpo umano e testa di falco.
Iside partorisce Horus, e
quando questi è adulto affronta Seth, il nemico del padre. Nella lotta Seth
strappa ad Horus il suo occhio divino, e Seth assume per questo l'aspetto di un
porco. Horus a sua volta strappa i testicoli a Seth e recupera il suo occhio.
Quindi Horus dona al padre Osiride il suo occhio. Osiride si rianima e diventa
potente. Il ciclo agrario si completa. Le parole del "Papiro di Ani" cap.
167 si riferiscono al travaglio di Osiride che, re sovrano su tutta la terra, e
quindi avente sul capo l'Ureo (l'Ureo era la rappresentazione del serpente cobra
presente nel copricapo del faraone), viene ucciso e smembrato e ricoperto del
limo del Nilo. Viene poi ricomposto con la possibilità di minimi segni di vita e
riceve la corona Atef (ornamento di fasci di papiro con piume) quale re del
sottomondo: "Ho posto la corona Atef al posto della corona Ureret (Ureo). Ho
alleviato il dolore, ho sostenuto il supporto dei suoi piedi". "Il
supporto dei suoi piedi" è lo sgabello regale che Seth voleva distruggere.
I nemici di Osiride
vedendolo di nuovo potente sono atterriti. Per ordine di Geb gli dei si
riuniscono ad Eliopoli per il processo contro Seth, che cerca di sottrarsi, ma
due dee della verità lo costringono a confessare. Horus piega sotto i piedi di
Osiride Seth, e lo condanna a trasportare Osiride ovunque voglia andare. Poi Geb
pone su di un trono Osiride.
Un'altra versione del mito
di Osiride si ha nella stele 20 del Louvre. E' l'inno ad Osiride.
Geb e Nut hanno due figli
Osiride e Seth, e due figlie Iside e Nefti (Nephthys). Geb concede la sua
eredità sulla terra al primogenito Osiride. Seth geloso diventa nemico del
fratello e gli tende continue insidie che vanno a vuoto perché Iside assiste il
marito-fratello. Ma con un inganno Seth riesce a prevalere su Osiride. Fa fare
un magnifico cofano ricchissimo della precisa statura di Osiride e invita i
convitati ad un banchetto ad entrare nel cofano, colui al quale perfettamente si
sarebbe adattato ne sarebbe divenuto proprietario. Così Osiride vi entrò e
subito venne chiuso il coperchio e sigillato. A questa bara si riferiscono le
parole ritrovate nella piramide di Pepi II: "Omaggio a te, sicomoro, gran
patibolo, compagno del dio. Il tuo petto tocca le spalle di Osiride" (Il
legno di sicomoro, durissimo, veniva usato dagli Egiziani per la costruzione dei
sarcofagi). Poi la bara venne gettata nel
mare. Iside restata sola erra con Nefti (Nephthys) per il paese alla ricerca di
Osiride e ne trova il cadavere. Il dolore di Iside e di Nefti (Nephthys) è
straziante. Il dio Sole (Ra o Re) manda allora il suo quarto figlio Anubis,
avuto dalla dea Hesat o secondo altre versione dalla dea Bast. Anubis, il dio
che presiede alle mummificazioni mummifica il cadavere. Iside vi si pone sopra
in sembianza di uccello ventilandolo con le ali, la mummia ha una vitalità e
Iside rimane incinta di Horus, ma Osiride non può più essere dio-re dei vivi, ma
dio-re dei defunti. Horus nasce e supera tutte le difficoltà che i nemici di
Osiride gli lanciano contro. Horus affronta poi Seth, che gli strappa un occhio,
ma a sua volta Horus recide i genitali di Seth. Il dio Thot interviene e
guarisce entrambi. Ma il vincitore è Horus, che viene introdotto da Iside nella
sala regale di Geb. Seth si leva contro Horus negandogli la legittimità della
successione al trono di Osiride. Il processo si conclude con il riconoscimento
di Horus dio re dell'Egitto. Osiride pone sul capo di Seth il suo piede. Osiride
comincia a regnare sui morti ed è detto “il primo degli occidentali”
(punto dove cala il sole): Horus diventa il “primo dei viventi”.
Plutarco di Cheronea (45-125
d.C) fornisce la versione greca del mito.
Il dio Sole (Atum, Ra o Re)
pronuncia alcune imprecazioni contro Nut impedendole di partorire. Ma il dio
Thot (identificato con Ermete) crea i cinque giorni epagomeni . Sono i
cinque giorni che venivano aggiunti al calendario reale per farlo collimare con
quello civile. In questi giorni Nut da alla luce i suoi cinque figli: Osiride,
Harueris (il grande Horus distinto dal figlio di Iside), Seth (identificato con
Tifone), Iside, e Nephthys (Nefti). Osiride adulto è il re degli uomini e li
porta dalla barbarie alla civiltà. Seth invidioso, con l'aiuto di dodici
compagni, prepara una cassa ricchissima e la propone come dono a colui al quale
si sarebbe adattta perfettamente. Osiride che vi entra vi viene rinchiuso, e la
cassa viene buttata nel Nilo, giungendo fino al mare. Iside lo cerca e viene a
sapere dell'azione di Seth e di come la cassa sia giunta nella Fenicia a Byblos.
La cassa era finita dentro
un grande arbusto cresciuto smisuratamente tanto che il re di Byblos ne fece una
colonna per la sua casa. Iside va a Byblos e ottiene di essere introdotta nella
reggia e viene assunta quale nutrice del neonato della regina. Iside nutre il
bambino unicamente con il suo dito, mentre nel corso della notte lo espone al
fuoco per purificarlo e renderlo così immortale. Iside si trasforma poi in
rondine e vola attorno alla colonna di legno dove si trova il cadavere di
Osiride. La regina vede nottetempo che Iside pone nel fuoco il suo figlio e
grida, rompendo così l'incantesimo: il figlio della regina non accederà più
all'immortalità. Iside allora si rivela come dea e toglie la cassa che sta
dentro la colonna e comincia un lamento estenuante su Osiride. Poi torna in
Egitto, a Buto (importante centro religioso nel delta del Nilo, oggi Tell
el-Farain), presso il figlio Horus, già concepito con Osiride mummificato, e si
distende sul cadavere in pianto. Seth-Tifone scopre il cadavere di Osiride e lo
smembra in quattordici parti, che disperde nelle paludi del Nilo. Iside con una
barca di papiri va alla ricerca delle membra del marito-fratello e le ritrova
tutte tranne il sesso divorato da un pesce (l'Ossirico, che viene ad essere in
abominio agli Egiziani). Iside fa fare un grande fallo di legno, e procede alla
ricomposizione delle membra di Osiride. Nei luoghi dove Iside ritrovò le membra
di Osiride vennero costruite delle cellette chiamate “del ritrovamento”.
Che la dea seppellisse le varie membra nei luoghi dove le ritrovò, va contro
l'indole del mito, ed è idea da rifiutare. Ra (Re) mandò Anubis e Toht ad
imbalsamare Osiride. In tal modo ad Osiride viene garantita la possibilità di
ritornare nel proprio corpo. Osiride divenne il re degli inferi, dove giudicava
le anime e così venne chiamato Neb-er-tcher, “Il signore del limite estremo”.
Non era pensabile per un egizio la sopravvivenza nell'aldilà senza la
mummificazione del corpo. L'anima manteneva sempre una relazione con il corpo
anche se ne era separata.
Il tempio di Osiride era a
Abido, oggi El-Madfuna. Il corpo mummificato di Osiride lo si considerava
depositato lì.
Note
La ricomposizione del corpo
di Osiride, la sua mummificazione e la sua rivitalizzazione a livello dei
genitali per generare un figlio, non sono affatto una risurrezione. La versione
del mito presentata da Plutarco, non concede ad Osiride la rivatilizzazione dei
genitali, perché divorati da un pesce. Il grande fallo di legno che viene
costruito, è solo un completamento rituale del corpo. Questo particolare
ribadisce in maniera definitiva che Osiride non ebbe una risurrezione vera e
propria, ma rimase legato alla mummificazione.
Osiride non può ritornare
tra i viventi. Osiride, posto come un seme sottoterra, diventa dio della
vegetazione. La vegetazioni nella stagione invernale è ferma come in una
mummificazione, poi sotto il calore della primavera riprende la sua vitalità,
così come Osiride, che pur restando mummificato riceve, prima dal vento delle
ali di Iside e poi dall'occhio di Horus, vitalità. Osiride legato
all'oltretomba, può tuttavia uscirne, apparire in sembianze. Egli è come un seme
posto sotto terra che germoglia, per questo oltre che dio re del sottomondo e
anche dio della vegetazione: Osiride deriva da Asar (vegetazione). Per gli
Egiziani era più importante la tomba della propria casa, perché la tomba, con
tutto il procedurale di formule magiche che accompagnavano l'imbalsamazione e
che erano scritte nelle pareti e anche nel sarcofago, dava la garanzia di una
vita felice nell'aldilà, con possibilità di abitare nel proprio cadavere
mummificato, nella propria tomba, o di uscirne.
Il mito
nell'epoca ellenistica: i misteri di Iside e Osiride
Non si può
arrivare a cogliere come il mito venisse recepito dai misteri.
La descrizione
del culto misterico di Iside e Osiride ci è stata tramandata da Apuleio di
Madaura (125-162 d. C), ma in modo incerto e lacunoso.
In ogni caso i
misteri di Iside e Osiride sono un connubio tra gli elementi magici divinatori
egizi e l'astronomia greca. L'ellenismo (323-31 a.C) con lo stoicismo aveva
diffuso il concetto di leggerezza dell'anima ignea. Le anime scendono dal mondo
astrale e vi ritornano. Ora i faraoni giungevano a diventare stelle del cielo
attraverso l'Osirificazione, cioè con l'identificazione con Osiride, il cui
segno stellare era la costellazione di Orione. Le tre grandi piramidi della
piana di Giza, rappresentano bene queste idee. La piramide di Cheope, alta 146
m., quella di Chefren, alta 144 m. e quella di Micerino, alta 65 m. sono poste
in modo che le diagonali del quadrato di base indichino i quattro punti
cardinali. Ad esse corrispondono, nella volta celeste, le tre stelle delle
cintura di Orione: Mintaka, Alnilam, Alnitak.
Quello che era
riservato ai faraoni ora si estende a tutti gli iniziati ai misteri. La
mummificazione non era più praticata, ma le formule magiche egizie sì.
Il miste, (i
misti erano gli iniziandi) innanzitutto si rivolgeva ad Iside, secondo quanto
dice Apuleio nel suo romanzo “Le metamorfosi”, che sant'Agostino rinominò
“l'Asino d'Oro”, in quanto il protagonista, Lucio, è definito un asino
d'oro per la sua voglia di conoscere e sperimentare.
La prima fase
dell'iniziazione consisteva in rigorose pratiche ascetiche rivolte a distaccare
l'iniziando da tutto, spingendolo verso l'atarassia. In questa fase venivano
impartite molte istruzioni. Forti suggestioni potevano produrre sogni relativi
alla dea Iside.
Nella seconda
fase l'iniziando percorreva un itinerario simboleggiante l'ingresso nell'aldilà.
Apuleio fa dire a Lucio: “Guadagnai i confini della morte, misi il piede
sulla soglia di Proserpina e tornai indietro, trascinato attraverso tutti gli
elementi; nel cuore della notte vidi il Sole vibrare di luce radiosa, venni alla
presenza degli dei inferi e degli dei celesti e li adorai da vicino”.
Nessuno pensi
ad un sogno, o ad un viaggio nell'aldilà. L'iniziato ha soltanto un'iniziazione
che raffigurava la sua morte, e come il sottomondo non l'avrebbe trattenuto
perché protetto da Iside. Proserpina era la regina degli inferi. Rapita da
Plutone re degli inferi vi restava sei mesi all'anno, e per gli altri sei mesi
vi poteva uscire. L'iniziando tornava indietro, trascinato (senza dubbio da
Iside), attraverso l'acqua, il fuoco, la terra, l'aria, i quattro elementi che i
greci pensavano essere alla base di tutto il cosmo. In particolare, va ricordato
il fuoco purificatore col quale Iside voleva rendere immortale il figlio della
regina di Byblos. Nella notte, cioè nel sottomondo, Lucio dice di aver visto il
Sole, secondo la concezione egizia che il Sole navigava di notte nel Nilo
sotterraneo spandendo la sua luce. L'iniziando si trovava di fronte ad idoli
degli dei degli inferi e a idoli degli dei celesti.
Tutto veniva
giocato su abili scenografie
Dopo queste
iniziazioni il miste viene posto su di un piedistallo di legno di fronte alla
statua di Iside, riceve quindi un abito chiamato stola olympiaca. Nella mano
destra gli viene messa una torcia accesa, segno del fuoco astrale e sulla testa
gli viene posta una corona di palme; è la simbolizzazione della divinizzazione.
Alla dea
venivano rivolte queste parole: “Tu puoi districare i fili irrimediabilmente
aggrovigliati del Fato. Tu puoi mitigare le tempeste della Fortuna e controllare
le stelle lungo le rotte della loro malvagità. Gli dei del cielo ti adorano. Gli
dei degli inferi s'inchinano davanti a te. Tu fai ruotare il globo (la volta
celeste). Tu illumini il Sole. Tu governi lo spazio. Tu calpesti gli inferi. Le
stelle si muovono ai tuoi ordini”. Iside, la dea maga egiziana, è capace di
dominare tutti gli dei, così come credevano i maghi di imbrigliare gli dei con
le loro magie.
Seguiva poi un
banchetto- festino
La terza fase
è rivolta a condurre all'identificazione con Osiride. In tal modo Iside agisce
sul miste come agì su Osiride. Il dualismo platonico (divisione anima-corpo), stoico e neoplatonico
rendeva superflua la ritualità dell'imbalsamazione.
Quello che
emerge alla fine è la potenza della dea maga Iside, capace di dominare gli dei e
presa da grande amore per Osiride che riversa su quelli che si identificano con
lui.
Le festività
si avevano ai primi di Dicembre e duravano sette giorni, percorrendo le vicende
del mito.
1° giorno:
difesa di Osiride dalle insidie di Seth.
2° giorno: la
morte di Osiride.
3° giorno: il
dolore di Iside partecipato dai misti
4° giorno:
notte di veglia. Si svolgeva una veglia di lamentazioni. Con tutta probabilità
la notizia dello scrittore cristiano Firmico Materno (inizio IV-350 d.C.), che
parla di una lamentazione notturna davanti ad una statua distesa su di un
catafalco, si riferisce ad Osiride.
5° giorno: la
ricomposizione e rivitalizzazione del cadavere di Osiride. Venivano accese delle
luci e un sacerdote esclamava: “Fatevi coraggio, iniziati, il dio è salvo e
voi sarete salvati dalle vostre sofferenze”. Il che vuol dire che saranno
protetti da Iside, che come salvò Osiride, salverà dalle forze oscure e avverse
del Fato gli iniziati.
6° giorno:
offerte all'altare di Osiride. Venivano accese delle luci e un sacerdote
esclamava: “Fatevi coraggio, iniziati, il dio è salvo e voi sarete salvati
dalle vostre sofferenze”. Il che vuol dire che saranno protetti dalle forze
oscure del Fato, che daranno loro impedimenti e sofferenze.
7° giorno:
innalzamento dello djed, un amuleto magico che significava la stabilità della
vita immortale.
La distanza
tra Iside e Maria è abissale. Maria ha dato carne a Cristo, ed ha partecipato ad
una passione salvifica di redenzione dal peccato. Iside è una dea della magia,
la sua relazione con Osiride è tra moglie e marito. Nessuna verginità in Iside.
L'immagine di Iside che allatta Horus non è stata la fonte delle immagini di
Maria col Bambino in braccio. Milioni e milioni di madri forniscono ogni giorno
questa immagine.
“Enciclopedia delle
Religioni”, ed. Vallecchi, Firenze, 1978, voce Egitto
“Le
religioni dei misteri”, Paolo Scarpi, ed. Mondadori, Milano, 2004 "Dizionario
enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto", Mario Tosi, ed. Ananke,
Torino, 2004
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