IV Stazione: Gesù incontra sua madre

V/. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi
R/.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum

La Parola  (Lc 2,34; Ps 138): Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: <Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima”.

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro, i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno”.

 

 

 

 

Meditazione

 

La condanna a morte aveva selezionato coloro che avevano aderito a Gesù; essi stessi si erano selezionati di fronte alla sua condanna a morte. Sempre così. Corre la gente verso il ricco, verso l'uomo influente, e si allontana dal misero. Gesù era un carcerato, un assetato, un affamato, e poi anche un ignudo, e venne evitato come un lebbroso. Nessuno della folla era disposto a toccarlo. Ma ecco che una donna riuscì a muovere a pietà i soldati che le permisero di avvicinarsi al condannato: era la Madre.

Il re dei Giudei ha una madre!? La crudeltà dell'esecuzione faceva dimenticare che il condannato avesse una madre. La ressa urlante l'aveva dimenticato, anzi divenne furibonda che Gesù avesse una tale Madre, tanto coraggiosa da essere presente accanto al Figlio.

Un giorno una donna affascinata da Gesù disse: 1Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!”. Ora non è più benedetto quel grembo. Sarebbe stato un trionfo se quella Madre non fosse comparsa, per poter dire poi che anche la Madre lo aveva rifiutato. Nessuno doveva dimostrargli amore. Ma Maria fu presente.

Quella collinetta consacrata alla morte, arida sotto il sole, era quanto di più lontano si possa pensare dall'incanto del paradiso terrestre. Là, nel florido giardino, Adamo si ribellò a Dio seguendo la voce del serpente infernale, qua nell'arsura, nel dolore, il nuovo Adamo obbedisce alla volontà del Padre. Là nel florido giardino, Eva, sedusse l'antico Adamo, spingendolo a disobbedire a Dio, qua la nuova Eva, Maria, sostiene il Figlio, il nuovo Adamo, nel fare la volontà del Padre, facendosi pronta a far suoi i dolori di lui, in una pienezza di unità dei cuori.

Il presente del Calvario accoglie in sé il passato dell'uomo, affinché il futuro non sia più saldato col passato in una triste continuità. Ma anche il futuro è accolto dal Calvario, poiché tutti i peccati di misconoscimento del Cristo, tutte le defezioni da lui, avessero perdono.

Gesù non era solo. Sulla via del Calvario comparve Maria, e non poteva che essere così. L'ora di Gesù non poteva che essere anche l'ora di Maria.

Lontana, dopo le nozze di Cana, dagli itinerari del Figlio, Maria fu la prima ad affiancarsi a Gesù nell'ultimo itinerario della sua vita.

Non più l'intima dolcezza della vita nascosta a Nazareth, ma il tormento di una folla urlante e di una esecuzione di morte torturante. Poche parole. Uno sguardo. Non c'era né spazio, né  tempo per far di più, ma bastò.

Gesù aveva una madre. Una madre solidale con lui. Un fatto nuovo: affiorava il diritto di una madre a stare accanto al figlio. La sentenza del tribunale di Pilato non abolì il diritto della Madre di stare accanto al Figlio.

 

1(Mt 11,27)

 

Preghiera

 

Signore Gesù, abbiamo ancor più compreso che il cuore di Maria è stato il tuo asilo sicuro. Tra tutte le donne è beata, ma anche tra tutte le donne è stata la più afflitta. Ti è stata accanto da forte, non dando spazio al suo dolore per non darti dolore, preoccupata solo di sollevare il tuo. Aiutaci a imitare la sua fortezza quando siamo accanto al dolore degli altri e ci verrebbe di riversare su di loro il nostro.

 

 

Quæ mærebat et dolebat
pia mater, cum videbat
Nati pœnas incliti.

indietro