1) Le visioni o apparizioni, le locuzioni, si ritrovano nella Bibbia,
è dunque di fede che esse esistano e che sono opera dello Spirito Santo. Vedi
il discorso di Pietro a Pentecoste dove cita il profeta Gioele (At 2,17s)
Esse sono un fatto importante
nell’azione evangelizzatrice della Chiesa: Pietro ha visioni che lo guidano ad
aprire il Vangelo ai pagani (At 10,3s); così pure Paolo ha visioni che lo
indirizzano nell'evangelizzazione (At 16,9s).
Il Concilio Vaticano nella Lumen Gentium n. 12 pone i
carismi straordinari in connessione con l’azione della Chiesa: “E questi
carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono
soprattutto adatti e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere
con gratitudine e consolazione. I doni straordinari però non si devono -
expetenda - chiedere imprudentemente, né con presunzione si devono da essi
sperare i frutti dei lavori apostolici, ma il giudizio sulla loro genuinità e ordinato
uso appartiene all’Autorità ecclesiastica, alla quale spetta soprattutto di non
estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (Cf.
Ts. 5,12; 19-21)”. La prima lettera ai Corinzi così dice (14,1): “Desiderate
intensamente i doni dello Spirito”, ma ciò con le precisazioni del n. 12
della L.G.
2) Le visioni, le apparizioni, le locuzioni - si precisa
nell’ambito della mistica - non fanno direttamente
parte dell’organismo soprannaturale della vita cristiana, formato dalla
grazia santificante, dalle virtù infuse, dai doni dello Spirito Santo, dalla
grazia attuale.
La santità, anche la più alta, può avvenire senza che il
soggetto abbia mai avuto doni straordinari, essendo che “il vincolo della perfezione è la carità” (Col 3,14).
Tali doni straordinari devono essere accolti con gratitudine e consolazione, cioè
devono essere accolti nell’amore verso Dio e verso i fratelli. Sempre deve
essere chiaro che lo Spirito distribuisce i suoi doni (Cf. 1 Cor 12,11)
"come vuole, quando vuole e a chi vuole"
Santa Teresa d’Avila ammonisce di non desiderare visioni e locuzioni propriamente relative alle elevazioni
mistiche (Cf. Seste mansioni, c.9); dello stesso avviso è san Giovanni della
Croce (Cf. Salita del Monte Carmelo
II,11).
Essi costituiscono per il soggetto che li riceve una prova, perché richiedono un forte
spirito di oblazione, una grande umiltà, un'obbedienza perseverante alla Chiesa,
ad un vero direttore spirituale, altrimenti si diventa preda delle contraffazioni del Demonio.
Valore delle rivelazioni private
Il termine “Rivelazione privata”
definisce le visioni-rivelazioni orientate a suscitare maggior adesione alla "Rivelazione
pubblica e definitiva" e maggior senso di appartenenza alla Chiesa. Il CCC
n° 67 dice: “Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate
“private”, alcune delle quali sono state riconosciute dalla Chiesa…Il loro ruolo
non è quello…di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutarla
a vivere in una determinata epoca storica”.
(Dal
documento di presentazione del Messaggio di Fatima della Congregazione per la
dottrina della fede; maggio 2000):
“L’autorità delle rivelazioni
private è essenzialmente diversa dall’unica rivelazione pubblica: questa esige
la nostra fede; in essa infatti per mezzo di parole umane e della mediazione
della comunità vivente della Chiesa Dio stesso parla a noi.
La
"Rivelazione privata" è un
aiuto nei casi di abbassamento della luce evangelica, e si manifesta credibile proprio perché rimanda
all’unica rivelazione pubblica. Il criterio per la verità ed il valore di una rivelazione
privata è pertanto il suo orientamento a Cristo stesso. Quando ci si allontana
da lui, quando essa si rende autonoma o addirittura si fa passare come un altro
e migliore disegno di salvezza, più importante del Vangelo, allora essa non
viene certamente dallo Spirito Santo, che ci guida all’interno del Vangelo. Ciò
non esclude che una rivelazione privata ponga nuovi accenti, faccia emergere
nuove forme di pietà o ne approfondisca e ne estenda di antiche. Ma in tutto
questo deve comunque trattarsi di un nutrimento della fede, della speranza e
della carità, che sono per tutti la via permanente della salvezza.
3) Il giudizio
Il primo giudizio su di una rivelazione privata lo deve dare
il soggetto ricevente, che tuttavia, in posizione di prudenza, deve ricorrere ad
un assistente spirituale.
Poi, affermandosi la rivelazione privata come fatto pubblico e incidente nella vita dei
fedeli, comporta l’interessamento del vescovo prima in forma privata, con la costituzione di una commissione teologica
di esame del caso.
Spesso l’autorità ecclesiastica impiega tempo per esprimere
un giudizio; in tal caso tutto grava sul soggetto, il quale agisce con il sensus fidei,
che gli è proprio quando
vive nella Chiesa ed è obbediente alla Chiesa. Da qui l'inizio di una severa
prova: il
soggetto rimane obbediente e la Chiesa indaga sulla sua obbedienza. Il soggetto
non ha il conforto del giudizio della Chiesa, quando è fatto oggetto di
diffidenze e di disapprovazioni; vedi p. Pio da Pietrelcina. Perciò il giudizio
poggia tutto sul soggetto, il quale deve appoggiarsi alla Sacra Scrittura, ai
documenti della Chiesa, alla teologia, alla sua sincerità. Deve essere interiormente pronto a lasciare
tutto, a tacere; ma non può entrare in
conflitto con la sua capacità di essere sincero con se stesso fino in fondo,
non può entrare in conflitto con le sue stesse capacità denudate di tutto
quello che potrebbe portarlo ad accogliere l’inganno; sarebbe l’involuzione
mentale del soggetto. E’ un vero cammino di purificazione: una notte dello spirito, secondo il
linguaggio di san Giovanni della Croce.
Pensiamo, ancora, alle diffidenze e
riserve del parroco di santa Bernardetta. Pensiamo a santa Teresa d’Avila i cui
scritti vennero ritenuti di origine diabolica da alcuni teologi ai quali erano
stati sottoposti. Pensiamo all’azione del Gesuita padre Crivelli inviato dal
sant’Uffizio per controllare santa Veronica Giuliani nel convento di Città di
Castello. E i metodi passati conoscevano la segregazione del soggetto: una vera
prigionia.
La Chiesa - ma poche volte - lascia al tempo e al
giudizio dei fedeli la cosa, non registrando alcuna eresia o comportamento
contro la morale (L’apparizione mariana alle Tre Fontane, il 12 aprile 1947, al protestante Bruno Cornacchiola).
Usualmente invece la Chiesa interviene
con un’approvazione o una disapprovazione. Le approvazioni ecclesiastiche
richiedono soltanto un ragionevole assenso di fede umana, sul principio che la
Chiesa ha fatto indagini serie, in un adeguato lasso di tempo.
Il Card. Prospero Lambertini, poi Papa Benedetto XIV, nel “De servorum Dei beatificatione et
canonizatione” dice: “Revelationibus, etsi approbatis, non debere,
nec posse a nobis adhiberi assensum fideu catholicae, sed tantum fidei humanae,
iuxta regula prudentia, quas praedictae revelaziones sunt probabiles et pie
credibiles”.(III, cap. 53, n.15 ed. Aldima, Prato 1840)
“Sequitur
posse aliquem, salva et integra fide catholica, assensum revelationibus
praedictis non praestare, et ab eis recedere dummodo id fiat cum debita
modestia, non sine ratione, et citra contemptum” ( Ivi, III, cap. 53 n 15).
Pio X presenta la medesima cosa:
“Eiusmodi apparitiones
seu revelationes neque approbatas neque dammatas ab Apostolica Sede fuisse, sed
tantum permissas tamquam pie credendas fide solum humana, iuxta traditionem
quam ferunt…” (AAS, 40 1907, 649).
L’approvazione di un Papa ha evidentemente una rilevanza
particolare, ma tuttavia l’assenso che si chiede a quella determinata
apparizione è sempre di fede umana, naturalmente sapendo di fede divina che le rivelazioni esistono poiché la Scrittura le
presenta. Così per Lourdes e per Fatima.
Gli scritti delle rivelazioni private debbono
essere sottoposti all’autorità ecclesiastica
In molti degli scritti di pseudomistici
si legge: “Il Decreto della congregazione
della fede (AAS n 58/16 del 29 dicembre 1966) che abroga i canoni 1399 e 2318
fu approvato da Paolo VI il 14 ottobre 1966. Per cui non è più proibito
divulgare senza l'imprimatur scritti riguardanti nuove apparizioni rivelazioni
visioni profezie e miracoli”.
La data del documento è diversa: (AAS v. 58 / 15
giugno 1966 / n. 6). In un comunicato stampa della Congregazione per la dottrina
della fede sul Bollettino Sala Stampa Santa Sede n° 447 del 29/11/1996 si legge:
"Non è assolutamente valida l’interpretazione data da alcuni di una
Decisione approvata da Paolo VI il 12 ottobre 1966 (si tratta di un “plenario
conventu”) e promulgata il 15
novembre dello stesso anno, in virtù della quale potrebbero essere liberamente
diffusi nella Chiesa scritti e messaggi provenienti da presunte rivelazioni.
Detta decisione si riferiva in realtà all’Abolizione dell’Indice dei libri
proibiti, e stabiliva che - tolte le censure relative - rimaneva tuttavia l’obbligo
morale di non diffondere e leggere quegli scritti che mettono in pericolo la
fede e i costumi. Si richiama che per la diffusione di testi di presunte
rivelazioni private, rimane valida la norma del codice vigente (1983) can.823.”
Canone 823 §1: “Perché
sia conservata l’integrità della verità della fede e dei costumi, i pastori
della Chiesa hanno il dovere e il diritto di vigilare che non si arrechi danno
alla fede e ai costumi dei fedeli con gli scritti o con l’uso degli strumenti
di comunicazione sociale; parimenti di esigere che vengano sottoposti al
proprio giudizio prima della pubblicazione gli scritti dei fedeli che toccano
la fede o i costumi; e altresì di riprovare gli scritti che portino danno alla
retta fede o ai buoni costumi”.
Questo il testo integrale della
notificazione della sacra Congregazione per la dottrina della fede 15 giugno
1996
(AAS v. 58 / 15 giugno 1966 / n. 6):
Sacra Congregatio pro
Doctrina Fidei,
notificatio
Post Litteras Apostolicas, a
verbis incipientis “Integrae servandae” Motu Proprio datas die VII mensis
decembris anno 1965, non paucae pervenerunt ad S. Sedem percontationes de
Indicis librorum prohibitorum conditione, quo Ecclesia ad integritatem fidei et
morum, iuxta divinum mandatum, tuendam huncusque usa est.
Ut memoratis petitionibus
respondeatur, haec S. Congregatio pro Docrina Fidei, facto verbo cum Beatissimo
Patre, nuntiat Indicem suum vigorem moralem servare, quatenus Christifidelium
conscientiam docet, ut ab illis scriptis, ipso iure naturali exigente, caveant,
quae fidem ac bonos mores in discrimen adducere possint; eundem tamen non
amplius vim legis ecclesiasticae habere cum adiectis censuris.
Quam ob rem Ecclesia
fidelium maturae conscientiae confidit, praesertim auctorum et editorum
catholicorum atque eorum qui iuvenibus instituendis operam navant. Firmissimam
autem spem collocat in vigili sollicitudine et singulorum Ordinariorum et
Conferentiarum Episcopalium, quorum ius et officium est libros noxios tum
inspiciendi tum praeveniendi atque, si res tulerit, reprehendendi et improbandi.
S. Congregatio pro Doctrina
Fidei, ad mentem Litterarum Apostolicarum “Integrae servandae” ac Concilii
Vaticani II decretorum, communicare sataget, si opus est, cum orbis catholici
Ordinariis ut eorum sedulitatem adiuvet, in diiudicandis operibus editis, in
sana contra insidiosam promovenda cultura, collatis etiam viribus com Institutis
et studiorum Universitatibus.
Si autem doctrinae et
opiniones quovis modo evulgatae prodierint, quae fidei ac morum principiis
adversentur, et eorum auctores ad errores corrigendos humaniter invitati id
facere noluerint, S. Sedes iure et officio suo utetur ad talia scripta etiam
publice reprobanda, ut animarum bono ea qua par est firmitate consulat.
Apte denique providebitur,
ut Ecclesiae iudicium de editis operibus in Christifidelium notitiam perveniat.
Datum Romae, ex Aedibus S.
Officii, d. XIV iunii, a. MCMLXVI.
A. Card. Ottaviani,
Pro-praefectus S: C: pro Doctrina Fidei
+ P. Parente, a Secretis
Traduzione in italiano
“Dopo la Lettera Apostolica
che comincia con le parole “Integrae servandae”, promulgata con Motu Proprio il
7 dicembre dell'anno 1965, sono pervenute alla Santa Sede non poche
interrogazioni sulla condizione dell'Indice dei libri proibiti, che la Chiesa
fino ad ora ha usato per difendere l'integrità della fede e dei costumi secondo
il divino mandato. Per rispondere alle suddette petizioni questa Sacra
Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo aver consultato il Beatissimo
Padre, afferma che l'Indice conserva il suo vigore morale nella misura in cui è
di insegnamento alla coscienza dei fedeli perché si guardino da quegli scritti,
esigendolo lo stesso diritto naturale, che possono porre in pericolo la fede e i
retti costumi; tuttavia il medesimo Indice non ha più vigore di legge
ecclesiastica con le censure annesse. Perciò la Chiesa confida nella coscienza
matura dei fedeli, in particolare degli autori e degli editori cattolici e di
coloro che prestano la loro opera nella educazione dei giovani. Ripone poi piena
speranza nella vigile sollecitudine e dei singoli Ordinari e delle Conferenze
Episcopali, il cui diritto e compito è quello di esaminare attentamente e di
prevenire i libri nocivi, e, se le circostanze lo comporteranno, di censurarli e
di disapprovarli. La Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo la
mente della Lettera Apostolica “Integrae servandae” e dei decreti del Concilio
Vaticano II si adopererà di stare in comunicazione, se sarà necessario, con
tutti gli Ordinari cattolici del mondo per aiutare la loro solerzia nel
giudicare gli scritti editi per promuovere la sana cultura contro quella
insidiosa, collaborando con gli Istituti e le Università. Se poi gli autori di
dottrine e opinioni, in qualsiasi modo divulgate, che sono contro la fede e i
principi morali, rifiutano, benché cortesemente invitati, a correggere i loro
errori, la Santa Sede, in forza del suo diritto e compito di riprovare tali
scritti anche pubblicamente, deliberi con quella fermezza che esige il bene
delle anime. Infine si provvederà in maniera idonea a che il giudizio della
Chiesa sulle opere edite giunga a conoscenza dei fedeli”.
Viene dunque affermato il
diritto-dovere della Chiesa di prevenire, attraverso l'esame degli
scritti da dare alle stampe (o altro modo, come video-cassette, CD, filmati) la
diffusione di testi che recano pericolo per la crescita spirituale dei fedeli, e
di intervenire, qualora non fosse stato osservato da scrittori ed editori
cattolici questo vaglio preventivo e doveroso, oppure, riguardando non cattolici,
non fosse possibile ottenerlo. La Chiesa ha pure il diritto-dovere di
intervenire, a seconda delle situazioni, denunciando pubblicamente gli
errori con la dovuta fermezza.
In data 15 novembre veniva
espresso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede questo decreto (AAS
v. 58 / 15 novembre 1966 / n. 16):
Decretum
“Post editam
“Notificationem” diei 14 iunii c. a. circa “Indicem” librorum prohibitorum,
quaesitum fuit ab hac S. Congregazione pro Doctrina Fidei an in suo vigore
permaneant can. 1399, quo quidam libri ipso iure prohibentur, et can. 2318, quo
quaedam poenae ferentur in violatores legum de censura et prohibitione librorum.
Dubiis in plenario conventu
fer. IV diei Octobris 1966 propositis, E.mi Patres rebus Fidei tutandis
praepositi respondendum decreverunt:
1) Negavive ad utrumque,
quoad vim legis ecclesiasticae; iterum tamen inculcato valore legis moralis,
quae omnino prohibet fidem ac bonos mores in discrimen adducere;
2) eos vero, qui forte
innodati fuerint censuris de quibus in can. 2318, ab iisdem absolutos habendos
esse ipso facto abrogationis eiusdem canonis.
Et in Audientia E.mo
Cardinali Pro-Praefecto S. Congregationis pro Doctrina Fidei die 14 eiusdem
mensis et anni concessa, praefatum decretum S. Pontifex Paulus Papa VI benigne
adprobare dignatus est et publici iuris fieri mandavit.
Datum Romae, ex aedibus S.
Congregationis pro Doctrina Fidei, die 15 novembris 1966.
A. Card. Ottaviani,
Pro-Praefectus
+ P. Parente, Secretarius
Traduzione in italiano
Dopo che è stata edita la
“Notificazione” del 14 Giugno circa l'Indice dei libri proibiti, è stato chiesto
a questa Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede se rimangono in vigore
il canone 1399, col quale alcuni libri “ipso iure” vengono proibiti, e il canone
2318 nel quale alcune pene sono connotate contro i violatori delle leggi sulla
censura e proibizione dei libri.
Dopo che sono stati proposti
i dubbi nella riunione plenaria di mercoledì 12 Ottobre 1966, gli Eminentissimi
Padri preposti alla tutela della fede hanno decretato di rispondere così:
1) Negativamente ad ambedue
per quanto attiene alla forza della legge ecclesiastica; ribadendo di nuovo,
tuttavia, il valore della legge morale che impedisce del tutto di porre in
dubbio la fede e i buoni costumi;
2) quelli poi, che
eventualmente siano caduti nelle censure delle quali si dice nel can. 2318,
debbono essere sciolti da tali censure dalla medesima abrogazione del canone.
E nell'udienza concessa
all'Eminentissimo Cardinale Pro-Prefetto per la Congregazione per la Dottrina
della Fede, il 14 del medesimo anno e mese, il sommo Pontefice Paolo VI Papa si
è benignamente degnato di approvare il predetto decreto e ha deciso che fosse di
pubblico diritto.
Il Decreto di Urbano VIII dice che la qualifica di fatto
soprannaturale spetta solo alla Chiesa.
L’imprimatur eventualmente concesso a
rivelazioni private non è impegnativo circa la soprannaturalità dei fatti, dice
solo che non vi sono eresie e cose contrarie alla morale. Sulla
soprannaturalità dei fatti occorre un pronunciamento.
L’imprimatur - se non vi è una dichiarazione esplicita sulla soprannaturalità dei
fatti - viene dato nel senso che le rivelazioni presentate non sono altro
che meditazioni del soggetto.
4) Valore
teologico delle rivelazioni “private”
“Private” non perché il destinatario sia uno solo; del resto
oggi rimangono “private”
per poco tempo; ma “private” in contrapposto a quella “pubblica”, che è quella a
cui fa capo la fede; essa è pubblica perché annunciata a tutti, non per via
della capacità dei mezzi di comunicazione, ma perché è lo stesso annuncio
cristiano.
Oggi le apparizione hanno una risonanza enorme per via
della rapidità della diffusione delle notizie (stampa, radio, Tv), della
capacità di organizzazione dei pellegrinaggi, per cui il fenomeno si diffonde
rapidissimamente, mentre il giudizio pubblico
dell’autorità ecclesiastica è lento: una commissione d’indagine, che esamini
per bene la cosa, il pronunciamento e quando arriva la cosa ha già delle
proporzioni con le quali bisogna fare i conti, se si vuole essere ecumenici,
ecc.”
E’ un problema serio.
Esempi
di come in esse possono essere presenti elementi umani:
Le rivelazioni private, essendo soggette ad errore umano da
parte del soggetto o da parte del segretario del soggetto ricevente, può
contenere errori. Benedetto XIV nella sua opera già citata dice che se una
rivelazione in un qualche dettaglio non è corretta, non vuol dire che il resto
non sia vero.
Nelle rivelazioni false lo stato di errore è sistematico, il
che non vuol dire che in mezzo agli errori non ci siano delle verità.
Santa Giovanna D’Arco avendo chiesto
alle voci se sarebbe stata bruciata le venne risposto di rimettersi al Signore
che da lui sarebbe stata liberata con grande vittoria. La locuzione non
intendeva che non avrebbe subito il martirio, come lei comprese, ma la vittoria
nella prova.
Suor Maria d’Agreda (1602-1665) vide
aprirsi i sette cieli tolemaici per l’evento dell’Incarnazione. Chi fosse partito
da quella rivelazione sarebbe rimasto per sempre ancorato ad uno schema
astronomico inesatto.
Bisogna poi essere certi che non siano
intervenute mani redazionali che hanno alterato il tenore originale. Così è
avvenuto con Katarina Emmerick (1774-1824) i cui scritti risentono palesemente
dell’influsso del redattore.
Il loro valore teologico risiede nel
fatto che esse sono di stimolo al pensiero teologico, in quanto sottolineano
verità che in certi momenti possono essere state più o meno oscurate.
Esse sono utili perché il teologo si
trova rafforzato nella sua comprensione della Sacra Scrittura, sulla quale
poggia la sua azione di pensiero.
Sono utili perché entrano nella pietà popolare, che è la “prima e fondamentale forma di
“inculturazione” della fede, che però si deve lasciare orientare e guidare
dalle indicazioni della liturgia, ma che a sua volta feconda la fede a partire
dal cuore” (Dichiarazione della Congregazione della dottrina della fede sul
messaggio di Fatima).
5) Le visioni si distinguono
in esteriori o corporali, e in immaginarie
Le visioni esteriori o corporali si hanno quando c’è l’impressione della
retina, cioè si ha una figura davanti all’occhio. Le può produrre Dio, ma anche
un angelo può realizzare questo come si dichiara espressamente nella Scrittura
a proposito di Raffaele (Tb 12,19); lo fa organizzando la materia aerea dice san Tommaso (Cf.
Summa, I q.51, aa 2), ma certo il modo è per noi del tutto misterioso. Il
demonio, essendo un angelo, le può produrre.
Le
immaginarie possono
avvenire o per azione sulle immagini acquisite dal soggetto nella memoria, o
per nuove immagini infuse. Il secondo modo non è possibile al Demonio, che deve
agire sulle immagini già acquisite. Il processo di questa azione è ben
possibile se facciamo un parallelo con le allucinazioni di un soggetto malato.
Esse sono
capaci di fornire un quadro vasto di cose
(I sogni di Giuseppe,
di Nabucodonosor, ecc). Si possono produrre in stato di sonno o di estasi o
anche senza alcuna estasi. Il demonio non può infondere nuove immagini, per cui
l’interrogatorio di discernimento che la Chiesa fa si preoccupa, tra l’altro,
di vedere se nella descrizione della visione vi siano elementi noti al
soggetto: Ad es: In un’apparizione mariana bisogna preoccuparsi se la Madonna
sia descritta come quella che il soggetto vede nella chiesa parrocchiale o in
qualche santuario. Se ciò è, subito bisogna porsi in stato di sospetto. Il
demonio le può produrre; e ovviamente si possono dare allucinazioni del
soggetto. Anni fa, dopo la proiezione del film su santa Bernardetta, tanti
cominciarono a dire di vedere la Madonna.
Le visioni intellettuali avvengono
nell’intelligenza, senza impressione o immagine sensibile. Forniscono all’anima
una certezza assoluta sulla loro autenticità. Nella Vita di santa Teresa c.27
n. 5 si legge: ”Il Signore s’imprime
nell’anima con una conoscenza così chiara che non è più possibile dubitarne…;
l’anima n’esce poi con tanta sicurezza che il dubbio non ha forza”.
Il demonio non può assolutamente
produrre le visioni intellettuali.
S.Tommaso dice con grande precisione
che solo Dio può toccare direttamente le potenze dell’anima: intelletto e
volontà. (Summa, I q.111, aa 1-2). Lo dice anche S. Giovanni della Croce (Salita, libro 2, cap. 26, 5-6; Notte oscura, libro 2 cap. 23, 8). Un
angelo cattivo non può toccare direttamente
le potenze di un’anima neppure nel caso che si tratti di uno che si è dato al
demonio. Giovanni della Croce quando parla dell’azione su un tale individuo
afferma che essendovi da parte del soggetto la “nequizia volontaria” facilmente il demonio riempirà il soggetto di
suggestioni, degli effetti cattivi dei suoi detti e delle sue parole (Cf.
Salita, Lib.2, cap.31,2).
6) Le locuzioni si distinguono in auricolari, immaginarie
e intellettuali
Le auricolari possono
essere udite come voce esterna al soggetto. Possono venire da Dio, ma anche
dagli angeli buoni o dai demoni.
Le immaginarie
si possono avere in stato di sonno (sogno) o di veglia. Possono procedere da Dio, dagli angeli buoni, ma anche dai demoni. Il demonio può agire solo sulla memoria e sull’immaginazione usando di ciò che il soggetto ha già acquisito nella memoria. Dio può invece infondere specie nuove. La voce è udita nel cuore, ma anche il demonio può fare questo agendo sulla psiche del soggetto.
Le intellettuali. Possono
essere di tre specie: successive, formali, sostanziali. Possono essere
fatte solo da Dio.
Le successive avvengono nel procedere del
pensiero del soggetto, ciò con l’aiuto dello Spirito Santo; successive perché
non si tratta di luce istantanea, intuitiva.
Le formali si hanno senza che l’anima si trovi impegnata nello
svolgimento di una riflessione.
Le sostanziali sono quelle formali corredate di un’efficacia straordinaria
nel produrre nell’anima ciò che le parole dicono: “Sii, umile; tranquillizzati”.
7) Altri
fenomeni
Discernimento degli spiriti (1 Cor 12,10)
è la conoscenza dei segreti dei cuori comunicata da Dio. Tale conoscenza certa
e infallibile non è producibile dal demonio. Quella probabile o congetturale la
possono avere gli angeli e quindi i demoni e anche bravi psicologi.
La ierognosi è la
conoscenza del sacro. Riconoscere rosari benedetti, le particole consacrate, le
reliquie, senza alcuna indagine.
Le estasi sono una
grazia di orazione e quindi la si colloca nello sviluppo del cammino (via
straordinaria) dei gradi dell’orazione mistica; ha un valore santificante: è
soave o dolorosa. Ha fenomeni straordinari, infatti pone in uno stato di
astrazione dei sensi. Può avere il fenomeno esterno tre cause: Dio, il demonio,
oppure uno stato psicologico, ma qui siamo nella patologia. Raffreddamento
della temperatura, rigidità del corpo (a volte) insensibilità ad una azione
esterna sul soggetto, (es. una bruciatura).
Le stimmate sono la
produzione dei segni della passione di Cristo: piaghe nelle mani e nel costato,
sulla spalla. Sono prodotte da Dio e si mantengono aperte senza infezioni.
Possono essere invisibili, ma dare ugualmente dolore. Le visibili emettono
sangue. Possono essere prodotte anche dal demonio, come attestano numerosi
casi. Nel caso che le stimmate fossero autoprocurate dal soggetto con delle
punte, queste in breve si infetterebbero. Il giudizio sulla loro autenticità
passa attraverso la santità del soggetto, la sua obbedienza alla Chiesa.
Le lacrime di sangue sono un fenomeno per il quale invece di lacrime il soggetto
emette sangue; è dovuto alla rottura dei capillari delle congiuntive. Teresa
Neuman (1898-1962) ebbe questo fenomeno.
Il sudore di sangue è un fenomeno
che è in parallelo con la sudorazione di sangue di Cristo nell’orto degli
ulivi. E’ dovuto alla rottura di capillari sanguigni. Anche questo fenomeno
potrebbe essere prodotto dal demonio.
Il digiuno prolungato (inedia) è un
fenomeno per cui il soggetto vive senza alcun nutrimento.
L’agilità è quel
fenomeno che ebbe il diacono Filippo quando fu trasferito dallo Spirito in
Azoto. Potrebbe essere, al pari della levitazione, essere prodotto dal demonio.
La bilocazione è fenomeno
che si realizza in questo modo: un angelo appare in un qualche luogo con le
sembianze del soggetto, mentre il soggetto è cosciente del fenomeno. L’angelo,
oppure (altra spiegazione) una figura prodotta da Dio, dice le cose che vuole
comunicare il soggetto.
La levitazione è il fenomeno
per il quale il soggetto si eleva da terra. Può essere prodotto dal demonio.
La sottigliezza è il fenomeno
del passaggio di un corpo attraverso un altro corpo. Gesù che entra a porte
chiuse nel Cenacolo. Ma anche santa Veronica Giuliani entrò nella sua cella
attraverso la parete cosicché una consorella che la cercava la vide inspiegabilmente
dentro la cella mentre prima era fuori. Così Santa Rita, che entrò nel monastero
a porte chiuse. Così S. Raimondo di Penafort che entrò nel suo convento di
Barcellona a porte chiuse. Questo fenomeno non può essere affatto prodotto dal
demonio.
Gli aruspici di Roma spesso trovavano che la vittima non aveva il cuore o ne
aveva due. La cosa avveniva con un “gioco di prestigio” del maligno, che può
realizzare la distrazione del soggetto, in modo tale che non veda il trucco. Di
cuori durante i sacrifici non ne mancavano.
Luci e splendori, sono
fenomeni luminosi, possono venire anche dal demonio
.
I profumi ( sono aromi singolari) possono essere prodotti anche dal
demonio.
La glossolalia è il parlare
altre lingue (in lingua) (1 Cor 14,4ss); anche questa può essere prodotta anche
dal demonio, come si vede bene nel caso degli esorcismi dove il soggetto
diventa capace di parlare lingue che non conosce affatto.
8) Alcune osservazioni circa l’ipotesi scientifico
naturalistica dei fenomeni presenti nello spiritismo, in quanto tale ipotesi ha
un riflesso circa la lettura dei fatti dello spirito
Lo spiritismo si presenta con tutta una serie di errori. Infatti mentre si
ammette l’esistenza dei trapassati, non si ha un concetto adeguato dello
spirito: spirito e materia sono per loro espressioni diverse nella forma, ma
sostanzialmente identiche, di un’unica Energia. Nello spiritismo antico si
ammetteva che il medium venisse invasato dallo spirito invocato, ora in quello
più moderno (ultrafania) si parla di nouri o correnti mentali, che portano con
se i pensieri stessi, le immagini.
Sulla parapsicologia
Metapsichica, parapsicologia, paranormale,
fatti preternaturali. L’ultimo termine piace a qualcuno più degli altri
termini, ma dire preternaturale è dire oltre le possibilità della natura umana,
e dunque come dire che essi non sono inerenti alla natura umana in sé.
Le forze in campo, chiamate in diversi
modi, sarebbero forze biopsichiche, forze medianiche, fluidi psichici,
puramente naturali. Della loro natura specifica nulla si sa, ci si limita alla
registrazione dei fenomeni, che paiono a volte riuscire nei laboratori di
osservazione, ma si commenta, per i fallimenti, che siano le stesse condizioni di
laboratorio ad impedire gli stessi fenomeni.
Il principio generale, base generale, è
che basti dimostrare che esse agiscono in conformità alle grandi e generali
leggi della natura. Certo questa forza occulta, il fluido medianico, produrrà i
suoi effetti, così come li produce l’elettricità, il calore, ma non contro la
leggi generali causa-effetto, di azione-reazione, di costanza del fenomeno, di
leggi dei campi dove l’azione è in rapporto alla distanza dalla fonte
energetica: campo magnetico.
I fenomeni non si presentano con
costanza: ma si dice che la cosa dipende dalle situazioni psichiche.
La levitazione
Benedetto XIV nel suo trattato De Beatificazione, pone la levitazione
tra i fenomeni che non si possono produrre naturalmente. Gli argomenti sono che
al termine della levitazione il soggetto è spossato e quindi ciò dimostra che
vi è stato dispendio di energia e che quindi egli ne è l’autore. Così le
levitazioni dei santi sono altra cosa perché il soggetto non si trova alla fine
spossato. Si parla fantasiosamente di poliplani vorticosi emessi dal soggetto e
agenti contro l’aria, che vengono a formare come degli arti invisibili esterni.
Il soggetto non emette solo energia, ma
costruisce un’impalcatura. E qui allora si va contro le leggi generali e si
presuppone l’esistenza di forze che una volta emesse obbediscono ad
un’intenzione mentale. Per una corretta impostazione si dovrebbe dire che il
soggetto in concentrazione irraggia energia attorno a sé, in tutte le
direzioni; ma detto questo bisognerebbe pensare che l’energia sia tutta in una
direzione in modo da avere l’effetto a reazione. Ma non c’è nessun organo che
possa dare una tale direzione. Inoltre se uno mette capovolta per terra una
lampada ad altissimo voltaggio non ne consegue che essa parta come un razzo. I
razzi a fotoni sono possibili solo nello spazio.
Prendiamo la telepatia
La telepatia è una comunicazione tra
due o più soggetti a grandi distanza, senza limite di distanza. Si hanno rumori
insoliti, scricchiolii, colpi battuti sui mobili, brevi chiamate, esortazioni,
percezioni visive anche.
La telepatia è comunemente intesa come
trasmissione del pensiero. Il pensiero è un fatto spirituale nel quale è
connesso il cervello. Ora si deve ammettere che il cervello non solo riceva gli
elementi dai sensi, ma moduli le immagine connesse al pensiero in onde di
trasmissione le quali hanno la capacità di evocare in un altro cervello le
stesse immagini, e il cervello ricevente le intende così come le intende
l’altro. Ma non si trasmettono le immagini, ma onde e quindi occorre un’organo
di modulazione delle onde e un’organo che elabori in entrata le onde e le
decodifichi. Tre cervelli deve avere ogni cervello, con possibilità di bloccare
uscita ed entrata, pena il rimanere in uno stato di continua astrazione dal
reale. Il raggio della portata dell’emittente è proporzionale alla sua potenza,
e quindi alla capacità di modulare la potenza oltre che le onde. Ora questo
discorso non può essere affatto accettato: è antropologicamente errato. Del
resto la telepatia non ha riscontro scientifico e si basa solo sulla
descrizione di fenomeni.
Prendiamo gli eventi
registrati (psicometria)
Consiste nel ritenere che la realtà
circostante al soggetto sia come un disco sul quale viene registrata
l’emissione del soggetto. Un altro soggetto entrando in contatto con
quell’ambiente, da quegli oggetti persone dotate di poteri particolari ne ricava come da un disco i dati registrati. Una pacchia per la scientifica se la cosa
fosse vera. Ora bisogna dire che una impressione di onde dovrebbe
conservarsi, si dovrebbe realizzare un’incisione senza alcuna incisione.
Semplice assorbimento di onde. Ma l’assorbimento deve essere ordinato e quindi
emesso ordinatamente. Il materiale deve essere ordinato a conservarle in
maniere ordinata, cioè nell’ordine di tempo del messaggio: prima un’immagine,
poi un’altra per sapere una vicenda. Inoltre l’oggetto dovrebbe conservarsi
nelle condizioni ottimali. La prima alterazione guasterebbe tutto. Ognuno che sappia qualcosa di cd, di nastri
magnetici, di registratori, di microprocessori, vede come queste condizioni è
impossibile aspettarsele nella realtà.
Prendiamo l’ectoplasma
Non c’è costanza nei fenomeni. Non solo
si emette sostanza (materializzazioni), ma sostanza informe con volti,
articolazioni: l’esistenza di un quid materiale che si organizza in forme. E
tali forme da dove vengono? Come sono causate? E l’ectoplasma fotografabile,
quando rientra, quale posto biologico ha? Nessuno!
Materializzazioni
Sono la comparizione di elementi corporei che vengono detti
materializzati (Sai Baba). Il pensiero che sta alla base di questa posizione è
che la materia sia energia e che un intelletto, in stato di concentrazione,
possa farla passare a materia. L'errore fisico di base è che si confonde la
materia con la massa, la quale è una proprietà della materia, come sempre ha
inteso Einstein e con lui i fisici.
La massa secondo la notissima formula di formula di Einstein
(E=mc2)
equivale ad energia, ma l'energia senza la materia non è possibile; infatti
anche le radiazioni sono materia.
L'errore antropologico, che si aggiunge all'errore fisico, è che
nessun intelletto può far emergere da una radiazione una realtà corporea. Le
materializzazioni sono dunque degli abili giochi di prestigio di guru, magari
condotti da quell'astutissimo illusionista che è il demonio.
Esperimenti sulla fusione
fredda
La cosa è una realtà seria. Ma i due
americani che hanno annunciato di avere effettuato un esperimento di fusione
fredda attraverso un pezzo di platino, con forze di compressione e corrente
elettrica, si sono sentiti dire da laboratori di mezzo mondo che la loro
esperienza non era stata riprodotta.
Presso l’Enea si fecero esperienze di
fusione fredda, era un tubo a pressione interna variabile con dentro dei
trucioli di un metallo (platino) da sottoporre a pressione diverse. Poi
l’azione della corrente elettrica. Ora il fenomeno si registrò per due o tre
volte, ma in maniera casuale, cioè senza che si potesse dedurre una legge di costanza. Esperimenti vengono
ancora condotti - non so in quale sede
tuttavia -, e tutte le leggi della fisica risultano compromesse. Ora quello
che emerge è una realtà oscura, proteiforme, che sfugge all’indagine razionale,
alle leggi formulate in base al ripetersi rigoroso in costanti condizioni del
fenomeno. La realtà diventa inintelligibile,
contraddittoria, misterica; e dunque non si è più sul piano della verità
scientifica, ma dell’inganno oscuro e alienante.
Foto spiritiche
Nell’ambito delle sedute spiritiche si
fecero spesso le cosiddette foto spiritiche. Si pose l’obiettivo verso un
punto, si scattò. Si fece lo sviluppo, la stampa ed ecco un volto: quello di un
trapassato.
La stessa cosa per registrazioni video
su nastro. Il registratore presenta sul video delle immagini non presenti nel
campo della registrazione.
Lo stesso per i registratori della
voce, musica, su nastro. Il registratore presenta voci e messaggi che non sono
stati immessi da nessuna fonte che
fosse presente.
La scrittura automatica
Si ha quando il medium scrive automaticamente,
cioè senza che azioni di suo il braccio e la mano. Il fatto non procede da Dio,
perché il soggetto non è in stato di libertà, ma succube di un’azione che lo
lede. Ho incontrato il caso di una giovane che dopo esperimenti di scrittura
automatica è entrata in schizofrenia, perché non riusciva a gestire
intellettualmente e psicologicamente quell’esperienza: fare una cosa credendo
che sei tu a farla per un qualche immaginoso meccanismo psichico, mentre non
sei tu a farla è alienante.
La fine di un mito ancora in voga
Il mito è quello di ritenere che solo il 10% delle cellule del cervello sono
sfruttate, cosicché soggetti particolari sono in grado di sfruttare le cellule
restanti. Il mito ha preso avvio da una ricerca a Santiago di Ramon y Cajal
(1852 - 1934). Lo studioso disse che le cellule della nevroglia superavano di
nove volte il numero dei neuroni. Era poi il tempo in cui i ricercatori
dichiaravano di aver mappato solo il 10% del cervello. Tanto bastò per avviare
ed estendere enormemente il mito.
Gli studi attuali invece affermano (in particolare Barry Beyerstein, 1947 -
2007) che tutto il cervello è funzionante. Se nell'area del 90% del mito ci sono
delle lesioni anche piccole subito se ne notano le conseguenze nelle parti
corporee relative. Gli studi fatti con la Tomografia ad emissione di positroni,
e con la Risonanza magnetica funzionale hanno mappato il cervello in modo tale
che il mito non ha più nessuna speranza di sostenersi: non si hanno aree senza
funzioni. Il cervello poi si comporta come un'unica massa, pur possedendo aree
distinte per funzioni.
Il mito resiste anche oggi ed è ritenuto la premessa per i cosiddetti poteri
paranormali. In ambito cattolico parecchi, vittime del mito, li hanno chiamati
doni preternaturali, creando grave confusione con i veri doni preternaturali
presentati dalla Rivelazione circa la creazione di Adamo ed Eva, cioè l'assenza
della morte, l'assenza della concupiscenza disordinata. E con ciò, nella vita di
innocenza originale, il pieno rispetto del corpo, con la conseguente assenza
della malattia; il rispetto della creazione; l'agilità intellettuale.
9) Criteri
generali di indagine
Criterio
storico: accertare che i
fatti siano reali. Nel caso, ad esempio, di una lacrimazione bisogna accertare
se non sia stato un trucco.
Criterio
psicologico: esame del soggetto
o dei soggetti, per accertarne la normalità psichica. Il temperamento (calmo o
passionale). Accertarne le capacità intellettuali. La cultura. Le esperienze.
La sincerità. Soprattutto il suo comportamento virtuso: umiltà, obbedienza.
Vedere dunque la credibilità di un soggetto.
Criterio
teologico: vedere se l’autore
è Dio o il demonio o semplicemente la fantasia.Ciò comprende l’esame del clima
spirituale dei fedeli, l’esame rigoroso degli eventuali miracoli connessi
strettamente all’apparizione (il miracolo del sole a Fatima: miracolo visto da
tutta la folla dei presenti che comprendeva pure scettici e atei)
Modo
di approccio: né scettici, né creduloni
Credere
veramente che esistano i doni straordinari ed essere disposti che essi esistano
concretamente (Atti 11,23-24): ”Quando
Barnaba giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e da uomo virtuoso
qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare nel
Signore”, e nello stesso tempo porsi in una posizione di distanza: occorre
avere occhi per vedere e mente per capire. Infatti la Scrittura ci parla dei
falsi profeti.
(Mt 7,21): “Molti mi diranno in quel giorno: Signore,
Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome
e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai
conosciuti; allontanatevi da me operatori di iniquità.
Modi
di indagine:
Il colloquio con le persone interessate e quindi ascolto
della descrizione dei fenomeni.
Indagini sul clima spirituale che si è formato attorno alla
presunta fonte di rivelazioni private. Osservazioni sulle virtù del soggetto o
dei soggetti. (san Filippo Neri…) (donna a Roma con in casa l’Eucarestia…)
La richiesta di relazioni scritte o orali sugli avvenimenti.
Questo permette di vedere le contraddizioni se esistono. Oggi viene detta una
cosa, domani un’altra. Oppure si ha la rilevazione di errori dottrinali,
incompatibili con una rivelazione che viene da Dio. Si deve richiedere che
tutte le esperienze vengano registrate e consegnate, cioè non venga ad esistere
un fondo segreto. Qualora si formasse si avrebbe subito una prova
dell’inattendibilità del soggetto. Questa è veramente una carta vincente perché
in caso di giudizio negativo si può presentare la motivazione del rifiuto a
partire dagli scritti.
Santa Veronica Giuliani ricevette dal vescovo l’obbligo a
scrivere su fogli consegnati di volta in volta la relazione di quello che
viveva.
10) Esempi
La lacrimazione della Madonna di
Civitavecchia. Prima il vescovo è in una posizione di distanza: dubita del
fatto storico. Poi lui stesso vede accadere il fenomeno, così acquista la
certezza storica del fatto. Fa poi fare correttamente l’esame della sostanza
rossa per vedere se è sangue umano. La sua richiesta si ferma li, ma con
un’altra semplice operazione i due laboratori interpellati scoprono che è
sangue umano di un maschio. A questo punto c’è il materiale per esprimere il
parere teologico e chiudere la questione. Ma ugualmente si procede, lasciando
spazio alla posizione di pensare che la Madonna abbia pianto il sangue di
Cristo. Poi bisognava esaminare la traiettoria delle lacrime, che non si presentava
regolare, quasi che ci fosse stata una forte azione del vento. E si è
favoleggiato attorno alle forme: qualcuno vi ha visto l’Italia.
Il punto che manca nel discorso è il
sospetto doveroso che tutto sia prodotto dal demonio. Casi in cui uno si è ritrovato
addosso sostanze coloranti…sangue di animale, là dove si pensava che ci fosse
un riferimento a Cristo.
Non reggono affatto le recenti favole
giornalistiche su visite segrete del Pontefice a Civitavecchia oppure di
sue devozioni segrete in merito.
Caso A. G. a Bologna. Colloqui con
padre Pio ogni giorno e anche con tanti altri santi. Una trentina di rosari al
giorno. Atteggiamento devoto. Situazioni di guarigione.
Il caso è stato risolto con una serie
di colloqui dove il soggetto ha detto di avere degli scritti che avrebbe fatto
pubblicare dopo la sua morte. Da qui la richiesta del Vescovo di poter esaminare quegli scritti. Il G presenta
degli scritti, ma non sono quelli che ci si aspettava. L’esame degli scritti
consegnati rivela una serie di errori e nello stesso tempo rivela in una
scritta-diario come lui abbia a parte degli scritti sulle sue esperienze, che
quindi non ha consegnato.
A san Giovanni Rotondo entra in
confessionale una giovane, mi dice che vede padre Pio. Interessato la faccio parlare
e scopro che padre Pio le si presenta con in mano un libro dove sono segnate le
grazie che fa. Le dico che il libro non esiste e lei rimane impressionata. Mi
rivela che le si presenta a volte piagnucolante, desideroso della sua
compagnia. Una volta l’ha visto genuflesso a baciare i piedi di una bambina.
Vengo a sapere che padre Pio le dice di non domandare soldi. Le chiedo il
numero di telefono e poi le telefono affinché registri tutto su di un quaderno
da sottopormi. Qualche giorno dopo il telefono venne disattivato.
Durante una missione al popolo a Pompei
una signora mi dice che l’anima di suo marito le è sempre accanto. A volte
sente delle carezze, a volte dolci parole con la voce del marito. A volte nel
letto sente come uno che le sia accanto e le dia delle dolci gomitate. Rispondo
con la teologia. Le anime dei defunti o sono in cielo o in purgatorio o
all’inferno. Un’anima non è un angelo, che ha sue proprietà e che quindi si può
spostare in virtù di se stesso. L’anima è una realtà spirituale fatta per
informare il corpo; separata dal corpo non ha le capacità angeliche. Per venire
sulla terra deve essere portata da Dio o da una angelo. Quindi coloro che
sentono la presenza e la voce, segni, di una presenza dei loro defunti vanno
illuminate. La donna rimase incredula, quando le prospettai l’inganno del
demonio. Io le dissi che quando sentiva questa presenza si rifugiasse nella
preghiera. Lei fece di meglio disse affettuosamente alla pensata anima del
marito: “Diciamo un Pater noster”. Si sentì dire un cupo e sprezzante:
ehhhh!!
La persona si convinse che avevo ragione.
Per valutare se da Dio, da un angelo, dal demonio, dal soggetto
Si ricercano proposizioni
contrarie alla morale e alla fede
Ad esempio le rivelazioni dello
spiritismo sono tutte piene di negazione della verità cattolica.
Vedere se vi sono parole indecenti,
descrizioni minuziose dei vizi sensuali. Pitture sconce dei vizi dei sacerdoti,
sotto pretesto di stimolare alla preghiera per loro.
Descrizioni tragiche di castighi. Parole
di un Dio senza più risorse di misericordia. Pitture di eventi catastrofici che
si traducono in offese alla speranza cristiana e alla visione di un Dio che
tiene conto della debolezza delle sue creature e non le angoscia, creando la
psicosi del catastrofismo.
Se vi sono richieste di cose
impossibili da fare in modo che venga insinuato lo scoraggiamento, la
disperazione di potere corrispondere (Nella vita di santa Caterina da Bologna
si legge che il demonio le appariva in sembianze di crocifisso, ordinandole
cose impossibili per condurla alla disperazione).
E’ vero però anche il contrario i messaggi possono presentare il quietismo, il sensismo.
Proposizioni che direttamente non
offendono la verità, ma insinuano l’errore. Proposizioni ad orologeria, quando
una persona le vuole interiorizzare esse scalzano il soggetto dalla vita
interiore fatta di umiltà, di obbedienza, di buon senso. Ci si trova come in
una strada dove le pietre ci sono, ma sono tutte sottoposte ad un dissesto che
impedisce il percorso sereno e utile. I messaggi che vengono da Dio o da un
angelo comunicano univocamente (la Parola
di Dio è una spada a doppio taglio che penetra tra le giuntura e le midolla Eb
4,12) ciò che essi vogliono dire. Se la parola del messaggio richiede un “aggiustaggio
sistematico” cioè una interpretazione a favore di una riduzione all’univoco
dell’ortodossia, si ha la necessità di una mediazione, non per la comprensione,
ma per l’eliminazione dell’ambiguità del messaggio. L’assimilazione della
parola viene ostacolata da questo lavoro, che si traduce in un allontanamento
dall’impegno della volontà, essendo impegnato costantemente l’intelletto.
Esempio: Don Gatti
di Roma e la “veggente” Marisa
Il testo: “Madre dell’Eucarestia”. Bisogna subito
rifiutare il titolo. Maria è Madre di Cristo. L’Eucarestia come sacramento ha gli accidenti (le apparenze del pane)
che rimangono nell’essere per azione divina. Il Card. Ruini ha recentemente
condannato il titolo, e poi anche diffidato il sacerdote.
Sistema di procedere: presentazione sistematica di due concetti
uguali connessi in una stessa proposizione. Dove un concetto viene espresso con
un’immagine, una figura, e l’altro, che è esattamente lo stesso concetto con
linguaggio spirituale (1 Cor. 2,13). Oppure con due concetti concatenati dalla
copula -e- in una stessa proposizione, uno dei quali è espresso con un’immagine
fisica e l’altro con linguaggio spirituale. Si è di fronte ad una violenza del
linguaggio.
Da pag. 1 a pag. 3
“Fate le preghiere del mattino, pregate piano piano, molto piano, senza correre
e soprattutto pregate con il cuore”
Si ha un doppione. La prima parte della proposizione presenta in termini fisici
la preghiera nella sua esigenza di essere espressione interiore.
“Durante la giornata
recitate lentamente una parte del rosario, fermatevi su ogni mistero e
meditatelo”.
Triplone : -recitare lentamente- -fermatevi su ogni mistero- -e meditatelo-
“La preghiera comunitaria
vi distrae meno della preghiera che fate da soli. La preghiera fatta con i
propri cari, parenti, amici o con i membri di una comunità è più potente ed è
più gradita a Dio”
La preghiera comunitaria non distrae di
più né di meno.
Il doppione sta nel più potente e nel più gradita.
“Vi ripeto pregate
lentamente e con il cuore, il primo posto riservatelo a Dio”.
Il doppione congiunto nell’espressione
dalla copula: lentamente e con il cuore.
“Andate nella pace di Dio
Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo”
Questa espressione non marca l’unità di
essenza, il testo è congegnato in modo che nasca turbamento proprio su questo
punto. Infatti non dice: di Dio
Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, né dice: di Dio,
Padre, Figlio e Spirito Santo -.
Pag. 85: “Vi faccio una confidenza materna, che certamente vi farà piacere:
Gesù ed io abbiamo letto insieme tutti i messaggi che vi ho dato, essi
contengono tutto ciò che serve per arrivare alla santità”.
Maria non ha bisogno di far passare ciò
che ha detto, all’esame del Figlio.
Pag. 85: “La santità è possibile per tutti, tutti possono essere
intimamente uniti a Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo”.
Pag. 77: “Io sono Madre dell’Eucarestia e piano piano tutti mi
conosceranno sotto questo nome. Io sono Madre dell’Eucarestia, la Madre di Gesù
che oggi e sempre per chi lo vuole, per chi lo cerca è presente in mezzo a voi
nei tabernacoli delle vostre chiese”.
Pag. 77: “Io sono la Madre dell’Eucarestia, ma non tutti
accetteranno questo nome che chiude tutta la storia. Sorgeranno invidie e gelosie e a causa di questo
soffrire, ma gli uomini non potranno impedire a Dio di realizzare i suoi piani:
Quando mi invocherete - “Madre dell’Eucarestia prega per noi” - vi concederò
ciò che chiedete se è conforme alla Divina volontà; già sono state ottenute
grazie spirituali e fisiche con questa invocazione. Ora io mi inginocchio
davanti a mio Figlio e Gli chiedo umilmente di benedire queste piccole statue
ed anch’io benedico queste statue. A chi pregherà davanti ad esse con il cuore,
a chi pregherà per il fratello, a chi pregherà per le persone che lo fanno
soffrire concederò delle grazie particolari. Miei cari figli, questa è
l’immagine della Madre dell’Eucarestia, portatela, se volete, nelle vostre case
e fatela conoscere. Io desidero essere invocata ed amata come “Madre dell’Eucarestia”.
Esempio: Libro: “Gesù e Maria agli uomini d’oggi”
Il libro ha strappato purtroppo un Imprimatur. Il messaggio
asserisce che Maria e Gesù scendono dal cielo, con il risultato di un’azione che
s’impossessa della persona (pseudo mistica) la quale agisce come automa guidato
da Maria o da Gesù; la persona in gioco risulta letteralmente
“strumentalizzata”. Non ci si trova così di fronte ad un'apparizione, ma ad un
esatto equivalente della “scrittura automatica”.
Sistema di procedere: un errore e poi nella proposizione successiva
il correttivo dell’errore.
Ecco alcuni passi:
Vol. II Pag. 37: “In quanti luoghi sono scesa facendomi vedere! Vengono
chiamati luoghi di apparizione. Tutto per dare segni di amore. Tutte le mie
opere sono opere d’amore (…) Mi è tanto facile scendere per dare per prendere.
Figli miei, ma qui, non è una visione. Non si può capire. Un grande
avvenimento, un dono tutto straordinario (…) Questo è un dono di prendere
contatto a tu per tu. Ognuno e ognuna di voi può avere in questi momenti dei
consigli, delle parole strettamente personali e con questo mio intervento ci si
può formare fino alla più alta perfezione”.
Pag. 80 (Gesù): “Mi amano, ma senza le opere. Quanto mi amano, ma non mi servono! Mi
amano in un Crocifisso, perché il Crocifisso non ha bisogno di niente.
Figlia, non basta essere graditi a Dio Padre, amarmi soltanto in un
Crocifisso, che si trova su un altare”.
Pag. 86: “Figlia
del mio Cuore Immacolato, vi siete incomodate per venirmi ad onorare in questa
casa, in questa statua, ma ne avete avute tante altre di statue più vicine che
non vi avrebbero portato tanto disturbo…ma avete capito che qui c’è qualcosa
che vi rende più felici. Questo è un incontro molto diverso da quello che avete
nelle altre statue. Avete ciò che avete nelle altre statue spiritualmente, ma
visibilmente potete averlo soltanto qui”.
Pag. 100: “Figli
miei sono al mio posto. Non ho mai sbagliato un solo passo. Il Figlio (indica
il crocifisso), la sua madre (indica la statua della Madonna), La Chiesa
(indica il sacerdote). Questo è il mio posto”.
Pag. 29 (Gesù): “Figlia, io voglio, voglio avere, voglio dare. Sono buono, sono
potente, sono grande, tanto grande che ho il potere di farmi tanto piccolo,
piccolo…di entrare tutto in quell’ostia. Gli uomini sono piccoli. Credere o non
credere, io sono vivo, vero, intero, nell’ostia consacrata”.
Esempio: Luigi Gaspari, “Quaderno
dell'Amore”
Esposizione
resa al convegno GRIS del 18/19 aprile 2009 a S. Giovanni Rotondo
(Questo profilo storico è
stato tratto dal Quaderno dell'amore) Luigi Gaspari è nato a San Felice sul
Panaro il 9 aprile 1926 ed è morto a Cesenatico il 15 marzo 1995. Scorrendo con
attenzione la storia degli incontri che Luigi Gaspari ebbe con padre Pio la si
vede divisa in due tronconi: gli incontri effettivamente avvenuti a S. Giovanni
Rotondo e quelli invece avuti a Decima a Chianciano con padre Pio in
apparizione.
Il suo primo incontro
- effettivo - con padre Pio Luigi Gaspari lo ebbe da ragazzo il 15 marzo 1940. In
quella data padre Pio, in un primo momento, lo cacciò, ma poi lo prese quale
figlio spirituale. Un mese e mezzo dopo (5 maggio 1940) Olimpia Pia Cristallini,
che aveva ospitato il ragazzo a S. Giovanni, gli scrive dicendogli che padre Pio
non era contento di lui quanto allo studio e al poco fervore nel fare la
comunione.
Questa lettera Luigi Gaspari
la perse e la ritrovò nel settembre del 1954 nella soffitta. Il ritrovamento
fece si che Luigi Gaspari ritornasse a S. Giovanni Rotondo. Venne accolto da
padre Pio con benevola paternità.
Da questo momento i viaggi
di Luigi Gaspari a S. Giovanni diventarono frequenti.
Il 6 giugno 1956 incontrò
padre Pio in sagrestia. Padre Pio gli disse di ritornare subito a casa.
Ritornato a casa, Luigi Gaspari vide che la madre era in fin di vita.
Dopo la morte della madre
Luigi Gaspari ritornò a S. Giovanni.
Tra la fine del 1967 e
l'inizio del 1968, per Natale, si confessò nuovamente da padre Pio. Luigi
Gaspari riferisce, senza fornire il contesto generale del discorso, che padre Pio
gli disse: “Nell'anno 1968 dovremo lavorare molto. Non abbiamo tempo da
perdere”. Queste parole hanno l'ovvia interpretazione dei sani propositi di
fine d'anno e di principio di anno nuovo, ma Luigi Gaspari non li coglierà in
questo senso.
Agli inizi di aprile Luigi
Gaspari cominciò ad udire una voce, che interpretò come ispirazione di padre
Pio, probabilmente perché padre Pio, in visione, lo iniziò ad udire una voce che
nello scritto che ne uscì sarebbe quella di Cristo.
Alla fine d'aprile fu pronto
un manoscritto, e una copia dello stesso venne inviata a padre Pio. Luigi Gaspari non presenta tuttavia nessun segnale di approvazione da S. Giovanni
Rotondo, e senza menzionare una visita effettiva a S. Giovanni dice che
padre Pio definì il quaderno “Testamento promessa di grazia”. Padre Pio lo
esortò a pubblicarlo al più presto e di “farlo giungere al santo Padre, alla
gerarchia ecclesiastica e al mondo”. “Il papa capirà tutto”, aggiunse. Non
essendoci nessuna visita a S. Giovanni Rotondo si deve concludere che padre Pio
apparve in visione. Si deve anche notare che prima della pubblicazione era
doveroso sottoporre lo scritto ad un Vescovo (quello del luogo di stampa) per
l'imprimatur.
Il 25 maggio si doveva
celebrare a St. Louis negli USA la festa del Sacro Cuore e padre Pio, anche qui
non vi è nessun viaggio a S. Giovanni Rotondo, chiese che vi fosse inviato il
Quaderno; ma la cosa non ebbe seguito. Padre Pio, riferisce Gaspari, “ne fu
molto addolorato”. Si noti subito la contraddizione: da una parte si fa
riferimento alla gerarchia ecclesiastica e dall'altra la si scavalca
completamente non attendendone il giudizio.
Nel giugno 1968 si ebbe la
prima edizione a stampa a cura di Michele Famiglietti di Roma. Luigi Gaspari
dice che aveva domandato a padre Pio di “togliere alcune parole” e di stampare
il testo in anonimato. Padre Pio si oppose a tutte e due le richieste. Anche qui
non c'è nessuna menzione di un viaggio a S. Giovanni Rotondo, cosa non
trascurabile poiché in nessun modo sarebbe stato omesso offrendo la possibilità
di dare un sigillo di credibilità.
Nell'agosto 1968 uscì una
nuova edizione presso le arti grafiche di Rovigo, a cura di Primo Capponcelli di
Decima di S. Giovanni in Persiceto (Bo), che padre Pio avrebbe sollecitato a
pubblicare il libretto
nel maggio del 1968, ma anche qui la mancanza della
menzione di una visita a S. Giovanni Rotondo fa concludere che tutto sia in
visione. Già si sta formando un gruppo di aderenti attorno a Luigi Gaspari.
Primo Capponcelli andò a S.
Giovanni Rotondo sicuro del fatto suo e cominciò a divulgare il volumetto, ma la
distribuzione gli venne bloccata e gli venne impedito di parlarne. In questa
azione di fermo del volumetto compaiono nientemeno che persone vicinissime a
padre Pio.
Contemporaneamente a quanto
accadeva a S. Giovanni Rotondo circa il volumetto, Luigi Gaspari si trovava a Chianciano Terme e il
20 settembre, nelle terme di sant'Elena, alle ore 18, gli “apparve” padre
Pio (la dichiarazione di apparizione è esplicita). Padre Pio gli disse che
doveva
anticipare la sua partenza al Cielo per salvare “il salvabile”,
lamentandosi che non era più ascoltato neppure da tanti suoi
fedelissimi. Disse che le parole del “Testamento promessa di grazia”
non erano state credute e che quello che in giugno si poteva salvare ora non lo
si poteva
più. Il “Testamento promessa di grazia” servirà però a beneficio dei singoli.
Il 22 settembre verso le 17
Luigi Gaspari ebbe un sogno da lui definito “profetico”. Nel sogno gli
appare padre Pio circondato da un esercito di angeli. Padre Pio lo abbraccia
e lo esorta a rimanere forte e a non piangere per la sua morte. Padre Pio gli promette di mettergli a disposizione “il mio
esercito di angeli”, che saranno all'obbedienza di Luigi Gaspari in tutto.
Padre Pio poi lo aiuterà standogli vicino e lo guiderà in ciò che dovrà dire e
fare.
Nottetempo Luigi Gaspari
dice di sentire “nel mio cuore” la voce di padre Pio che gli chiedeva di
leggergli il volumetto; e lui lo lesse e rilesse fino all'alba. Verso le sette
del mattino gli giunse una telefonata da Roma che lo informava della morte di
padre Pio.
Il 17 ottobre 1968 Luigi
Gaspari cercò di far giungere a Paolo VI il Quaderno tramite mons. V. D'Andrea.
Dieci giorni dopo il monsignore gli disse che Paolo VI avrebbe detto: “E'
alta mistica. Che bello questo incontro tra Padre e figlio. Non c'è nessuna
parola da togliere”. Nessuno scritto da parte di Paolo VI viene esibito. E'
del tutto impossibile che Paolo VI abbia scavalcato la procedura canonica
dell'approvazione dell'Ordinario del luogo di stampa (Rovigo), e che si sia
espresso trascurando di inviare il volumetto alla Congregazione per la
Dottrina della Fede.
Il volumetto è stato
tradotto in francese, tedesco, spagnolo, inglese, polacco, russo, portoghese,
greco, croato, rumeno, arabo, braille, fiammingo, cinese, albanese, ungherese,
armeno e olandese.
Quello che emerge da questo
excursus è che Luigi Gaspari dalla fine del 1967 all'inizio del 1968 non andò più a S.
Giovanni Rotondo avendo comunicazioni via apparizione con padre Pio, ma
bisogna dire che padre Pio non c'entra in nulla in tutto questo.
Esame del testo
Il procedere del
discorso appare immediatamente un torciglione di cose, per cui è necessario
estrarre di volta in volta singoli punti, ma basterà estrarne solo alcuni, dei
tantissimi, poiché il volumetto è saturo di errori, per formulare il giudizio di
difformità dalla dottrina cattolica.
(pag. 20-21)
“Il vostro cuore non è
mai tutto per me. Una parte lo date spesso a me, ma ne tenete di riserva per le
vostre brame, per le vostre ricerche al di fuori di me (...) In quell'angolo che
mi serbate io spesso mi nascondo. Sto a guardare. Che vedo? Vi vedo affamati,
stanchi delusi e scontenti (...) io vi guardo e aspetto un segnale da voi, un
richiamo per uscire dal mio nascondiglio dove mi avete collocato voi. Sono
presente se mi chiamate, ma ancora più quando mi amate”.
Dal punto di
vista del linguaggio è costante il ricorso al passaggio, in uno stesso discorso,
dal linguaggio mistico a quello che traccia cose fisiche.
(pag. 24)
“La vita non sarebbe
senza il mio calore. Il calore mio supplisce al gelo dei vostri cuori aridi.
Ogni cuore vostro dovrebbe tenere in vita una particella del creato. Quando il
vostro cuore è arido, spento, quella parte del creato dovrebbe scomparire,
perché è l'amore del cuore che regge tutto. E io che faccio? Io col mio calore
riscaldo per voi. Supplisco col mio Cuore l'aridità del vostro. Vi mantengo e
mantengo la vita col calore del mio Cuore (...). io sono la riserva di energia
che interviene a evitare il disastro dovuto allo spreco fatto dalla vostra, di
quello che vi diedi”.
Si ha confusione
tra il concetto di onnipotenza divina e quello di energia fisica, e confusione
tra calore mistico e calore fisico.
(pag. 27)
“Io difendo i vostri
diritti su coloro che avete amato e tentano di sfuggirvi”.
L'unione nella carità
presuppone la libertà, ma tale unione viene fatta diventare un diritto sugli
altri che hanno aderito, un diritto da difendere.
(pag. 31)
“Ritorno al ricordo di
chi non mi fu amico. Ora che ho l'amicizia sua, sento in me la certezza di
ottenere le amicizie che voglio. Le otterrò certamente tutte; tutte quelle che
vorrò per dividerle con lui (...). e' lui che guida ogni passo e non vorrà più
che quelli che lui scelse per sé, scappino col pretesto di allontanarsi da me.
Sarà un ritorno di tutti coloro che lui chiamò. Ora ci sarà l'appello e guai a
chi non risponde”.
L'amicizia non è
incontro di carità reciproca tra due persone libere, come deve essere, ma viene
pensata come coartazione di una
libertà di fronte ad un altra.
(pag. 37)
“Non permetterò a nessuno
di giudicare quello che farai. Già è venuto il momento di parlare chiaro con
autorità. E' necessario che io ti renda autorevole”.
Il soggetto si
trova chiuso in un cerchio di massima difensiva. Nessuno potrà emettere giudizio
alcuno. Il giudizio della Chiesa viene oscurato.
(pag. 44)
“L'energia mia ha formato
la carne che è servita a dare un volto al vostro spirito”.
Vien detto che l'onnipotenza
divina non si esprime con la potenza della Parola, ma per mezzo di energia di
emanazione.
(pag. 44)
“Il vostro spirito era
prima che si rivestisse della vostra carne”.
Si professa la
preesistenza dell'anima alla formazione del corpo.
(pag. 44)
“Il vostro essere è lo
spirito mio infuso nel primo uomo; è quello stesso spirito mio che dando vita ad
Adamo, per canali diversi è giunto a voi. Sono i canali che hanno contaminato lo
spirito che era mio”.
Si
professa
l'esistenza di un'anima universale comune a tutti gli uomini (Averroè) trasmessa
per generazione (traducianesimo).
(pag. 60)
“Io sono già
presente negli atei, sono là ad attendere voi, attendo la preghiera vostra di
unione. Sarà questa la preghiera che vi farà scoprire la mia costante presenza,
laddove si nega la mia esistenza. Sono io che mi nascondo proprio in quegli
uomini”. Si confonde la presenza per immensità con la
presenza per inabitazione.
Quanto scritto vuole essere un aiuto per un discernimento dei
fenomeni straordinari (visioni, apparizioni, locuzioni, ecc.), visto che i
veggenti oggi si moltiplicano e non è
possibile che la Chiesa vi faccia fronte con processi canonici; inoltre tanti
sono i casi non conosciuti dagli stessi sacerdoti.
Inserito 20/06/2007,
aggiornato al 21/04/2009
|