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Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide
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Ti risponda
il Signore nel giorno dell'angoscia,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
Ti mandi l'aiuto dal suo santuario
e dall'alto di Sion ti sostenga.
Si ricordi di tutte le tue offerte
e gradisca i tuoi olocausti.
Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
adempia ogni tuo progetto.
Esulteremo per la tua vittoria,
nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:
adempia il Signore tutte le tue richieste.
Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.
Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:
noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.
Quelli si piegano e cadono,
ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.
Da' al re la vittoria, Signore;
rispondici, quando t'invochiamo. |
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Commento
Il presente salmo
è una preghiera augurale per il re al quale l’orante è legato. Egli prega per il
capo del suo popolo che con coraggio e giustizia vive l’alleanza con Dio. Il re
è in una difficoltà estrema, che viene chiamata nella fede “angoscia”.
L’aiuto gli giungerà con certezza, dal santuario celeste, “dal
suo cielo santo”, e dall’alto di Sion,
cioè dal rialzo collinare dove sorgeva il tempio.
L’aiuto di Dio ci viene dal cielo, e dall’intensa unione con Cristo presente
sugli altari, nelle chiese.
L’orante dice: “Si ricordi…”.
Dio nella sua misericordia ha infinita voglia di esaudire le preghiere di chi a
lui si rivolge con fede, perciò l’orante lo invoca con fiducia affinché doni
aiuto al re ricordando le sue “offerte
e olocausti”, e continui a gradirli,
poiché essi sono autentici solo se compiuti nell’obbedienza e nell’amore.
La gioia del re per “la sua vittoria”,
ottenuta in difficoltà estreme, sarà la gioia di tutti. Tutti ne trarranno
forza, coraggio, e così “nel
nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli”.
I capi cristiani per davvero devono saper entusiasmare con la loro fede i
sottoposti e i sottoposti pregare per loro perché siano vincenti nelle mille
difficoltà che comporta il governo, e ci sia comunione di rispetto, nella
carità, tra di loro - tra di noi - poiché tutti quelli in Cristo sono diventati
di stirpe regale, sacerdotale e profetica (Cf. 1Pt 2,9).
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