VI
Stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù
V/. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi
R/. Quia per sanctam crucem tuam redemisti
mundum
La Parola (Is 53,2-3; Ps 43; 4): “Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi,
non splendore per trovare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si
copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima”.
“Non
con la spada conquistarono la terra, né fu il loro braccio a salvarli; ma il
tuo braccio e la tua destra e la luce del tuo volto, perché tu li amavi”. “Molti
dicono: <Chi ci farà vedere il bene?>. Risplenda su di noi la luce del
tuo volto”.
Meditazione
Mentre il
Cireneo venne costretto ad aiutare Gesù, la Veronica, invece, di sua iniziativa
arrivò accanto a Gesù, facendosi largo tra la
folla e i soldati.
Asciugare
il volto del condannato era un dettaglio, un niente rispetto a ciò che si stava
consumando, eppure la Veronica sentì che doveva muoversi, che doveva andare ad
asciugare quel volto ricoperto di sudore e di rivoli di sangue; quel volto da
lei amato. O adesso, o sarebbe stata risucchiata dalla viltà. Era poco, ma
era tutto
quello che poteva fare per Gesù, e soprattutto era bisogno di dire il suo
amore. Veronica trovò il coraggio di farlo.
E sul
lino si stampò quel volto. Il sudore, il sangue furono l'inchiostro che fissò
l'immagine. Era un'immagine da riguardare, per non dimenticare mai.
Il volto del sofferente
viene evitato dal mondo. La Veronica invece volle essere vicina a quel
volto e dargli sollievo, una carezza
velata da un lino.
Il
seguito di Gesù, pur piccolo, piccolo, cresceva. Era un gruppo che passava attraverso i
filtri della paura, dello sgomento, per mezzo della forza dell'amore, della
fede. Era un gruppo che stupiva i soldati e che veniva da loro protetto
dall'impeto della folla. Essi sapevano che nessuna autorità civile può temere
qualcosa da chi ama; e che quando giunge a temere qualcosa da chi ama, vuol
dire che tale autorità è perduta.
Maria, Veronica, Maria di
Magdala, Maria di Cleofa e altre donne, superarono i filtri della paura, fatti
di insulti, di urtoni, di orrende maledizioni.
I filtri
della paura bloccarono invece gli apostoli, ma fu solo un momento di
smarrimento, e non di vera viltà. Finire nelle mani del Sinedrio e poi di
Pilato li sgomentò.
Finire nelle mani del Sinedrio significava come minimo la fustigazione, ma in
quel caso si rischiava la lapidazione come bestemmiatori, infatti, anche se la
pena capitale poteva essere pronunciata solo da Roma, i Giudei praticavano
sovente la lapidazione, come osservanza della legge di Mosè. Nel caso di Gesù
avvenne la consegna a Pilato solo perché nel
Sinedrio ci fu (Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo) chi fu pronto a denunciare l'irregolarità a Pilato .
Non
furono dei vili gli apostoli, solo rimasero smarriti,
perché poco avevano riflettuto sulle parole di Gesù circa la loro missione di coraggio.
L'ingresso a Gerusalemme li aveva esaltati credendo fosse arrivato il momento
della gloria, e invece ecco la desolazione.
Non c'erano gli apostoli
presso la croce, solo da lontano videro Gesù salire sul Calvario e infine,
crocifisso innalzato in alto. Solo Giovanni si era svincolato dall'azione di
Satana. Ma dopo la risurrezione, gli
apostoli non fuggiranno più, e seguiranno Gesù fino alle estreme
conseguenze.
Preghiera
Signore
Gesù, tante volte il tuo Spirito ci invita ad essere coraggiosi, a metterci
allo scoperto per testimoniarti, pronti a ricevere urti, ma poi vilmente
rimaniamo fermi, bloccati dai tentacoli del quieto vivere. La Veronica col suo
amore e il suo coraggio ha testimoniato davanti a tutti i tuoi offensori, che
sei meritevole solo di amore e di gratitudine.
Aiutaci a non sciupare le occasioni di testimoniarti anche quando tutto
cospira contro di te e contro di noi.
Pro peccatis suæ gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellis subditum.
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