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I crop circles - culti ufologici - il diavolo mietitore |
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I crop
circles sono comparsi sul finire degli anni 60, ma
la loro divulgazione parte dagli anni 80 (nel 1980 erano
tre, nel 1990 giunsero a 700). Dall'Inghilterra, terra
di origine, si sono diffusi anche in altre nazioni, e si
sono evoluti in complessità figurativa.
Approccio al fenomeno dei
crop circles
Dopo aver letto quello che
fornisce il Web e aver decantato tutto, mi sono riferito
al competente libro di Leonardo Dragoni, “La verità
sui cerchi di grano. Tesi e confutazione di un fenomeno
discutibile”.
La tesi che i crop circles
sono fatti dagli uomini
L'autore di “La verità
sui cerchi di grano. Tesi e confutazione di un fenomeno
discutibile” confuta apertamente che si possa dire
che i cerchi vengano fatti in una notte sola, perché
nessuno ha mai misurato il tempo tra la realizzazione e
il rinvenimento, poiché i cerchi si scoprono per caso.
L'autore, che procede in modo “saggistico e
scientifico”, afferma che i crop circles sono
costruzioni fatte dagli uomini. L'affermazione non è di
principio, ma riesce a rimanere anche di fronte a
segnalazioni come quella dei globuli luminosi, intese da
diversi come intelligenze celesti, e che, al contrario,
possono essere fenomeni naturali anche se non frequenti
(fulmini globulari). L'autore rimane fermo, anche di
fronte ad ipotetiche radiazioni emanate dai crop
circles, o a materiali particolari che sarebbero
presenti in alcuni glifi, cioè i disegni con cui
si presentano i crop circles. Leonardo Dragoni
affronta la tesi che mette in campo la
parapsicologia e
afferma che se i cerchi di grano procedessero dal
pensiero dell'uomo essi si realizzerebbero nel tempo del
pensiero stesso, cioè subito e senza strumenti, ma di
ciò, rileva l'autore, non c'è nessun riscontro
scientifico. L'autore, oltre ad affrontare il fenomeno
della piegatura degli steli di grano dove appare facile
la spiegazione, riferisce di fenomeni a livello dei nodi
apicali (allungamenti, rigonfiamenti, curvatura degli
stessi, cavità di espulsione, bruciatura dei nodi),
affronta la deformazione dei peduncoli, l'espansione
cellulare, la sterilità dei semi. Tutte queste cose però
non si trovano, o non si trovano contemporaneamente, in
tutti gli agroglifi. L'autore non esclude
tassativamente che ciò sia prodotto da
calore/irraggiamento, ma neppure lo afferma per mancanza
di attente analisi. Ne segue che non si può concludere
per una relazione stretta tra irraggiamenti e i crop
circles, ma comunque bisognerà avere nuovi dati
dagli studi futuri di cerealogia. Gli è facile eliminare
l'argomento insetti morti (mosche) trovati in alcune
formazioni, visto che il fenomeno è palesemente dovuto
ad un fungo chiamato “entomophthora muscae”. Non
ritiene poi vincolante il fatto che non ci siano tracce
di pedate nei crop circles (osservazione cara
agli ufologi) perché nei campi ci si può inoltrare
seguendo i solchi lasciati dalle seminatrici, e i casi
dove non risultano tali sentieri sono pochi. Quanto
all'ipotesi dell'origine ufologica dei circles,
l'autore non vi acconsente.
Il libro ha precisioni
scientifiche, ma qualche nebbia di mistero nei casi più
complessi non è dissolta, e l'autore deve rimandare a
spiegazioni future.
Si parla comunemente di
circles nel grano, ma la letteratura li presenta
anche su altre piantagioni, compresi gli ortaggi, e
anche su sabbia e roccia. É un toto circles,
anche se contenuto in alcune migliaia.
E' affermato molto
comunemente che gli attuali anonimi autori dei
circles usino oltre ai classici corde e i rulli,
misuratori laser, computer con disegni programmati, e
si pensa usino anche microonde portatili (magnetron)
e si avvalgano del sistema GPS.
La tesi ufologica
C'è pure la tesi ufologica, cioè i crop circles
sarebbero fatti dagli alieni. Sappiamo però che gli
oggetti volanti non hanno profili compatibili con il
volo, se non nei casi di forme a freccia, o a “sigaro”:
missile. Ma queste due ultime forme hanno dei movimenti,
al pari delle altre, non compatibili con i risultati di
nessuna squadra acrobatica, anche la più ardita, avendo
movimenti velocissimi con virate inconcepibili per ogni
legge del volo.
Si dice che i dischi volanti utilizzano campi
elettromagnetici, ma tutti sanno che un treno a
levitazione magnetica ha bisogno di energie enormi e di
un binario attrezzato con magneti per essere attrattivo
per il movimento, e repulsivo, in relazione ai magneti
posti sotto il treno, per il sollevamento dello stesso.
Ora sulla terra non ci sono aree magnetiche in sintonia
con gli ufo, sia per farli restare in alto sia per
muoverli, e si tenga conto che si muovono con movimenti
velocissimi e con traiettorie impensabili per un
qualsiasi oggetto volante.
L'ufologia si distanzia dall'ambito scientifico del
termine UFO, coniato nel 1952 dalle United States Air
Force (oggetto volante non identificato, cioè un oggetto
che rimane non identificato dalle verifiche degli
esperti) per entrare nel mito.
Per l'ufologia si tratta, infatti, non di oggetti
sconosciuti, ma di astronavi aliene. Il mito si è
ampiamente diffuso tanto che vi sono organizzazioni
ufologhe e anche culti di carattere religioso. Le
autorità militari di vari paesi (Gran Bretagna, Canada,
ecc.) hanno reso pubblici i dati raccolti dal
dopoguerra. Il Gruppo di studio Francese ha comunicato
che il 22% degli avvistamenti è di casi non
identificati. Il 10% (1100) per il dal Ministero della
difesa britannico. Il 5,56 (701) per la United States
Air Force. Ciò non vuol dire che i casi non identificati
possano essere UFO, secondo la credenza mitica. Le
relazioni pubblicate precisano che gli studi effettuati
non forniscono prove di intelligenze extraterrestri.
Chi non segue la corrente popolare afferma che si tratta
di errori di identificazione di oggetti convenzionali,
di falsi pubblicitari, di allucinazioni (isteria di
massa), di foto e video artefatti.
Una cosa è indubbia: se gli alieni - ammesso e non
concesso - ci fossero, non ci vogliono proprio bene. Se
infatti i pittogrammi sono comunicazioni ufologhe
veniamo indubbiamente trattati da poveracci e
trogloditi. Non abbiamo bisogno di cerchi, più o meno
complessi, e per di più impossibili da interpretare
univocamente, dal momento che non manchiamo di mezzi
imponenti come paraboloidi puntati verso il cielo.
Invece no, qui siamo ai geroglifici.
Si dice che gli alieni fanno così per abituarci
gradualmente a loro, ma si risponde che chi vuole farsi
conoscere cerca di farsi capire.
Invece, i pittogrammi portano solo a far arrovellare la
mente senza alcun certo approdo.
Nei campi attorno all'osservatorio di Chilbolton
(Inghilterra meridionale) sono stati ritrovati nel 2001
dei pittogrammi, in particolare il 16 agosto ne è stato
ritrovato uno che vorrebbe essere la risposta del
messaggio radiotrasmesso nello spazio il 16 novembre
1974 da Arecibo (Costa Rica), il più grande
radiotelescopio del mondo, verso l'ammasso globulare
Hercules M13 a circa 25.000 anni luce di distanza.
Questa distanza per essere percorsa dalla radiazione del
messaggio di Arecibo avrebbe bisogno di duecentotrenta
secoli, e altrettanti per tornare. L'unica speranza per
gli ufologi sarebbe quella che il messaggio sia capitato
su Hercules 86, ma lo stretto fascio lanciato da Arecibo
è di 17° distante da Hercules 86, che dista 26,4 anni
luce. I conti, confrontando le date dal 1974 al 2001,
cioè 27 anni, e va aggiunto il tempo di percorrenza
della risposta, non tornano prorio per gli ufologi. Gli
ipotetici Ercoliani 86 avrebbero dovuto rispondere con
un fascio cento volte più veloce della luce, il che non
è in nessun modo possibile. E si deve dire che neppure
la più fantascientifica delle astronavi potrebbe essere
immaginata capace di far sbarcare degli alieni pronti a
tracciare messaggi nei campi attorno a Chilbolton,
snobbando l'imponente antenna dell'osservatorio e senza
lasciare tracce di atterraggi. Dunque, il pittogramma di
Chilbolton non è fatto dagli alieni.
Chi li ha tracciati con tanta perizia per cercare di
farci perdere tempo in congetture, in trasmissioni, in
articoli, di dare spazio a disinformazione, sospingendo
molti ad aderire al mito ufologico, proprio non ci vuole
bene.
Si profila dunque l'avvento, anzi è già iniziato, di
nuove mitologie, corredate di letteratura e culti
ufologici. Il tutto rivestendo in chiave extraterrestre
e ufologica il contatto con i disincarnati, che ora sono
diventati gli alieni. Si hanno così i Raeliani, atei e
anticristiani. I culti newager della “fratellanza
cosmica” e i culti a carattere teosofico, con la
ricerca di stretti parallelismi tra la simbologia
esoterica e i crop circles. Per giudicare poi se
i crop circles sono falsi, cioè fatti
dagli uomini) o veri (cioè fatti dagli alieni) ci
si affida ai responsi delle pratiche della radioestesia
(presunta ricerca di radiazioni attraverso la percezione
di persone che si dicono capaci di questo), pratiche che
scientificamente sono state dimostrate nulle. Nel
1987/88 sono stati condotte in Germania, da parte di
Hans-Dieter Betz e altri scienziati, delle verifiche sui
presunti poteri dei radioestesisti/rabdomanti. Ne
vennero scelti 500 e con ulteriore selezione si giunse a
43. Di questi 43, sottoposti alla ricerca di acqua in
tubature predisposte per ben 843 volte, 36 fallirono
sempre, i restanti 6 ebbero dei successi statisticamente
attribuibili alla casualità. Sempre in Germania nel 2004
si rifecero gli stessi controlli da parte del CWUP
(Società per l'investigazione scientifica sulle
pseudoscienze), che si cautelò con la firma dei
selezionati invitati a riconoscere che la procedura
sperimentale era corretta e che si davano certi del
successo, e i risultati anche questa volta non
sorpassarono il giudizio di casualità. Per giudicare i
circles si ricorre anche ai medium, cioè a coloro
che dicono di avere un filing etereo con gli
alieni.
La tesi delle forze vitali
della terra
C'è chi avanza l'idea che i cerchi siano fatti da forze
vitali della terra, ovvero da turbini di plasma, o
altro. Questa ipotesi non può mettere in campo
un'intelligenza, ma solo fenomeni di natura ancora da
spiegare, e occorre, ovviamente, rinunciare a parlare di
messaggi. Questa ipotesi è però inconsistente perché le
forze della natura hanno la caratteristica della
costanza, mentre per i cerchi c'è uno sviluppo temporale
in complessità, fino allo spettacolare, e non c'è
neppure costanza storica, cominciando i crop circles
ad essere presenti da date recenti.
Il pamphlet del diavolo
mietitore
Praticamente, tutta la letteratura sui crop circles
presenta un pamphlet dove si parla del diavolo
mietitore. Il pamphlet, il cui originale di trova al
British Library del British Museum di Londra, è
corredato da un'incisione, dove si vede un diavolo con
falce che sta mietendo in forma circolare un campo di
cereali. Un campo di avena che ha un cerchio speciale ha
suscitato la fantasia a qualcuno di pensarlo un crop
circles. In tal caso il diavolo mietitore sarebbe da
giudicarsi un espediente letterario, o
creduloneria popolare.
Ma tutti possono con
facilità rigettare l'assimilazione di quel cerchio ai
crop circles, perché nei crop circles le
spighe sono piegate e invece il pamphlet parla di
falciatura. In più i crop circles non hanno una
storia, almeno palese, mentre nel pamphlet ce n'è una.
Va poi considerato che l'incisione che correda il
pamphlet presenta un diavolo con una falce.
Il pamphlet,
divulgato nel 1990 dalla rivista
Fortean Times, merita
attenzione.
Il genere letterario dello scritto è appunto quello di
un pamphlet. Si tratta infatti di un piccolo scritto, a
carattere vivo, incisivo, interessante, rivolto a
promuovere comportamenti moralmente corretti.
La narrazione base del pamphlet, cioè il diavolo
mietitore, non ha riscontri nella letteratura.
Il testo originale in inglese arcaico:
The Mowing-Devil: or, strange news out oh Hartford-shire
Being a True Relation of a Farmer, who Bargaining with a
Poor Mower, about the Cutting down Three Half Acres of
Oats: upon the Mower's asking too much, the Farmer swore
That the Devil should Mow it rather than He. And so it
fell out, that very Night, the Crop of Oat shew'd as if
it had been all of a Flame: but next Morning appear'd so
neatly mow'd by the Devil or some Infernal Spirit, that
no Mortal Man was able to do the like.
Also, How the said Oats ly now in the Field, and the
Owner has not Power to fetch them away.
Licensed, August 22, 1678
Men may dally with Heaven, and criticize on Hell, as
Wittily as they please, but that there are really such
places, the wise Dispensations of Almighty Providence
does not cease continually to evince. For if by those
accumulated circumstances which generally induce us to
the belief of anything beyond our senses, we may
reasonably gather that there are certainly such things
as DEVILS, we must necessarily conclude that these
Devils have a Hell: and as there is a Hell, there must
be a Heaven, and consequently a GOD: and so all the
Duties of Christian Religion as indispensable
subsequents necessarily follow.
The first of which Propositions, this ensuing Narrative
does not a little help to Confirm.
For no longer ago, than within the compass of the
present Month of August, there hapned so unusual an
Accident in Hartfordshire as is not only the general
Discourse, and admiration of the whole County: but may
for its Rarity challenge any other event, which has for
these many years been Product in any other County
whatsoever. The story thus.
In the said County lives a Rich industrious Farmer, who
perceiving a small Crop of his (of about three
Half-Acres of Land which he had sowed with Oats) to be
Ripe and fit for Gathering, sent to a poor Neighbour
whom he knew worked commonly in the Summer-time at
Harvest Labour to agree with him about Mowing or Cutting
the said Oats down. The poor man as it behoov'd Him
endeavour'd to sell the Sweat of his Brows and Marrow of
his Bones at as dear a Rate as reasonably he might, and
therefore askt a good round Price
for his Labour, which the Farmer taking some exception
at, bid him much more under the usual Rate than the poor
Man askt for it: So that some sharp Words had past, when
the Farmer told him he would Discourse with him no more
about it.
Whereupon the honest Mower recollecting with himself,
that if he undertook not that little Spot of Work, he
might thereby lose much more business which the Farmer
had to imploy him in beside, ran after him, and told
him, that, rather than displease him, he would do it at
what rate in Reason he pleas'd: and as an instance of
his willingness to serve him, proposed to him a lower
price, than he had Mowed for any time this Year before.
The irretated Farmer with a stern look, and hasty
gesture, told the poor man That the Devil himself should
Mow his Oats before he should have anything to do with
them, and upon this went his way, and left the sorrowful
Yeoman, not a little troubled that he had disoblig'd
one in whose Power it lay to do him many kindnesses.
But, however, in the happy series of an interrupted
prosperity, we may strut and plume our selves over the
miserable Indingencies of our necessitated Neighbours,
yet there is a just God above, who weighs us not by our
Bags, nor measures us by our Coffers: but l ooks upon
all men indifferently, as the common sons of Adam: so
that he who carefully Officiates that rank or Station
wherein the Almighty has plac't him, tho' but a mean
one, is truly more worthy the Estimation of all men,
then he who is prefer'd to superior dignities, and
abuses them: And what greater abuse than the contempt of
Men below him: the relief of whose common necessities is
none of the least Conditions whereby he holds all his
Good things: which when that Tenure is forfeited by his
default, he may justly expect some Judgement to ensue:
or else that those riches whereby he prides himself so
extravagantly may shortly be taken from him. We will not
attempt to fathom the cause, or reason of, Preternatural
events: but certain we are, as the most Credible and
General Relation can inform us, that same night this
poor Mower and Farmer parted, his Field of Oats was
publickly beheld by several Passengers to be all of a
Flame, and so continued for some space, to the great
consternation of those that beheld it.
Which strange news being by several carried to the
Farmer next morning, could not but give him a great
curiosity to go and see what was become of his Crop of
Oats, which he could not imagine, but what was totally
devour'd by those ravenous Flames which were observed to
be so long resident on his Acre and a half of Ground.
Certainly a reflection on his sudden and indiscreet
expression (That the Devil should Mowe his Oats before
the poor Man should have anything to do with them) could
not but on this occasion come into his Memory. For if we
will but allow our selves so much leisure, to consider
how many hits of providence go to the production of one
Crop of Corn, such as the aptitude of the Soyl, the
Seasonableness of Showers, Nourishing Sol-stices and
Salubreous Winds, etc., we should rather welcome
Maturity with Devout Acknowledgements than prevent our
gathering of it by profuse wishes.
But not to keep the curious Reader any longer in
suspense, the inquisitive Farmer no sooner arriv'd at
the place where his Oats grew, but to his admiration he
found the Crop was cut down ready to his hands; and [as]
if the Devil had a mind to shew his dexterity in the art
of Husbandry, and scorn'd to mow them after the usual
manner, he cut them in round circles, and plac't every
straw with that exactness that it would have taken up
above an Age for any Man to perform what he did that one
night: And the man that owns them is as yet afraid to
remove them.
La traduzione qui proposta è in lingua italiana corrente:
Il Diavolo Mietitore: ovvero, strane notizie dall'Hartfortd-schire
Questo è il racconto di
un agricoltore che trattando con un povero mietitore sul
compenso per la falciatura di tre mezzi acri di avena, a
fronte di una richiesta di compenso troppo elevata da
parte del povero mietitore, giurò che il diavolo avrebbe
mietuto il campo piuttosto che lui. Così, accadde che
quella stessa notte il campo di avena si mostrò come se
fosse stato tutto una fiamma; ma il mattino seguente il
campo apparve così perfettamente mietuto dal diavolo o
da qualche spirito infernale, che nessun uomo (mortale)
sarebbe stato in grado di fare la stessa cosa nella
stessa maniera.
Questo è inoltre il
racconto di come l’avena giace ora sul campo ed il
proprietario non è in grado di portarla via.
Autorizzato il 22 agosto
1678
Gli uomini possono
scherzare a loro piacimento con il Cielo e biasimare
l’inferno, ma che ci siano davvero questi luoghi la
saggia provvidenza dell’Onnipotente non cessa
continuamente di presentarlo.
Poiché, se a causa di
circostanze accumulatesi, grazie alle quali siamo di
solito portati a credere a qualcosa oltre i confini
del mondo sensibile, possiamo ragionevolmente convincerci che esistono di certo cose come i
Diavoli, dobbiamo necessariamente concludere che questi
Diavoli hanno un Inferno e poiché vi è un Inferno deve
esserci un Paradiso e quindi, un Dio; per cui, come
indispensabili conseguenze, fanno seguito tutti i doveri
della Religione Cristiana.
Il racconto che segue non
è che un piccolo aiuto per confermare la prima delle
proposizioni.
Poco tempo fa, nel mese
di agosto, è accaduto un evento così insolito nell’Hartfordshire,
che non è solo il discorso generale, e l'ammirazione di
tutta la contea, ma per la sua rarità può sfidare
qualsiasi altro evento che, per molti anni, si sia
verificato in altre contee. La storia è questa.
Nella sopracitata contea,
vive un ricco agricoltore che, valutando la propria
coltivazione (circa tre mezzi acri di terra seminati
d’avena) matura e pronta per la raccolta, si rivolse ad
un povero vicino che sapeva essere solito lavorare nel
periodo estivo del raccolto, al fine di accordarsi sulla
mietitura del proprio campo d’avena.
Il povero mietitore pensò
che fosse giusto vendere il sudore della sua fronte ad
un prezzo ragionevole, e così chiese un buon salario per
il lavoro che avrebbe dovuto eseguire.
Il ricco agricoltore, in
via eccezionale, gli offrì in risposta un salario molto
più basso rispetto a quello percepito solitamente dal
povero mietitore per il suo lavoro.
Al che ci fu uno scambio
di parole taglienti fino a quando il ricco agricoltore
disse al mietitore che non avrebbe più discusso con lui.
Allora l’onesto
bracciante, riflettendo, si disse che se non avesse
accettato questo piccolo lavoro di mietitura, avrebbe
perduto opportunità di lavoro più consistenti da parte
dell’agricoltore, perciò lo rincorse e gli disse che,
piuttosto che dispiacergli, avrebbe eseguito il lavoro
al prezzo proposto dall’agricoltore: come prova della
sua volontà di servirlo, propose addirittura un salario
inferiore a quello per il quale aveva lavorato durante
tutto l’anno.
Il ricco agricoltore con
sguardo severo e modi frettolosi, rispose al pover’uomo
che prima che si rivolgesse a lui, il diavolo avrebbe
dovuto mietere l’avena. Poi, dopo aver detto queste
parole si allontanò lasciando il povero mietitore
dispiaciuto e non poco preoccupato per essersi mostrato
scortese verso colui che, detenendo potere su di lui,
avrebbe potuto fargli molte gentilezze.
Certamente, nel
perseverare di una ininterrotta felicità, possiamo
vantarci al di sopra delle miserie dei nostri indigenti
vicini, ma c’è un Dio giusto al di sopra di noi che non
ci considera in base al tenore di vita né ci misura
guardando le nostre ricchezze, bensì veglia su di noi
indistintamente come i comuni figli di Adamo.
Così, colui che con
attenzione usa il rango o il luogo in cui l’Onnipotente
l’ha collocato, è veramente degno della stima di tutti
gli uomini, rispetto a chi è privilegiato dalle dignità
superiori e ne abusa. Poiché una volta che ha perduto il
suo prestigio a causa del suo comportamento, non può che
attendere una qualche sentenza su di lui, oppure che le
ricchezze di cui si vanta gli vengano presto tolte.
Non cerchiamo di capire
la causa o la ragione di eventi che stanno oltre il
naturale, tuttavia sappiamo per certo da rapporti e
informazioni credibili, che quella stessa notte dacché
il povero mietitore ed il ricco agricoltore si
separarono, il campo d’avena fu pubblicamente visto da
numerosi testimoni essere tutto una fiamma e così
continuò per un po' di tempo con grande timore di coloro
che erano presenti.
Quali strane notizie portarono in molti
al ricco agricoltore la mattina seguente! Non poté non
essere fortemente curioso di andare a vedere com’era
diventata la sua coltivazione di avena, che non riusciva
ad immaginare completamente divorata dalle fameliche
fiamme, osservate da molti così a lungo sul suo
appezzamento di terra.
Di certo non poté non
tornargli in mente l’improvvisa ed indiscreta
espressione del giorno prima (che prima di rivolgersi a
quel bracciante, il diavolo avrebbe dovuto mietere
l’avena). Se ci concediamo di vivere il tempo in tale
modo, allora dovremmo considerare come la Provvidenza
agisce nel produrre una coltivazione di mais, con le
piogge opportune, con il calore del sole, i venti
salubri, ecc. Dovremmo piuttosto avere un comportamento
maturo e profondere devoti ringraziamenti anziché
desideri.
Per non alimentare ancora
a lungo la curiosità del lettore, il ricco agricoltore
non fece in tempo ad arrivare sul posto in cui la sua
avena era cresciuta, che con grande sorpresa trovò tutto
il raccolto tagliato e già pronto per le sue mani; e
come se il diavolo desiderasse mostrare la sua abilità
nell’arte dell’agricoltura e disprezzasse il fatto di
falciare in modo usuale, aveva tagliato gli steli
d’avena in cerchi rotondi, piazzando ogni paglia con
tale precisione che, a qualunque uomo sarebbe stata
necessaria più di un’era per eseguire un tale lavoro
fatto dal diavolo in una notte.
E il proprietario ha
ancora paura di rimuoverli.
Considerazioni
La narrazione è presentata ovviamente dal pamphlet come storica, che tuttavia non è provabile. L'esame dello scritto ha verosimiglianza, ma non di più, per l'incongruenza che la gente vide di notte il campo bruciare e aspettò la mattina per andare ad avvisare il padrone e inoltre non si adoperò subito per arginare l'incendio. Il pamphlet tuttavia presenta una grande ricchezza psicologica, quando riferisce che il padrone del campo non raccolse l'avena falciata. Il padrone del campo, infatti, dovette considerare che se avesse raccolto l'avena avrebbe dovuto riconoscere al demonio di avergli reso un servizio e di essergli perciò debitore di un salario, anche perché lo aveva chiamato in causa. Una posizione da brividi che il proprietario fuggì, pentendosi di avere detto quelle parole nella gelida collera contro il povero bracciante.
Si era innalzato sul povero lavoratore, che chiedeva un
dignitoso compenso, e era nella condizione di dover dare
un compenso al diavolo, che aveva eseguito il lavoro
con una maestria mozzafiato, tanto da non far dubitare
della sua origine. Il cerchio stesso, dalle spighe
concentricamente disposte a terra, indicava che il
centro era ormai lui, il diavolo, e non il proprietario.
Sembrava proprio un cambio di proprietà, seppur non lo
fosse.
Meglio dunque perdere tutto il raccolto dell'avena,
lasciandolo marcire a terra, piuttosto che poi perdere
la propria anima.
La narrazione è, infine, verosimigliante sul piano
teologico, perché il fatto di fare luminescenze (così
vanno interpretate le fiamme viste nel campo), tagliare
di netto steli, e senza falce, rientra nei poteri del
demonio.
Nel pamphlet è presente una precisa intenzione di difesa
della Religione cristiana di fronte all'avanzare
dell'empirismo, che voleva sbarrare all'uomo la strada
verso le verità che vanno oltre ciò che è sensibile.
L'autore afferma che il sensibile non è poi così privo
di segnali che rimandano alle verità eterne della
Religione.
Non manca il pamphlet di volere agire in una situazione
sociale che sta lentamente cambiando sotto la spinta
della rivoluzione industriale, e questo è un aspetto
interessantissimo dello scritto.
Quel bracciante giunge, pur con tanto timore, ad
affermare che ha qualcosa di suo da presentare, cioè la
sua capacità lavoro, e con ciò ha una capacità
contrattuale. Il ricco proprietario rifiuta con violenza
verbale di riconoscere una dignità contrattuale al
mietitore, preferendo dare il campo al demonio, a cui
ben poco crede, ma che molto segue. Il pamphlet così si
propone un effetto sociale di moderazione delle
posizioni di dominio, ricordando che c'è oltre la morte
un futuro eterno.
Tutto ciò spiega la diffusione del pamphlet, di cui
troviamo una ristampa addirittura nel 1913.
Circa il sapere a quale confessione appartenesse
l'autore del pamphlet, si può dire che in quel tempo il
re era un cattolico, Giacomo II Stuart. Questo re
promosse il cattolicesimo in maniera incisiva
incontrando l'ostilità della Chiesa anglicana, già
Chiesa di Stato e unica ammessa nel regno. Da parte
anglicana va notata una propensione per la dottrina di
Calvino sulla predestinazione, che si cercò di
introdurre ufficialmente nel 1595 su firma della regina
Elisabetta, che però non la sottoscrisse. La dottrina
rimase inserita come un'appendice dei 39 articoli
firmati dalla regina nel 1563.
Ora la dottrina sulla predestinazione protestante,
specie quella di Calvino che la espresse in modi netti,
prevede una predestinazione al cielo o all'inferno
decretata da Dio, senza che l'uomo possa nulla per il
suo destino eterno. Un segno della predestinazione era
colto nell'abbondanza dei beni, per cui tale dottrina è
stata una ragione del prodursi del capitalismo selvaggio
(Cf. Max Weber (1864 - 1920), “L'etica protestante e
lo spirito del capitalismo”). Il pamphlet sconfessa
questa dottrina dichiarando che Dio non fa distinzione
di persone, ma che giudica secondo le opere di ciascuno.
Tuttavia, non si può dire che l'autore sia un cattolico,
potendo essere un anglicano personalmente molto distante
dalla dottrina della predestinazione. Certo l'autore
doveva conoscere la Bibbia se nel suo esordio presenta
la distinzione tra angeli e spiriti (At. 23,8),
dove per spiriti i farisei intendevano le anime
separate dal corpo, che secondo loro potevano uscire
dallo scheol. Quanto al ricco proprietario si tratta
di un miscredente, sia che fosse di estrazione cattolica
o anglicana.
Leonardo Dragoni, “La verità sui cerchi di grano.
Tesi e confutazione di un fenomeno discutibile” ed.
Alvorada, 2011.
Massimo Polidoro, "Grandi misteri della storia",
ed. Bestseller Piemme, prima edizione 2002, riedizione
aprile 2012.
Siti di riferimento
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nel grano
it.wikipedia.org/wiki/UFO
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gris-imola.it/ultime_notizie/Icultiufologici.php
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