XIV
Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro
V/. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi
R/. Quia per sanctam crucem tuam redemisti
mundum
La Parola (Gv 19, 40-42;
20,1): “Vi andò anche Nicodemo, quello
che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di
aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo
avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i
Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino
un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque
deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era
vicino”.
Meditazione
La pietra
tombale venne rotolata sull'apertura del sepolcro e sottrasse allo sguardo di
Maria e degli astanti il corpo di Gesù, già avvolto nelle bende e negli aromi di
sepoltura.
Una porta
rotolata da mani pietose, che credevano che tutto fosse finito. Dei soldati, del Sinedrio, misero sigilli,
considerando vuota di significato la risurrezione annunciata da Gesù, e che
quel corpo poteva uscire da quel sepolcro solo se trafugato. Il Sinedrio era fatto per la maggioranza di sadducei, che negavano la
risurrezione.
Tutto
portava a respirare un'atmosfera di morte.
Era il
momento dolorosissimo dell'ultimo commiato, per tutti, ma
non per Maria: lei credeva fermamente che Gesù sarebbe risorto da morte. Una fede difesa
con tutte le forze, perché Satana - non c'è da dubitarlo - scelse proprio di
attaccare la fede di Maria sulla risurrezione del Figlio. Sgretolata questa
fede, tutto sarebbe crollato in lei, per una trasformazione orrenda che
l'avrebbe fatta diventare la prima nemica del Figlio. Ma Maria credette, la sua
fede non si sgretolò. L'attacco del Maligno portò solo al vertice l'agonia di
Maria, ma non poté vincere la sua fede nella risurrezione del Figlio.
Sembrava l'epilogo di tutto; la terra inesorabilmente aveva abbracciato quel
corpo, l'aveva legato a sé. Quella tomba era ancora una volta il segno della
presa ineluttabile della terra.
Il dolore
della Madre continuò. Giunse la notte del primo giorno, poi il secondo giorno
con la sua notte. Nessuno può sondare fino in fondo l'agonia di Maria. Il sonno
la abbandonò, e del resto Maria non
poteva dare spazio al sonno. Pregava il Padre perché la sostenesse nella sua angoscia
mortale. Credeva, si vincolava eroicamente a credere, mentre l'attacco di
Satana la torturava. La sua fede era fede nuda, spoglia di consolazioni. Giunse
il terzo giorno, le primissime ore del terzo giorno; una luce avvolse Maria: era
il Figlio risorto. Lui, proprio lui. Quella carne che lei gli aveva dato era la
stessa, e irradiava luce, luce più fulgida di quella che irradiò sul Tabor.
Cristo
era risorto, veramente risorto.
Il
Sinedrio procurò subito di mettere in giro una menzogna: “Il corpo del Nazareno
è stato trafugato mentre le guardie preposte alla vigilanza stavano dormendo”.
Assurdo completo, poiché nessuno può essere testimone di qualcosa mentre sta
dormendo, ma per quattro soldi quelle guardie divennero i primi diffusori della
negazione della risurrezione: il denaro in cambio di una menzogna.
Ma noi
non seguiamo un incantatore di folle, sul quale si è stesa definitiva la coltre
della terra a significare che era tale. Noi seguiamo
il Vincente. La terra, quella mattina dopo il sabato, quando ancora era buio,
dovette mollare la sua presa inesorabile: il terremoto - agitazione della terra
- fu il segno simbolico del suo mollare la presa di fronte alla potenza divina.
La Luce uscì trionfante dal buio del sepolcro. La pietra pesante, sbalzata lontano, si rivelò un inutile sigillo.
Sì,
Cristo è risorto, è veramente risorto. Resurrexit, sicut dixit, alleluja.
Preghiera
La tomba
non è stata l'ultima parola su di te, Signore. Tu hai vinto la morte. La morte
non può farci più paura, poiché essa è diventata porta d'ingresso per il cielo.
La terra ha dovuto mollare il suo gelido abbraccio, e ormai questo gelido
abbraccio è solo temporaneo, poiché un giorno risorgeremo. Facci desiderare sempre,
Signore, il giorno nel quale le nostre anime, già nella gloria, si riuniranno
ai nostri corpi risorti e gloriosi, così da non rimanere mai smarriti di fronte
alle seduzioni e agli attacchi del mondo, e sempre servirti per il tuo trionfo su tutta la
terra. Sì, Signore: 1“Venga il tuo regno”. Sì, 2“Vieni, Signore Gesù”.
1(Mt 6,10);
2(Ap 22,20)
Quando corpus
morietur,
fac ut animæ donetur
paradisi gloria. Amen.
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