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Da “Popol Vuh” a cura
di Michela Craveri, ricercatrice di letteratura ispano-americana e docente
presso l'Università del Sacro Cuore di Milano, ed. Bompiani, Milano 1998, pag.
18-19:
“Qui seguono le prime
parole, la prima eloquenza.
Non c'è ancora una persona, un animale, un uccello, un pesce, un granchio, un
albero, una pietra, una caverna, un precipizio, un prato, una foresta. Soltanto
il cielo, da solo, è lì; la faccia della terra non è limpida. Soltanto il mare
da solo è raccolto sotto tutto il cielo; non c'è niente, assolutamente niente
che sia messo insieme. Tutto è in quiete; non una sola cosa che si muova. Tutto
è immobile, fermo sotto il cielo.
Qualunque cosa possa esistere semplicemente non c'è: solo la massa d'acqua, solo
il mare calmo, soltanto questo è messo insieme.
Qualunque cosa possa esistere semplicemente non c'è: solo mormorii,
increspature, nell'oscurità, nella notte. Solo il Creatore, il Modellatore, il
Sovrano Serpente Piumato, i Portatori, i Genitori, sono nell'acqua, una luce
scintillante. Essi sono lì, sono avvolti in piume di quetzal, nel blu-verde. E
perciò il nome, "Serpente Piumato". Essi sono grandi conoscitori, grandi
pensatori nel loro stesso essere.
E naturalmente c'è il cielo, e c'è anche Cuore del Cielo. Questo è il nome del
dio, come viene chiamato. (...)
Egli parlò con il Sovrano
Serpente Piumato, e parlarono, poi pensarono, poi si preoccuparono. Si misero
d'accordo, unirono le loro parole, i loro pensieri. Poi fu chiaro, essi
raggiunsero l'accordo nella luce, e poi l'umanità fu chiara quando concepirono
la crescita, lo sviluppo degli alberi, dei cespugli, e la crescita della vita,
dell'umanità, nell'oscurità, alle prime luci dell'alba, tutto per opera di Cuore
del Cielo, detto Huracan-Uragano. Caculha Huracan (Fulmine Uragano) viene per
primo, il secondo è Chipi Caculha (Fulmine Neonato), il terzo è Raxa Caculha
(Fulmine Improvviso).
Così furono in tre, come
Cuore del Cielo, a venire presso il sovrano Serpente Piumato, quando l'alba
della vita venne concepita. (...)
E
poi la terra sorse a causa loro, fu semplicemente la loro parola che la fece
emergere. Per formare la terra essi dissero <Terra>. Ed essa sorse
improvvisamente, proprio come una nuvola, come una nebbia, che ora prendeva
forma, si distendeva. Poi le montagne furono separate dall'acqua e tutte in una
volta vennero fuori le grandi montagne. Soltanto attraverso il loro genio,
attraverso la loro tagliente acutezza, svilupparono la concezione del
monte-piano, sulla cui faccia crebbero immediatamente boschi di cipressi e di
pini (...)”.
La narrazione procede
presentando una serie di tentativi degli dei di creare un'umanità che desse loro
nutrimento, preghiere e sacrifici. I tentativi fallirono e gli esseri prodotti
vennero distrutti
dagli dei, fin quando
due eroi gemelli Hunahpu e Ixbalanque, dopo avventurose e prodigiose vicende,
vinsero gli dei del sottomondo, realizzando così condizioni per la creazione di
un'umanità gradita agli dei.
Note
La prima osservazione è che
la creazione non avviene ex nihilo, dal nulla, ma a partire da una materia,
facente parte del mondo degli dei, coesistente con gli dei, e che costituisce il
cielo e il mare. Siamo agli antipodi della narrazione biblica. Sotto il cielo
c'è il mare primordiale; tutto è immobile salvo “solo mormorii, increspature,
nell'oscurità, nella notte” presenti nel mare, come riflessi esterni degli
esseri divini che vi sono immersi: “Solo il Creatore, il Modellatore, il
Sovrano Serpente Piumato, i Portatori, i Genitori, sono nell'acqua, una luce
scintillante”. Questa luce rende il mare di colore “blu-verde”. Tutti
questi dei sono avvolti di piume di quetzal (un uccello; bisogna
intendere che tali piume saranno poi date ad un uccello). Tra gli dei c'è un
sovrano il “Serpente Piumato”, che gli Aztechi chiamavano Quetzalcoatl,
mentre i Maya lo chiamavano Kukulkan, e i Quiché, popolazione maya dell’America
Centrale, stanziata nel Guatemala centro-occidentale,
Gukumatz.
Il cielo non è vuoto di
divinità, poiché c'è il “Cuore del cielo”. Questa divinità entra per
prima in azione andando a parlare al “Sovrano Serpente Piumato”, che è “il
Creatore, il Modellatore”; Creatore in quanto ha l'idea delle cose,
modellatore in quanto ammassa con il suo potere la materia e la modella
per produrre le cose.
Il Cuore del cielo è il dio
Huracan. Il termine Cuore non è esclusivo, altre divinità sono dette Cuore
del lago, Cuore del mare, e Huracan stesso è detto anche Cuore
della terra. Attivandosi dal suo essere chiuso staticamente in se stesso
egli diventa triplo, in una successione subordinata di divinità: “Caculha
Huracan (Fulmine Uragano) viene per primo, il secondo è Chipi Caculha (Fulmine
Neonato), il terzo è Raxa Caculha (Fulmine Improvviso). Chipi è anche detto
Chipi Nanahumac, e Raxa è pure detto Rax Nanahumac Nanahumac è collegato a
Nanahuatzin, il nome nahuatl di un dio che apre la montagna piena del
mais che serve per formare la carne umana (Michela Craveri, pag. 147). Il
processo dinamico di Huracan nel diventare un triplo è che prima diventa Fulmine
Uragano, cioè concepisce in sé il Fulmine, quale divinità emanata da sé; poi lo
genera: è il Fulmine Neonato, che come neonato esprime il tuono. Il Fulmine
Neonato esprime però subito l'irraggiamento luminoso, il riflesso, cioè il
Fulmine Improvviso. Sono dunque tre che vanno dal Serpente Piumato. A pag. 44 i
tre vengono espressi come Huracan, Chipi Caculha, Raxa Caculha: “Poi parlò
Huracan (Uragano), Chipi Caculha (Fulmine Neonato), Raxa Caculha (Fulmine
Improvviso)”. Come si vede non si ha Caculha Huracan (Fulmine
Uragano) perchè il testo non presenta più il processo generazionale. Le tre
divinità sono concomitanti, concatenate, per questo sono ancora dette
successivamente “Cuore del Cielo”, e il testo le fa parlare al singolare, ma
sono di natura distinta: tutto è distantissimo da Dio Uno e Trino, che noi
cristiani professiamo.
Il loro costituirsi dà il
via al primo movimento, che contagia il Sovrano Serpente Piumato e dà il via
alla formazione delle cose. “I tre” infatti vanno da lui. Le cose furono
prodotte da una parola comune: ”Per formare la terra essi dissero <Terra>”, e
con ciò si espressero in una volontà unitaria, ma il processo di formazione
avviene per modellazione attraverso il Modellatore, che agisce con il suo
potere, che è presentato analogicamente come un generare che è unico, poiché è
detto (pag. 17): “modellatore, madre-padre”. L'azione del modellatore è
vista nei suoi effetti “Ed essa sorse improvvisamente, proprio come una
nuvola (dal mare), come una nebbia, che ora prendeva forma, si distendeva. Poi
le montagne...E per prima fu formata la terra, il monte-piano (così viene
chiamata). I canali di acqua furono separati; i loro rami si snodarono i loro
percorsi...”.
Va osservato che la
narrazione delle origini è un punto obbligato per tutti i popoli. Questa, come
si vede, è tutt'altro che rozza e denota acutezza di pensiero, oltre che
capacità letteraria. Come si formarono queste narrazioni? Il processo fu
indubbiamente lungo, millenario, sotto la spinta delle fusioni con le idee
maturate da altri popoli, sotto la spinta della proiezione nelle origini della
realtà sociale di un popolo, sotto la spinta di una pura speculazione poetica,
sotto la spinta delle pratiche magiche, divinatorie. Un processo complesso, dove
non fu estraneo neppure qualche scintilla di verità che Dio riuscì a far
filtrare, non potendo far oltre, visto che gli uomini (Sap 13,1s) “Dai beni
visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l'artefice, pur
considerandone le opere. Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile o la volta
stellata o l'acqua impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dei,
reggitori del mondo”.
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