La Chiesa di Dio Onnipotente |
Una chiesa totalmente fuori dal raggio dell’ecumenismo, non trovandosi in essa che uno svisato involucro di cristianesimo, risultando così un’entità religiosa del tutto a sé stante. |
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Un movimento proveniente dalla Cina, denominato “Chiesa di Dio Onnipotente” (Quánnéng Shén Jiàohuì. Cinese tradizionale / cinese semplificato: 全能神教會 / 全能神教会) ha preso l’avvio da alcuni decenni (1991) ed è in estensione nel mondo con grande forza (si parla di 4.000.000 di seguaci) di mezzi (intensa attività internet, film di propaganda, avvicinamento capillare, catechesi, gruppi di riunione). Il movimento è stato anche chiamato
Folgore da Oriente o Lampo da Levante (東方閃電 / 东方闪, Dōngfāng Shǎndiàn) sulla base di (Mt 24,27). Il Testo di Matteo dice: “Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo”. La Chiesa di Dio Onnipotente dice che l’oriente è la Cina e che dalla Cina si estenderà la verità portata da una seconda incarnazione di Dio. La localizzazione geografica non può essere invocata partendo da una formula stereotipata (Cf. Ps 50,1; 103,12; ecc.). Il Vangelo di Luca (17,24) su quel passo si libera dai punti cardinali e dice: “Brilla da un capo all’altro del cielo”. Matteo (8,11) parla di
oriente e occidente; mentre Luca nello stesso luogo (13,29) di
oriente e occidente, di settentrione e mezzogiorno.
Lo stereotipo oriente-occidente come asse del cielo deriva dal moto apparente del sole, che sorge a oriente [con un orizzonte che va da
nord-est (primavera) a sud-est (inverno)] e tramonta a occidente.
Il movimento della “Chiesa di Dio Onnipotente” è già stato oggetto di studi sociologici sulla sua formazione, sulla sua espansione, sui suoi metodi di divulgazione, e la sua convinzione di essere costituita dai messaggi di
nuova incarnazione di Dio, in connessione a quella prima di Gesù Cristo. Circa la sua struttura interna non si sa molto perché è un movimento segreto, le cui riunioni avvengono nelle case. Più facile accedere alla sua dottrina presente nel web, per altro presentante inviti di accesso a
Messenger, che è un’applicazione di Facebook, per contatti diretti.
La CDO fa largo uso di internet. Sfrutta gli account di Facebook, dove è possibile indicare il numero del proprio cellulare. Una volta recepito il numero giunge via cellulare una notifica
Messenger con un invito a partecipare a un incontro di catechesi. La persona si qualifica con un nome (falso), e ottiene il consenso. Poi viene presentato lo svolgimento generale degli incontri, più o meno con queste parole: “Qui studiamo la parola di Dio indipendentemente dalla religione. Non credo che importi a quale religione appartieni. Dio appartiene a tutti coloro che amano veramente Dio. Non importa quale religione, credo che tutti adoriamo lo stesso Dio perché c’è un solo Dio”. Parole queste che, scavalcando tutte le religioni, ne vogliono presentare un’altra, che sarà la sola: “Dio indirizzerà le Sue parole a persone di varie etnie e diversi ambienti sociali, conquisterà tutto il genere umano” (Vol I 1485). “Alla fine di questa opera, tutte le religioni diventeranno una, tutte le creature torneranno sotto il dominio del Creatore, tutte le creature adoreranno l’unico vero Dio e tutte le religioni cattive verranno ridotte a nulla, non riappariranno mai più” (Vol I. pag. 1310).
In realtà si richiede la separazione dalle convinzioni religiose già accolte: “A partire da oggi, Dio renderà formalmente perfetti coloro che non possiedono nozioni religiose, che sono pronti a mettere da parte le loro vecchie individualità e che obbediscono con animo semplice a Dio. Perfezionerà coloro che bramano la parola di Dio; queste persone dovrebbero farsi avanti e servire Dio”. (Vol I, pag. 586).
“Allo stato attuale, coloro che possiedono nozioni religiose, o che si attribuiscono una posizione di superiorità, o che non sono disposti a mettere da parte le loro vecchie individualità, faticano ad accettare queste novità. Lo Spirito Santo non ha alcuna possibilità di perfezionare tali individui. Se una persona non ha la volontà di obbedire e non ha sete della parola di Dio, non sarà in grado di accettare queste novità, diverrà sempre più ribelle e scaltra e finirà sulla strada sbagliata” (Vol I, pag 586/7).
Vengono poi fatte domande per conoscere il lavoro, ecc. Insomma, si chiedono dati per commisurare meglio l’approccio. Poi gli incontri. Se la persona incauta si presenta come cattolica magari si presenterà una suora suadente (tutto falso).
In aggiunta si recita un’Ave Maria, e l’incauto/a cattolico/a pensa che dove c’è l’Ave Maria si può star tranquilli. Mal per lui/lei perché le parole “Madre di Dio” vengono dette negando la Trinità e quindi la Persona del Verbo Incarnato.
Il sito del movimento contiene una serie di messaggi ricevuti dalla
nuova incarnazione di Dio Onnipotente a partire dal 1991, riuniti in sei volumi [il VI riporta passi del I], complessivamente chiamati “La Parola appare nella carne”.
Il linguaggio dei messaggi è denso di interrogativi retorici, in un procedere avvolgente. Viene detto: “Nessuno può comprendere pienamente ciò che ho detto” (Vol. I, pag. 217), ed è vero, se si considera la presenza di lunghe verbosità, con abili strategie depistanti per evitare formali contraddizioni.
[Certo tutte le ricchezze della Parola di Dio, in quanto tale, non si possono cogliere, ma esse si rivelano, senza mai esaurirsi, a partire dal significato letterale, nell’azione dello Spirito Santo.
Questa verità, presente negli Scritti Canonici accertati e dichiarati tali dall’unica e indefettibile Chiesa fondata da Cristo, non trova spazio, anche se vantata, nella realtà dei messaggi della CDO].
La scelta dei testi segue l’intenzione di presentare il pensiero cardine della CDO senza addentrarsi - inutilmente - nelle sue anse.
L’esposizione di questo lavoro evidentemente non è semplice, ma tuttavia ha l’impegno di essere stato svolto pensando alle esigenze del lettore, ai problemi di intendere correttamente. In particolare presenta tutta una rete interna di citazioni di pagina.
Il movimento origina dall’insieme variegato delle “Chiese domestiche” (jiating jiaohui 家庭教会), di carattere protestante pentecostale, operanti nella clandestinità in Cina.
Generalmente esse professano la Trinità, ma ci sono anche “Chiese domestiche”, le Oneness Pentecostalism, che non professano la Trinità, rifacendosi all’eresia
modalista (sec. II e III). Il termine Pentecostalism si riferisce all’azione dell’unica persona di Dio
Quindi, per le Oneness Pentecostalism (Pentecostalismo dell’Unità), il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo sono modi di apparire di Dio, dove il Padre è Dio creatore; il Figlio è Dio redentore; lo Spirito Santo è Dio santificatore. Sono tre modi transitori connessi all’azione di Dio, dove un modo cessa di essere quando se ne manifesta un altro. Nel
modalismo la Scrittura ha una parte molto marginale, e ignorata nei punti cristologici, che lo contraddicono. Qualcuno ha voluto interpretare i passi scomodi al
modalismo come un’elaborazione postuma per combatterlo, ma ciò è impossibile pensarlo solo a considerare la reazione di condanna subitanea
dell’eresia modalista (sec. II e III).
La CDO è organizzata sullo stile delle “Chiese domestiche”. In particolare in Congregazioni, che non vanno oltre le 50 persone, che nelle preghiere e condivisioni si riuniscono in piccoli gruppi. Oltre le 50 persone si dà inizio a un’altra Congregazione. I membri si chiamano con pseudonimi, probabilmente per una iniziazione, oltre che per non essere intercettati in Cina.
Sappiamo poco dei loro comportamenti nella Cina e fuori dalla Cina. In Italia è facile essere interpellati via cellulare da persone che parlano con corretta cadenza italiana, anzi con le inflessioni regionali.
Esiste una struttura di ordinamento formata dai “capi”, che hanno il compito “di portare tutti i fratelli e le sorelle a conoscere il modo in cui nutrirsi e dissetarsi delle parole di Dio” (Vol I, pag. 736).
I “capi” oltre a essere guide introduttive alle “parole di Dio”, controllano i comportamenti degli adepti e possono espellerli se non sono in conformità con i “decreti amministrativi” (Vol. III, parte2, n°2).
Non esiste alcun sacerdozio nella CDO, cioè nell’Età del Regno. L’equivalente del nome “sacerdozio” è inteso come “Qualcuno che viene usato dallo Spirito Santo” (Vol. III, parte2, n°2). Solo a coloro che sono tali, e ciò non per autoelezione, è concesso di ricevere le offerte. “Nessun altro, se non questa persona, può godere delle offerte. Nessun altro ne è degno. Se tu sostieni di esserne degno, lo fai di tua iniziativa. Non ti sarà permesso di godere delle offerte” (Vol. III, parte2, n°2).
Non esiste nella CDO una gerarchia, ma “solo Dio e i Suoi prescelti” (Vol. III, parte2, n°2).
La Chiesa di Dio Onnipotente segue il modalismo e il millenarismo. In conformità al
modalismo aderisce alla concezione di modi di manifestarsi di Dio, per cui le tre Persone non sono che tre modi
transitori di azione. La CDO, però, non parte dalla formulazione trinitaria per negarla, non ne vuole parlare per quello che è, perciò punta sull’argomentazione che i vari nomi biblici di Dio sono indicatori delle
qualità divine presenti nelle azioni delle varie ere della gestione della salvezza, con inizi nuovi, non precisamente di sviluppo, anche se con costante piano salvifico. Sostanzialmente, tuttavia, non c’è niente di diverso dal
modalismo. Sono contingenti alle Ere i nomi di Jaweh, di Dio del cielo, di Spirito di Dio, di Gesù Cristo, di Spirito di Cristo, di Spirito Santo, di Padre. Circa il Figlio, il nome è relegato ad essere solo un’elezione del Figlio dell’uomo. L’unico nome, pensato come
onnicomprensivo di tutta la gestione della salvezza, è quello di Dio Onnipotente. Il titolo è tratto precisamente dal libro dell’Apocalisse (19,15), che però lo usa per dire come la potenza delle nazioni nulla può contro di lui, e non come
onnicomprensivo.
“Nell’opera del piano di gestione di seimila anni”, le azioni di Dio si svolgono in Età, o fasi: Età della Legge, della Grazia e del Regno, dove quest’ultima è vista quale inizio del Regno Millenario. Tre fasi conseguenti, che tuttavia sono segnate da liberi e sovrani nuovi inizi, mentre sono intrecciante in un’unità complessiva, secondo il dire della CDO, del tutto insondabile a mente umana, sia per la pretesa trascendenza, sia, con verità, per un sistematico antiintellettualismo: “L’opera compiuta da Dio è del tutto in contrasto con le tue nozioni, e più è inconciliabile con le tue nozioni, maggiore è la riprova dell’importanza dell’opera di Dio” (Vol. I, pag. 753).
La CDO adotta il “libero esame biblico”, tipicamente protestante. Ne segue che la Bibbia può essere letta solo nell’azione dello Spirito Santo, senza la guida del magistero. Ma il cosiddetto “libero esame biblico” presenta il guaio del moltiplicarsi di letture
illuminate non concordanti tra di loro; guaio che ha origine dall’avere negato la realtà gerarchica istituita da Cristo, centrata sulla figura di Pietro e del collegio apostolico.
A ciò si aggiunge l’aggravante per il “libero esame biblico” che, la natura umana, secondo il protestantesimo, è talmente compromessa che la ragione è soggetta a un continuo errore. Così il “libero esame biblico”, deve affermare un’azione dello Spirito Santo senza il controllo di una verifica teologica, cioè dall’intellectus fidei.
La CDO, per evitare questi problemi, elimina il “libero esame biblico”, con l’intervento di dettati pronunciati da una seconda
incarnazione di Dio. Ma l’eliminazione del “libero esame biblico” comporta un distacco dalla Bibbia per un’abile manipolazione dei testi biblici, adattandoli alle proprie posizioni. Ma, ugualmente, non esiste un criterio di verifica per accettare il contenuto dei dettati. La CDO spinge a questa accettazione sulla base dell’assunto inappellabile del fallimento di tutte le Chiese, della presenza di una seconda
incarnazione in vicinanza della distruzione dei popoli ribelli, esemplificati, nel modo più buio, dal
dragone rosso cinese. Considerare “Cristo”, cioè il “Cristo degli ultimi giorni” (seconda incarnazione - poi verrà chiarito questo punto) , come una persona comune da non accettare diventa il discriminante per la rovina. “Tutto riporta a questo: se ti associ al Cristo - il Dio sulla terra - come a una persona comune, cioè, se credi che questo Dio non sia altro che una persona, è allora che perirai. Questo è il mio unico avvertimento per tutti voi” (Vol. I pag.1444).
La CDO fa precedere il millenarismo, antica eresia escatologica molto presente anche oggi nei movimenti di generazione evangelico-protestante, non dal
ritorno del Signore, ma, distinguendosi, da una seconda incarnazione conseguente alla prima, cioè “Il Cristo degli ultimi giorni” (Vol. I, pag. 1420). Il
Cristo degli ultimi giorni è, Dio incarnato
(Cristo) che si fa carne una seconda volta, in una persona. “L’opera della sua carne incarnata negli ultimi giorni” (Vol I pag. 1415); si noti “carne incarnata”. Questa
nuova incarnazione del Dio incarnato parte dalla falsa idea
ubiquitaria, di area protestante, che nella Risurrezione e Ascensione il corpo risorto di Cristo sia diventato
etereo. Non vale affatto argomentare che Gesù entrò nel Cenacolo a porte chiuse per sostenere l’idea di corpo etereo. Si trattò invece di un’azione divina sulla materia della parete, che subì, in un’alchimia prodigiosa di particelle elementari, un progressivo incavarsi, per poi ricomporsi, al passaggio del corpo del Risorto.
I nomi di Dio come rappresentazioni contingenti alle ere
“Com’è che Jahvè e Gesù sono uno, eppure sono chiamati con nomi diversi in età differenti? Non è forse perché le età della Loro opera sono diverse? Potrebbe un unico nome rappresentare Dio nella sua interezza? Stando così le cose, Dio deve essere chiamato con un nome diverso in un’età differente, e deve utilizzare il nome per modificare l’età e rappresentarla. Poiché nessun nome, da solo, può rappresentare pienamente Dio stesso, e ogni nome è in grado di rappresentare solo l’aspetto temporale dell’indole di Dio in una data età, tutto quel che deve fare è rappresentare la sua opera. Pertanto, Dio può scegliere qualsiasi nome si addica alla sua indole per rappresentare l’intera età. Indipendentemente dal fatto che sia l’età di Jahvè o di Gesù, ognuna è rappresentata da un nome” (Vol. I, pag. 907).
“Dopo la dipartita di Gesù, questa idea del Padre e del Figlio cessò di esistere. Questa concezione era adatta solo per gli anni in cui Gesù si fece carne”. (Vol. I, pag. 1004).
“Sebbene Jahvè, Gesù e il Messia rappresentino tutti il mio Spirito, questi nomi denotano soltanto le diverse età del mio piano di gestione, e non mi rappresentano nella mia interezza. I nomi con i quali mi chiamano le persone sulla terra non possono esprimere la mia intera indole e tutto ciò che Io sono. Si tratta semplicemente di nomi diversi con i quali vengo chiamato durante le varie età. E dunque, quando arriverà l’età finale, l’età degli ultimi giorni, il mio nome cambierà di nuovo. Non verrò chiamato Jahvè, né Gesù e tantomeno Messia, ma sarò chiamato il formidabile Dio Stesso Onnipotente” (Vol. I, pag. 1178).
I nomi Jaweh, Dio del cielo, Spirito di Dio, Gesù, Cristo, Spirito di Cristo sono
contingenti alle ere, e rappresentano l’indole divina. L’”intera indole” verrà espressa dall’opera di Dio Onnipotente negli ultimi giorni (Vol. I, pag. 1414). Per la CDO l’unico nome di Dio “onnicomprensivo” (Pag. 1141) e permanente, sarebbe quello di “Dio Onnipotente”. A dire il vero se si vuol parlare di nome
onnicomprensivo bisognerebbe dire che “Dio è Amore” (1Gv 4,8.16). Il Dio Onnipotente, inteso dalla CDO fuori dal contesto dell’Apocalisse (19,15), è estraneo del tutto al Vangelo. Basti considerare quanto viene messo in bocca a tale Dio circa la Cina e i Cinesi: “La Cina, ossia ogni persona e ogni luogo della Cina, subisce le mie maledizioni” (Vol. I, pag. 136). Conseguentemente viene detto: “Il fatto che Dio incarnato sia all’opera in questo Paese e tra queste persone maledette contrasta particolarmente con le nozioni umane; queste persone sono inferiori alle altre, e, sono prive di ogni valore” (Vol. I, pag. 1259).
Il tradizionale dragone cinese, variopinto, benevolo, simbolo dell’antico impero e della fertilità agricola, che nella mitologia dava il via alle piogge primaverili, non è indice di male (Isabela Doniselli Eramo; Il drago in Cina, ed. Luni, 2019), e non può essere messo in assonanza con il
dragone rosso dalle sette teste dell’Apocalisse, come pare fare quale avveramento profetico nell’oggi la CDO.
La Cina è vista dalla CDO come “la tana del dragone rosso” (Vol I, pag. 266), in una visione radicalmente pessimista e di contrasto.
Le tre ere o età o fasi della Chiesa di Dio Onnipotente
Sono tre fasi in successione che partono dall’Età della Legge, a cui segue l’Età della Grazia, l’Età del Regno, che confluisce nell’età del Millennio. Le tre fasi corrispondono al succedersi delle parti bibliche: Vecchio Testamento, Nuovo Testamento, Apocalisse, circa gli “ultimi giorni”. La CDO considera anche ciò che Dio Onnipotente ha fatto prima dell’Età della Legge, ma la sua attenzione è per le tre età, che segnano la gestione progressiva e libera di Dio per la salvezza dell’uomo e il suo perfezionamento. La suddivisione in età di azione di Dio è comune nei movimenti millenaristi.
“La prima fase è l’opera dell’Età della Legge, la seconda è l’opera dell’Età della Grazia, e la terza è l’opera degli ultimi giorni. Queste fasi dell’opera di Dio vi devono essere chiare. Dall’inizio alla fine, in tutto ci sono tre fasi. Qual è la sostanza di ogni fase dell’opera? Quante fasi vengono compiute nell’opera del piano di gestione di seimila anni?” (Pag. 979).
6000 anni è in riferimento a una antica cifra arrotondata che circolava presso gli ebrei e i cristiani, per definire l’arco di presenza dell’uomo sulla terra. Infatti, se si segue il testo ebraico masoretico e la vulgata latina, si hanno circa 4000 anni da Adamo a Cristo. Ora se si aggiungono i 2000 fino al tempo attuale si ha 6000. Il famoso mille e non più mille, che alcuni vangeli apocrifi dicono pronunciato da Gesù stesso, si pensava che indicasse l’anno 1000, ma non accadendo nulla venne protratto al 2000, e neppure ora è accaduto.
Presso i moderni millenaristi ai 6000 anni, da Adamo alla fine del mondo, vengono aggiunti i mille presentati dal libro dell’Apocalisse (20, 1ss), e così si hanno settemila anni. Il millennio sarebbe riferibile al settimo giorno nel quale Dio si riposò (Gn 2,2).
Per la Chiesa di Dio Onnipotente la gestione di Dio nelle tre fasi, o età, che comprendono l’Età del Regno del Millennio si svolge in 6000 anni; non esiste, quindi, il settimo millennio.
“L’opera della Parola”, che introduce “nell’età
del Regno”, “nell’età dell’amore per Dio” (Pag. 731), è condotta da “Dio incarnato” una seconda volta. “Il Dio incarnato”
è un'unione tra Dio e una persona “normale”, a differenza della prima incarnazione dove l’uomo era stato concepito dallo Spirito Santo, cioè da Dio Onnipotente e aveva una realtà umana, ma di essenza singolare: “Gesù nacque da Maria per concepimento dello Spirito Santo. La sua essenza non è quindi anche Spirito? La sua opera non è altresì rappresentativa dello Spirito Santo? Jahvè è lo Spirito e anche l’essenza di Gesù” (Pag. 1004). “Lo Spirito di Dio si era vestito di carne comune e normale, e aveva la parvenza esteriore di un essere creato. Anche se in lui dimorava lo Spirito di Dio, il suo aspetto esteriore era pur sempre quello di un uomo normale” (1004). Tale carne di essenza singolare perché creata e assunta dalla divinità è per questo differenziata dal “corpo assai ordinario” e da “carne assai ordinaria”, riguardante la seconda incarnazione (Pag 1414).
“Dio incarnato” una seconda volta ha una “umanità normale” (Pag. 675), nel senso di assenza di concepimento dello Spirito Santo. Tale umanità normale della
seconda incarnazione è sottoposta all’azione divina, per cui svolge l’opera della divinità. “Il Dio incarnato è in grado di svolgere l’opera della divinità” (Pag. 674).
Il concetto di normale è molto presente nei messaggi e indica non una normalità psichica, ma la realtà di una carne non elevata oltre la sua realtà umana. Circa l’umanità di Cristo si ha l’uso del termine
normale, comune, nel senso di reale, pur unito a Dio.
Quanto all’uomo i messaggi sono conformi al protestantesimo, che non tiene conto della grazia santificante, riducendola a realtà
estrinseca, sovrapposta alla natura umana (L’esempio di un indumento indossato sul corpo è molto efficace per comprendere), poiché essa è irrimediabilmente corrotta, e quindi con una volontà non operante verso il bene. La posizione protestante è stata condannata dal Concilio di Trento (DZ 1534s).
I messaggi pongono la Parola come realtà perfezionante l’uomo, che deve svuotare sé stesso per riempirsi della parola, anche se non intesa. L’azione dello Spirito Santo per i messaggi è l’azione dell’unica Persona che è chiamata Spirito Santo perché indirizza la volontà alla parola che porta a perfezione.
Gli anni 6000 sono computati dall’inizio dell’Età della Legge, cioè da Mosè e non da Adamo; tuttavia l’Età della Legge “durò un totale di duemilacinquecento anni” (Pag. 1189), ben oltre il tempo tra Mosè e Cristo computato a 1250 anni circa. I 2500 anni vengono tuttavia rimarcati da una versione
allungata in “svariate migliaia di anni” (Vol. I, pag. 1473).
Sono date senza fondamento, tuttavia ci può essere la scappatoia che le tre età, benché distinte, sono presentate intrecciate tra di loro, e quindi si può pensare a tratti si sovrappongano dando un risultato cronologico maggiore del reale: “Tuttavia, le tre fasi si intrecciano formando un’unica entità e sono tutte l’opera di un unico Dio” (Vol. I, pag. 980).
Come già detto, nel “piano di gestione”; dei 6000 anni è compreso il millennio, e non si ha il settimo millennio.
“Alla fine, l’uomo troverà riposo nel Regno di Dio e anche Dio tornerà a riposare nella propria dimora. Questo sarà l’esito finale di 6.000 anni di collaborazione tra Dio e l’uomo” (Vol. I, pag. 1354).
Il Regno di Dio (Vol. I, pag. 419) è il Regno Millenario ed è anticipato dall’età del Regno. Quando ci sarà il “momento della venuta del Regno di Dio, le nazioni della terra saranno distrutte” (Vol. I, pag. 573) (Cf. Ap 20,9ss). “Dio tornerà a riposare nella propria dimora”, poiché sarà finito il tempo della sua
seconda incarnazione sulla terra. Alla fine, nel “Regno di Dio”, “Regno Millenario”, “Regno di Dio sulla terra” (Vol. I, pag. 419), “il cielo e la terra saranno connessi” (Vol. I, pag. 474), e “Dio apparirà apertamente a tutte le persone della terra” (Vol. I, pag. 474). Quando sarà il “momento della venuta del Regno di Dio, le nazioni della terra saranno distrutte” (Vol. I, pag. 573)
Alla fine ci sarà l’accesso al Regno dei cieli “Varcare la soglia del Regno del cielo” (Vol. I, pag. 998), “la porta del Regno dei cieli” (Vol. I, pag. 1419). Coloro che avranno rifiutato l’opera salvifica di Dio bruceranno nell’inferno “per l’eternità” (Vol. I, pag. 1420).
“Adesso è l’Età del Regno. È anche l’Età dell’amore per Dio. È un’anticipazione dell’Età del Regno Millenario, che è anche l’Età della parola e in cui Dio usa molti mezzi tramite i quali parlare per perfezionare l’uomo e parla da prospettive diverse per nutrirlo. Non appena si entra nell’Età del Regno Millenario, Dio comincerà a usare la parola per rendere l’uomo perfetto, permettendogli di entrare nella realtà della vita e conducendolo sulla retta via. L’uomo ha attraversato tante fasi dell’opera di Dio e ha visto che la sua opera non rimane immutata” (Vol. I, pag. 731).
Nel “Regno Millenario” la parola sarà già stata data e verrà assimilata per “entrare nella realtà della vita”. Tale “realtà della vita” non è la vita data dalla grazia santificante, negata dal protestantesimo, ma vita di “umanità normale” (Vol. I, pag. 811). Ovvero, anche di vita “immersa” (Vol. I, pag. 737), “nel mondo delle parole di Dio”. Questo con esperienza data dall’azione
estrinseca divina. Si parla di illuminazione delle parole “dall’interno”, non nel senso di un arricchimento
intrinseco dell’anima, elevata dalla grazia santificante e dall’inabitazione dello Spirito Santo (Gv 14,17, ecc.) nell’obbedienza alla parola di Dio, ad essere
in unione trasformante con Cristo (Gal 2,20), ma di imput che riguardano “una forma di guida proattiva e di illuminazione positiva” (Vol. I, pag. 811). Una forma di guida, cioè un mantenere l’uomo peccatore e corrotto dentro il quadro dei decreti amministrativi (Vol. III. Parte 2, n°2).
“Soltanto il raggiungimento del vero amore per Dio attraverso la ricerca della vita è realtà; la ricerca e la pratica della verità sono tutte realtà. Leggendo le parole di Dio e sperimentandole, arriverai a cogliere la conoscenza di Dio attraverso l’esperienza reale: questo significa ricercare realmente. Adesso è l’Età del Regno. Che tu sia entrato in questa nuova età dipende dal fatto che tu sia entrato nella realtà delle parole di Dio, dal fatto che le sue parole siano diventate la tua realtà della vita. Le parole di Dio sono rese note a ogni persona in modo che, alla fine, tutte vivranno nel mondo delle parole di Dio, e tali parole riveleranno e illumineranno ogni persona dall’interno” (Vol. I, pag. 731).
“Dio usa molti mezzi tramite i quali parlare per perfezionare l’uomo” (Vol. I, pag.731). In realtà nell’Età del Regno c’è solo l’uso della parola, e così si tratta di mezzi linguistici come -
fatto principale - le variazioni della voce nella comunicazione dei messaggi (Vol. I, pag. 731; 738; 1842), l’uso delle varie persone verbali, il ripetere argomenti con
angolazioni diverse, prospettive diverse: “dal punto di vista dello Spirito” o “secondo il punto di vista umano”. Tutto questo discorso serve ad affermare la sovrana libertà di Dio nella comunicazione, ma anche a sconfessare in anticipo
le dichiarazioni di contraddizioni. “Non importa che egli parli dal punto di vista dello Spirito o dell’uomo o della terza persona: Dio è sempre Dio, e non puoi affermare che non sia Dio, secondo il punto di vista umano dal quale parla. Tra alcuni individui sono emerse delle nozioni, come risultato delle diverse prospettive da cui Dio parla. Tali persone non hanno alcuna conoscenza di Dio e della sua opera. Se Dio avesse parlato sempre da una angolazione, l’uomo non avrebbe stabilito delle regole su di Lui? Dio potrebbe permettergli di agire in tal modo? A prescindere dall’ottica in cui Dio parla, Egli ha delle ragioni per farlo in quel modo. Se Dio parlasse sempre dall’angolazione dello Spirito, saresti in grado di entrare in contatto con Lui? Pertanto, a volte egli parla in terza persona per fornirti le sue parole e guidarti nella realtà” (Vol. I, pag. 738).
“Durante l’Età del Regno, Dio usa la parola per compiere la sua opera e raggiungere i risultati della sua opera; egli non compie meraviglie o miracoli; compie soltanto la sua opera con la parola. Mediante la parola, l’uomo viene nutrito e alimentato; mediante la parola, l’uomo ottiene la conoscenza e la vera esperienza” (Vol. I, pag. 731).
“L’opera della parola” introduce “nell’Età del Regno", visto ora presente e in svolgimento. Tale Età del Regno è di introduzione “nell’Età del Regno” o “Regno di Dio” (Vol. I, pag. 1354) o “Regno di Dio sulla terra” (Vol. I, pag. 419) o “Regno Millenario”.
L’opera della parola continuerà nell’Età del Regno Millenario tanto che tale Età è chiamata “Età della parola” (Vol. I, pag. 731), ma cesserà la presenza della
seconda incarnazione, che risulta una realtà transeunte. Nell’Età del Regno Millenario detto anche della parola, illuminata dall’azione di Dio, l’uomo verrà immesso “nella realtà della vita” (Vol. I, pag. 731), data nel Regno del Millennio, dove non esisterà né l’errore né il dolore.
Presso la Chiesa di Dio Onnipotente non esiste la grazia santificante, e l’”Età della Grazia” avvenuta con Gesù Cristo -
prima incarnazione - riguarda solo l’opera della salvezza mediante la crocifissione.
Dio in ogni Era usa i mezzi opportuni, disponendo le cose senza palese continuità, se non quella del succedersi delle
Ere, che, tuttavia, hanno un disegno globale non conoscibile: “Di qualsiasi parte dell’opera di Dio si voglia parlare, è tutta insondabile per l’uomo” (Vol. I, pag.753). La parola dei messaggi, va accolta, vissuta, senza alcuna verifica biblica; essa dice cose non ritrovabili nei testi biblici, che appartengono alle due
Ere precedenti: quella della Legge e quella della Grazia. L’Era millenarista coincide con il culmine della vita dell’uomo sulla terra. Seguirà il Regno dei cieli.
Testi di negazione della
Trinità “Dopo la verità dell’incarnazione di Gesù l’uomo ha creduto che in cielo non vi è solo il Padre, ma anche il Figlio e persino lo Spirito. La nozione convenzionale, diffusa tra gli uomini, è che in cielo esiste un Dio di questo tipo: un Dio trino che è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tutta l’umanità possiede queste nozioni: esiste un solo Dio, ma è costituito da tre parti che, profondamente consolidate nelle concezioni convenzionali, si considerano essere il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Solo queste tre parti unificate rappresentano Dio nella Sua interezza”. (Vol. I, pag. 999)
“Soltanto il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo insieme possono essere considerati Dio Stesso” (Vol. I, pag. 999).
“Vale a dire che, molto semplicemente, la Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo non esiste. Sono tutte nozioni convenzionali e credenze fallaci dell’uomo” (Vol. I, pag. 999).
“In nessuna epoca può resistere questa idea della Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; si tratta di una credenza errata” (Vol. I, pag. 1141)
“In ogni epoca, Dio può essere solo chiamato l’Onnipotente e l’unico vero Dio, Dio stesso onnicomprensivo. Non esistono persone distinte, tantomeno questa idea del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. (Vol. I, pag. 1141)
“Quando l’uomo parla di persone separate, ciò non equivale a materializzare Dio? E arriva al punto di classificare le persone come prima, seconda e terza”. (Vol. I, pag. 1141)
La Chiesa di Dio Onnipotente non presenta con precisione la realtà del dogma trinitario (Dio Uno e Trino), questo per non doverlo confutare con argomenti che non ci sono, ma tuttavia ne mina accuratamente l’accesso a chi ne fosse incamminato. Essa presenta le tre Persone (prima, seconda, terza), come se fossero in una classifica di gara, ma così non è. Vengono presentate distinte, ma non viene presentata l’unità nell’unica Essenza, per cui Dio è Uno e Trino.
Le tre Persone vengono così intese come l’accorpamento di tre dei, che come tali sono delle realtà finite, non infinite, essendo che due o tre infiniti non possono esserci. Conseguentemente viene distorto tutto balenando la materialità di dei, di idoli: “equivale a materializzare Dio”.
La realtà è che le tre Persone non sono tre parti “unificate”, ma tre Persone uguali e distinte, che sono Uno, essendo una l’Essenza.
Il procedere dei messaggi è precisamente quello di creare sbarramenti negazionisti a chi volesse accedere alla verità, e anche di difesa negazionista contro chi volesse comunicarla, annunciandola.
Ovviamente la CDO tenta di aggirare i testi biblici Trinitari, ma senza alcun risultato, se non per gli impreparati o i lontani dalle comunità parrocchiali. I testi biblici, tuttavia, sono inattaccabili testimoni della verità: (Mt 3,17; 17,5; Mc 1,11; 9,7; Lc 3,22; 9,34; Gv 1,34; 1,18; 6.63; 10,30; 14,17; 15,26; 16,13; 1Gv 4,8, 14, 15; ecc.).
Argomento contro la Trinità sarebbe che tale nome non è presente nella Bibbia, e questo è vero, ma è anche verissimo che esistono le tre Persone, nell’unica Essenza. Due esempi sono esemplari al proposito: “Andate dunque e fate discepoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). “La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2Cor 13,13).
Il primo a usare il termine Trinità fu il vescovo Teofilo di Antiochia (182/185). Nel medesimo tempo lo usò Tertulliano (155 - 230) nell’Adverss Praxean, che era un negatore della Trinità.
I saggi del passato e le singole strade
“Molte volte sono venuto nel mondo degli uomini, ma non mi hanno prestato la minima attenzione, poiché mi sono presentato sotto sembianze umane; invece, ognuno ha agito come riteneva opportuno e ha cercato una scappatoia per sé stesso. Non hanno proprio idea del fatto che ogni singola strada presente sotto il cielo proviene dalle mie mani!” (Vol. I, pag. 275)
“Alla fine di questa opera, tutte le religioni diventeranno una, tutte le creature torneranno sotto il dominio del Creatore, tutte le creature adoreranno l’unico vero Dio e tutte le religioni cattive verranno ridotte a nulla, non riappariranno mai più” (Vol. I, pag. 1310).
“Tutte le religioni cattive sono incompatibili con Dio, e poiché sono incompatibili con Dio sono nemiche di Dio” (Vol. I, pag. 1311)
Innanzi tutto questa non è una pagina storica presentata con le regole documentarie della storia, ma un messaggio con delle finalità funzionali alla CDO. Non viene dato nome di uomo o donna circa queste presenze “in sembianze umane”. Tale formula è distante dall’incarnazione, perché questa parte da Cristo, per poi riaffacciarsi con modalità diversa nella seconda
incarnazione; si tratta tuttavia di fatti salienti. Certamente si allude a dei saggi di grande importanza che hanno tracciato delle strade
distinte di incontro con Dio, ma che non sono stati seguiti preferendo, coloro che li hanno conosciuti, percorrere delle comode scappatoie.Ci sono state delle “singole strade”, cioè distinte, che vengono dalle mani di Dio. Strade da percorrere, dotate per questo del corredo di parole, di scritti, di norme da seguire, con il carattere di creare legami umani, cioè una scuola di pensiero o un inizio di religione. Dopo questi inizi si sarebbe deviato in
scappatoie. Si può pensare, essendo in Cina, a Lao Tze, a Lie Yukou, a Chuang Tzu, mistici saggi che sono all’origine del Taoismo, che poi ha preso proprie
scappatoie diventando Taoismo rituale, così come per Confucio si è avuto il
Confucianesimo rituale. Così si potrebbe pensare al libro Bhagavadgita, incluso nella religiosità rituale Induista.
Le differenze tra le singole strade non hanno importanza perché Dio, secondo la CDO, può esprimersi con discontinuità nelle Ere, senza tuttavia cambiare la volontà di salvezza. “Ogni epoca ha comandamenti, ogni epoca ha requisiti e criteri di Dio per l’uomo, criteri che cambiano col cambiare dell’epoca e dei requisiti dell’opera di Dio” (Vol, III, parte 2, n°2). La ragione di questo mutare sta per la CDO nell’idea dell’uomo dalla natura invariabilmente corrotta che va continuamente arginato: “Le persone hanno un’indole corrotta e vivono sempre seguendola, quindi c’è costante bisogno di decreti amministrativi (ndr equivalente di leggi o comandamenti)
corrispondenti per tenere sotto controllo il loro comportamento” (Vol. III, parte 2, n°2).
La CDO ritiene che le religioni, nella loro varietà, all’origine sono prodotte da Dio, il che non è; poiché biblicamente la strada è una, e le religioni si sono prodotte dalle divisioni operate dagli uomini, sia prima che dopo l’evento del diluvio. Le alleanze con Adamo, con Noè, con Abramo, Giacobbe, Mosè al Sinai, fanno parte di un’unica strada in sviluppo per condurre gli uomini da rozzi per i peccati a livelli più alti, fino a Cristo.
Fuori dubbio la presenza di giusti in ogni luogo, ma non di “singole strade”, cioè percorsi non solo personali, ma costituenti, in specifico, un inizio di religione.
Il brano esaminato apre per la CDO la prospettiva che ci sono religioni, all’origine buone poiché da Dio, ma che poi hanno deviato e che ora sono da riprendere e portare nella CDO, partendo dalle loro origini. Altre non vengono all’origine da Dio, e sono definite cattive.
La CDO, con ciò, si dà una strategia di rapporto con le religioni
Per noi cattolici le cose stanno molto diversamente. Non ci sono religioni fondate da Dio quali strade, poiché c’è una sola strada. Tuttavia Dio misericordioso ha dato luci ai giusti, per cui in ogni religione c’è un rivolo d’oro procedente da Dio. Sono i “semi del Verbo” che la Chiesa sa riconoscere.
Gesù Cristo, prima incarnazione
“Non sai che Gesù è nato in virtù della concezione a opera dello Spirito Santo? In lui c’è lo Spirito Santo; qualunque cosa tu dica, egli è comunque uno con Dio in cielo perché è l’incarnazione dello Spirito di Dio. Questa idea del Figlio è del tutto falsa. Si tratta di uno Spirito che compie tutta l’opera; solo Dio Stesso, cioè, lo Spirito di Dio realizza la sua opera. Chi è lo Spirito di Dio? Non è lo Spirito Santo? E non è lo Spirito Santo che opera in Gesù? Se l’opera non fosse stata compiuta dallo Spirito Santo (cioè dallo Spirito di Dio), avrebbe potuto rappresentare Dio Stesso? Quando Gesù chiamava Dio in cielo con il nome di Padre mentre pregava, ciò era fatto unicamente dalla prospettiva di un uomo creato, soltanto perché lo Spirito di Dio si era vestito di carne comune e normale, e aveva la parvenza esteriore di un essere creato”. (Vol. I, pag. 1003)
“Di conseguenza, Gesù, chiamando Dio in cielo con il nome di Padre, ha fatto la stessa cosa che avete fatto voi all’inizio nel chiamarlo Padre; lo ha fatto dalla prospettiva di uomo creato”. (Vol. I, pag. 1003)
“Vi ricordate, inoltre, della preghiera del Signore che Gesù vi insegnò perché la imparaste a memoria?
‹Padre nostro che sei nei cieli…›. Chiese a tutti gli uomini di chiamare Dio in cielo con il nome di Padre. E dato che anche Gesù lo chiamava Padre, lo fece dalla prospettiva di chi si pone in rapporto paritario con tutti voi. Poiché avete chiamato Dio in cielo con il nome di Padre” (Vol. I, pag. 1003).
“E dato che anche Gesù lo chiamava Padre, lo fece dalla prospettiva di chi si pone in rapporto paritario con tutti voi. Poiché avete chiamato Dio in cielo con il nome di Padre, Gesù vide sé Stesso alla pari con voi, e come uomo sulla terra scelto da Dio (cioè, il Figlio di Dio)” (Vol. I, pag. 1003). “Per quanto grande fosse l’autorità di Gesù sulla terra, prima della crocifissione, egli era solo un Figlio dell’uomo, che era governato dallo Spirito Santo (cioè Dio), e una creatura terrena, perché doveva ancora completare la sua opera. Pertanto, il fatto che Gesù chiamasse Dio il Padre che è nei cieli lo si doveva unicamente alla sua umiltà e alla sua obbedienza. Il suo rivolgersi a Dio (cioè allo Spirito in cielo) in questo modo, tuttavia, non prova che egli fosse il Figlio dello Spirito di Dio in cielo; il punto è semplicemente che era diversa la sua prospettiva, non che egli fosse una persona diversa
Pertanto, il fatto che Gesù chiamasse Dio il Padre che è nei cieli lo si doveva unicamente alla sua umiltà e alla sua obbedienza” (Vol. I, pag. 1003).
“Prima della crocifissione, Gesù era un Figlio dell’uomo soggetto alle limitazioni della carne, e non possedeva appieno l’autorità dello Spirito. È per questo che Egli poteva solo cercare la volontà di Dio Padre, dalla prospettiva di una creatura” (Vol. I, pag. 1003). Posta la negazione della Trinità, la CDO si trova nella difficoltà, come già i
monisti, di gestire la realtà dell’Incarnazione, dove i testi biblici affermano che Gesù Cristo è il Figlio, che ha assunto una natura umana nel grembo di Maria. “Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre” (Gv 1,18), che “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14).
L’umanità da lui assunta da Dio Onnipotente di per sé, per definizione è limitata, e quindi ovviamente “non possedeva appieno l’autorità dello Spirito” (lo Spirito è Dio Onnipotente). La carne, assunta da
Dio Onnipotente, deve attingere conoscenza del volere di Dio dal suo medesimo volere di Dio; si ha così un circolo, che vorrebbe essere aperto agli uomini “alla pari con voi” (Vol. I, pag. 1993) perché fatto nella “prospettiva di una creatura” (Vol. I, pag. 1003).
Prospettiva equivale a punto di vista, angolatura.
Circa il racconto del concepimento verginale di Maria (Lc 1.26s) la CDO dice, conformemente alla posizione antitrinitaria, che lo Spirito Santo non è una Persona
distinta, ma lo stesso Dio Onnipotente, e che nel concepimento della carne Dio Onnipotente assume anche il ruolo di Figlio per mezzo della carne.
In tal modo nel Cristo ci sarebbe l’unica Persona del Padre/Figlio, cioè Dio Onnipotente, mentre il Figlio coinciderebbe con il Figlio/Padre, che diverrebbe Figlio dell’uomo, per la carne assunta. Il
modalismo non vede tuttavia due persone: una Padre/Figlio, l’altra Figlio dell’uomo.
La CDO presenta come soluzione il concetto di prospettiva, cioè l’unica Persona avrebbe, oltre la sua sovrana operazione di volontà divina, quella di
esprimere a sé la sua volontà divina nell’umile prospettiva di Figlio dell’Uomo: “Poteva solo cercare la volontà di Dio Padre, dalla prospettiva di una creatura” (Vol. I, pag. 1003). Allo stesso modo si ha come orante che si esprime con la carne assunta a sé stesso, e non a un altro distinto da sé come affermano i testi biblici: (“Padre nostro che sei nei cieli…” (Mt 6,9); “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra…” (Mt 11,25; ecc.).
Una tale posizione di “prospettiva” è
azione di un essere, e comporta un circolo chiuso, addirittura sancito dall’obbedienza (Vol. I, pag. 1003).
Tuttavia la CDO cerca di dare a questo circolo un’apertura caritativa ponendo tutto sul piano di un umile mettersi “alla pari” degli uomini (Vol. I, pag. 1993), “in rapporto paritario” con gli uomini. (Vol. I, pag. 1993 e 1003). Ma la Bibbia dice che gli uomini hanno visto il Verbo mettersi non “alla pari”
nella sua azione, ma in stato di servo. Il Verbo incarnato “Svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo (…), umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,7).
“Gesù vide sé stesso alla pari con voi, e come uomo sulla terra scelto da Dio (cioè, il Figlio di Dio)” (Vol. I. pag. 1003). “Il Figlio di Dio”; la CDO dice che è “il Figlio di Dio” solo perché “scelto”, ma tale scelta non concorda con il fatto della sua concezione nel grembo di Maria, dove la scelta creatrice avvenne nella volontà divina secondo eterno decreto, e non si ha scelta di “uomo sulla terra”. La prospettiva data dalla proposizione (Vol. I, pag. 1003) è che Gesù, cioè Dio
incarnato, si veda quale uomo sulla terra, scelto da Dio nel momento dell’incarnazione, ma ciò non fu scelta, ma
creazione.
La scelta può essere, perciò, solo in un momento successivo all’incarnazione; infatti, la
scelta secondo i Vangeli, avvenne con la consacrazione regale di Gesù al Giordano per opera dello Spirito Santo (Lc 4,18; Is 61,1), e fu dettata dal compiacimento di vedere l’obbedienza del Figlio. Nei testi (Mt 3,17 e 17,5) si legge: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”; non viene detto il più amato, ma l’amato, poiché
unico (Gv 1,18; 1Gv 4,12). Come si vede la posizione modalista della CDO costringe la stessa a frontali contraddizioni con la Scrittura, come già nel passato, al tempo del sorgere dell’eresia.
Un messaggio della CDO tratta la tentazione di Gesù nel deserto per negare la seconda Persona della Trinità, cioè il Figlio. Tralascio tutti gli interrogativi retorici di cui è sovraccarico. Lo cito perché è un esempio di manipolazione della Bibbia.
“Satana disse: ‹Se tu sei Figlio di Dio›, ma in cuor suo sapeva che Gesù era il Figlio di Dio? Che era Cristo? (Sì.)”. “Il Figlio di Dio”, circa Gesù è inteso dalla CDO solo come
figlio di elezione, e non per la realtà della seconda Persona della Trinità (Vol. I, pag. 1993).
“Satana quindi sapeva e voleva provocare Gesù Cristo dicendo di lui ciò che non è) (…) Che cosa voleva fare? Voleva utilizzare questo metodo e pronunciare queste parole per far adirare il Signore Gesù e poi indurlo ad agire in linea con le sue intenzioni. Non era questo il significato che si celava dietro alle parole del diavolo? In cuor suo Satana sapeva bene che quello era il Signore Gesù Cristo, ma pronunciò ugualmente queste parole. Non è questa la natura di Satana? (….) Voleva usare questo metodo per attaccarlo, così disse: ‹Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani›; non è questa la sua intenzione malvagia? Che cosa cercava davvero di fare? Il suo scopo è evidente: tentava di usare questo metodo per contestare la posizione e l’identità del Signore Gesù Cristo”.
“Signore Gesù Cristo”, indica
modalisticamente “Dio incarnato”.
La manipolazione del testo biblico è addirittura sorprendente quando si
inventa che Gesù avesse sicuramente del pane mentre stava digiunando, e
con ciò dimentica che se lo aveva non ne aveva più perché Satana lo
attaccò quando “ebbe fame” (Mt 4,2); “alla
fine ebbe fame” (Lc 4,2). “Analizziamo
ora questa frase usata da Satana: ‹Ordina che queste pietre diventino
pani›. Trasformare le pietre in pane: significa qualcosa? Se il cibo c’è,
perché non mangiarlo? Perché è necessario trasformare le pietre in cibo?
Si può dire che non c’è alcun senso logico? Sebbene in quel momento il
Signore Gesù stesse digiunando, sicuramente aveva del cibo da mangiare,
giusto? (Sì.) Dunque qui vediamo l’irragionevolezza delle parole di
Satana. Nonostante tutta la sua slealtà e malizia, vediamo nondimeno la
sua assurdità e illogicità. Satana fa un certo numero di cose attraverso
le quali tu noti la sua natura malevola; lo vedi sabotare l’opera di Dio
e, assistendo a questo, senti che è odioso e irritante”.
(Vol. II, pag. 319).
La conoscenza di Cristo secondo la CDO
“(Gesù) Non seppe in anticipo quale fosse l’opera da svolgere, ma in un momento ben preciso. Non lo sapeva pienamente al momento della nascita; lo Spirito Santo agì in Lui a poco a poco, e quest’opera seguiva un processo. Se, sin dall’inizio, avesse saputo che era Dio, il Cristo e il Figlio dell’uomo incarnato, che doveva portare a compimento la crocifissione, perché non avrebbe agito prima? Perché fu solo dopo aver detto ai discepoli del Suo ministero che Gesù provò dolore e pregò intensamente per questo? Perché Giovanni Gli aprì la strada e Lo battezzò prima che Gesù comprendesse molte cose che non aveva capito? Questo dimostra che era l’opera del Dio incarnato nella carne, e dunque, perché Gesù comprendesse e realizzasse tutto questo, vi fu un processo graduale, perché egli era l’incarnazione di Dio, il cui operato era diverso da quello compiuto direttamente dallo Spirito” (Vol. I, pag. 1222)
“Egli offrì un corpo santo fatto di carne in sostituzione di tutti i peccatori, l’equivalente di offrire Gesù quale “sacrificio per il peccato” davanti a Satana per “implorare” Satana affinché restituisse a Dio l’intera umanità innocente da lui calpestata. Per questo motivo, il concepimento per opera dello Spirito Santo era necessario per l’adempimento di questa fase dell’opera di redenzione. Si trattava di una condizione necessaria, un “trattato di pace” nella battaglia tra Dio Padre e Satana” (Vol. I, pag. 867)
Viene detto che alla nascita Gesù, cioè Dio incarnatosi per la missione di salvatore (Yehosuà significa Dio salva) non conosceva pienamente l’opera da svolgere. La carne assunta dall’unica Persona divina (modalismo) era lasciata nell’ignoranza sul fatto centrale della crocifissione, solo poco tempo prima della sua attuazione si ebbe la comunicazione, e ciò è assurdo.
La Bibbia dice che Gesù, Figlio Unigenito del Padre incarnatosi, sapeva “Per questo entrando nel mondo, Cristo dice:
‹Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato›” (Eb 10, 5).
Cristo, Figlio Unigenito del Padre, sapeva, anche perché si impone una preparazione per subire un tale trauma. Il conoscere l’evento futuro della crocifissione, però, non vuol dire non progredire nella consapevolezza man mano che si avvicina l’evento. Un conto è conoscere che tra 50 anni mi accadrà una tal cosa molto spiacevole, un conto è essere all’indomani di tal cosa, dove tutta la portata emotiva della calamità si manifesta alla coscienza.
Il brano citato presenta che l’opera propria di Gesù fosse
circoscritta alla crocifissione, ma, secondo la verità, tutta la vita di
Gesù è stata salvifica per gli uomini, e si è conclusa con l’amore
estremo per gli uomini. Egli darà la sua vita sulla croce non per
dimostrare forza contro il dolore, così da “persuadere”
(Vol. II. parte 2, n°3) Satana, inducendolo a un “trattato
di pace” (Vol. I, pag. 867), ma per
dare amore quando il dolore poteva spegnerlo, dare la vita, e sarà morte
di croce. Gesù aspettava quell’ora, dunque sapeva. “Questo
dimostra che era l’opera del Dio incarnato nella carne”.
(“Incarnato nella carne”,
è un doppione rafforzativo). Quindi per la CDO, la prima
incarnazione è solo per la crocifissione, in una sfida con Satana,
che deve persuadersi della forza del “Dio
incarnato” di fronte al dolore e
scendere a un “trattato di pace”
(Vol. I, pag 867). La parola non sarebbe data con compiutezza
nell’Età della Grazia, poiché la compiutezza viene pensata nella
seconda incarnazione, dove la parola produrrà l’ingresso nell’età
del Regno per poi giungere, dopo la selezione data dalla stessa parola,
nel Regno Millenario. La parola produrrà nei buoni l’accesso al Regno
Millenario, nei cattivi la distruzione. “Se
questo fatto della crocifissione non fosse avvenuto e, invece, il
perdono dei peccati dell’uomo si fosse basato solo sulle parole, allora
Satana non sarebbe stato persuaso e avrebbe detto: Tu non hai patito
alcuna sofferenza e non ti sei fatto carico dei peccati dell’uomo. Con
una sola parola vengono perdonati i peccati dell’umanità? Questo è
inaccettabile!” (Vol. II, parte 2,
n°3). “Il perdono dei peccati
dell’uomo” mediante la morte di croce,
è inteso come una non imputazione estrinseca dei peccati, visto
che l’uomo ha una libertà compromessa nel profondo di sé stesso, secondo
la dottrina protestante, in questo presente nella CDO; ovvero è inteso
come una copertura dei peccati che rimangono, e Dio non
guarda, in ragione della misericordia operata da Cristo. Non si ha
rimozione dei peccati, né tantomeno liberazione dalla colpa originale. “Dio
vede l’uomo come privo di peccato”
(Vol. III, parte2, n°3). Non si ha il ristabilimento della
grazia santificante, e quindi l’attuazione dell’uomo nuovo
nell’accoglienza del dono della fede in Cristo; uomo nuovo
capace di interiore novità di vita, nell’obbedienza alla parola e nel
sostegno della grazia, e quindi capace di merito per questa sua volontà.
La conversione non è così soltanto azione misericordiosa di Dio, dono di
Dio, che ha l’assoluto primato (1Gv 4,9-10), ma anche presenza attiva
della volontà di accoglierla e di viverla. “Chi
mi vuole seguire…” (Mt 16,24); “Se
vuoi essere perfetto…” (Mt 19,31); “A
quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio…”
(Gv 1,12).
Il concepimento per opera dello Spirito Santo fu “una
condizione necessaria, un trattato di pace nella battaglia tra Dio Padre
e Satana” (Vol. I, pag. 867). Tale
carne assunta nel grembo verginale di Maria da Dio Onnipotente risulta
connessa a Dio, ovviamente, in modo singolare, e ha il fine di impedire
a Satana di dire che Dio Onnipotente salva solo con la parola. Salvare
con la parola era comodo. Come si vede si ha un uso delle accuse di
Satana contro Dio con riferimento alla persona di Giobbe. Il “Trattato
di pace” viene siglato a favore del
genere umano dopo che Satana non poté più rimproverare Dio per il suo
amore a parole. Va detto che Satana, nella verità, non fu “persuaso”,
ma fu vinto. I peccati, poi, non furono espiati davanti a Satana,
ma davanti al Padre, affinché gli uomini, liberati dai peccati,
cioè dalle disobbedienze a Dio, e quindi dalla schiavitù di Satana,
diventassero, nel Figlio Unigenito, figli adottivi del Padre. La
vittoria di “Dio incarnato”
sul dolore, secondo il movimento CDO, ebbe come risultato la liberazione
degli uomini per l’ingresso nel Regno Millenario (Vol. II, parte 2,
n°3), ma per questo occorrerà anche il dolore, oltre quello della
crocifissione, della carne della seconda incarnazione ((Vol. I,
pag. 1334/5). Ciò sarà chiarito con più precisione.
Chiaro che
la battaglia è stata tra l’Odio e l’Amore, con la vittoria dell’Amore, e
non è consistita in una prova di resistenza al dolore portante a un
inventato e falso “trattato di pace”
(Vol. I, pag. 867). “Così come
soffriva la sua carne, anche il suo Spirito soffriva nella carne. Se
affermi che a soffrire è solo l’involucro esteriore della carne, che Dio
nella Sua divinità non soffre affatto e non subisce alcun tormento,
allora ti sbagli”. (Vol. II, parte 2,
n°3) Il dolore doveva essere completo, perciò non solo nella carne,
ma anche nella Persona divina, e sarebbe errore, dice la CDO, pensare
che “Dio incarnato”
non poteva soffrire nella sua divinità poiché di essenza spirituale.
Questo è vero, ma bisogna distinguere tra il dolore proprio dell’uomo e
quello della Persona divina. Il dolore provato dalla Persona divina,
secondo il brano in esame, non fu solo quello di essersi immedesimato,
quale “Dio incarnato”
nel dolore della sua carne, ma anche quello di vedere, con la sua
divinità, il genere umano nelle spire di Satana. “Gesù
era un uomo giusto che ha assunto le sembianze della carne peccaminosa e
si è fatto sacrificio espiatorio, redimendo così l’intera umanità e
liberandola dal dominio di Satana”
(Vol. II, parte 2, n°3). Il linguaggio è formalmente corretto, ma è
una trappola poiché la CDO intende ben diversamente. La redenzione
dell’umanità per la CDO è avvenuta non nel sacrificio espiatorio davanti
al Padre, poiché il modalismo non ammette che una sola Persona,
e neppure davanti a sé stesso, perché non si può chiedere sacrificio per
sé alla carne assunta a sé, se non in un cerchio inconcepibile. La
verità è che Cristo, Verbo incarnato, col sacrificio ha sostanziato
all’estremo il suo amore implorando al Padre perdono per gli uomini.
Assurdamente, per i testi della CDO il sacrificio è stato compiuto
davanti a Satana, che ha mollato il suo dominio. Resta però la
seconda incarnazione, dove ci sarà la completezza della parola,
da parte dell “Cristo degli ultimi
giorni”, la quale parola farà da
giudice: se accolta salvezza, si rifiutata condanna.
[C’è
riferimento al Vangelo (Gv 12,48), ma nel Vangelo si tratta di Cristo
che non è venuto a giudicare, ma a salvare. La condanna sarà data dalla
sua Parola (e innanzi tutto dalla parola del suo Sangue: Eb 12,24), che
rifiutata condanna, nel senso, però, che farà da fondamento alla ragione
della condanna, perché sarà Cristo a condannare o premiare].
Secondo la CDO, la salvezza dal dominio di Satana è opera di Cristo e si
attua indipendentemente dalla corrispondenza dell’uomo, che rimane
corrotto in modo irrimediabile per la colpa originale, e qui il pensiero
è tutto luterano. “Se veramente
non lo sapete, ve lo dico Io. Il motivo per cui Dio negli ultimi giorni
può concedere grazia agli uomini non è perché siano meno corrotti degli
uomini all’epoca di Noè o perché abbiano mostrato pentimento verso Dio,
tanto meno perché la tecnologia negli ultimi giorni sia così avanzata
che Dio non possa distruggerli. È, invece, perché Dio ha un’opera da
compiere in un gruppo di uomini negli ultimi giorni ed essa sarà svolta
da Dio stesso nella sua incarnazione. Inoltre, Dio sceglierà una parte
di questo gruppo quale oggetto della sua salvezza e frutto del suo piano
di gestione, e porterà tali uomini verso la prossima età. Pertanto,
qualunque cosa succeda, questo prezzo pagato da Dio è stato tutto in
preparazione per l’opera della sua carne incarnata negli ultimi giorni.
Il fatto che siate arrivati a oggi è grazie a questa carne. È perché Dio
vive nella carne che voi avete la possibilità di sopravvivere. Tutta
questa buona sorte è stata guadagnata per via di quest’uomo ordinario.
Non solo, ma, alla fine, ogni nazione adorerà quest’uomo ordinario, e
renderà grazie e obbedirà a quest’uomo insignificante, perché sono state
la verità, la vita e la via da Lui portate a salvare l’intera umanità,
ad alleviare il conflitto tra Dio e l’uomo, ad accorciare le distanze
tra loro e ad aprire una connessione tra i pensieri di Dio e l’uomo”
(Vol. I, pag. 1415). Tale corruzione rimane, ma avrà un argine
nell’opera che Dio compirà negli ultimi giorni, cioè nell’Età del Regno,
anticipazione del Regno Millenario. Il salvifico “uomo
ordinario” è Cristo nella seconda
incarnazione. “Ordinario”
perché apparve “insignificante”
per i suoi contemporanei, che lo rifiutarono e crocifissero, e che ora
riappare insignificante nella seconda incarnazione. Due
incarnazioni, molto differenziate, ma una sola Persona divina
(modalismo) e anche un solo uomo, quello nato da Maria. Questo “uomo
ordinario” verrà adorato da ogni
nazione che gli renderà grazie e gli obbedirà nel Regno del Millennio.
Egli aprirà per mezzo dei suoi messaggi dati dalla “sua
carne incarnata negli ultimi giorni”
una “connessione tra i pensieri di Dio
e l’uomo”. È il “Cristo
degli ultimi giorni” che porterà a
perfezione gli uomini. Così la loro natura corrotta dal peccato, dopo
essere stata salvata dal dominio di Satana e dalla condanna a morte per
mezzo della crocifissione (Vol. I, pag. 1416), vedrà per mezzo della
parola “alleviare il conflitto tra Dio
e l’uomo”, stante la natura corrotta
dell’uomo, che rimane, per mezzo "dell’immersione
nella Parola". (Vol. I, pag. 737).
L’immersione ricorda il Battesimo, negato nelle nuove indicazioni
dell’Età del Regno (Vol. I, pag. 982). “Benché
Gesù abbia compiuto molte opere tra gli uomini, ha soltanto completato
la redenzione di tutta l’umanità e ne è diventato il sacrificio
espiatorio; Egli, però, non ha liberato l’uomo da tutta la sua indole
corrotta. Salvare pienamente l’uomo dall’influenza di Satana ha
richiesto non solo che Gesù diventasse il sacrificio espiatorio e si
facesse carico dei peccati dell’uomo, ma ha anche richiesto che Dio
compisse un’opera ancora maggiore per liberare completamente l’uomo
dalla sua indole diabolicamente corrotta”
(Vol. V, pag. 6). La parola di “quest’uomo
ordinario”, pronunciata dalla persona
strumento della sua seconda incarnazione, cioè “la
sua bocca”, va accolta, altrimenti
sarà la rovina. “Se voi respingete
le verità pronunciate dalla sua bocca e detestate la sua esistenza in
mezzo a voi, cosa ne sarà di voi alla fine? Tutta l’opera di Dio negli
ultimi giorni viene compiuta attraverso quest’uomo ordinario” (…)
“Grazie alla venuta della seconda incarnazione di Dio, egli vi ha
perdonati e vi ha mostrato misericordia. Ciò nonostante, le parole con
cui devo lasciarvi alla fine sono sempre le stesse: quest’uomo
ordinario, che è Dio incarnato, è di vitale importanza per voi”
(Vol I 1415). “L’opera compiuta
negli ultimi giorni rappresenta il giudizio, l’ira e il castigo”
(Vol. I, pag. 979/80), per quelli che la rifiutano. Come si vede la
dottrina protestante della predestinazione è messa in disparte, a favore
del giudizio che gli uomini danno a sé stessi di fronte alla Parola. Ma
come accogliere la Parola se l’uomo è corrotto? E l’uomo pur
accogliendola - fideisticamente- la potrà accogliere solo
estrinsecamente e non intrinsecamente, come vorrebbero i
messaggi.
La fase della nuova incarnazione darà inizio
all’Età del Regno, comunicando la parola illuminante e
perfezionatrice, soggetta a studio e ad amplificazione nell’età del
Regno di Dio o Regno Millenario, per mezzo dell’azione divina. Già ora
lo studio, la meditazione, la recitazione della parola, l’esperienza di
immedesimazione, avviene. “Che tu
sia entrato in questa nuova età dipende dal fatto che tu sia entrato
nella realtà delle parole di Dio, dal fatto che le sue parole siano
diventate la realtà della tua vita”.
(Vol. I, pag. 732).
L’ignoranza di Gesù
“Gesù
Stesso non sapeva che ci sarebbe stata una seconda venuta nella carne.
Pertanto, nessun commentatore della Bibbia o profeta ha osato
profetizzare in modo chiaro che Dio Si sarebbe nuovamente incarnato
negli ultimi giorni, ovvero che sarebbe nuovamente venuto nella carne
per compiere la seconda parte della sua opera nella carne. Quindi,
nessuno si è reso conto del fatto che Dio si era nascosto già da tempo
nella carne. Ciò non sorprende, dal momento che Gesù accettò questo
mandato solo in seguito alla sua resurrezione e ascesa al cielo, quindi
non vi sono chiare profezie riguardo alla seconda incarnazione di Dio”
(Vol. I, pag. 866). Secondo il testo la parola di Cristo
doveva completarsi successivamente, e la sua azione specifica fu il
sostenere la crocifissione, dicono i messaggi divulgati dalla CDO.
Detto questo, che assolutamente non corrisponde al vero, è aperta la
strada alla seconda incarnazione di Gesù, dove si compirà “la
seconda parte della sua opera”, dove
tutto l’accento sarà sulla parola che conduce alla perfezione. Ma ciò è
profondamente contro i Vangeli, perché Gesù ha dato valore senza tempo
alla sua parola, cioè senza successiva era di completamento. “Il
cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”
(Mt 24,35). Così la CDO si presenta coi suoi messaggi una insidiosa
manipolatrice della Bibbia. Ora, il brano riportato motiva il
silenzio di tutti i commentatori o profeti sulla seconda
incarnazione con il fatto che neppure Gesù ne aveva conoscenza, e
quindi tanto meno i profeti. Gesù lo seppe solo dopo la sua risurrezione
e ascensione al cielo, quindi quando non era più sulla terra. Il “modo
non chiaro” si riferisce
all’Apocalisse (19,11), riguardante il fatto se Gesù ritornerà in terra
come dicono i Millenaristi, oppure si avrà, appunto, una seconda
incarnazione. Perciò si spiega come il “Cristo
degli ultimi giorni” sia già avvenuto
e nessuno se ne sia accorto, appunto per il silenzio sulla nuova
incarnazione: “Quindi, nessuno si
è reso conto del fatto che Dio si era nascosto già da tempo nella carne”,
cioè in una persona: una donna cinese (Vol. I, pag. 996). “L’opera
di Dio è espressa in una carne molto comune, che non è in alcun modo
soprannaturale. Dal momento che la sua carne è normale e deve anche
farsi carico dell’opera di salvare l’uomo, egli soffre in misura ancor
maggiore di quanto non farebbe una carne soprannaturale: tutta questa
sofferenza deriva dalla realtà e dalla normalità della sua carne. Dalla
sofferenza che le due carni incarnate hanno subito nel compimento del
loro ministero, è possibile vedere l’essenza della carne incarnata. Più
la carne è normale, maggiore è il dolore che egli deve subire nello
svolgimento dell’opera” (Vol. I, pag.
1334/5). La prima carne è nata da Maria, l’altra è di una persona
comune, normale, una donna cinese; anticipando l’esposizione: Yang
Xiangbin. La prima carne ha come persona solo quella divina, la
seconda carne ha una persona, per cui nella seconda incarnazione
si hanno due persone: una divina unita alla carne nata da Maria, l’altra
è quella di una donna. Di conseguenza mentre la prima è eterna, la
seconda incarnazione è temporanea. Con più precisione bisognerebbe
dire che non si tratta di una nuova incarnazione, ma del
possesso di una persona. Posta questa unione, le sofferenze
della carne della donna “Dio incarnato”
le sperimenta per partecipazione, immedesimazione, d’amore. La forza di
questa immedesimazione è tanto grande da far passare come appropriato il
termine incarnazione, mentre propriamente bisognerebbe parlare
di unione di due distinte persone: una divina, l’altra umana.
Il “Cristo degli ultimi giorni”,
è il Cristo che si è incarnato nella persona di Yang Xiangbin,
per mezzo della quale comunica i messaggi, ma non solo questo perché per
mezzo della donna “Dio incarnato”
entra in contatto vivo con le sofferenze del mondo, sperimentandole per
immedesimazione o partecipazione, affinché più non vi siano
nell’Età del Millennio. Yang Xiangbin è presentata sofferente per
malattie e contestazioni (Vol. III, parte 2, n°3), ed è fonte
dell’esperienza del dolore presente nel mondo. Le sofferenze
intensamente vissute per partecipazione si aggiungono a quelle della
crocifissione, per un completo di liberazione dell’uomo dai peccati nel
senso di non imputati, di non guardati da Dio, pur
rimanendo. ”Ora nell’attuale fase
dell’opera, tutte le persone salvate devono essere condotte alla
meravigliosa destinazione, all’età successiva. L’umanità non deve più
soffrire, non deve più essere afflitta da malattie”
(Vol. III, parte 2, n°3). “Dio non
appartiene alla croce: l’ha già gettata in un angolo per il diavolo.
Molto tempo prima di adesso Dio è uscito vittorioso e, avendo superato
il dolore per i peccati del genere umano, porterà la salvezza a tutta
l’umanità” (Vol. I, pag. 873). La
seconda incarnazione completa l’opera della prima, già
rivolta alla liberazione dalla condanna a morte e dai peccati; la
seconda rivolta a soffrire le sofferenze presenti nel mondo a causa dei
peccati, in modo che non ci siano più sofferenze per il genere umano
nell’Età del Millennio. La sofferenza delle “due
carni” (Vol. I, pag. 1334/5) fa parte
di un unico disegno di salvezza per l’uomo.
La seconda incarnazione
“Senza l’opera di Gesù, l’umanità
non sarebbe potuta scendere dalla croce, ma, senza l’incarnazione di
oggi, coloro che scendono dalla croce non potrebbero mai guadagnare
l’approvazione di Dio né accedere alla nuova età”
(Vol. I, pag. 1416). Il peccato originale ha reso tanto colpevole e
incapace al bene il genere umano, che non solo lo ha privato della
grazia santificante, ma del diritto all’esistenza naturale come un
condannato a morte. La verità è che l’uomo ha certo perso la
grazia santificante e con questo il dono di essere esente dalla
morte, ma pur ferito rimane capace di bene, e anche rigenerato in
Cristo, del bene supremo della vita di unione con Dio, che
sorpassa immisurabilmente la vita terrena. Lo scendere del
genere umano dalla croce, cioè da uno stato di condanna a morte, da
un non diritto alla vita naturale, è quello che l’uomo ha avuto dalla
crocifissione di Gesù, sempre secondo la CDO. La prima incarnazione
non ha esaurito però l’opera di “Dio
incarnato” circa l’uomo. Liberato l’uomo dal dominio di Satana per mezzo della crocifissione, ora gli uomini
scesi dalla croce, cioè dalla condanna alla non vita terrena, acquistano “l’approvazione di Dio” seguendo le norme dettate da “Dio incarnato” nella
seconda incarnazione. Dal dominio di Satana si passa al dominio di Dio, realizzato con l’accesso all’età del Regno e poi all’età felice del Millennio.
Poi alla fine la risurrezione con il giudizio universale, positivo, per chi ha seguito con l’aiuto estrinseco di Dio, le “norme amministrative” (Vol. III, parte 2, n°2) cioè comportamentali; devastante per chi non le ha accettate: sarà l’Inferno eterno.
“Prima della
crocifissione, Gesù era soltanto il Re dei Giudei; era il Cristo, il
Figlio, e non un corpo glorioso” (Vol.
I, pag. 1003).Il corpo glorioso del Risorto risulta eterizzato, imponderabile, sfuggente ad ogni sguardo intellettuale, in contrasto con la realtà della risurrezione del corpo di Cristo non dissolto dalla glorificazione, così da oscurarne l’essere (Vol. I, pag. 158).
“Lo scopo della mia prima incarnazione era porre le fondamenta per la mia seconda incarnazione” (Vol. I, pag. 224). “Grazie alla mia prima e alla
mia seconda incarnazione, ho ottenuto la gloria completa. Nella mia
prima incarnazione ho ottenuto solo una parte della mia gloria, ma nella
mia seconda incarnazione la mia persona ha ottenuto gloria completa, e
così non vi sono più occasioni che Satana possa sfruttare”
(Vol. I, pag. 225). Le due incarnazioni appaiono correlate, pur
dando il via a due Ere diverse (Era della Grazia ed Era del Regno) con
inizi diversi. Il fine dato dalla somma della loro azione è sbarrare
le occasioni sfruttabili da Satana. L’idea di riferimento per la
seconda incarnazione è il “corpo glorioso” (Vol. I, pag. 1003/1004) o “corpo spirituale” (Vol. I, pag. 33),
eterizzato, privato della consistenza del suo essere naturale, come già detto sopra. “Ma
nel futuro il santo corpo spirituale sarà molto diverso dall’attuale:
sarà come la differenza tra cielo e terra. Nessuno può comprenderlo a
fondo, e Io dovrò rivelarvelo personalmente”
(Vol. I, pag. 158). “Quando
contemplerai il corpo spirituale di Gesù, Dio avrà creato nuovi cieli e
nuova terra” (Vol. I, pag. 549).
Il corpo eterizzato di Gesù, rendendosi presente nella donna designata per la
seconda incarnazione non avrà l’ordine naturale delle membra, come una imponderabile e aformale sostanza ectoplasmatica. “Dio onnipotente si
manifesta in un corpo spirituale, senza la minima traccia di carne o
sangue che leghi la testa ai piedi. Egli trascende l’universo mondo,
assiso sul trono di gloria nel terzo cielo ad amministrare tutte le cose”
(Vol. I, pag. 31). Con frase sintetica viene detto: “Dio
Onnipotente è il corpo spirituale di Dio”
(Vol. I, pag. 33). Dio onnipotente unito al “corpo
spirituale” “trascende
l’universo mondo”, è ciò che
determina, nella presenza in una persona, il “Cristo
incarnato degli ultimi giorni”. La Persona è una: “Dio incarnato”, la seconda persona è il luogo di una sua seconda presenza: una donna.
Per la CDO l’ubiquismo, errore di Flaccio Illirico (morto nel 1577) che Lutero applicò all’Eucarestia in scritti contro Zuinglio, Ecolampadio, il 29 marzo 1526 e nel 1527 e nel 1528, con una specifica particolare per i fedeli in quanto uomini, nel pane e nel vino, non ha rapporti con l’Eucarestia che abolisce come cosa passata; viene strettamente limitato alla
seconda incarnazione: non ce ne sarà una terza: “Egli non si farà più carne una terza
volta per la sua opera” (Vol. I, pag.
986). Per la CDO l’idea eucaristica di consustanziazione o
impanazione decade: “Coloro che
vivevano nell’Età della Grazia dovevano essere battezzati, e inoltre
veniva chiesto loro di digiunare, spezzare il pane, bere il vino,
coprirsi il capo (Cf.1Cor 11,5)
e fare agli altri il lavacro dei piedi
(Cf. 1Tm 5,10).
Ora queste regole sono state abolite”
(Vol. I, pag. 982).
[Il termine “corpo spirituale”,
applicato ai risorti, si trova nella prima Corinzi (15,44) indicando
solo che il corpo risorto non soggiace più alle esigenze animali, poiché
incorruttibile e immortale]. “Questa è la seconda incarnazione di Dio
che fa seguito all’opera di Gesù. Naturalmente, questa incarnazione non
si verifica in modo indipendente, ma è la terza fase dell’opera dopo
l’Età della Legge e l’Età della Grazia. Ogni volta che Dio inizia una
nuova fase dell’opera, deve sempre esserci un nuovo inizio e deve sempre
portare una nuova età. Allo stesso modo, ci sono analoghi cambiamenti
nell’indole di Dio, nel Suo modo di operare, nel luogo della sua opera e
nel suo nome. Non c’è da meravigliarsi, allora, che sia difficile per
l’uomo accettare l’opera di Dio nella nuova età. Tuttavia, a prescindere
dall’opposizione dell’uomo, Dio compirà sempre la sua opera e condurrà
sempre avanti l’intera umanità”. (Vol. V, pag 6).
“Tutti coloro che sanno
accettare la seconda incarnazione di Dio saranno introdotti nell’Età del
Regno e in più saranno in grado di accettare personalmente la guida di
Dio” (Vol. V, pag 6). La nuova Età è quella del Regno, che è la terza
fase. Tale fase comporta dei cambiamenti rispetto alle precedenti.
Cambiamenti di luogo (Cina), per poi estendersi nel mondo. Cambiamenti
nell’abolizione delle ritualità, dello spezzare il pane e bere il vino,
ecc. Cambiamenti nell’assenza dei miracoli. Cambiamenti per una nuova
comunicazione di parole per mezzo della persona oggetto della nuova
incarnazione, come viene chiamata. Cambiamenti con nuovi inizi, e con
ciò bisogna dire che pur essendo presentata come immutabile la volontà
di salvezza, si hanno nel procedere di Dio delle fratture, che non
possono esistere poiché Dio essendo eternità è continuità, e nelle sue
azioni realizza il mantenimento e lo sviluppo della continuità; non una
continuità con inizi liberamente diversi, pur avendo la costante
intenzione salvifica. Nella nuova Era del Regno non si avranno, “per
ora”, cioè in questa Era (Vol. I, pag.746), miracoli (Vol. I, pag.
730/731) fonte di grazia e prova di credibilità. Tutto è centrato nella
parola del “Cristo degli ultimi giorni”, fonte di guida e di conoscenza,
e di discriminazione tra chi l’accoglie e non l’accoglie, con giudizio
di distruzione apocalittica.per chi lo ha rifiutato. “Sette
tuoni (Cf. Ap 10,3)
scaturiscono dal trono, scuotono l’universo,
rovesciano il cielo e la terra e risuonano nei cieli! Il suono lacera
l’udito e gli uomini non riescono a sfuggirgli né a trovare rifugio.
Scoppiano fulmini e tuoni, in un istante cielo e terra si trasformano e
sugli uomini incombe la morte. Poi, in un baleno, tutto il cosmo viene
avvolto in un violento nubifragio che precipita dal cielo! Fino agli
angoli più remoti della terra, con la stessa accuratezza di un lavacro,
esso non tollera macchie mentre lava tutti da capo a piedi; nulla può
essergli sottratto e nessuno può esserne riparato. Lo scoppio brilla di
gelida luce come lampi di fulmini, facendo tremare gli uomini di paura!”
(Vol, I, pag. 55). Tale lavacro cosmico, coniato dai messaggi,
segna l’accesso al Regno del Millennio; altrimenti è la distruzione
apocalittica e la discesa all’Inferno (Vol. I, pag. 1420), Ma pur nel
Regno del Millennio non si ha l’elevazione a Dio con la grazia
santificante. Alla fine del tempo, il giudizio, con la risurrezione
dell’umanità che attende nell’aldilà. Infatti, il mondo protestante
rifiuta l’esistenza del giudizio particolare, così l’anima deve
attendere il giudizio nell’Ade, se si vuole usare questo termine, in uno
stato di vita equiparabile al sonno.
[Il punto sui miracoli è che
sono una prova di credibilità circa la parola e la persona di Cristo e
la testimonianza della Chiesa da lui fondata. Circa il “Cristo
degli ultimi giorni” non dovrebbe
mancare la testimonianza dei miracoli (Cf. Gv 10,38), ma, al contrario
vengono aboliti e tutto è affidato ai messaggi da accogliere
fideisticamente e basta. “Se
Dio dicesse di usare la parola per rendere perfetto l’uomo, ma mostrasse
anche segni e prodigi, allora sarebbe chiaro se l’uomo creda in lui
veramente o meno? Dio non fa quindi tali cose. C’è troppa religiosità
nell’uomo; Dio è venuto negli ultimi giorni per allontanare tutte le
nozioni religiose e le cose soprannaturali dall’uomo e per fargli
conoscere la realtà di Dio” (Vol, I,
pag. 746). I miracoli non costringono a credere al mistero
Trinitario o all’Incarnazione del Verbo o alla presenza Eucaristica,
come insinua il testo, ma costituiscono criteri di verità circa gli
annunciatori - in primis Cristo - dei misteri].
Il
corpo risorto sarà glorioso, ma secondo la CDO sarà di
consistenza eterea, di essenza immateriale, impossibile
ora da capire. Sarà a imitazione di quello di Cristo, ovvero di “Dio
incarnato”. Sarà possibile vederlo dai
risorti dopo che saranno fatti cieli e terra nuova. “Quando
contemplerai il corpo spirituale di Gesù, Dio avrà creato nuovi cieli e
nuova terra” (Vol. I, pag. 549).
Perciò i risorti avranno un corpo in una condizione molto diversa,
incomprensibile. “Ma nel futuro il
santo corpo spirituale sarà molto diverso dall’attuale: sarà come la
differenza tra cielo e terra. Nessuno può comprenderlo a fondo, e Io
dovrò rivelarvelo personalmente” (Vol.
I, pag. 158). Riferendosi alla contemplazione del corpo
spirituale di Gesù dopo i nuovi cieli e terra nuova, si
deve correttamente dire che prima viene la fine del mondo (Mt 25, 31-46;
2Pt 3,12-13; Ap 20,11s), poi la risurrezione dai morti con il giudizio
(Ap 20, 12-13), e il Giudice sarà Cristo Signore (Gv 5,27; At 10,42;
1Cor 4,1s; 2Cor 5,10; 2Tm 4,8; Gc 5,9; Ap 14,18). Si vedrà il Signore
senza che ci sia l’esigenza di alcunché di rivelazione personale).
“Uomini di Galilea, perché state a
guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in
cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avrete visto andare al cielo”
(At 1,11).
Compare una donna
“A quel tempo, quando Gesù venne,
era un maschio, ma, quando Dio è venuto questa volta, è una femmina. Da
ciò, puoi comprendere che Dio ha creato sia il maschio che la femmina a
motivo della sua opera e che per lui non c’è distinzione di genere.
Quando il suo Spirito viene, può assumere qualsiasi forma nella carne
egli voglia, e quella carne può rappresentarlo. Che sia maschio o
femmina, può rappresentare Dio purché sia la sua incarnazione”
(Vol. VI, pag, 285). “Dato che
viene chiamato il Figlio dell’uomo, è una persona (uomo o donna che sia,
resta il fatto che ha la parvenza esteriore di un essere umano)”
(Vol. I, pag. 1004). Così, Dio incarnato una seconda volta
riguarda una donna, Yang Xiangbin, nata nel 1973 nella Cina
nord-occidentale. La CDO prende l’avvio nel 1991 per opera dei
messaggi di Yang Xiangbin, nata nel 1973 in Cina e quindi avente 18 anni
al tempo dei primi messaggi. I messaggi erano pronunciati nelle “Chiese
domestiche” fondate da Witness Lee (1905 - 1997), aventi, come la
generalità delle “Chiese domestiche”, il pensiero di un ritorno
di Gesù per dare fine a un mondo oscuro di peccato e inaugurare un
millennio di pace. Lo scenario di un millenarismo preceduto
dall’abbattimento delle nazioni lo ritroviamo anche nella CDO. La
donna ha un già un cammino nelle “Chiese domestiche”, e venne
riconosciuta nel 1993 come la seconda incarnazione di Dio.
“È proprio
perché Dio è Dio fattosi carne che ha trascorso un anno dopo l’altro
sulla terra; di conseguenza, solo dopo aver subìto ogni sorta di
situazioni può essere considerato Dio incarnato, e soltanto allora può
operare nella divinità entro la carne” (Vol. I, pag. 480).
Accanto a
Yang Xiangbin si colloca Zhao Weishan, nato nel 1951 nella provincia
cinese dell’Heilongjiang, capo di un gruppo derivato dal movimento delle
“Chiese domestiche” di Witness Lee. Egli aderì ai messaggi di Yang
Xiangbin, diventando il conduttore del movimento, come “uomo usato dallo
Spirito Santo” (Cf. Vol. III, parte2, n°2). Il movimento parte da loro
due e da un piccolo gruppo di adepti. “Dio ha un’opera da compiere in un
gruppo di uomini negli ultimi tempi ed essa sarà svolta da Dio stesso
nella sua incarnazione” (Vol. I, pag. 1415). Poi tutto si estenderà nel
mondo.
Alcuni passi dei messaggi presentano chiaramente una donna:
“Uno era un uomo che parlava la
lingua degli Ebrei e l’altra è una donna che parla solo cinese”
(Vol. I, pag. 996). Un altro passo si parla di un uomo. “Così,
credete in Gesù a parole, ma osate resistere sfacciatamente a Colui che
Dio testimonia oggi” (Vol. I, pag.
574). “Che Dio Testimonia oggi”; pare proprio che quel “Colui”
sia Zhao Weishan, capo del movimento, e che testimonia Dio aderendo ai
messaggi veicolati per mezzo di Yang Xiangbin, “Figlio
mio, non aver paura! Sicuramente ti proteggerò, godrai per sempre con me
di buone benedizioni e sarai assieme a me per l’eternità. Poiché sei tra
i miei diletti, non ti abbandonerò. Io non faccio cose sciocche”
(Vol. I, pag. 151).
La donna, Yang Xianbing, avrà un cammino di
servizio lungo, perché Dio non può essere limitato alle parole contenute
in “La Parola appare nella carne”, e limitato nei confini della
Cina. Ci saranno molti altri messaggi. “Forse
alcuni pensano che, dal momento che l’opera di Dio nella Cina
continentale è conclusa, ciò dimostri che egli ha finito di pronunciare
tutte le parole che doveva e che non può assolutamente avere qualcosa di
nuovo da dire, in quanto Dio non può che proferire queste parole.
Inoltre, ci sono coloro che credono che “La Parola appare nella
carne” contenga tutte le espressioni di Dio nell’Età del Regno (…)
Io credo che coloro che possiedono una simile visione delle cose non
siano una minoranza, poiché alle persone piace sempre imporre
limitazioni a Dio” (Vol. I, pag.
1485). “Inoltre, non si può dire
che includano tutta l’opera che Dio compirà in questa incarnazione. Dio
indirizzerà le sue parole a persone di varie etnie e diversi ambienti
sociali, conquisterà tutto il genere umano e porrà fine alla vecchia
era: (Quella del Regno, per aprire
quella del Millennio)” (Vol. l, pag 1485). L’opera dei messaggi
terminerà, ma i messaggi saranno oggetto continuo di assimilazione nel
Regno del Millennio. I due, Yang Xiangbin e Zhao Weishan, dal 2001
sono presenti negli Stati Uniti come rifugiati politici dalla Cina.
La nuova incarnazione è una presa di possesso
della donna, poiché la voce non è della donna, ma di Dio, secondo la CDO
(Vol. I, pag. 731; 738; 842). Si può fare un parallelo con l’impanazione
luterana circa la presenza di “Dio
incarnato” in Yang Xiangbin, la quale,
ovviamente, rimane la persona che è. Solo accogliendo la seconda
incarnazione si è introdotti nell’Età del Regno, e poi al Regno del
Millennio, e si potrà avere la personale guida di Dio rivolta
all’assimilazione esistenziale dei messaggi: “Tutti
coloro che sanno accettare la seconda incarnazione di Dio saranno
introdotti nell’Età del Regno e in più saranno in grado di accettare
personalmente la guida di Dio”. (Vol.
V, pag 6). “Infatti questo Cristo
è egli stesso espressione dello Spirito Santo, espressione di Dio, Colui
a cui Dio ha affidato la sua opera in terra. Per questo, dico che, se
non riesci ad accettare tutto ciò che viene fatto dal Cristo degli
ultimi giorni, tu bestemmi lo Spirito Santo”
(Vol. I, pag. 1420). La bestemmia contro lo Spirito Santo non può
essere perdonata, dice il Vangelo (Mt 12,31), intendendo la chiusura di
un soggetto ad ogni luce di verità e di carità, e quindi all’azione
dello Spirito Santo. La CDO intende il rifiuto di tutta la comunicazione
della parola del “Cristo degli ultimi
giorni”. Ne risulta che l’offesa
fatta a Dio produce l’autodannazione. L’uomo è corrotto, ma
può essere guidato mediante decreti amministrativi alla
perfezione (Vol. III, parte 2, n°2). Rifiutata questa guida
salvifica, si percorre l’opposto, la via della rovina che, raggiunta
l’ostilità aperta al “Cristo degli
ultimi giorni” conduce all’Inferno.
Non è che la guida data dai decreti amministrativi dell’età del
Regno esiga l’osservanza a puntino, visto che la volontà è debilitata.
Ma, allora, se totalmente debilitata al bene come farà? La soluzione è
che lo Spirito Santo dà degli imput estrinseci di invito di
attrazione a procedere. “L’opera
dello Spirito Santo è una forma di guida proattiva e di illuminazione
positiva”; “Chi
è toccato dall’opera dello Spirito Santo possiede un’umanità normale,
ricerca costantemente la verità ed è dotato di umanità. Quando lo
Spirito Santo opera nell’intimo degli uomini, la loro condizione
migliora progressivamente, la loro umanità diventa sempre più normale, e
sebbene abbiano un modo stolto di collaborare sono animati da
motivazioni corrette, il loro ingresso è positivo, non cercano di
ostacolare e in loro non c’è malevolenza. L’opera dello Spirito Santo è
normale e reale, egli opera nell’uomo in base alle regole della sua vita
normale e illumina e guida gli uomini nell’intimo assecondando la
ricerca autentica da parte degli uomini normali”
(Vol. I, pag. 811). La “guida
proattiva” è una guida rivolta a
prevenire azioni scorrette o a pianificare azioni opportune. L’”illuminazione
positiva” presenta le azioni opportune
da farsi, come obbedienze ai capi. Non si ha così una situazione di
passività, ma di invito a procedere nell’azione. Il concetto di “umanità
normale” non riguarda il fatto
psicologico, ma l’umanità corrotta irrimediabilmente dal peccato
originale, che è normale proprio perché senza la grazia santificante,
nella sua azione intrinseca nell’uomo. [L’insinuazione
che l’”uomo nuovo”
(Ef 4,24,) rigenerato dalla grazia, sia anormale, è da ribaltarsi
completamente, poiché Dio ci ha creati per elevarci a sé, alla unione
con lui, fino alla gloria di vedere il suo volto: questa è la normalità].
L’azione dello Spirito Santo per la CDO non è elevante, mettendo
l’uomo nella condizione di una intrinseca adesione a Dio e la
forza di vivere nella comunione con lui fino ai vertici dell’unione
trasformante (Gal 2,20; Mt 10,20; 11.25-27; 12,18; Mc 13,11; Lc
1,35; 2,40.52; 3,22; Gv 1,16; 14,17. 23; 15,2s; 16,2s; At 13,43; 14,26;
Gal 2,20; Rm 1,17; 5,4; 8,29; Ef 1,8; 2,4; 4,7.24; 2Pt 1,4). Per i
messaggi divulgati dalla CDO lo Spirito Santo (alias unica Persona),
conduce a diventare solo “Sempre più
normale”, ossia libero dalle
convinzioni di un qualche valore teologico o filosofico, rimanendo in
tutto e per tutto immersi nei messaggi, usando le parole dei messaggi,
anche se poco intesi. “A un certo
punto le persone non penseranno più, le loro teste saranno prive di
qualsiasi pensiero e si sottometteranno completamente alle mie parole.
Sarà allora che entrerete nel regno spirituale. Questo passaggio nella
mia opera viene prima che Io vi consenta di entrare nel regno
spirituale. Dovete liberarvi di tutte le nozioni umane prima di poter
diventare santi e puri ed entrare nel regno spirituale”
(Vol. I, pag. 549). “Lascia che la
tua vita si riempia della parola di Dio; allora sarai un credente
devoto. Anche se la tua condivisione è superficiale, va bene così. Senza
il superficiale, non ci sarebbe il profondo”
(Vol. I, pag. 732).
La posizione della CDO è proprio quella di
negare quanto affermato dalle Scritture e dal Magistero della Chiesa
Cattolica. Ecco quanto dice la CDO: “Non
è lo Spirito Santo a operare nell’uomo per far sì che quest’ultimo cambi
autonomamente” (Vol. I, pag. 1414).
“Autonomamente”
è però parola che scredita la verità, perché il cambiamento avviene con
l’adesione della volontà all’azione dello Spirito Santo, cioè
nell’unione e non in un’autonomia di separazione (Mt 16,24; 19,21; Mc
8,34). Qui si è nel campo delle sensazioni; dei fenomeni
che accontentano i sensi, il tutto aggravato da ben poco
discernimento, poiché Satana sarebbe, in riferimento all’episodio
rimaneggiato della tentazione di Gesù nel deserto, che la CDO
presenta, “infantile e ridicolo”.
“Non riscontri una natura infantile e
ridicola dietro le sue parole e le sue azioni? Questa è una rivelazione
sulla natura di Satana” (Vol. II, pag.
319). Tutto al contrario: Satana è un mostro divoratore
(1Pt 5,8).
La situazione della seconda incarnazione in
Yang Xiangbin non durerà per sempre, avrà un termine quando sarà
esaurita la comunicazione dei messaggi, che nell’insieme formeranno “il
corpo spirituale” (Vol. I, pag. 158).
La sua opera di Dio condurrà all’assimilazione dei messaggi, per chi
li accoglie in un’immersione in essi, così da trasformare la
vita delle persone. “Egli non compie
prodigi o miracoli, compie soltanto la Sua opera attraverso le parole.
Per via di queste parole, l’uomo viene nutrito e appagato, e ottiene la
conoscenza e la vera esperienza” (Vol.
I, pag. 731). “Le persone sono
immerse nella parola di Dio e così vengono perfezionate”
(Vol. I, pag. 737). “Collaborate
con lungimiranza ed entrate in lui, e nulla sarà mai più uguale”
(Vol. V, pag. 20). “Entrare in lui”
è giungere a conoscerlo assimilando la sua indole, le sue varie indoli,
manifestate nei messaggi espressi con voce mutevole.
Circondata dal segreto
“L’immagine della sua carne viene mostrata soltanto a un limitato numero di persone, solo a coloro che lo seguono mentre opera nella carne. È per questo che l’opera che viene eseguita adesso viene svolta così in segreto” (Vol. VI, pag. 287).
Il maschile riguarda “Dio incarnato”,
che opera nella carne, cioè che agisce nella donna, dichiarata
seconda incarnazione. La trasmissione dei messaggi avviene alla
presenza di pochi. Nel gruppo dei “diletti”
(Vol. I, pag. 151) emergono indubbiamente Yang Xiangbin, e Zhao
Weishan..
“Dal suo tono di
voce, puoi intuire che Dio è determinato a rendere completo questo
gruppo di persone” (Vol. I, pag. 731).
“Per prima cosa, parla e usa la
sua voce fra di voi e vi rende completi prima di passare a parlare e a
usare la sua voce fra i Gentili per conquistarli”
(Vol. I, pag. 738). “Usare la sua voce”, non è ripetere il fenomeno, ma
averlo assimilato per comunicare i messaggi con conoscenza dell’indole
divina. “Cominciamo a essere
guidati dalle sue parole, a focalizzarci sui toni e sui modi del suo
parlare, e inconsciamente iniziamo a provare interesse per la voce del
cuore di questa persona qualunque”,
cioè di Yang Xiangbin. (Vol. I, pag. 1842). “La
voce del cuore” è quella non della
donna, ma che proviene dall’interno della donna. La voce di “Dio
incarnato” espressa dal labbro della
donna si rivolge prima alla Cina, per poi allargare i messaggi al mondo.
Questa azione di possesso o incarnazione molto sui generis,
è transeunte, cioè ha un termine: “Il
Dio incarnato non può stare con l’uomo per sempre”
(Vol. I, pag. 675). “Naturalmente
l’opera di espansione deve essere svolta direttamente dal suo Spirito e
allora non sarà più l’opera della sua carne incarnata. (…). Pertanto,
l’opera svolta nella carne ha un carattere inaugurale che si attua entro
certi limiti; dopodiché è il suo Spirito a proseguire l’opera, e per di
più lo fa con una portata più ampia”.
(Vol. I pag. 970).
Quindi, esaurita l’opera della “sua
carne incarnata”, cioè del “Cristo
degli ultimi giorni”, Dio continuerà
ad agire sulla base dei messaggi dettati. L’Età della parola proseguirà
in tale modo nel Regno del Millennio. “Il
suo Spirito” è la divinità medesima,
detta anche Spirito Santo in ordine al perfezionamento dei seguaci.
La sofferenza
“L’opera di Dio è espressa in una
carne molto comune, che non è in alcun modo soprannaturale. Dal momento
che la sua carne è normale e deve anche farsi carico dell’opera di
salvare l’uomo, egli soffre in misura ancor maggiore di quanto non
farebbe una carne soprannaturale: tutta questa sofferenza deriva dalla
realtà e dalla normalità della sua carne. Dalla sofferenza che le due
carni incarnate hanno subito nel compimento del loro ministero, è
possibile vedere l’essenza della carne incarnata. Più la carne è
normale, maggiore è il dolore che egli deve subire nello svolgimento
dell’opera” (Vol. I, pag. 1334/35).
Il “Cristo degli ultimi giorni”
è “Dio incarnato”
in una nuova carne, ma che è una persona: Yang Xiangbin. La donna è
presentata sofferente per malattie e contestazioni (Vol. III, parte2,
n°3). Le sue sofferenze sono vissute intensamente da “Dio
incarnato” per immedesimazione
o partecipazione, seguendo logicità. Esse si aggiungono a
quelle subite da Gesù sulla croce; così che si ha la sofferenza di “due
carni”. La carne normale
della donna soffre di più di quella soprannaturale della
prima incarnazione, poiché nata per prodigio divino. Come le
due sofferenze si distinguono e si sommino è presentato con verbosità
priva di enunciazioni formali (Vol. III, parte2, n°3). La sofferenza
della crocifissione era per la salvezza dell’umanità dai peccati, che
rimangono, ma che Dio non vede, nel senso che non li imputa.
L’altra sofferenza di “Dio incarnato”
è quella per immedesimazione in quelle molteplici della donna:
Yang Xiangbin. Inoltre si ha la componente direttamente contro
di lui da parte di Satana, che colpisce la donna per colpire lui. “Quale
sofferenza sperimenta? Sperimenta le difficoltà che esistono nella vita
umana, le disgrazie familiari, gli inganni, l’abbandono e la
persecuzione perpetrati dagli uomini, così come le malattie del corpo:
tutto ciò rientra nella sofferenza del mondo. Le afflizioni della
malattia, gli attacchi delle persone e delle cose circostanti, le
disgrazie familiari, l’abbandono, le bestemmie, le calunnie,
l’opposizione, la ribellione, gli insulti e le incomprensioni da parte
della gente, e così via: Dio incarnato sperimenta tutto questo come un
attacco, così come è un attacco anche per coloro che lo subiscono”.
L’attacco è in un contesto di lotta con Satana. “In
ogni fase della sua opera, Dio è in guerra contro Satana, e che ogni
fase della sua opera è in qualche modo correlata a questa guerra contro
Satana”. Satana dunque sa della
nuova incarnazione, che sarebbe meglio dire simbiosi e
la combatte, per dare dolore al “Cristo
degli ultimi giorni”. “Quando
soffrono gli uomini, soffre anche Dio. Di tanto in tanto, le persone si
ammalano e soffrono, e Dio lo sperimenta personalmente, ha assaporato
tutta questa sofferenza. Questa volta, la sofferenza di Dio incarnato è
diversa dalla precedente, di quando ha dovuto subire la morte sulla
croce”. (Vol. III, parte2, n°3). La
donna avente in sé la presenza di “Dio
incarnato” dovrebbe essere esente da
ogni dolore per questa presenza, ma è il contrario; tuttavia “Satana
verrà persuaso fino in fondo” (Vol.
III, parte2, n°3), cosicché nel futuro del Regno Millenario Satana non
agirà più immettendo dolore nella vita degli uomini; non ci sarà più la
sofferenza. “L’esperienza di Dio
che si fa carne”, è intesa come
sostituzione vicaria degli uomini, sia con la croce, sia con
l’esperienza dei dolori del mondo, nel modo detto sopra. “Ora
Dio incarnato sta sperimentando questa sofferenza e, quando avrà finito,
condurrà l’umanità alla meravigliosa destinazione e tutte le sofferenze
passate non esisteranno più. Perché non esisteranno più? Perché Dio
Stesso incarnato avrà ormai sperimentato tutta questa sofferenza e
l’avrà tolta all’umanità. È per questo scopo che Dio sperimenta la
sofferenza dell’uomo” (Vol. III,
parte2, n°3). “Questa esperienza
di Dio che si fa carne e sperimenta il dolore umano consiste nel
fatto che egli soffre al posto degli uomini”
(Vol. III, parte2, n°3).
Conclusione
La dottrina della CDO è fuori da ogni concepibile raggio di azione
ecumenica, cioè del processo di superamento delle divisioni avvenute nel
tempo nell’unica Chiesa fondata da Cristo, presente nella sua
ininterrotta e riconoscibile tradizione, nella Chiesa Cattolica.
Dando una valutazione più in specifico si deve dire che ci si trova di
fronte a una costruzione dottrinale da definirsi “profondità
di Satana”, secondo la nota parola
dell’Apocalisse (2,24).
Pista bibliografica: Holly Folk (2017); Massimo Introvigne
(2017-18):
Microsoft Word - tjoc_1_2_5_folk.docx (cesnur.net) - Microsoft Word -
tjoc_1_1_6_introvigne_ter.docx (cesnur.net) - Microsoft Word -
tjoc_2_1_supp_introvigne_ita.docx (cesnur.net).
V.1: La
manifestazione e l'opera di Dio (7).pdf V.2: Riguardo al conoscere
Dio (2).pdf V.3; p2, n°3: Il secondo aspetto del significato
dell’incarnazione V.3; p2, n°2 Sui decreti amministrativi di Dio
nell’Età del Regno V.4: Riguardo al perseguimento della verità
V.5: Il giudizio comincia dalla casa di Dio.pdf V.6: Formato da
parti del V.1: Parole essenziali di Dio Onnipotente, Cristo degli ultimi
giorni Sito italiano CDO: https://www.kingdomsalvation.org/it/
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