Salmo 12 (13)  Lamento di un giusto nella prova

 

Al maestro del coro. Salmo. Di Davide

 

Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

Fino a quando nell'anima mia addenserò pensieri,
tristezza nel mio cuore tutto il giorno?
Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico?

Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,

perché il mio nemico non dica: “L'ho vinto!”
e non esultino i miei avversari se io vacillo.

Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.

 

Commento


L’orante è attanagliato dalle sventure, e gli pare che Dio sia lontano da lui. Di questo ne è sgomento e interroga nel gemito Dio. Ma non viene meno la sua fede, non si lascia invadere dal dubbio circa il soccorso di Dio.
La sua umanità ferita, sconvolta, gli strappa quei gemiti, ma il suo cuore, pur saturo di tristezza, è fermo nella fede, e la tristezza non è nel centro più centro del suo cuore.
Egli si sente braccato dal suo nemico, il quale, dopo avergli moltiplicato gli avversari, lo vuole uccidere per dire finalmente un orrido: “
L’ho vinto!”.
Ma ciò non è accaduto e il salmista loda la misericordia di Dio, nella quale ha confidato.
La salvezza portatrice di gioia gli giunge repentina, lo sorprende mentre è immerso nell’afflizione, così che si trova chiamato alla gioia mentre gli permane, per un effetto psicologico, la cappa della tristezza,così che egli deve dirsi: “
esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato.”.