Commento
Questo salmo celebra la protezione di Dio sul monte Sion, sulla città di Gerusalemme. Il salmista ha vissuto il momento di una prodigiosa liberazione da un esercito nemico che si era accampato contro la città. Molto probabilmente è il fallimento dell’attacco Siro-efraimitica al tempo di Acaz (2Re 16,5) (734 a.C). Il salmista esordisce con un’entusiasta lode a Dio per la sua assistenza a Gerusalemme: “Grande è il Signore e degno di ogni lode”. Il salmista descrive l’evento della prodigiosa liberazione, segno tangibile della protezione di Dio; momento di promozione della fede di Israele. Non è la città che viene celebrata, bensì Dio che combatte contro i suoi nemici che lo attaccano muovendosi armati contro la sua città: “Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato”. “Un baluardo” inespugnabile si è rivelata la città di Dio ai suoi nemici, colpiti probabilmente da un’improvvisa pestilenza (Cf. 2Sam 24,15s). Il salmista aveva udito narrare le gesta di Dio a favore del suo popolo, ma ora ha visto e il fatto porta lui e tutti gli abitanti di Gerusalemme a fare memoria della provvida assistenza di Dio: “O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio”. La lode nel tempio mentre si innalza a Dio è pensata nello stesso tempo come un’onda che si diffonde per accenderla alla lode a Dio, sovrano di tutta la terra: “Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all'estremità della terra”. Il salmista alla fine invita a guardare ciò che Dio ha fatto per Gerusalemme. Come l’abbia provveduta di mura, di torri, di baluardi. Gerusalemme è rivista alla luce dello sguardo sgomento dei nemici. “Questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre”; cioè fedele all’alleanza, provvido e previdente con Gerusalemme. Ma Gerusalemme sarà però un giorno rasa al suolo, quando diventerà ribelle a Dio. Gerusalemme era, nella luce del disegno di Dio, una tappa verso una terra resa nuova dal Cristo. Era una tappa verso la Gerusalemme senza le mura di cui parla il profeta Zaccaria (2,8). Una tappa verso la Gerusalemme messianica, per la quale la Chiesa incessantemente si adopera (Cf. Ap 21,9). |