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Gli antecedenti alla formazione della Massoneria si trovano nelle confraternite costruttrici delle grandi cattedrali del medioevo. Erano confraternite compatte, con divisioni di compiti, con privilegi e sicura appartenenza cattolica. Venuto meno il tempo della costruzioni delle grandi cattedrali, le confraternite di costruttori cessarono di avere prestigio. Tra il 500 e il 600 in ambienti segnati dalla riforma protestante (Germania, Boemia, Inghilterra) si formarono circoli esoterici intrisi di occultismo, di cabala. Ciò influenza nel 500 in Scozia gruppi di costruttori. Nel 600 anche in Inghilterra corporazioni di muratori accolgono interessi esoterici, conservando gli oggetti dell’arte muraria che diventano ben presto simbolici. I gruppi di muratori operativi diventarono sempre più composti da nobili, da intellettuali, diventando gruppi (logge) speculativi, con tantissimo esoterismo. Si arriva alla data del 14 giugno 1617, che convenzionalmente è la data dell’inizio della Massoneria, che è nata il Inghilterra.
L’indirizzo fu verso una religione dove la verità diventa un fatto legato al soggettivismo, e perciò alla negazione delle verità della fede quali sono i dogmi. E’ il deismo che ha in Lord Cherbury, dedito all’occultismo e alla magia, un iniziatore. E’ un credere in Dio senza dogmi, un essere buoni e religiosi senza religioni.
È un coniugare gli opposti quale il bene e il male: percorrendo la buia strada del vizio si comprende la luce, il bene, e ci si innalza (gnosi). La composizione degli opposti si attua divinizzando Lucifero, quale portatore di luce, stella del mattino, ponendolo in armonia con il Dio massonico (deismo), GADU, Grande Architetto dell’Universo, così chiamato in riferimento alla muratoria (la G della simbologia indica questo). Propriamente non esiste per la Massoneria un
Dio massonico, poiché sarebbe una definizione, ma il GADU è ciò che ogni massone pensa che sia: è un concetto che comprende qualsiasi interpretazione: Dio personale, Simbolo di ricerca del senso della vita, Forza cosmica, Ideale, Legge Universale. Si può dargli il nome di Buddha, di Allah, di Osiride, di Cristo, ecc., senza mai arrivare ad una risposta religiosa e dogmatica. Il massone si riferisce al GADU
come se fosse un essere esistente e personale, senza mai definirlo.
Parimenti, Lucifero può essere interpretato come realtà personale, così
che per conoscere il GADU non bisogna fare muro contro Lucifero, intendendolo come portatore di luce. Per chi vuole è
possibile pensare Lucifero come un nome simbolico o un attributo del
GADU. La coincidenza Lucifero-Satana non è una dichiarazione
ufficiale, ma può essere nutrita personalmente, senza che nessuno lo impedisca. Segue, in tal caso, la dottrina gnostica che Satana, promotore dell'odio contro la Chiesa, alla fine sarà reintegrato (dottrina gnostica, del tutto antibiblica, dell'apocatastasi: ristabilimento, restaurazione).
La Massoneria non ha scelte religiose se non sè stessa, dichiarando però che non è una religione, ma vuole trovare nelle religioni delle vestigia di una religione superiore, esoterica, conosciuta dagli iniziati di tutti i tempi.
L’aldilà è semplicemente un vago mondo della luce. Le precisazioni sull’aldilà, sono lasciate alle religioni, considerate soltanto conoscenze contingenti, occasionali, date ai popoli, mentre la vera conoscenza rimane ancora nascosta alle moltitudini e accessibile solo agli iniziati, in virtù di una loro personale e soggettiva relazione con la deità del GADU, non oggetto specifico di culto.
Il culto è dato all’uomo, alla sua libertà senza dettato trascendente; alla sua socialità, moralmente fluida pur organizzata. Quello che
non cambia è l’idolatria dell’uomo.
La Massoneria scaturisce da se stessa, cioè dalla fratellanza massonica. La sua forza nasce da se stessa, ed è basata sull’aiuto dei fratelli massoni.
Il male non viene affatto prescritto positivamente, ma non viene detestato, se inteso come un fatto episodico e sotto il controllo della saggezza massonica. Il cedimento alla carne non contamina l’anima, né la schiavizza al male, ed è fatto rientrare in una pulsione, di cui non si deve parlare. Tra carne e anima c’è dualismo, sicché ciò che fa la carne rimane della carne. Il dualismo è radicale, ma l’anima viene posta in armonia con la carne perché giudica saggezza il cedimento - sotto controllo - alla carne.
Facile vedere in tutto ciò quanto Satana propose ad Adamo ed Eva, cioè la disubbidienza a Dio per la conoscenza del bene e del male, facendo intendere che il male è un’esperienza che non afferra, che non schiavizza, ma che libera. E’ la trasgressione dalla morale della Chiesa, dichiarata oscurantista, con l’accettazione di quella convenzionale della convivenza cittadina, all’insegna della progressiva evoluzione massonica, e non a partire dall’identità dell’uomo fatto ad immagine e somiglianza con Dio. Il vizio va messo “in prigione”, ma non radicalmente combattuto, e se compiuto, nulla produce, semplicemente lo si deve far rimanere nella prigione del silenzio interiore, e questo viene inteso come saggezza per tendere all’assenza di agitazione, alla tranquillità. Il perdono è conosciuto e dato se richiesto, ma è intriso della superiorità che rinuncia al disprezzo e alla vendetta, poiché disprezzo e vendetta per un massone sono
un diritto. Ciò è agli antipodi del messaggio cristiano.
Le origini culturali della Massoneria, attingono allo gnosticismo, al neoplatonismo, allo stoicismo, alla magia, all’ermetismo, alla cabala, all’alchimia, al pitagorismo, ai culti misterici del paganesimo geco-romano. Tali riferimenti sono sviluppati in vari sistemi di Alti Gradi, i quali danno accesso alla gnosi massonica. Il rituale iniziatico di apprendista (primo grado) è uno psicodramma profondo. L’iniziando è fatto sostare in una camera oscura, della riflessione, per essere poi condotto dentro il tempio massonico con gli occhi bendati, con un cappio al collo e col calzino destro levato. Il tutto è fatto per impressionare l’iniziando e coinvolgerne l’anima. L’iniziando deve superare delle prove simboliche al fine di esprimere un’adesione giurata alla Massoneria e al vincolo del segreto. Al termine gli verrà tolta la benda e si troverà nel tempio, vedendo i massoni bendati aventi ognuno una spada puntata su di lui. La spada ora è ridotta a simbolo, ma un tempo era per l’uccisione del traditore. L’iniziando ode le parole del Maestro che se sarà fedele tutti lo aiuteranno, ma se tradirà tutti si vendicheranno. Dopo un nuovo consenso i massoni si tolgono la benda e si fanno riconoscere. La Massoneria non è affatto un semplice Club sociale e filantropico, è un Ordine iniziatico.
La prima reazione della Chiesa avvenne con Clemente XII che nel 1738 (Cost.
In eminenti, 24 aprile 1738) emise la scomunica dei massoni detti anche frammassoni. La condanna fu confermata e rinnovata da Benedetto XIV (Cost.
Providas, 18 maggio 1751). Seguì Pio VII (Cost. Ecclesiam a Jesu Christo, 13 Settembre 1821); poi Leone XII con l'Apostolica Costituzione
Quo graviora (Cost. in. data del 23 Marzo 1825), abbracciando in questo punto gli atti e i decreti dei suoi antecessori, li ratificò e suggellò con irrevocabile sanzione. Nel senso medesimo parlarono Pio VIII (Encicl.
Traditi, 31 Maggio 1829), Gregorio XVI (Encicl. Mirari, 15 Agosto 1832) e più volte Pio IX (Encicl.
Qui pluribus, 9 Novembre 1846. Alloc. Multiplices inter, 25 Settembre 1865, ecc.). Leone XIII, nell’“Humanum Genus” (20 aprile 1884), rinnovò la condanna della Massoneria riaffermando le ragioni evidenti di tale condanna. In particolare l’”Humanum Genus” faceva presente: “Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d'ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate”.
Il dialogo con esponenti venne attuato dove era possibile, dato l’anonimato dei Massoni, nel XVIII e XIX e anche nel XX specialmente dai Gesuiti nell’intento di condurli alla Chiesa. Non dimentichiamo l’attenzione orante per la conversione dei Massoni di san Massimiliano Kolbe.
In prossimità dell’inizio dei lavori del Concilio Vaticano (11 ottobre 1962. Il concilio fu indetto da papa Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959), la Grande Loggia di Haiti si rivolse al Papa, il 26 maggio 1962, con la supplica di rivedere il giudizio della Chiesa sulla Massoneria. Lo stesso intento venne espresso dal Gran Maestro della Gran Loggia austriaca, che scrisse al cardinale arcivescovo di Vienna, Franz König (1905-2004).
Nell’ottobre 1966 l’episcopato scandinavo, considerando le mosse pacifiche della Massoneria, dichiarò che i cattolici non sarebbero più tenuti a rinunziare alle loro relazioni massoniche, nel caso che la loro Loggia di appartenenza non combattesse il cristianesimo. Nello stesso senso si pronunciò la Conferenza Episcopale dell’Inghilterra e del Galles. Una lettera della Santa Sede del 18 luglio del 1974 riservata ai vescovi consentiva agli stessi di esaminare accuratamente l’esistenza di casi particolari, che potevano riguardare i soli laici. Era il momento della speranza, ma anche di una conoscenza superficiale seppur vigilante. Veniva presentata solo l’opinione di alcuni autori, che andava percorsa per la verifica.
S.C. Pro Doctrina Fidei, Litterae, Complures episcopi, ad praesides conferen¬tiarum episcopalium de catholicis qui nomen dant associationibus massonicis, Prot. 272/74, 18 iulii 1974, Notiziario CEI 1974, p. 191. in AAS 73 (1981) pp. 240–241; EV, 5/563. Il documento lascia spazio alla valutazione di casi particolari dove si possa assodare che non c’è ostilità dichiarata e militante contro la Chiesa. Questa possibilità è stata poi revocata dalla Congregazione per la dottrina delle Fede 17 febbraio 1981, a seguito di approfondimenti sulla natura di fondo della Massoneria. Il 26 novembre 1983 un pronunciamento della Congregazione per la dottrina della Fede individuava una costante incompatibilità tra Massoneria e Chiesa, per cui i casi di singole Logge non ostili non erano ammissibili.
Questa la traduzione dell’Enchiridion Vaticanum.
“Eminentissimo signore, (vescovo)
molti vescovi hanno posto il quesito a questa S. Congregazione circa il valore e l’interpretazione del can. 2335 del C.I.C. che sotto pena di scomunica vieta ai cattolici d’iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo.
La S. Sede nel corso di un lungo esame di questo problema molte volte ha consultato le conferenze episcopali particolarmente interessate al caso per conoscere meglio la natura e l’attività attuale di codeste associazioni nonché il pensiero dei vescovi.
Ora la grande disparità delle risposte che esprime le diverse situazioni in ciascuna nazione non permette alla S. Sede di mutare la legislazione generale vigente, che pertanto rimane in vigore fino a quando la nuova legge canonica sarà resa di diritto pubblico dalla competente pontificia commissione per la revisione del codice.
Nel considerare poi i casi particolari bisogna tener presente che la legge penale va interpretata in senso stretto. Pertanto si può con sicurezza insegnare e applicare l’opinione di quegli autori che ritengono che il predetto canone 2335 [1] riguarda soltanto quei cattolici che si iscrivono ad associazioni le quali di fatto operano contro la chiesa.
Rimane tuttavia in ogni caso la proibizione per chierici, religiosi e membri degli istituti secolari di iscriversi alle associazioni massoniche.
Nel comunicarti questo, ti confermo il senso della mia profonda stima e rimango tuo aff.mo nel Signore.
Franjo card. Šeper, prefetto
J. Hamer, segretario
Roma, 18 luglio 1974”.
[1] Il Canone 2335 del CIC del 1917, che vietava ai cattolici d’iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo, sanciva che
ipso facto incorrevano nella scomunica "coloro i quali danno il proprio nome alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che complottano contro la Chiesa e contro i legittimi poteri civili".
Nel 1974 i massoni tedeschi premettero fortemente per un dialogo diretto con l’episcopato cattolico della Germania, che venne accettato con speranza vigilante: si svolse dal 1974 al 1980.
(La lista di 121 Prelati iscritti alla Massoneria pubblicata il 12 settembre 1978 dal giornalista Mino Pecorelli sul giornale l’Opinione Pubblica è di questo periodo e va sicuramente intesa non come azione contro la Massoneria, per svelarne segreti, ma a favore del clima di ingaggio che la Massoneria voleva attuare con la Chiesa.
Mino Pecorelli nell’articolo affermava che “Pubblicando questa lista di ecclesiastici forse affiliati alla Massoneria riteniamo di offrire un piccolo contributo (alla chiarezza nella Chiesa cattolica). O una pioggia di smentite o, nel silenzio, l’epurazione”. Quel “forse” indica un’incertezza che il giornalista non doveva avere. Pecorelli disse di avere ricevuto la lista il 28 agosto 1978, ma il 10 agosto 1978 era stato preceduto da Panorama con uguale lista con pochissime differenze. Le differenze indicano la volontà di un originale scoop. Il giornalista di Panorama giudicava la lista come inattendibile, ma intanto l’aveva pubblicata. Chi ha prodotto la lista, o meglio le liste? Chi le ha consegnate ai giornalisti? E’ un mistero.
Certo è che, se è difficile, ma non impossibile, pensare che nomi così importanti, se reali, potessero essere alla portata di qualche “talpa” negli uffici del Grand’Oriente, non è assolutamente possibile pensare che la Massoneria non agisse smentendo recisamente le liste per conservare il segreto, poiché il segreto delle persone è una realtà giurata della Massoneria. (Allora lo era strettamente. Nell’anno 1982 è apparsa una lista dei massoni italiani: indubbiamente un effetto del caso della Loggia P2, sciolta con apposita Legge il 25 gennaio 1982. Ora si fanno manifestazioni massoniche con chi di loro vuole presentarsi pubblicamente, e i nomi degli appartenenti alle Logge vengono forniti, in caso di indagini, all’autorità civile). Bastava semplicemente un giornalista ad hoc, e un giornale. Ma la smentita non c’è stata. Allora quale il fine di quella lista? Il fine era quello di creare ondate di sospetti, di incertezze, di epurazioni in Vaticano, che proprio non ci furono, e sgomento tra la gente: nient’altro).
Dopo sei anni di incontri il 12 maggio 1980 i vescovi tedeschi proclamarono l’inconciliabilità fra Chiesa e Massoneria.
Una dichiarazione del 17 febbraio 1981 riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura delle associazioni per le quali potessero essere ipotizzate deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335, sulla Massoneria).
Nel 1983 è stato promulgato il nuovo Codice di Diritto Canonico (Canone 1374), in cui la parola "Massoneria" non appare, lasciando il posto all’espressione più generale “associazioni che cospirano contro la Chiesa". “Qui nomen dat consociationi, quae contra Ecclesiam machinatur, iusta poena puniatur; qui autem eiusmodi consociationem promovet vel moderatur, interdictio puniatur”. In queste
consociationi si iscrivono anche le associazioni militanti atee e quant’altro.
Il 26 novembre 1983 apparve la Dichiarazione sulla Massoneria, elaborata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata da Giovanni Paolo II (1978-2005), che spiegava che la condanna della Massoneria da parte della Chiesa rimaneva inalterata.
Dicastero per la dottrina della Fede: Dichiarazione sulla Massoneria
“È stato chiesto se sia mutato il giudizio del Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore.
Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie.
Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.
Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241).
Segue che un iscritto alla Massoneria è colpito da “interdictio”, che implica il non potere accedere alla Comunione. L’interdictio di per sé non coincide con la perdita della
comunione ecclesiale, ma nel campo sacramentale ha lo stesso valore della scomunica come si evince dal Canone (1331 § 1 e 2). Comunque l’iniziato massonico, percorrendo i vari gradi massonici, può raggiungere in pieno la scomunica, per le posizioni dottrinali di eresia, di scisma, di apostasia, assunte, per le quali si ha la scomunica “latae sententiae” (Canone 1364).
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983”.
L’11 marzo 1985 la Congregazione per la dottrina delle Fede rilascia un documento esplicativo titolato: “Riflessioni ad un anno dalla dichiarazione della Congregazione per la dottrina della Fede: Inconciliabilità tra Fede cristiana e Massoneria”.
Alcuni stralci:
“Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo”.
“Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria - sovraconfessionale e in una forma interna - cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi”.
”La forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede»”.
“Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno”.
“Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione»”.
“Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica”.
“La S. Congregazione dichiara infine che «non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito»”.
“Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche”.
L'inconciliabilità è stata ribadita recentemente (13 novembre 2023) dal Dicastero per la Dottrina della Fede, a seguito di una domanda di mons. Julito Cortes, vescovo di Dumaguete. Nelle Filippine l’adesione alla Massoneria è cospicua. La domanda riguardava l’inconciliabilità che le Logge divulgano non esserci, generando confusione tra i fedeli.
Nulla è cambiato dalla Dichiarazione precedente del 26 novembre 1983: “Sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”. Il documento del Dicastero, firmato dal card. Fernandez e da papa Francesco, sollecita anche una diffusa catechesi nelle parrocchie circa l’inconciliabilità.
Ancora i Massoni si affrettano a dire a chi viene da loro avvicinato che si può avere un doppia appartenenza e che si può partecipare alle funzioni in Chiesa, ma la realtà è che attraverso progressive dosi massicce di esoterismo e l’affermazione condivisa di posizioni anticattoliche (aborto, divorzio, omosessualità, eutanasia, contraccezione, versioni tendenziose e non oggettive della storia della Chiesa) si sottende ad una presentazione della Chiesa quale semplice Club, vagamente religioso e di credo intercambiabile: una Chiesa massonizzata.
Le intenzioni della massoneria sono chiaramente espresse nel giuramento del 30° grado preso dal rito scozzese antico e accettato:
“Sotto alcun pretesto non farò giammai alcun compromesso con un potere spirituale che incateni la coscienza ed il pensiero, che imputi a delitto il dubbio sincero e la credenza onesta”.
Questo giuramento parte da un falso, che è quello che la Chiesa incateni la coscienza e il pensiero. Non incatena il pensiero, sapendo bene che il pensiero partendo dalla realtà conduce all’esistenza di Dio. Inoltre la
rivelazione non incatena il pensiero perché essa presenta prove di credibilità, senza queste, che la ragione può valutare, ci sarebbe l’errore del fideismo. Non incatena la coscienza: essa è un dato profondo dell’uomo, che universalmente pone la distinzione tra
il bene e il male, e non conosce raccordo dei due “opposti”.
Il dubbio esiste in quanto lo si percepisce tale nella ricerca della verità: così il dubbio presenta l’esistenza della verità.
Sincero: il dubbio non sincero, il contrario del dubbio sincero, sarebbe un’anomalia delirante.
Dubbio sincero si ha quando uno si trova di fronte a un problema, e cercandone la soluzione è in difficoltà circa l’approdo di conclusione. Nessuno nella Chiesa stimmatizza il dubbio nella ricerca della verità. Di fronte al dono della fede, la Chiesa, però, non la incrina con il dubbio, ma pone il dubbio come
problema teologico da risolvere, senza pretendere di esaurire il mistero di Dio e del suo disegno d’amore per l’uomo.
Nessuno nella Chiesa stimmatizza la “credenza onesta”, che tuttavia si troverà di fronte ad
altre credenze oneste (meglio dire credi onesti: “credenza” è un termine che non ha rilevo di pensiero consistente), e dovrà confrontarsi con esse. L’errore sta nel ritenere la propria
credenza onesta un baluardo soggettivo non rapportabile a nessuna verità, ma solo a una decisione di suggestione - non di rapporto a verità oggettiva - personale, per una auto divinizzazione.
Così il dubbio si chiude in se stesso in anello, che ammette solo una posizione soggettiva.
I massoni dicono che assolutamente non hanno dogmi, ma proprio a partire dal loro sostenere che “ogni verità è vera fino a prova contraria”, cioè non c’è verità che si possa accettare come certa, perché si può attendere che venga contraddetta, essi affermano una verità - che “non c’è verità che possa essere certa” -, così che dovrebbe imporre il silenzio a chiunque la professa. In tal modo, viene abolito il concetto di
approfondimento, cioè che una verità può essere approfondita, sviluppata, senza essere contraddetta.
Tutto si traduce in un giuramento di avversione permanente alla Chiesa, che in sostanza è un giuramento di odio indefettibile alla Chiesa.
Nel giuramento dei 30° si esplicita pure l’avversione a chiunque combatte la massoneria. In realtà la Chiesa non combatte la massoneria, ma
le idee della massoneria, il suo agire e i suoi propositi sociali, volendo che essa riguardi alle sue antiche origini di corporazioni di muratori delle opificerie delle cattedrali, ritrovando se stessa.
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