Cos’è l’AIDS?
L’AIDS (Acquired Immunodeficiency
Syndrome), o sindrome da immunodeficienza acquisita, è una malattia di origine
virale che agisce prevalentemente sul sistema immunitario. Provoca la notevole
riduzione delle difese immunitarie dell’organismo umano, che risulta così
incapace di reagire anche ad attacchi
infettivi o malattie lievi, che in condizioni normali sarebbero banali.
Cosa vuol dire HIV?
HIV (Human Immunodeficiency
Virus) è la sigla che individua il virus che causa l’AIDS, virus
dell’immunodeficenza umana acquisita. Un individuo che ha il test positivo per l’HIV, significa che è venuto in
contatto con il virus, che è presente nel suo organismo anche se non si sono ancora verificati danni a carico del sistema immunitario, e ciò identifica
il suo stato di sieropositività.
AIDS è la malattia conclamata.
Quanto può essere il
periodo di incubazione?
Il periodo di incubazione può variare
da sei mesi fino ad arrivare a molti anni e i sintomi della malattia si
rivelano molto tardi, altre volte l’individuo può rimanere portatore sano del
virus H.I.V, ma potendo infettare altri.
Lo stato di sieropositività può essere
così sconosciuto che a scoprirlo è necessario effettuare il test per l’HIV.
Come si trasmette?
La trasmissione avviene per contatto
del virus con una lesione anche minima: il virus nel soggetto infetto è
contenuto in quantità elevate nel sangue, nello sperma, ma anche nelle
secrezioni dell'apparato genitale femminile, e nella saliva. Il virus non
sopravvive a lungo fuori dell’organismo umano.
Così la trasmissione può avvenire:
-
tramite rapporto sessuale
- tramite l’esecuzione di incaute
manovre e/o procedure: tatuaggi, piercing, uso promiscuo di siringhe, rasoi,
forbici, spazzolini da denti
- in corso di interventi chirurgici con
strumentario contaminato, tuttavia le attuali, standardizzate procedure di
sterilizzazione dei presidi chirurgici sono altamente efficaci
- attraverso trasfusioni di sangue
infetto e suoi derivati. Dal 1985 il sangue e i donatori vengono testati per l’HIV tanto che il rischio di contagio è stato drasticamente ridotto
- per trasmissione materno-fetale. Il
contagio può avvenire sia nel corso della gravidanza, ma soprattutto durante il
parto e l’allattamento. Il rischio si riduce drasticamente (meno del 2%) se la
gravida sieropositiva pratica una profilassi farmacologia in gravidanza, viene
sottoposta a taglio cesareo elettivo e non allatta al seno.
Il contagio con il virus dell’HIV è
nullo se non esiste contatto con sangue e/o secrezioni infette e la superficie
cutanea e delle mucose sono intatte. Quindi stringere la mano, bere dallo
stesso bicchiere, abbracciare una persona sieropositiva, darsi il cosiddetto
“bacio asciutto”, non è a rischio di contagio. La trasmissione del virus può
poi avvenire solo se il soggetto sieropositivo ha una sufficiente carica
virale.
La via più diffusa di trasmissione del virus dell’HIV è quella sessuale.
Bastano anche piccole quantità di
sangue provenienti da micro-lesioni durante un rapporto.
Il profilattico è
risolutivo?
La
sicurezza del profilattico è ben lontana dal prevenire al 100 % il
contagio del virus HIV, sia perché potrebbe essere usato in modo inadeguato e
quindi rompersi, sia perché è elevato il rischio di contaminazione del
profilattico al momento dell'uso, a causa di atti preliminari. Questo vale per tutte le malattie sessualmente
trasmesse: epatiti virali B e C, lue, gonorrea, micoplasma, condilomatosi, ecc. L'Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) afferma che l'uso del profilattico riduce del 90%
il rischio di infezione, ma non l'annulla. La International planned parethood
federtion (IPPF) riduce ulteriormente la percentuale di protezione a solo il
70%; la stima proviene dalla maggior parte degli studi epidemiologici. L'idea
che il profilattico premetta il sesso sicuro comunque ha fatto aumentare i casi
di AIDS, come è stato rilevato dall'aumento di casi, di fronte ad un incremento
di diffusione del profilattico da parte dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo
sviluppo internazionale (USAID), dal 1984 al 2003.
Si può prevenire il
contagio?
Il contagio si può notevolmente ridurre
con l'informazione, in particolare ai giovani, sulla trasmissione della
malattia. E’ noto a tutti ormai che la via più diffusa per il contagio è la via
sessuale, quindi è importante riflettere e cercare di mettere ordine morale
nella propria vita, riflettendo sul dono
della sessualità.
Una relazione sessuale corretta, se
recepita in positivo come fonte di
conoscenza, di dialogo, di rispetto, di comprensione reciproca, di amore vero e
non di individualismo, è densa di arricchimento. Non così una negazione
forzata, ma una scelta per un arricchimento visto come momento di tenerezza tra
la coppia stabile nel matrimonio e nella fedeltà.
Non ultimo provvedimento per prevenire
il contagio è d'obbligo, anche legislativo oltre che morale, per le persone
sieropositive o affette da malattia o con comportamenti ad alto rischio di
contagio, di informare il partner inconsapevole della sua condizione.
Si hanno esempi (Uganda) che dove si è
accolto l'invito della Chiesa al rispetto dell'alto significato dell'atto
sessuale, che, senza misconoscere il suo significato unitivo, si può ben
definire il rito della vita, il contagio da AIDS è drasticamente diminuito.
Si può curare?
Oggi il malato di AIDS vive molto più a
lungo di ieri, con una qualità di vita notevolmente migliorata, grazie alle
terapie farmacologiche retrovirali che
fanno sì che il virus rallenti la sua moltiplicazione. L’AIDS rimane, purtroppo,
sempre una malattia con prognosi molto severa
Spesso è difficile per il portatore di
HIV, dichiarare o ammettere la propria condizione di siero-positività anche per
un aspetto di vergogna.
L'AIDS era considerata una malattia
tipica di alcune categorie: prostitute, omosessuali o tossicodipendenti. Attualmente la malattia è più diffusa tra gli
eterosessuali rispetto agli omosessuali a causa dei cambiamenti delle abitudini
sessuali: elevato numero di partner, rapporti occasionali, non conoscenza del partner,
infedeltà della coppia.
Il test che permette di far diagnosi si
può eseguire solo su richiesta o con il consenso della persona interessata e
l'esito del test deve essere comunicato esclusivamente all'interessato. Per
questo motivo è più difficile una stima adeguata e veritiera dei soggetti
portatori di HIV poiché non esiste un registro in merito.
E’ una malattia da considerare
epidemica a livello mondiale; è una pandemia con insorgenza di nuovi casi in
numero diverso a seconda delle aree geografiche; la fascia di età più colpita é quella medio giovane. Nei paesi
dove non è possibile una diagnosi, una terapia e degli adeguati programmi
informativi e preventivi, la malattia ha una prognosi più infausta.
Questi malati necessitano di comprensione nell’ambito
della famiglia dove vivono, e di aiuto
psicologico per prevenire l’insorgenza di risentimento, depressione, accettazione passiva della
malattia. Tutto ciò anche per dare un giusto peso all’evento verificatosi, per
poterlo affrontare nel migliore dei modi e per avvicinarsi con fiducia alle cure con farmaci
antiretrovirali oggi a disposizione.
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