"Perché padre Dio non mi
aiuta? Gli ho chiesto tanto di avere un affetto, un compagno, ma niente. A volte
mi viene da lasciare tutto. Io sono una ragazza a posto, ma vedo che ragazze
leggere trovano un compagno dopo essere andate di qua e di là". "Ti
capisco, ma Dio non ha colpa di questo". "Dio può tutto, e mi può
far incontrare un bravo giovane se lo vuole. Perché permette tutto
questo?". "Permettere non è affatto volere. Dio permette perché
vuole che rimanga salva la nostra libertà. Se non permettesse dovrebbe
distruggerci; oppure renderci degli automi da lui manovrati". "Si, ma
perché permette le cose cattive! Lui sa tutto, può impedirle. Da sempre sa
quello che mi succederà, e allora perché non ha pensato a me?". "Dio
sa quello che liberamente faremo. Vedi, oggi, anche Dio fa fatica ad
agire". "Come fa fatica; se è Dio?". "Vedi, se vivessimo
nel paradiso terrestre Dio avrebbe dei sì di fronte a sé, ma ora, oggi, in
questo tempo, ha tanti e tanti no. Voglio dirti: Un giovane dice no a farsi
una famiglia. Un altro, uguale. L'altro dice no ad essere onesto. Allora Dio fa
fatica ad agire". "Cosa si deve fare allora?". "Abbiamo Gesù.
Dobbiamo seguirlo portando le nostre croci". "Ma io non mi rassegno a
rinunciare ad un compagno. Una mia amica l'ha incontrato mentre era a passeggio,
poi si sono sposati. Dio può fare lo stesso con me; se vuole può operare
l'incontro. E' vero; e io pregherò per questo, ma voglio ripeterti che ne
potrai incontrare tanti di giovani, ma, come hai visto, si trova spesso chi non
ha la voglia di farsi una famiglia, ma solo la voglia di un'avventura. Tra cento
anni, magari, in un mondo diverso da quello di oggi, sarà facile al buon Dio
avere dei sì. Sarà facile ad una brava ragazza come te incontrare un bravo
giovane. Però, intendimi, non è che oggi non ce ne siano, sarei pessimista, ma
le cose non sono ottimali. Poi Dio non programma matrimoni, semmai presenta
incontri; sono i due a decidere se accogliersi. L'amore tra i due non nasce per
un imperativo di Dio; nasce da un suggerimento, ma non da un imperativo. L'amore
non può esserci dove non c'è libertà di scelta". "Ho capito. E
allora cosa dobbiamo fare?". "Non dubitare di Dio". "Ma se
è vero che non si muove foglia che Dio non voglia, perché non
potrebbe...". "Devi un po' ascoltarmi. La rima non fa la verità. Quel
detto indica solo che la causa prima di tutto è Dio. Dio ha fatto il vento, ha
fatto flessibili le foglie, e dunque il detto si riferisce a questo. Ma Dio
lascia operare le cause seconde. Non guida lui direttamente il vento, non rende
lui direttamente flessibili le foglie. Dio rispetta le cause seconde; le ha
create lui, e lascia che operino. Quindi la rima di quel detto non fa la verità.
Ci mancherebbe che le rime facessero la verità!". "Cosa devo fare,
allora?". "Andare avanti serena e continuare a pregare, ma senza
incolpare Dio di niente. Un domani quando il mondo sarà migliore, e lo sarà
per la generosità di quelli che seguono Cristo da vicino e non da lontano; cioè
lo seguono portando positivamente la croce, sarà certamente più facile al buon
Dio operare incontri felici, sempre rispettando le libertà dei due. Ma ripeto;
oggi uno lascia la moglie, e via...Un altro vive di avventure. Un altro è
pessimista e non se la sente di fare una famiglia. Tanti no, che Dio non può
rimuovere senza che i soggetti lo vogliano, e tante, tante volte non lo
vogliono". "Ma allora se crescono i no, come si arriverà ad un mondo
migliore?". "Questa domanda che mi fai è terribile, perché devo dire
che i no a Dio porteranno l'uomo non alla costruzione di un mondo buono, ma alla
dissoluzione. La Chiesa rimarrà presente, continuerà a parlare d'amore, anche
in mezzo al furore reciproco degli uomini. La Chiesa si sacrificherà seguendo
il suo Signore. Poi gli uomini contusi, laceri, decimati, guarderanno alla
Chiesa, ai testimoni di Cristo. Ma non stare a pensare a queste cose. Pensa a
lavorare e preghiamo il Signore che tu possa incontrare al più presto un bravo
giovane".
Inserito
il 13 Dicembre 2005
Ricoverato
per alcuni giorni in ospedale, una mattina un'inserviente si è dichiarata
musulmana mentre riassettava alcune cose della mia stanza di degenza. Poi la
domanda: “Ma perché non vi sposate? Gesù si è sposato”. “Proprio no;
Gesù non si è sposato!”. ”Ma non
c'è scritto che Gesù non si sia sposato!”, aggiunge l'inserviente musulmana.
(La musulmana si riferiva ovviamente al Corano, ma anche ai Vangeli). “Guarda,
Gesù non si è affatto sposato”. “Ma non c'è scritto”. “Se non c'è
scritto, come fai a dire che era sposato? Gesù invece ha parlato dello stato
celibatario come di un dono non concesso a tutti (Mt 19,10-12); dunque, chi
presenta una realtà molto alta, non concessa a tutti, e poi fa il contrario chi
può credere che sia veramente un alto dono? Il fatto è che per il Corano Gesù
è solo un uomo, ma i Vangeli parlano ben diversamente. E i Vangeli non sono
l'alterazione che i cristiani hanno fatto del messaggio di Gesù, come dice il
Corano, e Gesù non ha affatto scritto un libro uguale al Corano (Sura
2,42.79.146; 5,48). Gli apostoli non hanno alterato niente, e neppure i
cristiani”. “Ma il Corano non dice che cristiani hanno alterato il
Vangelo”, mi risponde la musulmana. “Lo dice, va a leggere bene”. Ci pensa
un attimo, e poi: “Sì, lo dice”. La stanza è riassettata e il discorso si
conclude con una riprovazione comune del terrorismo. Ma
i cristiani non partono da un libro, partono da Gesù. Prima dei Vangeli
esisteva già la Chiesa e il messaggio di Cristo era annunciato dagli apostoli
prima di essere scritto. E allora, se gli Apostoli di Gesù sono lodati dal
Corano (Sura 3,52; 5,111), come fa a dire che i Vangeli sono stati alterati,
visto che Matteo e Giovanni sono, appunto, apostoli, e gli altri due evangelisti
ebbero stretti contatti con i Dodici? Ecco,
il Corano non conosce chi è Gesù. Il Vangelo lo conosce. Esso nasce
dall'incarnazione del Verbo. Esso non solo è annuncio di ciò che Cristo ha
detto, ma anche di ciò che Cristo ha fatto, e di ciò che Cristo è. Che Gesù
non si sia sposato lo dice tutto il Vangelo. Il Vangelo dice (Mt 8,20): “Il
figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”; e Gesù avrebbe moglie e casa?
Quando la gente va a chiamare Gesù non dice: “Ecco c'è tua moglie e i tuoi
figli...”; ma dice (Mt 13.47): “Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli
(cugini) che vogliono parlarti”. San
Paolo (1Cor 7,32) presenta come lo stato celibatario produce un totale
orientamento a Dio, e dunque, un amore a Dio senza la divisione prodotta dal
dover piacere alla moglie; e dunque, questo amore indiviso ci fu in
Cristo. Però
è vero che Gesù si è sposato, ma con la Chiesa. Questo il
Vangelo lo dichiara quando dice che Giovanni è (Gv 3,29) “amico dello
Sposo”, e quando Gesù stesso dice (Mt 9,15): “Possono essere in lutto
quando lo Sposo è con loro?”. Ancora lo presenta la parabola delle dieci
vergini (M 25,1), e lo dice san Giovanni nell'Apocalisse (19,7; 21,9), e san
Paolo nelle sue lettere (2Cor 11,12; Ef 5,32). Cristo è lo Sposo e la Chiesa è
la Sposa. Da questo sposalizio tra
Cristo e la Chiesa tra la sua realtà sacramentale il matrimonio cristiano. Alle
nozze di Cana c'era uno sposo e una sposa, ma al centro di tutto e al vertice di
tutto c'era il vergine Sposo divino. Proprio così; noi conosciamo chi è Gesù,
non il Corano.
Inserito il 22 Novembre 2005
Una
domanda in chiesa a Porretta Terme: 31 Ottobre 2005
“Padre
Paolo perché un sacerdote che lascia ha poi l'opportunità di sposarsi, mentre
uno che divorzia non l'ha più?”. “Mi
fa una domanda secca, alla quale non si può rispondere con una risposta secca.
Comunque, ecco, il matrimonio formando dei due una cosa sola crea, proprio per
questo, un vincolo invalicabile. Per questo un divorziato non può risposarsi.
Circa un sacerdote che lasci e si sposa, non si trova di fronte ad una seconda
opportunità, ma a quella che avrebbe dovuto perseguire fin dall'inizio, cioè
non facendosi sacerdote. Un sacerdote che lascia il ministero non può dire al
Vescovo che si è innamorato, ma deve dirgli che la sua scelta del celibato non
fu sufficientemente meditata, che fin all'inizio gli apparve difficile da
assolvere avendo desiderio di una compagna, di una famiglia. Il Vescovo se ha
elementi per dire che si tratta di un momento di crisi superabile ha il dovere
come Padre di esortarlo alla perseveranza. Ma quel sacerdote non può presentare
alla Chiesa il rigetto del suo sacerdozio, ma l'insostenibilità per lui dello
stato celibatario. Ecco tutto”. “Ma
una volta sposati perché non possono continuare il ministero?”. “Le Chiese
orientali, che hanno preti sposati (i vescovi però non lo sono) conferiscono il
sacerdozio solo dopo che il candidato è sposato e ha dimostrato di condurre una
esemplare vita coniugale (Cf. Tm 3,2). In questo seguono quanto dice san Paolo
nella prima lettera a Timoteo. Ora come si fa a sapere come andrà il nuovo
matrimonio? Poi ci sono le ragioni che hanno consigliato la Chiesa a richiedere
per i sacerdoti lo stato celibatario. Innanzitutto esso dona un amore indiviso a
Cristo; il non sposato non deve piacere alla moglie (Cf.1Cor 8,33). Questo
incide nella dedizione al suo gregge, poiché non potrà scavalcare le esigenze
di una famiglia, che gli richiedono tempo e anche lavoro per il mantenimento.
Quindi la Chiesa ispirata dallo Spirito Santo chiede per accedere al sacerdozio
il celibato. E questo ha anche una ragione di conformazione al Cristo vergine,
sposo della Chiesa”. “Grazie.
Non sapevo come rispondere l'altro giorno ad uno che diceva che era
un'ingiustizia che un divorziato non si possa risposare, mentre i preti che
lasciano sì”. “La
risposta è centrata sul fatto che il matrimonio, facendo dei due una cosa sola,
crea un vincolo che resta davanti a Dio anche se i due sono giunti a non volere
più stare insieme. Il prete non contrae questo vincolo e quando lascia l'altare
è per lui non passare ad una nuova opportunità, ma a vivere quella che doveva
perseguire fin dall'inizio, cioè non facendosi sacerdote, e invece facendosi
una famiglia”. Inserito
il 14 Novembre 2005
“Quest'anno
ha portato l'olio ad Assisi Cofferati!”, mi dice un invitato a tavola. “Si
ho visto alla televisione. Un atto di omaggio tradizionale, che spettava
quest'anno alla regione Emilia-Romagna”. “Piero
Fassino ha detto che è un credente?”, mi dice ancora. “Sì, l'ho letto sul
giornale. È stato a scuola dai Gesuiti, prima di laurearsi in scienze
politiche. Ora - è già un cinque volte che lo dice - afferma che è un
credente, che non è un ateo, né un agnostico. Ma precisa che la fede è un
fatto privato”. “Strano! Rendere pubblico un fatto privato?”. “Si, l'ha
detto anche per radio. E la risposta gliel'ha data Benedetto XVI, dicendo
domenica mattina che l'affermazione che vuole la fede in Dio come un fatto
privato, negandogli nel contempo l'incidenza nella vita pubblica, è ipocrisia.
Se infatti Dio vale per il privato, non si capisce che non possa valere per la
vita pubblica! (Ecco le parole di Benedetto XVI: “O
si fa di lui una semplice frase devota o egli viene negato del tutto, bandito
dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato. La tolleranza che, che
ammette per così dire Dio come un'opinione privata, ma gli rifiuta il dominio
pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza, ma
ipocrisia”). Il
Presidente del Senato, Marcello Pera dice che non è credente, ma difende i
valori che sgorgano dalla fede. Piero Fassino, che ha fatto tutto il percorso
dei Radicali, e da solo, come ha detto l'Emma Bonino (Il Regno 16; Quindicinale
di attualità e documenti, pag. 505), dice di essere credente, ma non difende i
valori dei credenti. Due posizioni opposte e inverse, e parimenti
contraddittorie, ma parimenti dirette a eliminare il significato della presenza
della Chiesa nella storia, per ridurla a puro fatto sociale umano e quindi senza
propria e specifica autorità morale”. Poi si continua con altri argomenti, più
belli. Inserito
il 4 Ottobre 2005
Missione
in spiaggia: 18-28 Luglio 2005
“Padre Paolo, come sta andando la missione in spiaggia?”. (Mariapia Picciafuoco, giornalista di Teleradio p.Pio). “Tutto
procede molto bene, la gente ci accoglie, si interessa di noi, ci avvicina e noi
ci avviciniamo a loro. C’è un clima di gioia. Siamo tre frati, già veterani
di tante missioni, con a monte una missione in spiaggia a Cesenatico, lo scorso
anno. Posso dire che ci stiamo movendo in mezzo a situazioni belle, a situazioni
anche complicate, che vanno lette e interpretate”. “Quali
sono gli ostacoli più difficili che incontrate?”. “Ma…Noi cerchiamo di muoverci con sapienza, osservando gli sguardi di interesse. Spesso mandiamo un segnale di saluto verso gli ombrelloni, e dove troviamo una risposta lì ci dirigiamo. Quindi non passiamo da ombrellone ad ombrellone, ma percorriamo i sentieri della simpatia e della grazia”. “Come
trovate la gente?”. “Notiamo
una situazione di cristianità con il fiato grosso; cristiani, che hanno bisogno
di ‘grinta’, di coraggio nella testimonianza. Spesso vediamo persone
trincerate, per paura delle conseguenze”. “Di
sicuro non vi confondete tra i bagnanti”. “Si, siamo in spiaggia con l’abito e i sandali, e una bella croce al collo che ci ha consegnato il Vescovo. Ma devo dire che nessuno ci ha guardato in maniera maliziosa; cioè: <Sono venuti per vedere le donne>. A noi poi non ci passa neanche per la mente una cosa del genere, noi siamo in spiaggia per cercare le anime. Quando l’occhio è pulito vede pulito; ed è pulito tutto il corpo come dice il Vangelo”. “Vi
trovate in certi contesti dove è cambiata la soglia del pudore, voi cosa
dite…o lasciate correre, e non…”. “Quando
ci si trova a certi livelli di assenza di pudore allora non ci avviciniamo, lì
c’è poco da fare, almeno in quel momento e in quel contesto di spiaggia; ma
casi del genere sono in percentuale dello 0,1%. Ecco, non si è in una chiesa
dove si possa e si debba dire una parola in merito. Voglio
dire, quando le situazioni in spiaggia sono normali…non abbiamo avvertito
disagi personali. Vorrei aggiungere che non
pecca l’occhio che guarda,
ma l’occhio che riguarda”. “Qualcuno
all’improvviso, per la vostra presenza ha dei cambiamenti, degli
imbarazzi?”. “L’abbiamo
notato, qualche volta. Ecco, una ragazza si è confessata in spiaggia con me e
ha sentito il bisogno di coprirsi con un pareo, con un bellissimo senso di
rispetto verso il sacerdote. Ma in genere, non abbiamo notato degli imbarazzi;
ci avvicinano con molta semplicità. Anche noi li avviciniamo senza difficoltà.
L’anno scorso, a Cesenatico, avevamo esitazione ad andare sulla spiaggia;
volevamo lavorare nel retro-spiaggia, ma poi ci siamo decisi: il giorno dopo vi
ci siamo recati. Siamo stati accolti in maniera al di sopra delle attese, ma non
in maniera equivoca. Nessuno ha detto: <Finalmente uscite!…diventate
moderni anche voi!…>. Io credo che uno con un saio marrone addosso, un paio
di sandali, sotto il sole cocente non dà un’immagine di ‘modernità’,
priva di senso, ma piuttosto di autenticità. Siamo nel mondo, ma non del mondo,
e questo lo capiscono molto bene. Di
giovani ne incontriamo tanti; riusciamo a fare capannelli di cinque o sei di
loro e li tratteniamo anche per un’ora. <Cosa diciamo loro?>. Noi
annunciamo Gesù, cerchiamo di affascinarli di Gesù, li esortiamo a leggere il
Vangelo. <Leggetelo per bene, guardate la magnifica personalità di Gesù, il
Figlio di Dio>. Spesso presento Gesù che parla alla samaritana, che la sa
conquistare, che le dice parole che le toccano il cuore. Bellissimo quando le
dice: <Và a chiamare tuo marito>. E lei onestamente risponde: <Non ho
marito>. Poteva
mentire, ma dice la verità; dice che è una convivente e ne sente il peso. Gesù
la tratta con amore e lei cambia la sua posizione davanti a Dio e va ad
annunciare che ha trovato un profeta che le ha detto tutto della sua vita. Gesù
ha avuto fiducia verso di lei. A
volte il dialogo diventa difficile. Ieri,
ho trovato uno, molto politicizzato, molto ideologicizzato. Mi ha invitato a
prendere un caffè. Siamo stati a parlare e io dicevo…cercavo…E lui alla
fine di ogni mia parola la contraddiceva sistematicamente. Io dico, quando c’è
un dialogo almeno su qualche punto bisogna concordare, magari su qualche punto
di terziaria importanza. Non si pretende…ma uno si aspetta che prima o poi gli
si dica: <Ha ragione, su questo punto sono proprio d’accordo con lei>,
ma io ho avuto la sensazione che non ci fosse neppure il terreno comune e usuale
del buon senso. Alla fine non sapevo come cavarmela, perché andare via in
maniera nervosa era impossibile pensarlo, controproducente e del resto poco
evangelico. Così ho trovato questo escamotage: <Senti un po’, noi due
dobbiamo fare come Abramo ha fatto con Lot. Tu vai dalla parte di Sodoma, ed io
invece dalla parte della Palestina. Così con questo escamotage me la sono
cavata. Lui sosteneva l’omosessualità, le leggi di Zapatero. Spesso
l’argomento tocca il nuovo Pontefice, messo a confronto con Giovanni Paolo II,
e qui è facile rispondere rilevando la continuità tra i due e come Benedetto
XVI non fa quanto allo stile il minimo gesto di emulazione di Giovanni Paolo:
ognuno deve rimanere se stesso. “Prima
di lasciarci, padre Paolo, volevo chiederti se tra la gente c’è bisogno anche
di una parola di conforto in questi tempi in cui molti sono in una soglia di
paura un po’ superiore alla media a causa del terrorismo”. “Il
tema dell’Islam…Ma, di solito, abbiamo visto che lo esorcizzano, non lo
vogliono affrontare; e quando si parla di queste cose circoscrivono tutto ad un
gruppo di fanatici. E magari è anche così. Ma la problematica non si chiude
circoscrivendo il terrorismo come un tumore senza causa; in quanto il fenomeno
ha cause lontane, che vanno intese. Io credo che quando il Parlamento spagnolo
ha votato a favore dei matrimoni gay, addirittura con la possibilità di
adottare bambini, si siano decisi per ‘la morte per uccidere’ migliaia di
nuovi kamikaze. Ogni volta che diamo un’immagine lontana dalle nostre radici
cristiane noi alimentiamo l’aggressività religiosa islamica di tanti. Un uomo
che decide di ‘uccidersi per uccidere’ non è il frutto soltanto di
un’operazione di potere, ma anche di un fatto religioso, pur se distorto”. “Immagino
che ci saranno sulla spiaggia degli islamici…”. “Si,
i classici ‘vu cumprà’ ci sono, e un frate si è intrattenuto con uno di
questi cercando di presentargli Gesù Cristo, senza tanti problemi, senza tante
paure. Finora non ci hanno domandato: <E’ normale che le donne vadano
vestite così?>. Io direi innanzitutto che cosa ci stanno a fare loro in
spiaggia visto che c’è tanto peccato, poi chiederei se per prendere il sole
ci vuole il burka o lo chador. Certo in casi estremi, come ho detto, non ci
avviciniamo e non avremmo certo speranza di essere ascoltati. Prima di arrivare
ad appellaci al pudore ce n’è di strada da far percorrere a tanta gente”. “Certo…e
fin quando vi tratterrete?”. “Fino
al 28”. “Una
settimana abbondante”. “Voglio
aggiungere che per il vitto non abbiamo problemi: facciamo la questua nei
ristoranti e siamo molto accolti”. “Una
vita proprio alla francescana!”. “Si,
alla francescana. Sia lodato Gesù Cristo. Viva la gioia e abbasso la noia!”. Inserito
il 25 Agosto 2005
“L'intervento
di Marcello Pera in Spagna sull'omosessualità è stato molto chiaro e forte.
Ha parlato di <capricci, che non possono essere elevati a diritti dell'uomo>”.
“Vero - mi risponde un sacerdote in cura termale e ospite del convento -.
Vero; però, non è che Pera sia un credente”. “Questo lo so. Ma
ultimamente fa degli interventi a favore della vita, delle radici cristiane
dell'Europa. Denuncia il relativismo, il laicismo. Certo sorprende perché
quei valori che difende nascono precisamente da uno che è credente. L'ateismo
non porta affatto a quei discorsi”. “Vero! Marcello Pera, nel recente
passato ha rimproverato la Chiesa di non essere combattiva. E qui la ragione
è tutta nel fatto che lui la vede solo nell'ambito sociale; un organismo
umano portatore di valori. E quindi la vorrebbe vedere agire con la forza
militante di un partito. E' una lettura che fa della Chiesa una realtà senza
trascendenza, senza Cristo, senza preghiera, senza partecipazione alla croce
di Cristo. Tutto questo discorso per lui non ha valore. Ha valore la vis
politica“. “Credo che lui attinga alla concezione liberale-illuminista
che relegava la Chiesa ad un organismo portatore di un filosofia minor,
di un pensiero minor, mentre l'alto e illuminato pensiero sarebbe
quello della ragione”. “Si, ma l'illuminismo era “deista”, cioè
affermava che bastava la ragione per esaurire il discorso su Dio, senza la
fede, senza l'adesione a Cristo. Il deismo negava il mistero. Il presidente
del Senato che si proclama non credente mi pare che si muova su questa linea,
ma la esaspera, da quanto ho capito, concependo Dio come un'invenzione e
basta. Lui però si dichiara capace di discernere i valori, di essere lontano
dal relativismo, ma dimentica che il relativismo è lo stretto risultato
dell'ateismo, pratico o teorico”. “Anch'io ho rilevato la contraddizione.
Difende i valori che scaturiscono dalla fede in Dio e nello stesso tempo
dichiara di non credere. Dice di essere anche lui figlio del Golgota,
ma sul Golgota non vede che un uomo. Ma quell'uomo, come lui afferma, come
avrebbe fatto a dare forza ai suoi da morto, visto che se l'erano data a gambe
da vivo, e poi, morto, si erano serrati dentro il cenacolo, propensi ad andare
a pescare e ritornare alla loro normalità di prima?”. “Si è un caso
curioso quello del signor Pera, ma nello stesso tempo facile da capire. Il
centro destra vuole essere il banditore dei valori e quindi attrarre
l'elettorato cattolico, anzi Pera dice semplicemente quello religioso”.
“Dopo il referendum il presidente del Senato ha detto che la vittoria non è
stata della Chiesa, ponendosi come un leader primario dell'astensionismo, con
il guaio però di essersi espresso dopo l'appello lanciato dal Card. Ruini”.
“La lettura della Repubblica o della Stampa, non ricordo quale dei due
giornale, dava invece un merito alla Chiesa con la frase umoristica: “Libera
Chiesa in libero Staterello”, sottolineando - poco volendolo - proprio la
forza dell'intervento della Chiesa”. “Mi fa ridere, lei. Libera Chiesa in
libero Stato era il motto di Cavour, che intendeva che la Chiesa era libera,
ma sotto la tutela dello Stato (in libero Stato). Però io non credo
che l'Italia sia uno Staterello”. “Siamo
in questa situazione. Da una parte si fanno paladini dei valori. Dall'altra
parte degli schieramenti si fanno paladini del sociale, ma scalzando i valori.
Siamo in questa situazione di grave sfasamento”. “Speriamo in alleanze
trasversali circa i valori. Alleanze che superino gli schieramenti per un
ascolto della coscienza, dimenticando gli interessi elettorali”. Inserito
il 5 Luglio 2005
Il
tempo è abbastanza buono, ci sono un po’ di nuvole, il terreno è ancora
bagnato e sono vicino all’aeroporto di Bologna. Tutto bene, ho incontrato
una persona veramente straordinaria che mi piace presentare: un signore di 82
anni, pieno di brio. L’altro giorno è arrivato da Budapest dove ha
impiantato una piccola ditta di import-export, con vendita e import di
macchinari per il giardinaggio. Ora stava cercando di esportare le bomboniere
in Ungheria, prodotto ancora inusuale in quella nazione. Una persona rampante,
una macchina 1600 di cilindrata. Alla mattina presto, mi ha detto, quando non
ci sono i vigili, viaggia a 190 all’ora insomma veramente un prodigio. Mi ha
detto che è credente, cattolico, e che frequenta – in genere –
l’Eucaristia domenicale. Una cosa poi mi domanda: “Ma abbiamo poi la
certezza che le nostre preghiere siano esaudite? Dov’è il passo del Vangelo
dove c’è la certezza che se io prego vengo esaudito?”. Quell'uomo
dinamico era arenato su questo punto. Gli ho spiegato che la certezza è
perfettamente legata alla fedeltà di Dio e che la preghiera è
perfettissimamente sempre esaudita se fatta a determinate condizioni:
innanzitutto se è una preghiera fatta nella fede. Ecco, se io non ritengo Dio
fedele, se io non ritengo Dio verace, ma lo ritengo un Dio capriccioso, è
chiaro che la mia fede è snervata in partenza, e quindi non posso certamente
sperare di essere esaudito. Se poi la mia preghiera
è viziata nella domanda, cioè domando delle cose che se Dio me le
concedesse mi farebbero del male, non so domandassi l’umiliazione del mio
vicino, la morte del mio avversario, Dio non la esaudisce. Dio, poi, non ci
esaudisce quando, nella sua previdenza, nella sua lungimiranza, vede che se ci
desse certe cose che pur sono giuste, sono pur buone, ci farebbero del male, e
quindi ci esaudisce in altra maniera. Aveva
poi una difficoltà circa la partecipazione alla Messa. “Io
ho una certa età e quindi potrei sentirmi esentato dall'andare a Messa…”,
mi dice. Gli rispondo: “Guardi che lei non rientra nel caso dei malati. Lei
è un uomo che va a 190 all’ora; io la invito a non andare a
tale velocità perché, oltre che andare contro il codice della strada,
è un mettere in forse la vita, propria e quella degli altri. Lei non rientra
nel caso di chi è nella condizione di non poter andare a Messa, e quindi
ricorrere al televisore”. L’ho
invitato ad andare a Messa, dicendogli che un conto è vedere l'interno di un
ristorante rimanendo sulla strada, guardandolo quindi dalla vetrina,
e un conto è entrare dentro: “Se lei guarda dall’esterno non
mangia, se lei entra dentro il ristorante invece mangia. Mi capisce?”. Lui
mi dice: “In Ungheria faccio fatica ad ascoltare la Messa, non la
capisco”. “Ho capito, e così cerca un canale italiano. Certo non la
intende, ma è pur quella. Le parole sono straniere, ma lei sa quali sono.
Indubbiamente le letture non le intende, ma si può attrezzare di un Messalino
e così risolvere il problema. Ma in ogni caso vada a Messa anche in Ungheria:
Per le altre cose, quelle commerciali, non è riuscito forse ad
organizzarsi?”. “Si è vero, mi sono organizzato con un interprete”.
“Bene prenda un Messalino in italiano e questo le farà da interprete”. Gli
ho fatto poi una domanda: “Cosa ne pensa del mondo d'oggi?”. “Ma! C’è
del bene, c’è del male…, però io adesso non vorrei fare il pessimista.
Siamo talmente a lamentarci, e non serve a niente!”. Quell'uomo era un
ottimista, ma nel senso di un ottimista realista, non di un ottimista stolto.
Non era un pessimista pronto a dire: “Non va bene questo, non va bene
quest’altro…”. L’altro
giorno ho incontrato un imprenditore, un costruttore di case, e mi ha sorpreso
un fatto. Parlavamo della realtà economica e al solito le lamentele più o
meno vere, più o meno motivate, e mi dava questa notizia che c’è una corsa
al mini appartamento. Il mini appartamento è fatto di due camere, cucina e
bagno, c’è la camera matrimoniale e poi c’è la camera destinata ai
bambini, ma voglio dir subito al bambino: è di 9 metri quadrati, forse meno,
ci può stare un solo figlio, al massimo due maschietti su due letti a
castello, certo non ci può stare la femminuccia e il maschietto. Quindi dei
mini appartamenti programmati per un dimezzamento della società, perché da
due persone, marito e moglie, è già programmato che ne deriverà un solo
figlio, e quelle pareti sono già plasmate per il figlio unico. Veramente le
cose così non vanno e bisogna rifletterci. Un’altra
riflessione ho fatto con questo imprenditore, ed è che tanti giovani in
Italia non hanno lavoro. Si rifletteva su questo dato, e lo si è messo in
parallelo con il dato che invece è necessaria una certa immigrazione per
occupare posti nei cantieri e nelle fabbriche, nei campi. Ora io mi domando:
”Questi giovani che non hanno lavoro, quale tipo di lavoro vogliono? È
ancora disposto il nostro giovane ad accettare lavori semplici; quelli che gli
immigrati accettano, e volentieri?”.
Anche
il giovane diplomato o laureato, mentre fa i suoi bravi concorsi, dovrebbe
accettare i lavori più semplici. Gesù Cristo non ha fatto
l’ingegnere, non ha fatto l’architetto, non ha fatto il magistrato, non si
è dato un mestiere da favola, ma ha fatto semplicemente il legnaiolo e in
questo non ha perso nessunissima dignità. L'imprenditore
incontrato alla fine mi ha detto: “Guardi padre che questo incontro io lo
reputo un dono immenso di Dio. Ecco io sono partito stamattina. Chi mi ha
fatto incontrare un frate che cercava un passaggio? Che aveva bisogno di un
passaggio? Chi mi ha dato la possibilità di stare con lei per un’ora e un
quarto e arrivare addirittura ad una confessione? Sono molto contento di
questo magnifico incontro”. Poi
ho incontrato una persona che mi ha detto che sua moglie si è messa a fare la
baby sitter presso una donna musulmana. Lei va a lavorare in fabbrica e mette
al mondo figli, e poi prende una baby sitter italiana. Curioso, vero? Quella
donna partorisce i figli in Italia, e così sono cittadini Italiani, e
mantiene stretti legami con la sua terra alla quale porta soldi, e lo dice
dichiaratamente; poi la baby sitter, che non ha voluto più di un figlio,
molto probabilmente per non logorarsi…Proprio curioso, vero? Niente da
eccepire; se non che la cosa è proprio, ma proprio curiosa. Preoccupante
addirittura quando si sa che su tre nuovi nati in Italia, 2 sono di immigrati. Inserito
il 1° Luglio 2005
"Oggi
non sono usciti tutti i giornali"; mi dice il mio superiore. "Ho preso
<Il Giornale>. Scrive che il presidente del Senato, Marcello Pera, ha
detto che la vittoria dell'astensione nel referendum, non è una vittoria della
Chiesa, del Card. Ruini, ma dei credenti e dei non credenti. Dice che c'è una
diffusa religiosità che si è mobilitata non perché abbia voluto obbedire alla
Chiesa”. "Marcello Pera, tira l'acqua al suo mulino, dico io. Lui
sostiene quello che ti ho detto", mi dice senza agitarsi il mio superiore.
"Io dico diversamente. Se non c'era la Chiesa e l'azione del comitato
“Scienza e Vita”, dubito che i cosiddetti laici non credenti avrebbero
trovato la via morale dell'astensionismo. Quando hanno visto che l'invito della
Chiesa aveva presa sulla gente, si sono fatti avanti, ma solo tempo dopo". Passo
a guardare "Il Giornale" (18 giugno 2005). Leggo che il presidente del
Senato riconosce che la Chiesa ha
interpretato una
diffusa religiosità esistente. Mi blocco. Ma, voglio dire, questa religiosità
non è quella del battezzati, dei cristiani; o è forse stata introdotta dai
Testimoni di Geova, o dai Buddisti, o altro? Quella diffusa religiosità è
fatta di cristiani che si sono allontanati dalla Chiesa per aderire al
secolarismo, ma che conservano ancora valori che hanno ricevuto dalla
Chiesa, anche se ormai li hanno messi fuori dalla mappatura giusta. Leggo
ancora: "Non sono un convertito, ma la mia identità ha origini sul Golgota".
Meno male che il signor Marcello Pera mi dà ragione.
Quella diffusa religiosità viene da Cristo e dalla Chiesa, che annuncia nei
secoli Cristo. Ma se dice questo, perché poi ridurre la Chiesa a interprete di
qualcosa che si trova dinanzi e che raccoglie, quasi non fosse suo>? Perché
non dire che la Chiesa ha fatto leva a quanto ancora di suo è presente
nell'animo di tanti e tanti, che si sono allontanati da lei? Ci sono
"giacimenti di verità" nella società che appartengono alla
seminagione della Chiesa, appunto al Golgota, come dice il signor Marcello
Pera. Perché separare la diffusa religiosità dalla
Chiesa, quasi fosse un prodotto sorgivo della laicità secolarizzante? Leggo
ancora: "Il partito unico (ndr. quello auspicato dal dibattito nel centro
destra) sarà dei moderati e non dei cattolici". Ora capisco il discorso
del signor Marcello Pera: la politica, i movimenti di forze, i voti. Ma la
lettura vera della vittoria è che le comunità parrocchiali hanno pregato e
pregato perché Dio illuminasse gli uomini e le donne a non andare a votare.
Istituti religiosi hanno passato notti intere davanti al SS. Sacramento. Molti e
molti, a piedi sono andati ai vari santuari a chiedere
che la gente ricevesse una corretta informazione. Una corretta informazione
perché di sciocchezze giuridiche e scientifiche ne sono state dette molte;
tante che un Giuliano Ferrara a confronto con Marco Pannella a Porta Porta, il
13 giugno stesso, ha potuto fare la voce grossa sulle tante "..."
(non dico la parola da lui usata), dette dalla propaganda referendaria. Predicatori
e omileti non hanno lesinato parole nel presentare dagli altari l'invito del
Card Ruini e di Benedetto XVI. Nelle parrocchie sono stati fatti cicli di
conferenze sul tema. La preghiera e l'opera di esatta informazione della gente
ha vinto. E tutto questo non nasce dall'impegno della Chiesa? Il signor Marcello
Pera ha detto che non ha giocato l'obbedienza alla Chiesa. Voglio dire che la
Chiesa, annunciatrice di Cristo, quando chiede l'obbedienza la chiede alla
verità, che si premura di illuminare. L'obbedienza nella Chiesa non è quella
di uomini ottusi, che seguono uomini ottusi. Questo accade ed è accaduto
altrove. Diamo
poi merito alla Vergine Santissima, la donna che ha vissuto in maniera più
sublime la maternità. La donna che ne conosce, più di ogni altra donna, il
meraviglioso incanto. Inserito il 18 Giugno 2005
“Padre, è da tanto che non la vedo! Fa ancora l’autostop?”. “Sì, in scala meno industriale di un tempo, ma continuo a farlo”. “Mi ricordo del libretto sui suoi incontri”. “Adesso ho un sito internet”. “Mi dia l’indirizzo”. “Ho messo qualche incontro sul prossimo referendum. Si cerca di mettere un po’ di luce in giro, in mezzo a tanta propaganda che vuole minare l’embrione”. “Si, io credo che andare a toccare la vita nelle sue origini, non sia una cosa sana, corretta”. “La battaglia è ormai sulla questione delle cellule staminali. Dicono che dall’embrione si possono ricavare cellule staminali molto potenti; ma non dicono che non le sappiamo maneggiare affatto, nel senso che il loro inserimento in un tessuto umano è un’ incognita a 360 gradi, e che può avere un nome poco simpatico: tumore. Gli esperimenti inglesi e coreani (Corea del Sud) aprono degli scenari inquietanti”. “Si ho letto anch’io. Fanno la clonazione dell’embrione umano, per fini terapeutici”. “Per i fini terapeutici abbiamo già le cellule staminali che possono essere tratte dal cordone ombelicale, dalla placenta, dal fegato, dal midollo osseo, ed è da trent’anni che la cosa si presenta con ottimi risultati. Questa è la strada moralmente corretta che deve essere percorsa; non l’umiliazione dell’essere umano. La ricerca genetica anche noi la facciamo. L’ospedale di S.Giovanni Rotondo non è secondo in queste ricerche, e sono moralmente corrette”. “Io mi regolo col vangelo e da lì mi farò il giudizio”. “Guarda che c’è anche l’indicazione del magistero su cosa fare: non andare a votare”. Inserito il 22 Maggio 2005
Dice
l’illustre ex ministro della salute Umberto Veronesi, in un’uscita al TG1:
“L’embrioneprima dell’impianto in utero (ndr. 15° giorno) è un ammasso
di cellule, per cui…”. I miei due confratelli hanno avuto un moto di
disgusto, e anch’io l’ho avuto. Sì, di disgusto, perché il Signor Veronesi
sa meglio di noi tre frati che dall’ovulo fecondato in poi c’è una rigorosa
continuità di sviluppo. Se fosse quanto vuole farci credere lui, dovrebbe
spiegarci anche che cosa interviene al 15° giorno perché “l’ammasso”
diventi un essere unitario. Poi la parola ammasso va bene per le pietre.
Appunto; cosa interviene!? C’è forse nell’ovulo un fantomatico organello
che al 15° giorno abbraccia tutte le cellule e le stringe in unità ed esse
diventano un uno? Non c’è questo fantomatico organello, e lui lo sa bene. E
del resto il fantomatico organello con un codice operante all’ora x, non
produrrebbe mai un uno, ma una saldatura di uni, che restano uni. No, tutto è
già iscritto nell’ovulo fecondato, ed è iscritto nel sigillo di una
indubitabile unità, di una scientificamente controllabile unità. Proprio il
signor Veronesi è nel meccanicismo più completo; in cui un pezzo è unito
all’altro da un assemblaggio che non produce nessuna unità sostanziale, come
si vede in un computer, in un robot, in un aereo”. I miei due confratelli
ribadiscono: “No fin dall’inizio si ha un essere umano. L’altra sera in
parrocchia sono venuti due biologi a spiegarcelo per bene”. Proprio così!
Anzi, anche l’ootide che è l’ovulo appena fecondato, è già un essere
umano. Dico appena fecondato, prima cioè che i due pronuclei, quello
dell’ovulo e quello prodotto dallo spermatozoo, entrino in “fusione”. I
pronuclei subito entrano in “dialogo”; subito, dimostrando che appena lo
spermatozoo è entrato nella membrana pellucida dell’ovulo, si ha già
l’unità, e quindi c’è già
tutto l’essere umano in partenza per il suo sviluppo. Ora non si ha
“ammasso” (Quanto è spregiativa per l’uomo questa parola; tanto più in
bocca ad uno scienziato, che dovrebbe cantare le meraviglie della natura, del
creato!). Si ha invece un’unità lampante, che solo un’ideologia e una
filosofia meccanicistica può negare. Dico ai miei confratelli: “La gente che
idee corrette si potrà fare?”. “Ma, vedrai che ci saranno persone che
spiegheranno bene”, mi dice un confratello. “Lo spero; non sono
pessimista”, dico io. Inserito
il 15 Maggio 2005
“Padre Paolo, un mio amico mi ha riferito che anche un santo avrebbe detto che l’embrione non è ancora un uomo. Io non ho saputo cosa dire. Mi ha detto che l’ha letto sul Corriere della Sera”, mi dice una signorina di Porretta Terme. “Ho visto anch’io quell’articolo dove si citava san Tommaso, se è lo stesso articolo; ma sicuramente è quello, perché non può trattarsi che di san Tommaso (CdS: 16 Aprile 2005). Ma sul Corriere c’è anche un articolo magistrale di mons. Elio Sgreccia, massimo esperto di Bioetica (CdS: 17 Febbraio 2005), che precisa che l’embrione, fin dalla fecondazione, ha un principio unitario e attivo (il genoma), ed è perciò un’unità vitale unificata e unica, cioè un individuo”. “Si, io non ho saputo cosa dire, anche perché mi ha detto che c’era di mezzo un santo, e quindi…”. ”No il problema è quello del momento in cui l’anima, che ha origine da un atto creatore di Dio venga infusa nell’embrione. La questione è nata con Tertulliano, che per spiegare la trasmissione del peccato originale suppose che anche l’anima provenisse dai genitori. Un errore grave al quale ci si oppose e che suscitò il problema del momento dell’infusione dell’anima”. “Io credo che sia fin dall’inizio del concepimento…”. “Ecco, ascoltami. C’è una continuità scientificamente dimostrata che conduce allo sviluppo finale. Già c’è un embrione che è orientato a ricevere l’anima e questa, creata immediatamente da Dio, informerà l’embrione e così si avrà pienamente l’uomo o la donna. Ma intendimi, tutto il processo è già presente nell’embrione il quale, ripeto, ha in sé l’orientamento all’anima, la esige per il suo stesso sviluppo, la sua stessa vita”. “Capisco”. “Ora san Tommaso, che si muoveva con imperfette nozioni sul concepimento, diceva che l’anima è infusa quando c’è il primo abbozzo degli organi, in quanto l’anima è la forma del “corpo”. L’infusione dell’anima per coloro che sostenevano questo pensiero avveniva dopo una trentina o quarantina di giorni in armonia con il tempo di purificazione della donna dopo il parto, come prescriveva la legge dell’Antico Testamento. Essi avevano chiaro che la prima organizzazione del corpo procede dal concepimento, per cui per tutto il tratto antecedente al momento dell’infusione dell’anima ponevano la presenza di un’anima vegetativa e sensitiva, che poi cessava di essere per la presenza dell’anima razionale, che possiede le potenze vegetative e sensitive, che si attuano nel misto (corpo-anima), oltre la potenza intellettiva e volitiva. Ma lasciando stare san Tommaso, noi sappiamo che c’è un processo di continuità. L’embrione è orientato all’anima, chiede l’anima, che le verrà data da Dio. L’embrione al momento del concepimento ha già dunque in sé tutto quello che lo costituirà nel suo risultato organico finale, che si attuerà senza alcun salto perché l’anima razionale ha in sé le potenze vegetative e sensitive che prima erano sussistenti all’embrione. L’esigenza dell’anima l’embrione l’ha in sé fin dal suo concepimento, perché ne è orientato e la esige per continuare ad essere vivo, perché ciascuno di noi senza l’anima sarebbe cadavere”. “Capisco, anche se il ragionamento mi è difficile. Ne capisco il succo. L’embrione ha in sé tutto ciò che lo farà sviluppare fino alla sua definitiva espressione umana, cioè uno pienamente formato nel corpo”. “Bene. Il fatto del momento in cui Dio infonde l’anima è un problema che non tocca niente. Posso dire che due gemelli monozigoti, che procedono da un unico ovocita fecondato…(il caso riguarda le due prime cellule di suddivisione dello zigote, ed è un’anomalia); ecco, se l’anima fosse infusa subito si avrebbe uno sdoppiamento che richiederebbe la morte dell’ovocita fecondato, e quindi nulla sarebbe, non si avrebbero i due gemelli. La Chiesa non si è mai pronunciata sul momento dell’infusione dell’anima perché la cosa ci sfugge, ma ha sempre condannato l’aborto. Per la Chiesa l’embrione è una realtà da tutelare con rigore. Certo in natura ci sono tanti ovuli fecondati che non raggiungono l’annidamento nell’utero, ma questo per deficienze organiche originali e non perché ad un certo punto un embrione acquista la capacità di annidarsi e l’altro non l’acquista; e del resto non rivela l’embrione, che giunge ad annidarsi, alcuna rottura di continuità di sviluppo ”. “Io non sono capace di tanti ragionamenti; ne ho capito però il succo. E capisco che la Chiesa ha perfettamente ragione nel suo impegno a tutela dell’embrione fin dal suo concepimento, se no siamo veramente all’umiliazione dell’essere umano”. “Ottimo! Dio ti benedica! Proprio non vedo come si possa tirare in ballo san Tommaso, il quale anche lui afferma, pur nella nebulosità della scienza di allora, la continuità dello sviluppo e come l’anima si inserisca in questa continuità, senza spezzarla. No! L’embrione fin dal suo concepimento è un essere umano, un essere umano non in potenza, ma in formazione; l’anima creata da Dio si inserisce in questo processo, non lo spezza, non lo altera. L’anima si inserisce vitalmente nel processo di formazione dell’essere umano, ma senza cambiare minimamente l’embrione”. Inserito
il 5 Maggio 2005
“Padre,
come dobbiamo regolarci circa il prossimo referendum del 12 Giugno?”, mi dice
un uomo di Porretta Terme. “La
Conferenza Episcopale Italiana ci ha detto di non andare a votare, e quindi non
ci andiamo”. “Ma non ci mostriamo buoni cittadini, così”. “Guarda, il
voto referendario è costituzionalmente diverso dal voto elettorale. Il
referendum è uno strumento democratico per rimettere al popolo sovrano una
questione che non ha trovato una maggioranza ampia nel Parlamento. Ora, la legge
40/2004 ha trovato tale maggioranza. Noi cattolici non la condividiamo, ma la
vediamo come male minore rispetto a quello che i quattro quesiti referendari
vogliono introdurre. Noi non andremo a votare, anche perché circa l’istituto
referendario da molte parti si è invocata una riforma. Non può un gruppo che
raccoglie 500.000 mila firme mettere in moto una macchina che sfiducia di fatto
l’operato del Parlamento e costa un milione di Euro. Se
noi andiamo a votare, anche dando scheda bianca contribuiamo a far sì che il
referendum passi; la proposta soggetta a referendum è approvata se ha
partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto (50%+1), e se è
raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi (art.75Cost), quindi un
referendum fallisce se manca tale partecipazione”. “Ma se andiamo a votare
possiamo far vincere il no contro la procreazione eterologa”. “Se vincesse
il no, verremmo ad avallare la legge 40/2004, che non è affatto una legge
cattolica. La procreazione in provetta omologa ci è estranea. Quindi anche per
questo non andiamo a votare; sono temi che non possono essere messi ai voti;
perché il valore della vita, dell’integrità della vita non è suscettibile
di essere trascinato sul piano del confronto politico. Te lo immagini un bimbo
che non sa chi è il suo padre biologico, e può benissimo venire a sapere che
non è quello che ha chiamato sempre padre. Basta l’esame del DNA e tutto è
fatto. E per l’esame del DNA non mancano i laboratori che Internet pubblicizza.
Così quel giovane viene a sapere che il suo padre biologico è un altro. Lo
vorrebbe cercare, ma non lo potrà mai raggiungere: è un oscuro uomo, o donna,
che ha venduto,
non donato, il suo gamete. La legge inglese dal primo aprile riconosce il
diritto dei figli della fecondazione artificiale eterologa di avere informazioni
sul padre e sulla madre biologici; ma a che cosa potrà essere utile questo se
non ad incontrare un uomo o una donna, che in realtà si sono dimostrati
indifferenti a lui, e con lui non vogliono avere a che fare, anche perché i
loro gameti possono essere serviti per molti e molti casi. La posizione di quel
“donatore”,
di quell’uomo o di quella donna è proprio simile a quella di chi abbandona i
propri figli“. “Ma
non è poi come se il figlio venisse adottato dalla coppia?”. “L’adozione
è un’istituzione che dà dei genitori a chi se ne trova privo.
Nell’adozione si guarda al bene del bambino o della bambina; nella provetta si
guarda solo all’esperienza dei due, e non al risultato, cioè al figlio o alla
figlia. “Prodi
ha detto che è cattolico, ma che andrà a votare”: “Si ha detto che è
figlio della Chiesa, ma un figlio adulto e laico; che ha una fede adulta e
matura”, ma i figli adulti, maturi, della Chiesa camminano con la Chiesa, non
entrano in dissenso con essa. Poi su Famiglia Cristiana del 17 marzo ha detto
che sono adulti, maturi, anche quelli che non vanno a votare. Tutti
“adulti”, tutti “maturi”; le indicazioni della Chiesa sono solo un
optional, ma non è così. Parlo di Prodi in quanto si dice figlio della Chiesa;
lascio da parte il fatto politico. Se si dice figlio della Chiesa e adulto e fa
così, vuol dire che non è affatto adulto nella Chiesa e non soppesa la posta
in gioco. Il
Card. Ratzinger, ora Benedetto XVI nell’omelia della Celebrazione pro eligendo
romano pontefice, ha dato una risposta chiara a chi ritiene di essere adulto,
mentre si lascia prendere da ogni vento di dottrina. Il Card. Ratzinger è uno
che segue i discorsi; è abituato a monitorare i discorsi sulla fede. (Questo
il passo dell’omelia del Cardinale il 18 aprile in san Pietro: “Soffermiamoci
solo su due punti. Il primo è il cammino verso la “maturità di Cristo” (Ef.
4,11-16); così dice, un po’ semplificando, il testo italiano. Più
precisamente dovremmo, secondo il testo greco, parlare della “misura della
pienezza di Cristo”, cui siamo chiamati ad arrivare per essere realmente
adulti nella fede. Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di
minorità. E in che cosa consiste l‘essere fanciulli nella fede? Risponde san
Paolo: significa essere “sballottati dalle onde e portati qua e là da
qualsiasi vento di dottrina…(Ef 4,14). Una descrizione molto attuale! Quanti
venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti
ideologiche, quante mode di pensiero…La piccola barca del pensiero di molti
cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo
all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal
collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago
misticismo religioso e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza
quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a
trarre nell’errore (Cf Ef 4,14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della
Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo,
cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”,
appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va
costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definito
e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”). La
fede adulta è una cosa seria. E credo totalmente che la fede adulta si veda
proprio nel non andare a votare. Oggi è più che mai “adulto”
obbedire; adulto e coraggioso. Poi fosse veramente affidata alla coscienza la
cosa; noi abbiamo già visto che c’è una militanza ideologica pronta ad usare
il referendum per dilatare la confusione, per creare costume, opinione, e quindi
non vera libertà d’ascolto della coscienza. Hanno già cominciato a parlare
che la legge 40/2004 è anticostituzionale, nemica della scienza, che porterà a
cercare gameti all’estero. Si sta presentando la 40/2004 come il male da
abbattere. Noi non la condividiamo la 40/2004, ma se confrontiamo la
procreazione artificiale omologa con quella eterologa allora il minor male sta
nell’omologa”. “Ma,
mi spieghi, perché la fecondazione in provetta non viene accettata dalla
Chiesa?”. Semplice perché un figlio deve scaturire da un atto d’amore, da
un’unione d’amore dei coniugi che li coinvolge emotivamente,
psicologicamente, affettivamente, e che quindi forma la base di un’autentica
accoglienza del nascituro. La procreazione è servizio alla vita che passa
attraverso un’esperienza d’amore di due carni che diventano una sola carne e
non attraverso i camici bianchi dei laboratori. Poi c’è il problema degli
embrioni in sovrannumero messi in frigo. Cosa farne? Buttarli via? Che orrore
solo questo pensiero. Conosco una biologa, che lavorava in un centro di
fecondazione, che si trovava
a buttare nel water embrioni inutilizzati. Una cosa agghiacciante; e ha
preferito licenziarsi e diventare una precaria”. “Lei
è preparato!”. “Quanto lo potrebbe essere lei se seguisse le informazioni
giuste. Comunque una qualche infarinatura ce l’ha anche lei. La televisione già
lavora…E dietro tante parole ci sono enormi interessi economici. La
speculazione farmacologica; il prelievo di cellule staminali da embrioni
prodotti come materiale biologico da laboratorio, magari clonati - appunto, per
avere cellule staminali - quando si potrebbero prelevare con successo
terapeutico ed economico dai cordoni ombelicali. Si parlerà di progresso, di
servizio all’uomo, mentre invece lo si umilierà e ferirà nella sua dignità;
e si servirà ancora una volta il denaro. Ma io ho grande fiducia che gli uomini
ragioneranno”. Inserito il 30 Aprile 2005
“Padre Paolo, perché il nuovo papa ha preso in nome di Benedetto XVI?”. “Perché ha voluto fare riferimento a Benedetto XV, il papa che si adoperò per la pace durante la prima guerra mondiale. Benedetto XV, inoltre, portò avanti l’azione contro gli errori del modernismo iniziata da san Pio X, avendo riguardo di denunciare l’ultraecclesialismo, che era il movimento integralista, fondamentalista, specularmente opposto al modernismo. Quindi portò avanti la vera fede cattolica. Rilanciò poi l’azione missionaria nel mondo ed ebbe a cuore contatti con le chiese ortodosse. Il nome di Benedetto è entrato poi nella storia dei Papi a partire da Benedetto I, che lo assunse guardando a san Benedetto da Norcia, grande civilizzatore dell’Europa”. “Ecco; ho capito! Cosa ci dobbiamo aspettare dal Card. Ratzinger, Papa?”. “Intanto non è più Cardinale, ma Papa, e quindi successore di Pietro e in quanto tale investito del carisma dato a Pietro. Il già Cardinal Raztinger avrà una trasformazione dovuta a quella che chiamiamo “grazia di stato”. Intendiamoci Dio lo lascerà se stesso, poiché la grazia non distrugge affatto l’identità individuale, il cammino svolto nella luce di Dio. Voglio dire che sarà se stesso e quindi non scimmiotterà nessuno. Lo abbiamo già visto nelle prime parole pronunciate dal balcone di Piazza san Pietro. Nessun accenno di voler sostenere una competizione con il grande Giovanni Paolo II, suo grande amico”. “Ma Ratzinger si è distinto per posizioni conservatrici”. “Guarda che se tu leggi “Rapporto sulla fede” (1985), che è un libro di interviste a lui fate da Vittorio Messori, vedrai che le cose non stanno così. Egli è fedele alla fede della Chiesa, la professa, è in continuità con la tradizione, ma non chiuso ai segni dei tempi. E’ in piena accoglienza del concilio Vaticano II. Poi, non bisogna credere che le dichiarazione di Ratzinger, quale prefetto della “Congregazione per la dottrina della fede”, non siano state sottoposte prima a Giovanni Paolo. La “macchina vaticana” non ha parti che possano funzionare indipendentemente dal Pontefice. Curiosa proprio l’opinione pubblica. Un vescovo al proposito diceva - certo un po’ scherzosamente- che Paolo VI ha detto 99 si e un no (l’Umanae Vitae) e tutti lo hanno criticato; Giovanni Paolo II ha detto 99 no e un si e tutti lo hanno applaudito”. “Probabilmente per la sua capacità di comunicare con la gente, il suo calore”. “Indubbiamente. Ma non dobbiamo ridurre Giovanni Paolo solamente ad un grande comunicatore, era prima di tutto un uomo di preghiera, di ore di preghiera. Ma vedrai Benedetto XVI sarà un Papa all’altezza dei tempi, nonostante i suoi 78 anni ci farà sentire la continua giovinezza della Chiesa. I Cardinali l’hanno eletto al IV scrutinio e questo vuol dire che c’è stata una rapida convergenza su di lui. Chi si aspettava un Conclave problematico, giocato su schieramenti in mosse tattiche con la conclusione di un uomo di composizione, è rimasto a becco asciutto. L’elezione del Pontefice è un evento di preghiera; è un evento religioso; è un evento fatto di ascolto dello Spirito, e non di tatticismi umani, che li lasciamo ai politici. Il Grande Elettore del Papa è lo Spirito Santo!”. “Nella Via Crucis il Cardinal Ratzinger ha detto che dentro la Chiesa c’è della sporcizia. Dobbiamo aspettarci qualcosa in merito”. ”Indubbiamente Benedetto XVI conosce bene il “polso della Chiesa” essendo stato Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e quindi confermare i fedeli nella fede di fronte al relativismo. Nel discorso di apertura del Conclave ha addirittura detto che oggi chi professa la vera fede con coerenza corre il rischio di sentirsi dare del “fondamentalista”, tanto ha preso piede la cultura del relativismo, per la quale ogni idea religiosa è uguale e intercambiabile”. “Grazie. A presto”. Inserito
il 26 Aprile 2005
Una
signorina mi dà questa informazione: “Ho visto l’altra sera a ‘Porta a
Porta’ il Card. Ersilio Tonini e Vittorio Messori, che parlavano della
beatificazione del papa”. “Non vedo niente di strano; ma le beatificazioni
hanno i loro tempi”. “No; è sorta una disputa tra il Card. Tonini e Messori
a partire da una frase detta dal Card. Ratzinger (attuale Papa Benedetto XVI)
nella Messa esequiale”. “Cosa ha detto Ratzinger?”. “Ha detto queste
parole….(ndr. Le riferisco testualmente: “In questa ultima domenica di
Pasqua della sua vita, il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è
affacciato ancora una volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un’ultima
volta ha dato la benedizione “Urbi et orbi”. Possiamo
essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del
Padre, ci vede e ci benedice”). Queste parole Messori le interpretava
come una dichiarazione di santità, dal momento che diceva che era già in
Paradiso. Il Card. Tonini si opponeva dicendo che c’è una procedura per
giungere ad una canonizzazione, e che quindi quelle parole non potevano essere
prese nel senso voluto da Messori. Messori diceva che non sempre nella storia
della Chiesa le canonizzazioni hanno aspettato tempi lunghi. Insomma tra i due
c’è stato un confronto, nel quale il Card. Tonini è parso molto duro”.
“Immagino che non siano arrivati ad una conclusione a “Porta a Porta” è
facile vedere polveroni, ma non altrettanto circa conclusioni”. “Io sono
rimasta così! Credo che il Card. Ratzinger non abbia sbagliato a pronunciare
quelle parole, ma so che una causa di beatificazione ha un suo procedere e poi
spetta al Papa pronunciare un decreto di beatificazione”. “Davvero un
bell’inghippo!”. “Si io sono rimasta così, e devo dire che la parte
migliore l’ha fatta Messori”. “Lasciami pensare. Io credo che Ratzinger
non sia l’ultimo arrivato in teologia e in competenza circa le procedure di
canonizzazione. Credo che Messori abbia considerato le parole dei
Ratzinger con superficialità, e al Card. Tonini è mancato in quel momento
“il guizzo teologico” che avrebbe risolto tutto. Ecco, la Chiesa quando
pronuncia un beatificazione riconosce che il beato è salito immediatamente al
cielo dopo la sua morte, senza passare per il purgatorio. Ma la Messa esequiale
è stata celebrata cinque giorni dopo, dunque il Papa avrebbe potuto passare
attraverso il Purgatorio per un giorno o due o tre. Così le parole di Ratzinger
non equivalgono affatto ad una dichiarazione di beatificazione”. “Dunque
Ratzinger non ha sbagliato?”. “Per nulla. Non si è affatto compromesso, non
ha fatto nessuna gaffe, dico gaffe anche perché la cosa avrebbe avuto un
effetto nullo”. “Sono
contenta di quello che mi sta dicendo”. “Io credo che a mons Tonini sia
mancato il guizzo mentale, di fronte alla verve giornalistica di Messori, il
quale però ha dato prova proprio di essere un giornalista”. “Grazie, lo dirò
a mia sorella che ci è restata male pure lei”. Inserito il 19 Aprile 2005
Sono già arrivato. Alle 11.20 sono arrivato a Lugo, a destinazione. Tutto quanto si è risolto lì a Bologna, quando ho avuto un colpo di genio, proprio modestia a parte, un colpo di genio: ho cambiato rampa di accesso alla tangenziale quindi mi sono trasferito in un altro punto e subito ho trovato il via. Adesso mi trovo esattamente a Lugo, in provincia di Ravenna, presso il convento dei padri Carmelitani; domani c’è la festa della Madonna del Carmine. Il colpo di genio di cambiare rampa è stato quello che ha deciso tutto quanto ed è andato tutto bene. Ho incontrato diverse persone, tutte e tre cattoliche, dichiaratamente cattoliche, con delle varie età, naturalmente. La prima era una ragazza giovane, nubile, con una forte carica comunicativa; mi ha detto che recitava il Rosario tutte quante le sere, ma poi ha avanzato tutta una serie di cedimenti: “Ma il Rosario che barba, mi fa venire il sonno, eccetera, eccetera”. Aveva una fede ambientale, una fede di convinzione piuttosto vacillante, e quindi mi ha dato l’opportunità di spiegarle che il Rosario è fatto, sì, di 50 Ave Maria, che son tutte uguali, però tutte e 50 le Ave Maria, se dette bene, partecipano della novità dell’amore; così quando io dico ad una persona “ti amo” e poi ripeto “ti amo”, poi ripeto “ti amo”, se tutte le volte lo dico con autenticità, quella parola “ti amo” è sempre nuova. Le ho fatto anche l’esempio diretto: “se per esempio ti dicessi <ti voglio bene> e poi <ti voglio bene>…”; e lei molto comunicativa e spiritosa mi ha detto: “Che barba che sarebbe!”. “Tutte le volte che si esprime <ti voglio bene> - riprendo - ha una densità, una carica…”. Poi le ho domandato: ”Che intenzioni esprimi nella preghiera? Tu reciti il Rosario tutte quante le sere in famiglia, quindi trainata dal gruppo familiare. Qual è la tua intenzione?” Lei mi ha detto “Prego per i miei, per me, per i miei, eccetera”. Poi l’ho sollecitata: “Ma non preghi tu per tutto il mondo?” “Sì, sì, prego per tutto il mondo, ma mi viene di pregare innanzitutto per me”. Ecco, quindi, un’accentuazione nella preghiera sulle proprie necessità, sui propri bisogni. Io non ho approfondito, ma probabilmente il bisogno era quello di trovare marito, perché era senza marito; trovare, non so, una sistemazione migliore, mentre vedi il bisogno di fondo, che è amare…ma non ho insistito perché il tragitto non è stato molto lungo; comunque è molto importante che questa ragazza dica il Rosario tutte le sere, accetti di dirlo insieme alla propria famiglia, quindi col sostegno della famiglia. L’altra persona è un fabbricante di scatole per imballaggi, anche questa cattolica. Sentito il mio compito di predicatore mi ha detto: “Oggi predicare dev’essere molto difficile”. “E’ vero, predicare oggi è difficile, ma, voglio dire, è difficile se non si parte dal punto giusto. Innanzitutto bisogna testimoniare e stare vicino, e questo, se si è in Cristo, non è difficile, anzi è dolce. Testimoniare vuol dire amare. Quando uno ha testimoniato: è stato vicino agli altri, e magari si è messo vicino al margine di una strada, per un passaggio, si è reso prossimo. E’ uscito “dal tempio” – il tempio è molto importante ma dobbiamo anche uscire –. Durante la testimonianza, che è sempre dolce da dare, come non possiamo raccontare il nostro amore che è Gesù Cristo? Ogni innamorata racconta del proprio innamorato, noi abbiamo Gesù Cristo, siamo innamorati di Lui, quindi è facile parlare di Lui, stare con Lui. Poi dopo si predica, si annuncia, e le cose vengono bene. Poi, questa persona mi ha detto che ha una figlia di 18 anni che cerca continuamente di stimolare, quella invece legge, rimane lì chiusa, non fa esperienze positive, si lascia andare, è piena di lamenti, eccetera, eccetera; e il discorso è andato sui giovani. Il terzo incontro è stato con un giovane, l’ho sentito subito vicino, dal modo di porsi ho capito che era un credente, che era cattolico. E’ stato molto gentile, mi ha acceso subito il riscaldamento perché ero bagnato come un pulcino. Gli ho domandato: “Vai a Messa?”. Lui mi ha detto di no, però: “Sento Gesù che mi è vicino”. E allora gli ho risposto: “Guarda, ti sarà vicino Gesù, ma tu non gli sei vicino; tu sei lontano perché non vai dove è Lui”. Poi ha posto questa obiezione, che è abbastanza consueta “Ma in chiesa ci vanno delle persone… ci va tanta gente che fuori si comporta male…” allora gli ho risposto che non sta a me mettermi alla porta della Chiesa e fare il vaglio tra i buoni e i cattivi; in Chiesa ci possono entrare tutti quanti. C’è un’altra porta dove si farà il vaglio tra i buoni e i cattivi e questa porta la incontreremo tutti; è la porta del cielo dove ci sarà questa separazione, questa selezione che ognuno di noi poi ha voluto. Inserito il 5 Aprile2005
E’
stata una visita d’amicizia, una visita privata, con padre Corrado Corazza e
lo scrivente. Non presento delle novità di pensiero del Card. Biffi, per questo
ne posso fare il nome. Il
Cardinale, come al solito, era vivace, brillante, capace. Il Cardinale ci ha
detto che ha ancora la scorta armata dopo la sua dichiarazione
sull’immigrazione degli Islamici. “Io ho fatto un discorso proprio laico,
laico. Ho detto che la cultura islamica non è integrabile con la nostra e che,
per questo, nell’immigrazione è bene selezionare le provenienze. E’
successo tutta un’alzata di scudi. Poi dopo l’11 settembre hanno cominciato
a considerare il mio discorso. Un Cardinale Americano, dopo l’11 settembre, mi
ha chiesto: <Ma tu sapevi già qualcosa?>. <No non sapevo niente!>. Ma
Mons. Bernardini vescovo di Smirne ha avuto più coraggio di me con la sua
dichiarazione perché poi è tornato a Smirne”. (Ndr.
Pare che Mons. Bernardini non abbia avuto fastidi in quanto conoscente di Bill
Clinton al tempo della sua visita in Turchia). (Mons.
Bernardini Germano, al Secondo Sinodo di Vescovi d’Europa (1999), fece, il 13
ottobre, un intervento scritto consegnato alla segreteria sul problema
dell’Islam. Egli rendeva noto che c’è un piano di conquista per via
democratica dell’Occidente. Questo il testo integrale: “Santo
Padre, Eminenze, Eccellenze,
vivo da 42 anni in Turchia, paese musulmano al 99,9%, e sono arcivescovo
di Izmir - Asia Minore - da 16 anni. L’argomento dl mio intervento è quindi
scontato: il problema dell’Islam in Europa ora e nel prossimo futuro.
Ringrazio Mons. Pelatre e chi ha già parlato sull’argomento in questo
prestigioso consesso, dispensandomi così da lunghi esami e dalle relative
interpretazioni.
Il mio intervento è fatto soprattutto per rivolgere al S. Padre
un’umile richiesta. Per essere breve e chiaro, prima riferirò tre casi che,
data la loro provenienza, reputo realmente accaduti.
1°
- Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamo-cristiano, un
autorevole personaggio musulmano (ndr. Fonti attendibili parlano di Sadat Anwar
(1918-1981), presidente della repubblica egiziana dopo la morte di Nasser-1970.
Sadat venne assassinato dalla corrente integralista dei Fratelli musulmani, che
pensavano invece ad una lotta armata), rivolgendosi ai partecipanti cristiani,
disse ad un certo punto con calma e sicurezza: <Grazie alle vostre leggi
democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo>.
C’è da crederci perché il “dominio” è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei paesi poveri del Nord Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma, centro della cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di riconquista?
2°
-
In occasione di un altro incontro islamo-cristiano, organizzato come sempre dai
cristiani, un partecipante cristiano chiese pubblicamente ai musulmani presenti
perché non organizzassero almeno una volta anche loro incontri del genere.
L’immancabile autorevole musulmano presente rispose testualmente: <Perché
dovremmo farlo? Voi non avete nulla da insegnarci e noi non abbiamo nulla da
imparare>.
Un
dialogo tra sordi? E’ un fatto che termini come “dialogo”,
“giustizia”, “reciprocità”, o concetti come “diritto dell’uomo”,
“democrazia”, hanno per i musulmani un significato completamente diverso dal
nostro.
Ma questo credo che sia ormai riconosciuto e ammesso da tutti.
3°
- In un monastero cattolico di Gerusalemme c’era - e forse c’è ancora –
un domestico arabo musulmano. Persona gentile e onesta, egli era molto stimato
dai religiosi che ne erano ricambiati. Un giorno con aria triste egli dice loro:
<I nostri capi si sono riuniti e hanno deciso che tutti gli “infedeli”
debbono essere assassinati, ma voi non abbiate paura, perché vi ucciderò io
senza farvi soffrire>.
Sappiamo
tutti che bisogna distinguere la minoranza fanatica e violenta dalla maggioranza
tranquilla e onesta, ma questa, a un ordine dato in nome di Allah o del Corano,
marcerà sempre compatta e senza esitazioni.Del resto la storia ci insegna che
le minoranze decise riescono sempre a imporsi alle maggioranze rinunciatarie e
silenziose.
Sarebbe ingenuo sottovalutare o, peggio ancora, sorridere sui tre esempi che ho
riferito; a me pare che si dovrebbe riflettere seriamente sul loro drammatico
insegnamento.
Non è pessimismo il mio, nonostante l’apparenza. Il cristiano non può essere
pessimista perché Cristo risorto e vivente; Egli è Dio, a differenza di ogni
altro profeta o preteso tale.La vittoria finale sarà di Cristo, ma i tempi di
Dio possono essere molto lunghi, e di solito lo sono. Egli è paziente e aspetta
la conversione dei peccatori: nel frattempo invita però la Chiesa a
organizzarsi e a lavorare per affrettare l’avvento del suo Regno.
E ora vorrei fare al Santo Padre una proposta seria: organizzare quanto prima se
non un Sinodo, almeno un Simposio di vescovi e operatori della pastorale fra gli
immigrati, con particolare riferimento agli islamici, allargandolo ai
rappresentanti della chiesa riformata e agli ortodossi. La sua organizzazione
potrebbe essere affidata alla CCEE che ha in materia una lunga e collaudata
esperienza, in collaborazione con la KEK.
Il Simposio dovrebbe servire per approfondire insieme il problema degli islamici
nei paesi cristiani, e trovare così una strategia comune per affrontarlo e
risolverlo in maniera cristiana e obiettiva. E’ indispensabile trovarsi
d’accordo sui principi, ance se poi la loro applicazione varierà secondo i
luoghi e le persone. Nulla è dannoso come il disaccordo sui principi!
Termino con un’esortazione che mi è suggerita dall’esperienza: non si
conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto, perché questo
ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia.
Grazie. Dixi."
Tutti sappiamo che l’11 settembre i moderati islamici non l’hanno guardato di cattivo occhio. In molte canoniche, che avevano dato ospitalità agli islamici, i preti hanno visto fare festa per le due torri gemelle crollate a terra. Più
coraggioso di lui Mons. Bernardini Germano, ha detto il Cardinale, perché poi
è tornato a Smirne, mentre lui ha parlato non dovendo ritornare in un paese
islamico. Poi ha parlato della pittura quattrocentesca su Maometto
all’inferno, che è presente in san Petronio a Bologna. Gli islamici hanno
chiesto che venga distrutto, ma anche un’organizzazione culturale ha chiesto
questo. “Capisco
che gli islamici dicano di toglierlo, ma il guaio è che in nome
dell’incontro, del dialogo, anche tanti cristiani sono del parere di
toglierlo, dimenticando che esiste una cultura. All’associazione culturale che
mi ha invitato a farlo togliere ho detto: <Voi che siete nella cultura,
dovete ordinare prima la soppressione di tutte le copie della Divina Commedia,
perché quel dipinto riprende proprio il passo di Dante che mette all’inferno
Maometto>. Sentito questo, non hanno più detto niente”. Il
Cardinale non ce l’ha accennato, ma proprio lui ha messo in evidenza il
principio di reciprocità. Se noi accogliamo gli islamici dovremmo avere da loro
le garanzie che i cristiani possano avere i medesimi diritti religiosi. (E'
noto che in Arabia Saudita c’è circa un milione di cristiani, presenti per
lavoro, che non possono esprimere minimamente la loro fede, e al contrario
devono ricevere la propaganda islamica. In paesi come l’Iran ti sono rivoltate
le tasche alle frontiere per vedere se porti Bibbie o altro, e si deve fare una
dichiarazione di stima dell’Islam e di Maometto. Ufficialmente libertà di
religione, ma in pratica le cose stanno diversamente. In Iran se un cristiano
comincia ad annunciare il Vangelo, non è affatto l’autorità pubblica che lo
blocca, ma si costituiscono gruppi per eliminarlo e l’autorità giudiziaria
non muove un dito contro quei gruppi. In Turchia le cose vanno nello stesso
modo, stando a quanto mi ha detto un missionario che in Turchia c’è stato di
recente per 10 anni consecutivi. Io credo che ci sono ormai queste due idee in
campo: da una parte l’idea dell’Occidente di secolarizzare l’Islam,
dall’altra la volontà di giungere al potere per via d’aumento demografico e
democraticamente per imporre la legge coranica, e ciò tenendo simpatia, in
pratica, per i gruppi d’eliminazione, che sono poi il terrorismo. Certo è che
l’Islam non è affatto unitario come vediamo in Iraq, ma non credo affatto che
si debba attendere la pace facendo leva su questo, e neppure dal pensiero che la
secolarizzazione eroderà l’Islam, perché ne uscirebbe una situazione ancora
peggiore. Comunque per noi la strada rimane sempre una e va percorsa:
testimoniare il Vangelo). Si è poi parlato di don Giussani. Con lui è stato in seminario. Lo ricorda come uno che lavorava tanto non concedendosi ferie. Alcune volte lui e un altro sacerdote lo hanno portato con loro alla Maddalena perché facesse un po’ di ferie anche lui. Aneddoti di conversazione. Comunione e liberazione, ha sottolineato il Cardinale, ha lottato fortemente nelle università. Hanno anche preso botte i Ciellini. L’incontro
con il Cardinale è poi terminato. Siamo rimasti contentissimi. Inserito
l’8 Marzo 2005
Mi
sto recando a Lugo dove sto predicando. Qui a Bologna c’è una pioggia
adorabile, sorella
acqua sta scendendo e mi ha quasi inzuppato. L’ombrello che ho acquistato da
pochi minuti riesce a fare una funzione piuttosto parziale, comunque benedetta
sorella acqua. Il traffico sull’autostrada che riesco a vedere è piuttosto
intenso, c’è un forte flusso che porta a Rimini, come di solito in questo
tratto. Ho già fatto alcuni incontri di autostop e sono stati molto
significativi. Innanzitutto devo dire che la gente della strada è estremamente
al corrente, estremamente aggiornata. Seguono le trasmissioni del telegiornale,
ascoltano la radio e leggono i giornali per cui sono dialoghi molto vivaci e
interessanti. Ieri
sera mi sono recato a Bologna per una trasmissione. Io faccio parte del GRIS -
Gruppo ricerche informazioni socio-religiose - c’era una trasmissione su p.Pio
da Pietrelcina, condotta da Giuseppe Ferrari, un laico che conduce queste
‘tavole’ a Radio Maria e mi ha invitato non avendo trovato nessun
personaggio a San Giovanni Rotondo, ha cercato p.Gerardo da Flumeri e altri, ma
non ha trovato nessuno a causa delle ferie o per altri motivi quindi son
capitato io e ho accettato. Stamattina nel primo incontro ho commentato questo
fatto, c’erano dei personaggi come l’attore Placido che ha interpretato
p.Pio e sono emerse delle realtà come ad esempio che si tratta di fiction da
loro ammesse, certi personaggi non sono stati curati sufficientemente ed è
chiaro che hanno tutta quanta la parzialità, ed io commentavo anche perché
sono emersi certi personaggi che hanno presentato p.Pio, sono stati in alcune
trasmissioni, non dico il nome per non avere complicazioni, ma la documentazione
l’abbiamo, e poi alla fine salta fuori che cantano l’inno a satana
oppure su Internet si fanno vedere mezze nude o addirittura nude. Allora
parlavo con questa persona lamentandomi di questo fatto che in prima persona
hanno diritto di parlare innanzitutto coloro che ne sono confratelli, ne hanno
diritto di parlare coloro che hanno creduto in lui fino in fondo, ma non ha
diritto di parlare in prima persona il mondo cercando di farlo diventare un
fatto commerciale. Questa persona mi dava ragione manifestava anche un’enorme
sorpresa di questa presentatrice che a un certo momento ha cantato, non so in
quale occasione, ma certamente la documentazione su Radio Maria ieri sera era
presentata, un inno a satana “Lucifero portami nelle tue fiamme, portami con
te all’inferno” insomma delle cose veramente terribili. La documentazione è
tutta presso il GRIS in via Del Monte numero 8 qui a Bologna, presso Giuseppe
Ferrari. Il GRIS ha questo compito di ricerca, di tallonare qualsiasi fenomeno
settario, pseudo-religioso
o anche correttamente religioso che possa interessare la Chiesa, è
un’associazione approvata dalla CEI, ha uno statuto proprio, quindi la
documentazione c’è e la potete sempre recepire anche voi, per poter dire una
parola in questo momento. La trasmissione ieri è durata due ore ed è stata
molto bella, molto vivace e mi ha dato anche l’opportunità di chiarire certi
punti che i mass media presentavano non correttamente di p.Pio, per esempio
quella certa ‘scorbuticità’. P.Pio non era scorbutico, ma di fronte a
quelle persone che andavano lì per curiosità o per andare a cercare dal
profeta come erano messe davanti a Dio aveva delle parole
conseguenti, cioè non ingannava nessuno, se uno davanti a Dio era un
ipocrita se lo sentiva dire con parole forti e quasi avevano anche un valore
pedagogico, come ieri sera abbiamo messo in chiaro, per scuotere una coscienza,
ma queste cose le poteva fare lui, non ha mai raccomandato di farle ai frati,
anzi ai frati raccomandava “Non fate quello che faccio io” infatti dopo
alcune parole che uno si sentiva dire da p.Pio andava a cercare il primo
confessore, cercava di mettersi a posto davanti al Signore oppure reiteratamente
tornava da p.Pio fintanto che non era esaudito nella sua richiesta di essere
confessato. Stamattina è stato questo il primo discorso. L’altro
giorno mi ha preso un islamico ed è stato molto bello che abbia sentito
l’esigenza di un confronto. Era del Marocco, un interprete che lavora
nell’area faentina, è qui da una ventina di anni e conosce molto bene
l’italiano, è integrato, mi parlava della necessità di un incontro tra le
religioni, di un dialogo, di una comprensione. L’incontro è stato molto
limitato nel tempo, è stato
un tragitto breve però molto intenso, di scambio anche di idee diciamo
geo-politiche, a lui non andava assolutamente bene la legge sull’immigrazione
che è stata recentemente votata in senato, diceva che si tratta di una legge
xenofoba poi se la prendeva a non finire con Bush che vuol portare via il
petrolio agli arabi, vuole distruggere Saddam Hussein. Io ho avanzato
un’ipotesi nei suoi confronti e l’ipotesi è questa: tutto sommato sarebbe
anche una buona cosa che Saddam cadesse, non dico che è una buona cosa che
l’Iraq venga rasa al suolo, per carità di Dio,
ma che il rais di Bagdad venga messo da parte è certamente una buona
cosa perché così le basi americane nell’Arabia Saudita che è considerata
una moschea quindi un luogo sacro dove non ci può essere nulla di contaminato,
voglio ricordare che se uno dice la Messa in Arabia Saudita viene processato e
poi viene sottoposto alla pena capitale, così le basi americane se ne vanno via
e quindi è chiaro che viene tolta l’egida, la motivazione di Al Kaida di
poter fare…, eccetera. Lui questo ragionamento non lo ha accettato
“No, perché Bush vuole il petrolio per forza, non se ne andrà,eccetera”.
Ho notato che c’era una certa animosità, aveva già dei passi molto avanti
nel dialogo, in una capacità di accogliere, di avvicinare tuttavia la sua
lettura geo-politica era ancora parziale, non era ancora serena, non riusciva
ancora a sganciarsi dal suo credo, voi sapete che il credo islamico salda
pesantemente fatto civile, fatto sociale, fatto politico a fatto religioso. Un’altra
cosa molto simpatica mi è capitata
l’altra mattina con una persona molto in gamba che è a capo di un
collegamento di supermarket , anzi li gestisce in proprio, sono suoi, paga
l’affitto dei locali,e mi diceva che quando va in montagna si sente molto
vicino a Dio e poi aggiungeva queste parole “Però non voglio fare della
retorica con questo discorso” e io gli ho detto “Guarda che non stai facendo
della retorica, stai dicendo esattamente. La retorica è l’arte di persuadere
le persone, ma quando è arte che ha come base la verità ben venga, tutti
quanti la usano, quando invece diventa veicolo di frottole, veicolo di menzogne,
ecco che decade e diventa vuota, diventa ampollosa. Appunto gli comunicavo che
quello che diceva è un fatto sacrosanto, è un fatto estremamente vero, non lo
deve bollare di retorica, perché qui
soltanto le cose quantizzate, le cose numerate, le cose computerizzate
pare che abbiano valore, non ha più valore il sentimento, non ha più valore
l’emozione pura. La retorica è inevitabile fa parte della realtà
comunicativa umana e quindi è ineliminabile. Sono
in mezzo alla strada, sotto un ombrello, accarezzato abbondantemente in varie
parti da sorella acqua che sia la benedetta, che continua a venire giù, e anche
se mi inzupperò per bene per bene , niente di male. Sto
andando verso Faenza. Con l’ultimo autostoppista che mi ha dato accoglienza abbiamo parlato dell’incidente sulla A14 quando un camionista ha tamponato un pulmino che ha causato diversi lutti, certo non basta mai la prudenza, quando uno crede di poter avere tutta quanta la sicurezza di muoversi a proprio agio deve pensare che non ce l’ha del tutto, che ha soltanto il 90%. E’ una strada molto frequentata, a tre corsie, con delle code, per esempio stamattina ci sono code e addensamenti come annunciato fino a Rimini. E’ una strada veramente difficile, quindi non basta la prudenza, ci vuole una super prudenza. In quell’incidente ci sono stati dei morti della provincia di Torino e proprio il parroco è andato presso i genitori a portare la dolorosa notizia. In queste occasioni le parole non si trovano e, vorrei dire di più, non di debbono trovare, rimane soltanto l’annuncio, il volto di dolore che noi non possiamo non presentare. Le parole in quel momento sono delle parole che disturberebbero, cha farebbero violenza, che impedirebbero forse successivamente un cammino di luce nella fede, si sentirebbero tormentati nei propri sentimenti, nel proprio dolore, quindi l’unica cosa da fare in quei casi lì è annunciare il fatto con molta discrezione e poi lasciare da parte ogni parola.
Inserito il 23 Febbraio 2005
“Io
padre sono un credente!”
“Sono
contento!” “Ho
una domanda da farle. È da tempo che ho un problema”.
“Mi
dica”. “Ecco
i dinosauri, erano prima dell’uomo, questo mi fa pensare che non tutto nella
creazione era centrato sull’uomo come si legge nei racconti della Genesi nella
Bibbia”. “Ho capito. Giusta la tua osservazione. Per risponderti bisogna dire che Dio è creatore e che ha potuto benissimo fare animali che poi l’uomo non ha visto se non nei reperti di paleoantropologia. Dio creatore ha espresso se stesso in molte forme vegetali e animali prima di arrivare a formare l’uomo. Prima di formare sulla terra l’ambiente adatto a che l’uomo potesse vivere. Vedi questa tua domanda si connette strettamente con l’esistenza di altre vite in altri pianeti dell’universo. Cosa diciamo noi? Diciamo che Dio sarebbe un ben piccolo creatore se avesse creato solo la vita su questa terra. Davvero un ben modesto creatore. Dunque in altri pianeti ci sono vite e vite, ma dico subito che l’uomo è solo sulla terra” "E
perché lei giunge a questa conclusione, che l’uomo sia solo sulla terra? Dio
non avrebbe potuto fare altri esseri razionali in altri pianeti?”. “Lo avrebbe potuto fare, ma c’è che il Figlio di Dio si è incarnato su questa terra, il Figlio di Dio che è il re dell’universo è venuto qua; ha assunto una natura umana, è diventato Figlio dell’uomo. E dunque Cristo è l’espressione suprema dell’amore di Dio per gli uomini. Noi dovremmo pensare che gli altri ipotetici esseri razionali non abbiano avuto tanto amore. Infatti non lo potrebbero avere perché Cristo ha assunto la natura umana di Adamo, e quindi egli non si troverebbe in relazione, come lo è con noi, con altre ipotetiche nature razionali presenti nell'universo. C’era un tale teologo che diceva che gli uomini avrebbero preso in futuro missili e satelliti per portare la salvezza ad altri pianeti; ma costui dimenticava che Cristo è il nuovo Adamo e rimane in relazione con la razza di Adamo. Padre Pio trattò con una battuta questo argomento, ad un interrogativo di Cleonice Morcaldi che gli disse - è il testo autentico di Cleonice (La mia vita vicino a padre Pio. Ed. Dehoniane Roma, 1997, pag 59) - :"Quando mi hanno detto che i pianeti sono abitati la mia fede si è scossa". Padre Pio le disse: "Eh, che non vorresti che ci fossero altri esseri, che l'onnipotenza di Dio si fosse limitata a questo nostro piccolo pianeta?". Dunque "esseri viventi", animali e piante, e non "esseri razionali". In quegli anni circolava anche l'idea che gli esseri di altri pianeti fossero come noi, ma che non avevano peccato e che perciò non avevano bisogno di salvezza, ma il lato debole di questa idea è, oltre al fatto dell'improbabilità del pensiero di essere noi "i soli peccatori" dell'universo, che l’incarnazione si sarebbe realizzata anche in assenza del peccato degli uomini: infatti, san Paolo dice che Adamo è figura di colui che doveva venire. Poi col peccato l’incarnazione è avvenuta anche in ragione dell’espiazione dei peccati. Ma poi dovremmo ammettere un poligenismo cosmico, in parole povere dovremmo ammettere più Adami nell'universo, e ciò urta contro la verità rivelata che dice che Cristo è il nuovo Adamo e Adamo è figura di Cristo". “Ma i dischi volanti: si danno segnalazioni frequenti, e quindi ci sono esseri razionali in altri pianeti, più evoluti di noi”. “Ecco nella NASA era stato aperto un ufficio per l’intercettazione di segnali provenienti dallo spazio che segnalassero modulazioni rivelatrici di emissioni radiofoniche nello spazio, ma l’ufficio è stato chiuso. Restano tutte le foto degli UFO, ma non sono credibili. Ogni tanto si parla che i servizi segreti americani e britannici sanno e però tengono nascosto; ma io dico con tutta la letteratura che parla di avvistamenti c’è proprio bisogno dei servizi segreti americani e britannici? Io ho visto una rivista di ufologia, ma ho visto solo macchie luminose, certo cose curiose, ma possibile che nessun extraterrestre sia mai andato ad una trasmissione tv, non si sia mai fatto vedere? Possibile che noi dobbiamo credere alle panzane che sotto la base aeronautica di Aviano ci sia una città sotterranea fatta dagli extraterrestri?” Dico che il diavolo, visto che non può più parlare ad un mondo ateo di dei, parla di extraterrestri. Una foto Satana la può sempre fare creando una luminescenza in una camera fotografica, la cosa è assodata. Aggiungo che ogni tanto salta fuori un'ammissione sull'esistenza degli UFO (Unidentified Flying Objects) da parte di qualcuno dei "Servizi segreti inglesi"; una bella bufala! Se gli ufologi riempiono il mondo si avvistamenti, che c'è bisogno delle dichiarazioni segrete dei Servizi segreti inglesi!? Chiaro...; tutto per creare "la pania" per invischiare la testa dei creduloni". “Comunque, neanche io credo agli Ufo”. “Meno male. Ma tornando ai dinosauri Dio si è divertito a fare tanti animali, che poi si sono estinti per immani catastrofi cosmiche. I dinosauri sono finiti per una pioggia di asteroidi. Poi Dio ha fatto subentrare altre forme. Quando gli uomini sbarcano in altri pianeti per vedere se c’è la vita noi rimaniamo perfettamente tranquilli; noi crediamo che il creatore sia stato veramente tale e abbia tratto vite e vite dai vari pianeti passibili di riceverla. Quando poi ci dicono che vanno sui pianeti per vedere come si è formata eventualmente la vita, ci fanno ridere; chi beve queste panzane. Non sono riusciti a formarla sulla terra dove si dispone di laboratori che possono produrre svariatissime condizioni di atmosfere planetarie, di radiazioni ultraviolette. E con tanti laboratori sono riusciti a fare qualche aminoacido, sono riusciti a fare anche in sintesi dei piccoli DNA, ma il DNA non è per niente una cellula viva”. “Mi piace ascoltarla, veramente!”. “Io dico che Dio prima ha creato la materia caotica dalla quale sono emerse stelle. Pianeti, galassie; poi ha posto la vita in svariatissime forme su pianeti e pianeti, poi ne ha scelto uno, la terra, per porvi il suo capolavoro: l’uomo. Ecco tutto!”. “Grazie padre! Mi ha fatto bene parlare con lei”. “Bene lodiamo il Signore!”. Inserito il 27 Dicembre 2004
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