V Stazione:
Gesù è aiutato dal Cireneo
V/. Adoramus te,
Christe, et benedicimus tibi
R/. Quia per sanctam crucem tuam redemisti
mundum
La Parola (Mt 27,32; Ps 84): “Incontrarono
un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di
lui”.
“La
sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità
germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il
Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui
camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza”.
Meditazione
Vivo, il
condannato doveva arrivare in cima alla collinetta; se non ce la faceva
bisognava aiutarlo.
A questo scopo
il centurione, a capo del drappello di soldati, requisì un uomo di Cirene che
passava nei dintorni. Era un giudeo della diaspora. Dire che l'uomo di Cirene
accettò di portare la croce di Gesù senza porre delle difficoltà è dire
troppo, poiché il Vangelo parla di costrizione. Ma certo l'occhio del
centurione non aveva scelto a caso quell'uomo. Non era tra la folla urlante, e quindi
indisponibile a toccare la croce del condannato. Doveva essere un uomo robusto,
Simone di Cirene; e doveva essere un uomo dall'aspetto mite.
Di colpo
quell'uomo di Cirene venne immesso nel dramma di quella crocifissione, e nella
condizione di percepirlo dall'interno. Avvertire sulle spalle il peso della croce
era misurare qualcosa della sofferenza del condannato. Ma questo sarebbe stato
ben poco per il Cireneo, per essere ricordato coi suoi figli nei Vangeli. Il Cireneo entrò
non solo nel dramma di una crocifissione, ma in
un dramma familiare, palpabile per la presenza della Madre. Il Cireneo entrò con
un'occhiata nel silenzioso dialogo tra quella Madre e quel Figlio, e questo cambiò le
disposizioni del suo cuore.
Prese la
croce senza svogliatezza, non più per forza ma per amore, per compassione di quella
Madre, che
assisteva alla terribile condanna del Figlio, e compassione di quell'Uomo
straziato, la cui condanna era quella di essere “Il re dei Giudei”. Il
cartello venne letto da Simone di Cirene e gli parve assurda tutta la
situazione: una marea urlante di Giudei che inneggiava alla morte del suo re.
Il quadro
giustiziale di quella crocifissione non reggeva; quella folla accanita contro
il condannato era strana, senza senso. Simone di Cirene cominciò a camminare
con la croce sulle spalle; forse dietro a Gesù, ma, certo, con il cuore rivolto
a lui.
Gesù non era solo. Con Maria c'era anche Giovanni, unico
presente tra gli apostoli. Dopo, ecco il Cireneo. Si stava costruendo un
movimento a favore di Gesù lungo la salita. Anche il centurione, fermissimo
nella disciplina militare, non era più indifferente se non all'esterno. Le parole
“figlio”, “mamma”, avevano fatto breccia in lui.
La marea
urlante reagì contro quelle presenze amiche. Ogni adesione al condannato doveva essere
repressa.
Il
Cireneo venne liberato dal suo compito, e la croce tornò ad essere portata da
Gesù.
Preghiera
Signore
Gesù, il Cireneo, dalla costrizione ad aiutarti a portare la croce, passò ad
aiutarti per amore. Noi tante volte facciamo il bene perché costretti a farlo
dalle convenienze, dal timore di subire danno, da un'autorità che ci costringe,
così ti chiediamo la grazia di fare il bene non perché forzati, ma per amore a
te e ai fratelli.
Quis est homo qui non
fleret,
matrem Christi si videret
in tanto supplicio?
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